venerdì, dicembre 21, 2007

Auguri! (ne abbiamo bisogno)...

Si, sarebbe un dovere civile parlarne, dei contenuti della intercettazione telefonica del colloquio tra Berlusconi e Saccà. Leggerne il testo fa capire a quale punto siamo giunti, a che livello sia compiuto il golpe che ha invaso ed intossicato le più potenti forme di comuncazione di massa.
Ascoltare l'audio fa ancora più male.
La naturalezza nell'uso di forme rivoltanti, la normalità di questo colloquio da padrone a servo fanno venire un fortissimo, salutare senso di nausea a chi ancora conserva (e forse non siamo più molti) il senso della cosa pubblica e la capacità di indignarsi.

Il peggio sembra già avvenuto, dunque.
Potrà raffinarsi, però, perchè il popolo è pronto a riportare costoro al potere, al più presto, per riprendere a vivere nel paese dei balocchi e del fattiicazzituoisenzapudore.

Scusate, qual è la strada più breve per la Spagna? Io a vivere qui non ce la faccio davvero più.

Buon Natale a tutti, se potete.

venerdì, dicembre 14, 2007

Telecom e la follia multicanale

Ottenere una nuova linea telefonica, in un comune che non sia una metropoli, è una sorta di esperienza psichedelica.
Scordatevi la pubblicità e le migliaia di offerte che urlano che telefonare è la cosa più semplice del mondo.
Anzitutto, se non siete in una grande città non avete alternative: la linea la dovete chiedere a Telecom.
Ci sono tre modi: andare in un "negozio" in franchising, telefonare al 187 o farlo online attraverso il sito 187.it.
Io che mi sento (scemo!) un utente evoluto, provo l'ultima soluzione.
Vi racconto come sta andando.

Venerdì 7 dicembre.
Dunque, eccoci qua: clicchiamo sul box "attivazione nuova linea telefonica".
Te la propongono in accoppiata con Alice ADSL: mmm, interessante, ma ci sarà nel mio paesello?
Per saperlo, prima vado su "copertura ADSL": e mi chiedono il numero di telefono!
Non ce l'ho ancora, è OVVIO; e allora uso l'elenco abbonati digitando un cognome a caso nel mio comune e provo con quello: nessuna copertura.
Va bene, prendo atto: e provo ad attivare solo la linea standard (96 euri+15 di canone).
Deseleziono le caselline relative ad ogni offerta aggiuntiva, e...clicco sul pulsante "attiva", ma mi dice che posso procedere solo se sono registrato (e dirlo prima, accidenti?)
Vabbè: mi registro, e riparto da capo.
Mi chiedono se prima lì c'era un linea telefonica: sì o no? E io che ne so, non dovreste saperlo voi?
Dico no per sicurezza, inserisco tutto, l'indirizzo del luogo in cui voglio l'attivazione, DUE numeri di telefono (mi date l'appuntamento via mail, lestofanti, a cosa diavolo vi serviranno mai???), i cazzi&mazzi sull'inserimento nell'elenco (che a legger tutto ci van due ore, e uno si stufa quasi subito e autorizza tutto) e arrivato al fondo...sessione scaduta!
Si rifà tutto da capo...ci ho messo un'ora e mezza, alla fine, e sono uno che non si arrende.
Ovviamente, su un canale simile mi aspettavo una interattività che consentisse - che so - di scegliere l'eventuale giorno possibile di appuntamento, invece alla fine è stato più o meno come mandare un form o un fax.
Ma il bello deve ancora venire.

Lunedì 10 dicembre.
Nessuna comunicazione.

Martedì 11 dicembre.
Nessuna comunicazione.

Mercoledì 12 dicembre.
Wow! Alle 15, mentre sono a Milano in trasferta, mi giunge un sms dalla Telecom, che riporto testualmente: "Telecom Italia. Per confermare attivazione linea 011.9xxxxxx colleghi un telefono alla presa e digiti 431333 entro 27/12. In caso di problemi chiami il 187".
Splendido! Prima di fiondarmi a casa, vado a comprare un cordless.
Giungo a casa, sballo il cordless, collego, metto le batterie e provo un paio di volte: non c'è linea.
Provo a cambiare presa: niente.
Niente da fare: devo chiamare il 187. Spiego il tentativo all'addetta del contact center, che controlla e mi fa: "E' giusto, ma può fare quell'operazione solo a partire dal 18/12". Ed io: "e non potevano scriverlo nell'sms?", e lei: "Ha ragione, porti pazienza".
Mi tranquillizzo e mi rassegno. Aspetterò.

