venerdì, gennaio 13, 2012

Pensando ad Angela...

Sono due anni, ormai, che siamo senza Angela.
Senza la sua intelligenza, i suoi pensieri, le sue parole, il suo coraggio, il suo sorriso, la sua forza.
Avrei un fortissimo bisogno di sapere come la sua sensilità interpreta questi tempi strani, bislacchi e preoccupanti.
Avrei voglia di leggere ancora i suoi post per trovare, dentro questo buio, la luce di una speranza nuova - o anche antica come l'uomo.
Ma poichè l'irrimediabile che è spesso contenuto nella vita si è compiuto, e non vi è rimedio, dobbiamo continuare - noi amici - a far buon uso dell'inestimabile tesoro che Angela ci ha lasciato in eredità, senza consumarlo ma  badando a conservarne e diffonderne il valore.

*

In qualità di cittadino del mondo, lo ammetto, mi considero esausto.
Dopo anni di indignazione sacrosanta contro l'orrore berlusconiano, la sua fine improvvisa ci ha lasciati nudi, svuotati, privi di forze.
Abbiamo impiegato così tante energie a difenderci dagli Unni che non ce ne sono rimaste quasi più per costruire il mondo che sentivamo nei nostri cuori.

Ora abbiamo un bisogno disperato di quiete, di silenzio, come armate sconfitte che tornano a casa, a cercare tra le macerie qualcosa che consoli.
Abbastanza presto, spero, nascerà di nuovo il bisogno di riflessione, di ascolto reciproco.
Quel che accade e continua ad accadere nei palazzi del potere continuerà a farci del male, ma è inutile interessarsene se non siamo capaci di immaginare il mondo nuovo. Quel mondo ci contamina e ci avvelena, e ci impedisce, distraendoci con quantità industriali di sciocchezze, di immaginare la sua fine.

Quel che è rimasto dell'oggi è qualcosa che non ci appartiene, a cui siamo incatenati, ma in cui non contiamo nulla.
Metteranno le toppe al sistema, lo rivergineranno con modi educati e sobri, copriranno il peggio con qualcosa che ci farà illudere che il mondo sarà meno ingiusto. Tireremo, novelli Tramaglini, un sospiro di sollievo, per poi accorgerci che quel che ci aspetta è semplicemente la prossima "crisi da pagare".

"There is no alternative": fino a quando questa frase mi/ci farà incazzare nel profondo dell'anima, la speranza non sarà ancora morta.
Perchè non posso davvero pensare che il mondo attuale, con la sua complessità ed i suoi equilibri, sia il punto più alto possibile raggiunto dall'umanità e dalla sua capacità di elaborazione del pensiero.
Che non ci sia alternativa alla polarizzazione tra ricchezze immense e assenza di dignità dell'esistenza. Che la sola solidarietà debba supplire sempre e ampiamente alla assenza di giustizia sociale.

Ripartiamo, dunque, da noi. Da coloro che amiamo, da coloro a cui siamo legati da vincoli di affetto e di amicizia. E immaginiamo una definizione nuova della felicità, o - almeno - della dignità dell'esistenza, dei suoi diritti minimi e validi per tutti.Una definizione in cui credere, in cui sperare, per cui lottare.

Facciamo lo sforzo necessario, ripartiamo.
Usciamo dall'annichilimento e dal silenzio: il tesoro che Angela ci ha lasciato è ancora integro.




Quel che gli ci vorrebbe dopo il salvataggio di Cosentino...

Un patetico fascista in divisa che dà il via ad un golpe da operetta sarà poi davvero peggio di quel che abbiamo adesso?

lunedì, gennaio 09, 2012

Uomini e lupi...

