
Credo sia perchè gronda amore, letteralmente, da ogni pagina.
E mentre scorri avidamente le pagine, e assapori con gusto quella scrittura così vicina a te, così spontanea e che rifiuta di prendere le distanze da quel che racconta, ti chiedi quale sarà il prossimo guaio, ma soprattutto quale sarà l'atto d'amore con cui lo si affronterà.
Gary scrive di un mondo che farebbe inorridire qualsiasi bravo borghese per la sua irregolarità e la sua distanza da qualsiasi modello di vita moralmente accettabile,: ma in questo mondo l'amore permea ogni angolo, lo illumina, e ce lo rende paradossalmente invitante, caldo, accogliente, vitale.
Oh, intendiamoci.
Qui l'amore non ha nulla a che vedere con quel che intende un certo nostro satrapo buffone, o quel che si intende nel mondo di plastica che cercano di spacciarci per autentico. Qui si parla di amore vero, che sa di fatica, di cacca e di piscio. Di fisicità, di attenzione vera. Di disgusto e di rabbia verso le "leggi naturali". Qui si racconta come ci si prende davvero cura di coloro che si amano. Anche se stanno andando in sfacelo, se sono brutti e ripugnanti. Perchè l'amore vero non è attrazione verso modelli seducenti e scintillanti, l'amore non è uno spot.
L'amore è non mollare chi si sta perdendo, l'amore è cura di chi ha raggiunto il suo momento di avere, l'amore è gratitudine, attenzione, pazienza, tempo.
L'amore raccontato qui devasta e fa a brandelli ogni idea di maternità e paternità "normali", di famiglia: il libro andrebbe fatto leggere a forza a chiunque si ostini a molestarci con stupidaggini dementi sul legame tra la famiglia tradizionale e l'amore.
L'amore raccontato qui ti porta a piangere senza vergogna.
C'è qualcosa, in questa Belleville multietnica degli anno sessanta (a cui Pennac è evidentemente debitore), che ci fa ardentemente desiderare di andarci a vivere, e fare di corsa quei sei piani senza ascensore per afffiancare l'amore che vi arranca con tenacia, fregandosene di avere il fiatone.
Questa mescolanza di ebrei, musulmani e francesi, bianchi e neri, che semplicemente vivono insieme, punto e basta, ed usano, sì, un certo razzismo di maniera per semplificare la comprensione del mondo, ma non per giudicare chi hanno intorno: per quello usano il loro cuore, e giudicano sempre quel che si fa, non quel che si appare.
Questi vecchietti adorabili che lottano contro la perdita di sè, ma che son sicuri di avere sempre qualcuno che dà loro una mano. E dispensano vita, saggezza, innocenza.
Questi personaggi che tracciano semplici ed immensi gesti d'amore, senza nessun bisogno di condirli con dichiarazioni altisonanti: la grande Madame Lola, il dottor Katz, il signor Waloumba ed i suoi tribuni, e poi i vicini, i negozianti, le puttane...
Questo meraviglioso gesto di Momò, che per più volte nel libro getta via soldi e merci, perchè semplicemente non contano un fico secco se hai qualcuno da amare.
Questa straordinaria Madame Rosa: un personaggio che ti vien voglia di abbracciare per perderti nella sua immensità corporea e affettiva, ed alla fine vorresti esser lì insieme a Momò a combattere con profumi e trucchi contro le schifose leggi di natura, o attivare tu stesso la macchina magica che fa andare il tempo al contrario.
Ecco: di tutto questo amore tra le persone - pulito e disinteressato- abbiamo bisogno, di tutta questa umanità - solare e semplice - abbiamo bisogno, e questo libro ci regala la speranza che esistano davvero. Non l'amore tra due soli esseri, badate bene, ma l'amore tra le persone.
Le più diverse, improbabili, "impresentabili": ma amabili semplicemente perchè vive, vere, presenti.
E in virtù di questa speranza, questo libro si fa amare anch'esso, e non vorresti lasciarlo più: e non ci si può far nulla.
Un ulteriore appunto lo merita la scrittura: la senti amica, popolare, vicina.
Sa di buono, di luoghi amici e odori conosciuti.
Ed ogni tanto, lungo la strada che porta all'epilogo, Gary semina - come se nulla fosse, come un dono lasciato lì per caso - alcune frasi che sono autentici gioielli: e quando ne scopri una, è un piacere fermarsi e starsene lì ad ammirarla, a farsela risuonare un po' nella mente ripetendola piano, a godersela.
(No, non vi faccio alcun esempio: così come la bellezza di un fiore ha senso solo nel prato in cui è cresciuto, e perde vita e senso se lo strappo e me le porto a casa, così le frasi-gioiello di Gary devono apparirvi lungo il sentiero della lettura mentre siete guidati dalle altre sue parole: riportarle qui sarebbe una mancanza di rispetto all'opera).