domenica, settembre 27, 2009

Dichiarazioni


Dichiarazione del Ministro Scajola:

“E’ ora di finirla, è una campagna basata sui pruriti, sulla spazzatura, sulla vergogna, sull’infamia, sulla porcherie”.

Accidenti, siamo pienamente d’accordo. Ma il Ministro Scajola, come fa lo stupido del proverbio, se vede un dito che indica la luna si incazza col dito, e chiede di amputarlo.

Se osservasse un virus al microscopio, di certo il buon Ministro direbbe “miiii che schifo, qua è pieno di disgustosi vermetti!!!...”.. e subito chiederebbe al Ministero della Scienza Umiliata e della Ricerca Oppressa di proibire, su tutto il territorio dell’impero, l’uso dei microscopi.

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Dichiarazione del Presidente del Senato Schifani:

“E’ ora di smetterla con il gossip ed il cattivo gusto in televisione!”

Wow! Grande, Presidente! Dunque Lei si sta impegnando a fare in modo che a noi telespettatori sia finalmente negata la vergogna e l’imbarazzo di vedere un premier che fa le corna, che fa cucù, che chiede di palpeggiare, che si fa i cavoli suoi al cellulare durante i summit internazionali, che incontrando la first lady d’America le guarda prima le tette e poi le gambe e poi fa la faccia da maiale?

Davvero Lei ci salverà da questo, come dai corpi femminili usati come copertine, dai modelli di donna-zoccola e di uomo-ruffiano che ci propina la tv a tutte le ore?

Grazie, Presidente, grazie davvero!

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In una intervista a Repubblica di domenica 27 settembre, il premio Nobel tedesco per la letteratura Gunther Grass fa una cosa che per noi italiani è ormai strabiliante ed impensabile: dichiara il suo sostegno alla SPD e, contemporaneamente, la sua stima per la Cancelliera Angela Merkel:

"Angela Merkel ha successo perché fa in sostanza una politica socialdemocratica, meno socialdemocratica di quanto noi vorremmo ma la direzione è quella. In certe scelte, sociali o di politica estera come lo stupendo discorso ai polacchi a Danzica, con l’omaggio ai Resistenti antinazisti di tutta Europa, ha quasi parlato come avremmo potuto parlare noi di sinistra, e così non si è fatta solo amici nel suo partito.Ha doti e talenti politici da apprezzare, innegabili”.

Su questo blog, in occasione di elezioni passate, pubblicammo per ben due volte le parole di apprezzamento e stima rivolte da Angela Merkel ai suoi avversari politici di allora (che la hanno poi lealmente affiancata nella Grosse Koalition in questi anni.).

Ecco, all’imbarazzo ed alla vergogna che proviamo ogni giorno di più, ci tocca aggiungere una invidia incolmabile per gli statunitensi e i tedeschi: perché ci dimostrano che è possibile avere un leader che parla al paese, non solo alle viscere dei suoi tifosi; ed opera per il bene comune, non solo per gli interessi privati suoi e della sua corte.

venerdì, settembre 18, 2009

Non ci riesco.

Il disagio è fortissimo, ma non ci riesco: non ci riesco proprio.
Non riesco ad associarmi a questa enorme e collettiva onda emotiva che attraversa il paese dopo l'attentato di Kabul.
Non riesco a distinguere questo fatto dalle catastrofi che affliggono quotidianamente l'esistenza degli uomini, e soprattutto degli innocenti, e che passano inosservate, nell'indifferenza delle nostre vite così piene di incombenze.
Non riesco a commuovermi a comando.
Ma soprattutto non riesco a commuovermi INSIEME a chi passa da un giorno all'altro, ruotando semplicemente un interruttore, da aguzzino ad essere umano con il cuore tenero, per ritornare a odiare il prossimo appena passata l'onda; non riesco a commuovermi insieme a chi odia, ventiquattrore su ventiquattro e sette giorni su sette, chiunque minacci la propria tranquillità, e poi assuma un'espressione triste solo per quel che accade ad una porzione ristretta e qualificata dei propri simili.
Non riesco a commuovermi insieme a chi SELEZIONA il proprio dolore: e lo riscopre solo per "i nostri" ragazzi, per "i nostri" morti, non ritenendo degno usarlo per tutti coloro che soffrono e muoiono per colpa di altri uomini, ogni maledetto giorno.
Non riesco ad accettare la considerazione "di fronte alla morte ogni altra cosa passa in secondo piano", se questa considerazione non si applica a tutti.
Non riesco a tollerare che ci dicano per chi e per cosa commuoverci.
Non riesco a condividere questo, e tantomeno con "il paese" che se ne strafotte, abitualmente, di tutto e di tutti.

Mi è chiaro il dolore delle famiglie, che rispetto profondamente.
Mi è chiaro - mi è sempre stato chiaro - quanto sia assurdo e doloroso che una vita - qualsiasi vita - sia stroncata da un atto violento di un altro essere umano.

Ma basta. Non è il caso di star qui a ricordare le vittime quotidiane, innocenti, prive del diritto di scelta, provocate dal nostro modo di vivere. Che include molte guerre non apertamente dichiarate, fatte con le armi o con leggi "cattive", ma dannatamente efficaci per propagare il dolore, la sofferenza, la morte, l'esclusione dell'altro.

Sono così tante, le vittime, e così tante volte ne abbiamo parlato, che ripetersi non serve a nulla (non è che sia di "cattivo gusto": proprio non serve. Il popolo è sordo, distratto, sbuffante, superficiale. Non ama soffrire indiscriminatamente, per "il primo che passa per strada").

Il dolore più forte, quello che il paese davvero dovrebbe imparare a provare e condividere, dovrebbe nascere da questa spaventosa ipocrisia, finalmente riconosciuta, finalmente affrontata.

mercoledì, settembre 09, 2009

C'è chi lascia e c'è chi stroppia

"Ciao Mike, apri una tv, laddove stai ora.
Se per farlo hai bisogno del tuo ex principale, non farti scrupoli a chiamarlo. E in fretta."

(da uno splendido commento all'editoriale odierno di Concita De Gregorio su l'Unità...)