Giovedì 13 dicembre.
Arrivo al lavoro, apro la posta e trovo una mail del servizio clienti Telecom con questo testo:
"Gentile Cliente, la ringraziamo per avere scelto il sito www.187.it. Il numero telefonico assegnato è 0119xxxxxx, da considerarsi provvisorio fino ad avvenuta attivazione. La informiamo che le abbiamo prenotato il primo appuntamento disponibile per l'installazione dell'impianto per il giorno 04/1/2007 dalle ore 10:00 alle ore 11:00. Nel caso desideri abbinare alla linea anche l'ADSL le chiediamo gentilmente di consultare il ns. sito www.alice.it.
Cordiali Saluti Telecom Italia Servizio Clienti 187.it".
Allibisco: non solo la mail è completamente dissonante sia rispetto all'sms che a quello che mi ha detto il 187, ma mi pigliano pure per il culo proponendo il servizio ADSL su un numero (me l'avete dato voi, dio bonino, almeno controllate prima!) su cui non c'è copertura.
Decido di dare maggior fiducia al canale umano: non farò nulla fino al 18/12, poi proverò ad attivare la linea come dice l'sms.
Ma non basta! Alle 17 squilla il cellulare e parte un messaggio registrato che dice (vado a memoria) le stesse cose dell'sms del giorno prima, aggiungendo però che - dopo aver digitato il numero 431333, una voce registrata mi avrebbe chiesto di digitare sia il nuovo numero della linea che il mio numero di cellulare (puro delirio!!!). Nessun accenno, stavolta, a date (iniziali o finali) in cui eseguire tale operazione: il che lascia supporre che lo possa fare subito.
Torno a casa, ricollego tutto: riprovo, e (ci credereste?) la linea...non c'è.
Chiudo tutto, reimballo, apro la porta-finestra, vado sul terrazzino e puntando verso un punto imprecisato urlo: "Telecom, ma vedi un po' d'anna' affan...!"

Riepilogo.
Il canale on line di Telecom ha la stessa usabilità di un fax compilato a mano: poi, però, ho ricevuto 4 risposte diverse da 4 canali diversi (sms, operatore di contact center, mail, messaggio registrato).
Le linea ad oggi non è attiva, non capisco cosa diavolo devo fare, non voglio telefonare al 187 perchè sennò mi incazzo con un innocente, e poi si tratterebbe del QUINTO contatto per lo stesso motivo senza capirci - alla fine - una benemerita mazza.

Complimenti davvero!

venerdì, dicembre 07, 2007

La Cina è (purtroppo) vicina

Quel che è accaduto ieri nello stabilimento siderurgico torinese della Thyssen (un gravissimo incidente che ha provocato due morti e sei feriti gravissimi) è un dramma annunciato: uno stabilimento in chiusura per scelta della (ricchissima) multinazionale, in cui si lavorava su turni raddoppiati ed in condizioni di assoluta precarietà.
La faccia più bieca del capitalismo, quella che di solito si mostra nei paesi in via di sviluppo, ora è osservabile anche qui da noi, da tempo, in quelli che sono settori marginali o residuali (con questo stabilimento morirà anche la tradizione siderurgica torinese).

Un pensiero alle famiglie degli operai, ammazzati e rovinati da un meccanismo infame e inaccettabile.

Quando "piccolo è marcio"

Sono sempre stato, in ambito sociale, un convinto assertore del concetto che "piccolo è bello".
Nel senso che ho sempre creduto che, nelle piccole comunità, le relazioni umane potessero essere migliori e più feconde di quelle che si creano in situazioni di massa.
Ho sempre pensato che, se uno guarda negli occhi il suo prossimo e ne condivide lo spazio fisico, tende a comprenderlo meglio, a sentirlo più simile, a far cadere le distanze, ad avvicinarsi di più a lui anche con il cuore.
Beh, ogni tanto accadono cose che mi smentiscono clamorosamente.

Nella mia zona, esistono due settimanali locali molto letti. Tendono spesso a vellicare le istanze peggiori del pubblico "popolare" a cui si rivolgono, ma stavolta hanno varcato davvero il segno.

Accade che, più o meno un anno fa, una ragazza maggiorenne decide, una sera, di far l'amore con tre ragazzi, tutti giocatori di una squadra di calcio locale.
E questo è un fatto privato, su cui non è assolutamente necessario avere opinioni (vi sconvolge l'amore di gruppo? pazienza, problemi vostri:l'importante è che non siate obbligati a farlo, ma non dovete giudicare chi lo fa da adulto consenziente).
La complicazione (e la notizia, e questo post) nascono dal fatto che, durante il convegno amoroso, uno dei ragazzi partecipanti sfodera un telefonino e filma tutto.
La ragazza, ingenuamente, non si preoccupa: ed invece è sempre importante preoccuparsi, quando fai entrare nella tua sfera intima uno che non conosci bene e di cui non puoi prevedere i comportamenti.

