venerdì, ottobre 28, 2011

Visita al Museo...

In una splendida e soleggiata mattina di primavera, le maestre della scuola materna "Raggio di Sole" condussero in visita i bambini al Museo del Potere.
Il vocio festoso ed acuto si quietò, temporaneamente, quando l'allegro corteo entrò nei severi antri del Palazzo, che incutevano soggezione e davano il senso di qualcosa di grande ed importante.
Sfilarono dunque, i colorati bambini, nei lunghi ed ampi corridoi dai sontuosi parati, decorati con enormi quadri raffiguranti buffi signori vestiti con abiti del XXI secolo, e inframmezzati da porte gigantesche e da divani in velluto rosso.
Giunsero infine davanti ad una grande porta color marrone scuro, varcata la quale si trovarono in una immensa sala dotata di poltrone rosse, su più file che sembravano salire fino al cielo, disposte a semicerchio.
Ad un lungo tavolo, e disseminati tra le poltrone della grande sala, trovarono finalmente la principale attrazione del Museo: i Potenti.
*
Parecchi decenni prima, durante la Grande Rivolta, il Movimento del Popolo Furente aveva approfittato di una seduta plenaria del Parlamento per imprigionare i Potenti nel Palazzo.
Giunti a Roma in centinaia di migliaia, ognuno dotato di robuste catene e robusti lucchetti, i manifestanti avevano improvvisamente preso d'assalto il Palazzo, travolgendo le Forze dell'Ordine poste a sua difesa: non per farvi irruzione, ma con l'intenzione di blindarlo definitivamente.
Decine, centinaia, migliaia di catene furono diligentemente poste attorno alle maniglie del Portone; per ore si sentirono i click dei lucchetti che si chiudevano inesorabilmente, mentre una catena umana lunghissima, che giungeva fino al Tevere, si occupava di gettare nel fiume le chiavi dei lucchetti, seppellendole per sempre nella fanghiglia del fondo...
Poi, per giorni, con scrupolo ed ordine i manifestanti accatastarono di fronte al portone ogni sorta di oggetto e cosa ingombrante che potesse impedire persino il passaggio delle voci dei Potenti che, da dentro, urlavano di liberarli: voci che divennero, con il passare delle ore, sempre più fiebili.
Le forze dell'ordine non solo lasciarono fare, ma controllarono che nessuno tentasse di fuggire gettandosi dalle finestre o dalle uscite secondarie del Palazzo (anch'esse rigorosamente e generosamente addobbate di catene).

La folla stazionò pacificamente fuori dal Palazzo per giorni e giorni, fino a quando tutto fu finito.

Poi, il Governo Provvisorio prese alcune decisioni importanti per rimettere in piedi il paese: ma questa è un'altra storia, che racconteremo altrove.
Ai fini di questa narrazione, ci basti sapere che il nuovo  Governo decise, come monito alle generazioni future, di creare nel Palazzo un Museo del Potere: per far sapere alle generazioni future chi furono gli uomini che gettarono il paese nel caos, e perchè la loro storia servisse ad immunizzare la rinascente democrazia da un uso distorto e personale del potere.

Con una spesa notevole, il Governo ingaggiò una equipe specializzata di tassidermisti italiani e britannici.
Che si misero al lavoro (per lunghi, lunghi mesi) per recuperare ed imbalsamare i cadaveri dei Potenti, e ricollocarli nelle pose che resero il nostro Paese ridicolo agli occhi del mondo.

*

I bimbi, con i loro zainetti, si aggirano dunque curiosi tra le salme imbalsamate dei Potenti.
Ognuno di loro, per spregio, è stato privato del nome, e dotato di un numero.

Ecco, seduto al Tavolo del Potere, un Potente di bassa statura, il cui aspetto plasticoso e artificiale - assicurano gli esperti - corrisponde esattamente a quello che aveva assunto al termine della sua esistenza terrena: capelli lisci, innaturalmente neri e traslucidi come quelli di un pupazzetto. Sorriso da squalo, con l'esibizione di un numero esagerato di denti. Doppiopetto blu.
La testa è lievemente piegata da un lato, gli occhi semichiusi indicano una direzione curiosa, che sembra puntare alla parte posteriore ed inferiore di un'altra salma di genere femminile posizionata lì accanto.