Qui si racconta di una visita, in un giorno di inverno, di un sito particolare, che è piaciuto moltissimo e che si consiglia caldamente di raggiungere, per quanto non risulti comodo da nessuna delle grandi città del nord Italia...
Il consiglio è rivolto agli umani, ma anche ai lupi, e soprattutto a coloro che si collocano a metà (o a tre quarti, indipendendentemente dalla posizione di partenza) tra le due razze selvatiche:-).
Sto parlando del centro faunistico "Uomini e Lupi", appunto, che si trova ad Entracque, in Val Gesso (provincia di Cuneo), nei confini del Parco Naturale delle Alpi Marittime.
In realtà i centri visita sono due: il primo nel centro storico del paese, in un vecchio edificio mirabilmente ristrutturato (ed in una bella piazza che si chiama molto partigianamente "Giustizia e Libertà", il che ci consente di rivolgere un rapido pensiero a Giorgio Bocca, che in queste valli combattè appunto sotto le bandiere di GL); il secondo in una frazione del paese, circa due chilometri e mezzo dal centro, in una struttura costruita appositamente al centro di una area faunistica.
Il percorso nell'edificio di Entracque è chiaramente costruito per un pubblico di bambini e ragazzi, ma non mi vergogno affatto a dire che l'ho apprezzato e mi sono divertito anch'io:-)
Nelle stanze dell'edificio sono ricostruiti quattro ambienti: una tenda nel bosco, una officina da ciclista di un personaggio di cui diremo, un salotto borghese del XIX secolo ed una grotta.
Ogni ambiente colpisce per la cura con cui è stato realizzato, per la perfetta complessità tecnologica (luci,  video, tempi e meccanismi interagiscono in modo impeccabile) e per la ricchezza di stimoli sensoriali e visivi: è una proiezione a dare il tempo di permanenza in ogni sala, circa 15 minuti, ma verrebbe voglia poi di fermarsi lì a pacioccare e toccare tutto...cosa assolutamente da evitarsi, per conservare il buon funzionamento di tutto lo splendido ambaradan per i futuri visitatori!:-))
Il protagonista delle prime due proiezioni è Prezzemolo, un personaggio caratteristico di queste valli occitane che - lasciato il lavoro "borghese" e permesso ad una lunga e splendida barbona bianca di adornargli il mento - si occupa ora di girare il mondo in bicicletta per raccogliere storie e deliziare i bambini con il fascino dei giochi poveri del secolo scorso.
In qualità di nonno e di ciclista, nei primi due ambienti il Nostro ci delizierà con leggende e storie su come l'uomo abbia considerato il lupo nei secoli e nelle diverse parti del mondo: non dirò di più, per non togliere il piacere di scoprire come.
Sulla terza sala, però, non riesco a mantenere il riserbo...

Seduti su vecchi divani consumati dal tempo, ci troviamo in un salotto borghese del secolo scorso, arredato con quadri e ritratti che rappresentano personaggi tipici dell'epoca: una famigliola borghese, due contrabbandieri, una vecchia contadina, un cacciatore, un guardiacaccia con la moglie...
Non vi stupirà sapere che i quadri di dimensione maggiore sono schermi ad altissima definizione, e che appena ci si è accomodati i personaggi degli stessi si animano, interagiscono e si spostano da una cornice all'altra, raccontando la vita ed i mestieri di quelle valli e di quell'epoca; e la narrazione è ironica e completa, affascinante, densa di aneddoti (e anche di irriverenza affettuosa nei confronti del Re Cacciatore...non solo di lupi e selvaggina, come storicamente noto:-))...
Nell'ultimo locale, dall'interno di un grotta, assistiamo all'avvicendarsi, nell'ambiente innevato esterno, di personaggi della valle (una famiglia, due pastori, un cacciatore ed un guardiaparco) che si scambiano i relativi punti di vista (inclusi tutti i possibili luoghi comuni:-)) sulla convivenza tra uomini e lupi.
Completano il percorso una mediateca dedicata al Lupo e alcuni spazi ad uso didattico.
Non meno affascinante, anche se rivolto ad un target esplicitamente più adulto, è il percorso che si segue nel sito di Casermette (anch'esso della durata di circa un'ora). Qui è una fotografa naturalista a raccontare la vera storia di Ligabue, un giovane esemplare di lupo che - dotato di radiocollare - fu seguito nelle sue peregrinazioni da un parco dell'appennino emiliano alla Valle Gesso, nell'inverno 2004/2005.
La fotografa, mentre racconta in video la sua storia, ci guida attraverso ambienti domestici (il laboratorio, la cucina, il salotto della sua casa) ed esterni (un bosco, un rifugio di montagna, una grotta in cui troveremo una curiosa sorpresa) sempre ricostruiti alla perfezione e dotati di oggetti e meccanismi che suscitano gioioso e infantile stupore (ogni tanto è bello riprovarlo, no?:-))...
Al termine del percorso, si giunge ad una torre di osservazione dell'area faunistica sottostante: se si ha tempo, pazienza e fortuna (a noi, alla fine della visita, mancavano quasi tutti gli elementi necessari...) è possibile avvistare i due esemplari di lupi italiani che vivono in cattività nell'area recintata (se nel prosieguo di questo caldo inverno nevicherà, cosa che per ora è avvenuta qui con estrema parsimonia, l'avvistamento sarà di certo facilitato...).

Un luogo da visitare, dunque...dove il rapporto tra uomini e lupi è sviscerato in ogni suo aspetto storico e culturale, in modo equilibrato, senza pregiudizi e senza dare prevalenza ad un particolare punto di vista.

Qui e qui tutte le informazioni necessarie per arrivare ai due siti e per sapere quando trovarli aperti...(se avete la tessera Abbonamento Musei di Torino, la visita è completamente aggratis!)

Vale la pena, ve lo assicuro...e se ve lo dice un lupo, potete fidarvi!:-)...