(Scusate se in questi giorni il blog è monotematico, ma prima o poi riuscirò anche a pensare a qualcos'altro...purtroppo).
E' assai difficile "perdersi", nel mondo di oggi.
Tutti ormai lasciamo tracce digitali, partecipando al mondo anche in questo modo.
E quindi mi è impossibile, in questi giorni, non seguire le sue tracce. (D'altronde, nel patto di addio non era contenuta la clausola "non leggermi più").
E allora è semplice ritrovare le sue parole. Nelle stesse terre virtuali in cui ci eravamo conosciuti, ovviamente, e che poi avevamo abbandonato, nel tempo.
Ora quelle terre sono percorse da tempo da venti di dileggio e di disprezzo, e le sue parole (che riconosco sempre, che sento come mie, anche se non sapessi che sono sue) cadono su un terreno sterile, come semi che rimbalzano senza speranza su una terra seccata a lungo dalla mancanza d'acqua.
Un volta fui, per puro caso, il terreno fertile in cui quelle parole poterono riconoscersi e germogliare: ora osservo con tristezza questa solitudine scelta e fortemente voluta, questo tentativo di costruire un futuro attraverso il passato remoto.
Perchè il dramma è poi questo: se di nuovo le emozioni incontrassero un terreno umano fertile ed attento (ed è quello che qualsiasi essere umano spera e desidera fortemente, e solo una volta su un milione capita davvero nella vita nel modo in cui lo si desidera), forse - in ossequio ad una scelta tanto radicale quanto spietata - si sarebbe costretti a diserbarlo prima ancora di sapere se potrà nascere qualcosa.
E' assai difficile "perdersi", nel mondo di oggi.
Tutti ormai lasciamo tracce digitali, partecipando al mondo anche in questo modo.
E quindi mi è impossibile, in questi giorni, non seguire le sue tracce. (D'altronde, nel patto di addio non era contenuta la clausola "non leggermi più").
E allora è semplice ritrovare le sue parole. Nelle stesse terre virtuali in cui ci eravamo conosciuti, ovviamente, e che poi avevamo abbandonato, nel tempo.
Ora quelle terre sono percorse da tempo da venti di dileggio e di disprezzo, e le sue parole (che riconosco sempre, che sento come mie, anche se non sapessi che sono sue) cadono su un terreno sterile, come semi che rimbalzano senza speranza su una terra seccata a lungo dalla mancanza d'acqua.
Un volta fui, per puro caso, il terreno fertile in cui quelle parole poterono riconoscersi e germogliare: ora osservo con tristezza questa solitudine scelta e fortemente voluta, questo tentativo di costruire un futuro attraverso il passato remoto.
Perchè il dramma è poi questo: se di nuovo le emozioni incontrassero un terreno umano fertile ed attento (ed è quello che qualsiasi essere umano spera e desidera fortemente, e solo una volta su un milione capita davvero nella vita nel modo in cui lo si desidera), forse - in ossequio ad una scelta tanto radicale quanto spietata - si sarebbe costretti a diserbarlo prima ancora di sapere se potrà nascere qualcosa.
2 commenti:
Ti confesso di aver letto, in punta di piedi sentendomi intrusa e inopportuna, tutti i tuoi post su questo argomento e li ho trovati bellissimi. Questo solo per dirti che non ti devi scusare di niente.
Non devi sentirti nè intrusa nè inopportuna! Se ne scrivo qui, in questo spazio pubblico (e sempre con il massimo rispetto per la privacy di lei) è perchè ritengo che il proprio modo di vivere l'amore sia una questione che è bello ed importante condividere, e fare sapere che nella vita possono capitare esperienze umane come quella che sto vivendo io fa un po' da contraltare al mio pessimismo sulle sorti di questo mondo ed alla mia ormai accentuata misantropia:-)))
Grazie per questo commento in particolare, mi ha commosso.
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