L'ologramma digitale al suo fianco consente di rivederlo in azione, vedere le sue espressioni e sentire la sua voce. I bambini ridono come matti a sentire la voce presuntuosa del Potente, e quel ripetuto "Io...io...io..."...

Alla sua sinistra, seduto allo stesso tavolo, è posizionato un altro buffo personaggio, dai capelli bianchi ed arruffati, occhiali storti, la faccia deformata da un immane sbadiglio e un curioso fazzoletto verde marcio nel taschino della giacca. La mano destra, rachitica, mostra in bella evidenza il dito medio sollevato.
Le maestre, ascoltando l'ologramma, chiamano spesso gli inservienti del museo per segnalare la rottura del meccanismo, visto che la parlata di questo potente risulta biascicata e totalmente incomprensibile: ma essi affermano che quanto si ascolta è assolutamente fedele all'originale!

I bambini sono poi attratti da un altro buffo Potente, la cui salma è di dimensioni davvero minuscole. Il gran testone presenta un'espressione gravemente corrucciata. Dall'ologramma escono urla che fanno morire dal ridere i piccoli, che si mettono spesso a correre in cerchio davanti al Tavolo, tenendosi per mano, facendo il verso al tormentone del potente: "Fan-nul-lo-ni! Fan-nul-lo-niiiii!"

Poi i piccoli abbandonano il Tavolo, e si inerpicano su per le scalette che salgono alle poltrone posizionate più in alto nella sala.
Un altro Potente molto visitato  è un simpatico uomo il cui ologramma è evidentemente incantato, visto che ripete ad libitum una sola parola: "Dimissioni...dimissioni...dimissioni..."

I bambini ci passano le ore, a guardare e ad ascoltare tutti i Potenti del Museo, e si divertono come pazzi.

Quando escono, nel primo pomeriggio, nel dilagante e caldo sole romano, sono stanchi ma felici.

Le due maestre, dopo aver ricomposto la fila per riportarli a scuola, si scambiano le ultime impressioni sulla gita.

- Che incubo, questo posto! meno male che noi, a quei tempi, non eravamo ancora nate: dev'essere stato un periodo tremendo, a sentire quel che mi raccontavano i miei nonni!!!







giovedì, ottobre 27, 2011

Se (pillole di curaro)...


Se il mio odio potesse uccidere a distanza, in questi giorni sui quotidiani italiani si parlerebbe a  nove colonne di una strage misteriosa (Cicchitto, Sacconi, Brunetta, Lupi, Reguzzoni...prima ancora dei capibastone...Gasparri no, mi ripugna toccarlo persino con il pensiero).

Se il mio odio potesse uccidere a distanza mediante alcuni automatismi, consiglierei a chiunque di fare attenzione prima di pronunciare le seguenti frasi o gruppi di parole:
"ce lo chiede l'Europa"
"servono misure per la crescita"
"serve più flessibilità"
"vendere il patrimonio pubblico"
"liberalizzare"

Se le borse esprimono soddisfazione quando il governo annuncia che si potrà licenziare con più facilità , significa che è ora di chiudere le borse con le bombe a mano.
Ovviamente facendo uscire prima tutte le persone che ci lavorano: noi non ce l'abbiamo con le persone, ma con i luoghi fisici dove si concentra e si organizza il male.
E nelle Borse, ce n'è ormai quasi quanto se ne percepisce ad Auschwitz: uccidere la gente per fame è un genocidio pianificato che merita il giusto castigo.
A Norimberga, preparate per cortesia una sala per il processo agli uomini della finanza. Quelli che rimarranno vivi dopo la giustizia sommaria.
Perchè Gheddafi sì e quei bastardi no?

Se io fossi il primo ministro danese, dopo aver rivisto le immagini di B. che mi scruta il culo, gli sputerei in un occhio appena lo rivedo. In pubblico, durante un vertice, davanti alle telecamere. Per par condicio.

Se io fossi B. e ricevessi una lettera anonima da un gruppo di merde che ho fatto eleggere in Parlamento, che vogliono che mi dimetta e che non osano rivelare il loro nome, farei di tutto per scoprire chi sono ed incularmeli senza pietà. A meno che non mi sia scritto la lettera da solo.

Se io fossi un miliardario, aprirei un Trony con offerte specialissime: e i quindicimila che accorrono a picchiarsi per prendere un iPhone a prezzo scontato, li chiuderei dentro. E butterei via la chiave.