Il ragazzo, infatti, che è un tipico maschio italiano, dopo un po' inizia a far girare il video, probabilmente per vantarsi con gli amici delle sue prodezze amatorie. Come accade di questi tempi, un anno dopo il video finisce su YouTube, e prontamente i due giornali locali sparano la questione in prima pagina.
Se la notizia fosse stata corretta, avrebbe dovuto essere: "Una carogna tradisce la fiducia della persona con cui ha fatto l'amore", e avrebbe dovuto essere seguita dall'additare al pubblico ludibrio il farabutto possessore del telefonino.
Immaginate benissimo che non è andata così, ed in prima pagina la notizia è "il video hard scuote il mondo del calcio locale": e vai con le considerazioni morbose, e vai con l'esposizione alla gogna pubblica di un fatto privato.
Gli articoli continuano per settimane, e sono ammiccanti, danno di gomito, fanno l'occhiolino: in una parola non dicono quel che dovrebbero se proprio si dovesse parlare del fatto, cioè che lui è un bastardo, un farabutto, uno che andrebbe cacciato dalla comunità per tradimento, ma sottintendono - neppure velatamente - che la notizia è... LEI. I suoi comportamenti, le sue libere scelte, la sua libertà di fare sesso come e con chi gli pare.
A casa mia questo si chiama STUPRO, anche se mediatico, e la violenza esercitata dai giornalisti su questa ragazza andrebbe punita come se la violenza fosse stata fisica e di gruppo.
Non so chi sia, questa ragazza, ma vorrei portarle tutta la mia solidarietà, come vorrei fare con tutte le donne che subiscono violenza: e portare davanti ad un giudice severo e spietato questo piccolo mondo, per una volta non bello ma marcio, con i suoi sorrisini, i suoi sarcasmi, la sua sciagurata ipocrisia.

mercoledì, dicembre 05, 2007

Screening

Un approfondito screening medico rivela che, pur sentendomi bene, sono in realtà un ricettacolo di problemi.
Nulla di grave ed irreversibile, ma le solite cose che affliggono i maschi 40-50enni bianchi occidentali e sedentari, che in più non sanno rinunciare ai piaceri della tavola: ipertensione, colesterolo, pizzichi di glicemia, briciole di iperbilirubinemia...

Insomma, tocca intervenire anche su questa parte della vita (ci mancherebbe altro: si butta tutto per aria e poi si lascia senza manutenzione il veicolo con cui giungere alla nuova vita!), semplicemente adottando lo stesso criterio di rigore che dovrebbe permeare il resto dei miei comportamenti: semplicità, abbandono delle cose inutili, e far fare al corpo le stesse cose che si fan fare alla mente (andare a zonzo, faticare, distillare le risorse, espellere le tossine).

Ce la farò: ci rileggiamo in un post con lo stesso titolo tra sei mesi, e vediamo se avrò mantenuto la promessa:-)

lunedì, dicembre 03, 2007

Datemi del lei e statemi distanti

Esisteva un tempo, nel linguaggio, un modo per segnare la distanza dagli eventi e dalle persone.
Oggi leggo i quotidiani e mi accorgo che - per quanto riguarda la cronaca nera, cioè il lato più morboso e malato della comunicazione di massa - tale distanza è azzerata.
I protagonisti dei fatti di cronaca su cui vorremmo fossero attive solo le indagini, e non i riflettori della stampa e i denti degli sciacalli, ci vengono proposti come vecchi amici, e chiamati amichevolmente per nome.
"Arrestato Azuz", "Rudy sarà estradato", e poi un fiorire di Meredith, Amanda, Raffaele, ...

Quel che un tempo si dava con parsimonia alle persone, dopo una lunga fase di avvicinamento - il diritto alla vicinanza segnato dal passaggio al "tu" - è oggi scontato, implicito.
Basta esser famosi - in qualsiasi modo, si badi bene, anche nel peggiore - per aver diritto ad entrare nella cerchia degli "intimi della massa" a cui ci si rivolge.
La pessima abitudine dilaga un po' ovunque, anche nei posti di lavoro dove anche il megadirettore generale annulla la demenzialità gerarchica scrivendo mail dove dice "datemi del tu (tanto guadagno dieci volte voi e me la rido di questa concessione populista)"...

Eh no, cavolo. No. Io non sono amico che dei miei amici. Statemi distanti, voi che non siete autorizzati ad entrare nella mia intimità, ad avvicinarvi a me. Datemi del "lei", voi che non siete interessati a me come persona. Allontanatevi, ritornate ad una giusta distanza.

Questa finta familiarità non è onesta, non è sincera, è fatta solo per fregare il prossimo.
Preferisco il caro, vecchio, sano rispetto segnato dal "lei" che questo gran casino di sorrisi, di mani untuose, di vicinanze pericolose, di "ehi amico!" che rende tutto terribilmente uguale.
E tutto, ahimè, senza valore - rispetto ed amicizia in primo luogo.