giovedì, aprile 03, 2008

Un amore/3

Farsi passare la sbronza. Quando si attenuerà il mal di testa e non avrò più questa bocca impastata, quando la smetterò di rileggere miliardi di parole senza capire, quando finalmente capirò che la realtà è l'unica cosa che conta...
...pian piano tornerò a vederla, la realtà.

Smetterò di torturarmi con domande stupide e senza senso, smetterò di elemosinare pallidi riflessi di quella luce che prima avevo tutta intera, smetterò di credere ad una mia splendida allucinazione che - adesso - può solo farmi male. Smetterò di inseguire parole che mi fanno solo soffrire.

Abbandonerò il mito e tornerò alle cose, alle persone che posso toccare e guardare negli occhi, accetterò il fatto che si può vivere benissimo anche senza coraggio, anche senza scelte estreme.

Mi rassegnerò all'idea che le persone sono così complesse che non bisogna mai credere ciecamente a quello in cui dicono di credere: spesso hanno semplicemente bisogno di illudersi per evadere da una vita che non le soddisfa pienamente, e lo fanno così bene da illudere anche chi, in quel momento della propria vita, è ben disposto a seguire un sogno.

Non rinnego nulla, non rimpiango nulla.
Ho fatto, detto, promesso esattamente quello in cui credevo.

Inseguendo un sogno, sono cresciuto, mi sono misurato con me stesso, ho conosciuto la dimensione delle mie forze, ho compiuto un percorso che dovevo fare. Ho imparato che posso sacrificare me stesso per un'altra persona.
Ho imparato che sono capace di amare perdutamente, senza condizioni: di amare una persona, non la semplice idea dell'amore.
Sono andato avanti: ero convinto di non essere solo, ma non importa, forse senza questa sensazione non ce l'avrei mai fatta, a cambiare davvero.

Mi disturba solo il fatto che, non essendo più bambini ma adulti ormai stagionati, alla fine avrei preferito sapere la verità senza essere umiliato, senza subire roboanti retoriche sul sacrificio necessario (a cui mi sono allineato anch'io, ad onore del vero) , senza una infantile fuga nel "non ti parlo più"...
La realtà è sempre molto più semplice e banale delle proprie allucinazioni.
Avrei dunque preferito un finale allegro, semplice, limpido, in linea con tutto il resto della storia...un finale che trasformasse un grande amore ALMENO in una splendida amicizia, che permettesse di continuare a riconoscersi, ad apprezzarsi, di non buttar via tutto quello che è stato costruito con impegno, con fatica.

Ma non importa. Fuori c'è il sole, e l'aria limpida. Sorrido. Sono più grande.
Sono solo, ma fiero di me stesso. Orgoglioso di quello che sono.
Sono cresciuto, ho scelto, ho sbagliato, sono cambiato.
Per farlo, avevo bisogno di un sogno immenso e bellissimo.

Con umiltà, ora, ritorno alla realtà. E vado avanti.

3 commenti:

Carla ha detto...

E' duro lo scontro tra i nostri pensieri e progetti con la realtà, non sempre coincidono e quando ce ne accorgiamo si sta male, ti capisco, non credere di essere il solo ad aver sbagliato.
L'unica cosa che per il momento ti posso dire è riorganizzati a partire dalle piccole cose, il tempo poi farà la sua parte.In bocca al Lupo!!

luposelvatico ha detto...

Grazie! E' proprio quel che devo fare, se voglio salvarmi...

Anonimo ha detto...

Argomento troppo delicato...
soprattutto quando ancora le ferite sono aperte.
...ma purtroppo non esiste una ricetta universale. Ognuno la stessa malattia la vive e la supera con modalità, cure e tempi diversi. Poi c'è anche chi ha la tendenza a cronicizzarla.

Purtroppo non ho nè consigli né ricette da suggerirti se non esprimerti solidarietà per questo momento.

Ieri sera un'amica mi diceva che la paura è un sentimento mentre il coraggio è l'azione.
Io ho completato, a modo mio, il suo pensiero affermando che il coraggio è l'azione attraverso cui si supera la paralisi che ti induce la paura. Tutto sta a non farsi paralizzare...

Stefi