Se io fossi una persona normale che abita nelle Cinque Terre o in Lunigiana, prima piangerei per tutto quello che è accaduto, per la disperazione di fronte al disastro. Ma poi mi incazzerei con chi non ha impedito lo sfacelo, negli ultimi decenni. E poi con me stesso, che abitando in un paradiso non ho fatto tutto quel che dovevo e potevo per impedire che diventasse un inferno.


Se io fossi il padrone del mondo, farei una legge che impedisce che tra il più ricco ed il più povero di qualsiasi organizzazione produttiva ci sia una differenza di reddito superiore a 50 volte.
Cinquanta volte, in termini di differenza di tenore di vita e di possibilità, è già una cosa assurda, folle.
Eppure, oggi, Marchionne guadagna 435 volte quello che guadagna un suo operaio.
QUATTROCENTOTRENTACINQUE VOLTE.
E nonostante questo rompe il cazzo, "si vergogna di essere italiano".
Ecco, la mia legge non impedirebbe a Marchionne di guadagnare una cifra astronomica e sostanzialmente assurda: alla sola condizione che i suoi operai vengano pagati NOVE VOLTE tanto quello che vengono pagati oggi.
Nessuno si lamenterebbe più, e probabilmente si estinguerebbe anche la FIOM:-) (e ciò renderebbe assai più felici anche gli industriali, no?:-)))

venerdì, ottobre 21, 2011

"E se ci Tiranno che è un destino della terra selezionare i migliori attraverso la guerra..."


Lasciamo perdere i commenti disgustosi ed ipocriti dei leader (e dei lader) occidentali all'assassinio di Gheddafi.
Lasciamo perdere il fatto che "il nemico pubblico numero uno", quello contro cui si sono mossi i più potenti eserciti del mondo, viene incredibilmente catturato e massacrato da un branco di ragazzini urlanti (degli "er pelliccia", nè più nè meno), dalla credibilità militare pari a quella degli asini volanti.
Eserciti e "intelligence" erano al bar?
I soldati dei più tosti eserciti del mondo erano rinchiusi nei bordelli a fumare oppio?
O forse questa fine rapida ed indecente era semplicemente utile, per non ritrovarsi con un prigioniero scomodo che avrebbe potuto domandare pubblicamente al mondo: "ma cazzo, fino a qualche mese fa non eravate tutti amici miei?"


La guerra, questa guerra schifosa come e più delle altre, per la cui partecipazione il nostro paese dovrebbe portare eterna vergogna vista la sua posizione nel Mediterraneo, è evidentemente finita quando si sono firmati i contratti di sfruttamento delle risorse libiche con i nuovi capi, illeggittimi allo stesso modo di Gheddafi perchè  mai eletti da nessuno, perchè giunti al potere con gli stessi metodi del "tiranno" (anzì, assai più vergognosi, visto l'appoggio vistoso e scandaloso e bombarolo di mezzo occidente per un conflitto che - se si fa finta di non vedere che la Libia zampilla gas e petrolio - si potrebbe senza dubbio derubricare a livello tribale).

Tutte le balle raccontate in questo evento (e rilevate in qualche post precedente) forse adesso finiranno.

Ci sono altri fronti da aprire: la nuova arma di distrazione di massa, per rinviare alle calende greche il termine dell'agonia di questo sistema fondalmentalmente marcito, sarà - e sai che fantasia - ...una nuova guerra!
Di certo un cane randagio iraniano sarà andato a depositare escrementi illegalmente oltre il confine, sui terreni di un fedele alleato occidentale...ma se così non sarà, pretesti ne troviamo a mucchi...tanto, come per l'Irak, mica devono essere veri, basta che durino fino alla dichiarazione di guerra.
Dopo, ci pensano retorica e propaganda ad uccidere la ragione ed obnubilare i cervelli.

I "cattivi" non finiscono mai, se servono ad oscurare ed a parare il culo a quelli veri.

mercoledì, ottobre 19, 2011

E meno male che è gente che ha studiato!

L'uomo col maglioncino blu:
Battuta polemica su Confindustria. "Non chiedetemi nemmeno di esprimere un'opinione sulla ex presidente, per quanto riguarda la Fiat, di Confindustria. Elkann ha già dato le dimissioni. La Fiat non c'entra con Confindustria, quindi lasciamola fuori per favore", ha detto Marchionne rispondendo ai giornalisti che chiedevano un commento sulla lettera di Emma Marcegaglia al Corriere della sera.

Dunque, se la Fiat esce da Confindustria, per Marchionne la Marcegaglia diventa "ex presidente di Confindustria": io pensavo restasse quel che era, cioè la Presidente di un'entità di cui non si fa più parte.

Questo vuol dire che se esco dalla CGIL la Camusso diventa "ex segretaria" del sindacato, e se mi dimetto da cittadino italiano Berlusconi diventa "ex Presidente del Consiglio"?

Mio Dio...è proprio vero che certe volte andare a scuola e prendere una laurea non serve a nulla!!!

mercoledì, ottobre 12, 2011

"La storia del PCI è fatta di assassinii..."

Da Il Fatto Quotidiano di oggi:


"Dopo la proposta di cancellazione del 25 aprile, dopo quella di portare i militari a presidiare Bologna per l’anniversario della Strage alla Stazione, dopo la lezione di storia impartita al Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, un “ex comunista” innamorato della Resistenza per motivi di parte, il deputato bolognese del Popolo della libertà Fabio Garagnani lancia la sua prossima idea: una contro mostra in opposizione alla mostra sul Partito comunista italiano allestita in questi giorni a Bologna. Oggi alla presentazione lui non c’era, ma i suoi confermano: l’evento anti Pci è farina del suo sacco.
Di che cosa tratterà l’evento non è ben chiaro. Sabato mattina alle 10, nella centralissima Piazza del Nettuno verranno allestiti alcuni pannelli fotografici che smaschereranno quelle che secondo il vice coordinatore cittadino del Pdl, Galeazzo Bignami, sono state le nefandezze del partito. Un partito, quello fondato da Antonio Gramsci e Amedeo Bordiga 90 anni fa, che secondo Bignami avrebbe sempre negato la stessa idea di patria: “Se si tiene una agiografia del Pci soprattutto nell’ambito delle celebrazioni dell’Unità d’Italia, noi reagiamo, soprattutto perché loro la hanno negata da quando esistono”, ha detto Bignami presentando la contro-mostra.
“La vera storia del Pci – ha spiegato Bignami – è fatta di assassinii, sangue e prelevamenti che avvenivano di notte per tutti i non comunisti. Di una sistematica battaglia alla patria e all’unità nazionale. Ma di queste cose nessuno parla”, ha proseguito il giovane consigliere regionale vicino al ministro della Difesa, Ignazio La Russa."

Incommentabile. Rende evidente il punto (irreversibile) di malvagità, malafede, menzogna, miseria a cui sono giunti costoro.

Da un altro punto di vista, assai più cinico, verrebbe voglia di dargli ragione.

Questa notte stessa.

giovedì, ottobre 06, 2011

Sembrava.

Non avevamo nemmeno sepolto le vittime di Barletta, ragazze madri sotto i quarant'anni che "valevano" 4 euro all'ora, che da Bologna arriva la notizia di una squadra di basket che decide di offrire ad un giocatore americano un compenso compreso tra uno e due milioni di euro per disputare UNA SOLA PARTITA.
Uomini che valgono un milione di euro l'ora, e donne che valgono 4 euro l'ora.
Nello stesso paese, nello stesso momento.
Quella squadra avrà dei dirigenti. Che non si vergognano. E che io mi vergogno di avere come simili nel genere umano.

Ah...è il "mercato", dite?







*

Mah. A vederla così, sembrava merda.

Ciao, Jobs...





Ciao, Steve Jobs.
Non ho mai comprato nessuna delle cose eccitanti e bellissime che producevi tu, ma mi è capitato di usarle, e di goderne.
Non so, forse sei semplicemente riuscito ad incrociare la traiettoria dei nostri bisogni malati.
Ma con i tuoi oggetti si sono prodotti pensieri, musica, grafica: si è potuta manifestare la cultura di questo secolo, per insana che fosse.
Eri un genio moderno.

E tu, Signore: possibile che non ne azzecchi mai, mai una?
Con tutta la scelta che avevi, tra la gentaglia infame che ti ostini a lasciare al mondo, dovevi proprio prendertela con lui?
E sì che bastava chiedere, benedetta creatura...

mercoledì, ottobre 05, 2011

Di qua o di là...

Non faceva senso, ieri, vedere sui siti dei "maggiori quotidiani nazionali" scendere progressivamente verso lo zoccolo della pagina le notizie relative ai 30.000 licenziamenti annunciati tra gli statali greci e alla morte delle operaie sfruttate, a 4 euro l'ora, nel crollo dell'edificio a Barletta?

Questo è il "mercato": in esso, la merce informativa che riguarda i drammi reali  delle persone vale poco. E poi che noia, 'sta crisi: la gente ormai ha bisogno di svagarsi, non può pensare ogni giorno che il giorno dopo potrebbe aver perso tutto quello che ha (o che pensava di avere).

E allora vai, di nuovo, con le merci che rendono di più: le illusioni. Le solite, quelle che sembrano marcite e puzzolenti, ed invece vengono ogni volta rivendute per nuove.

Che ci frega a noi, ad esempio, di UNO SPECIFICO processo per omicidio? In Italia ci sono circa 600 omicidi l'anno .Quanti processi ci siano in corso per questo motivo non lo, le statistiche reperibili sul sito del Ministero della Giustizia non sono capace di interpretarle correttamente: ma se diciamo "alcune centinaia" non dovremmo sbagliare ordine di grandezza.

E allora, perchè dovrebbe interessarcene uno in particolare? Perchè esso in particolare diventa merce vendibile?
Perchè ci sono tutti gli ingredienti necessari a stuzzicare il popolo: la morbosità intrecciata con la bellezza ed la ricchezza (no, non è un processo qualunque, visto il nome ed il cachet degli avvocati coinvolti).

Dunque, 'sta cosa è l'arma di distrazione di massa di questi giorni.

Se non fossimo così futili, e smettessimo di comprare i giornali e leggere i siti che ci vendono merda, forse al centro dell'informazione si metterebbe qualcosa di più serio.
("Siamo così futili che le distrazioni ci possono impedire persino di suicidarci", disse Gaber).

Ad esempio, un paese normale, una comunità, dovrebbe mettere al centro del proprio dibattito una cosa serissima come la famosa lettera della BCE al Governo italiano. Il cui testo è finalmente diventato di dominio pubblico.

Ecco, questa lettera dovrebbe essere pubblicata in prima pagina da tutti i quotidiani e discussa. Discussa non solo sulla stampa, ma nelle strade, dai cittadini, dalle persone, da NOI. Perchè essa costituisce uno spartiacque, un limite, una soglia. Psicologica e politica.
E del superamento di questo limite (o almeno della sua esplicita certificazione) tutti dovremmo almeno essere consapevoli.

Vi spiace se la riproduco qui e poi proviamo a parlarne? Tanto a questi post chilometrici siete abituati...

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,

Mario Draghi, Jean-Claude Trichet


Eccola qui, dunque.
Proviamo a farne una semplicissima analisi semantica, estrapolando i concetti chiave?
"Il Consiglio direttivo (della BCE) ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori."
Questa è la prima frase assertiva della lettera, ed indica la priorità secondo il Consiglio Direttivo della BCE: "ristabilire la fiducia degli investitori".

Certo: è una banca che parla, e la sua priorità può essere comprensibile.
Ma questa banca (anche se europea) parla ad un governo. Ed un governo non deve necessariamente avere le stesse priorità di una banca. E potrebbe anche considerare non accettabile farsele indicare.

A me sembra che la priorità di un governo italiano qualsiasi sia indicata dall'articolo 3 della Costituzione:
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Ogni governo italiano, infatti, esercita temporaneamente la sovranità in nome del popolo secondo quanto dice l'articolo 1 della Costituzione:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Ora, ottenere la "fiducia degli investitori" è solo uno dei mille modi in cui un governo può decidere di esercitare la sovranità in nome del popolo, ma non è NE' IL SOLO NE' IL PRINCIPALE OBIETTIVO della azione di governo, che l'articolo 3 indica invece in modo così netto e assolutamente non travisabile.

Poi, la BCE passa ad elencare alcune misure che ritiene necessarie per raggiungere il SUO obiettivo.

"Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro."

Puro blablabla relativo al mito marcio della crescita, questo animale fantastico, mitologico ed indefinibile, solo su cui può galoppare la felicità dell'essere umano.

Crescere serve a: "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." ?

Se si, diteci come.
Se no, andate affanculo voi e la vostra crescita.

"È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala."

Qui non si tratta di credere a miti marci, invece, ma di totale malafede.
E' necessaria la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
E perchè? Per cosa? Per chi? Come si fa a dire una stronzata del genere senza motivarla, sperando che stia in piedi da sola?

E poi, porca puttana, solo tre mesi fa questo paese ha votato esattamente contro questa asserzione. Milioni di deficienti, che pensano di possedere "la sovranità del paese", secondo la BCE,  non valgono un'unghia incarnita di un suo direttore.

"C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione."

Ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende.

C'è scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana? Nooo?
E allora, please, riandate affanculo un'altra volta.

E se l'accordo del 28 giugno si muove in questa direzione, vada affanculo anche lui.

Ma procediamo.

"Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi."

Accidenti, questo è un passo autenticamente comunista, per una banca!!!
"un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi."

Un cedimento umanitario, si direbbe quasi. Cioè, visto che sono gli investitori gli unici soggetti viventi che stanno a cuore alla BCE, il fatto che ci sia un passaggio che - seppur genericamente - accenna all'importanza che le persone abbiano in qualche modo un posto di lavoro, è importantissimo.

Il governo, infatti, era così sicuro che quelli della BCE si fossero sbagliati o rammolliti, che questa frase ha fatto finta di non averla letta, quando ha confezionato l'articolo 8.

"È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi."


Che minchia vuol dire "se necessario, riducendo gli stipendi"?.
BCE, hai sbagliato casella: fai tre passi indietro, all'articolo 3 della Costituzione: rileggilo bene. E poi rivai affanculo.

"Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011."

Quel che succede sui mercati finanziari è una vostra priorità, non una priorità del governo. Quindi dare ordini ad un governo e ad un parlamento sovrano dovrebbe meritarvi (e non solo da me) l'ennesima mandata dove sapete.

E poi, vabbè, per chiudere un po' di fuffa riscaldata (abolite le provincie, razionalizzate, fate sinergie blablabla).

Ora, alla fine le possibilità sono soltanto due: o la lettera della BCE rende merda la Costituzione, o la Costituzione rende merda la lettera della BCE.

Tertium non datur.

Il governo ha deciso di dare la prima interpretazione, e quindi dovrebbe dimettersi perchè non è più in grado di rispettare il dettato della Costituzione.

Parte dell'opposizione, le associazioni degli imprenditori ed alcune organizzazioni sindacali hanno attaccato il governo perchè "non dà abbastanza ascolto alle indicazioni della BCE": tutti costoro sono contro la Costituzione, e contro di noi.

Marchionne si è schierato su posizioni ancora più oltranziste e neoliberiste: l'unica reazione sensata verso questo signore sarebbe quella di mettere l'IVA al 40% su tutte le vetture FIAT prodotte all'estero o con componenti che arrivano dall'estero oltre una certa soglia.
Ripeto quel che dico da tempo: io non ho personalmente nulla contro Marchionne. Egli fa i suoi interessi, e quelli dei suoi azionisti. Ma poichè essi (gli interessi di costoro) sono divergenti rispetto a quelli del Paese, mi sembra naturale che il Paese possa difendersi e decida di aprire spazi e mercati a chi, in questo Paese, possa portare ricchezza e posti di lavoro. Chi a questo riguardo fa il furbetto, è pregato di accomodarsi là dove dovremmo mandare la BCE.

Insomma, questa lettera della BCE è estremamente utile.
Perchè traccia, come dicevo, una linea netta che divide in due la nostra società: chi, come me, crede che una simile lettera offenda la Costituzione, e debba quindi essere rispedita al mittente con un po' di polverina per grattarsi.
E chi, invece, la vede come nuova Costituzione.

Se da questa parte si schiera tutta la classe dirigente, buona parte dell'opposizione e della parti sociali, significa che la vecchia cara Costituzione è davvero carta straccia, anche da un punto di vista formale.
Ma significa anche che il patto sociale che regge questo Paese è definitivamente pronto a saltare.
Significa che chi non rispetta le regole, godendo del fatto che la maggioranza degli altri sia in qualche modo tenuto od obbligato a farlo, deve aspettarsi che presto la maggior parte delle persone ritengano che le regole non contino più nulla.

Sembra prossimo, dunque, il Far West.
Non è detto che sia un male assoluto: almeno per me, che sono un accanito lettore di Tex, c'è la speranza che qualche volta le pistole, in nome della giustizia, sparino nella direzione giusta.