giovedì, dicembre 20, 2012

'ntu culo alla speranza!

La scorsa notte, quando sono uscito con i miei pargoli dalla visione dell'ultimo film di Antonio Albanese, "Tutto tutto niente niente", eravamo tutti e tre un po' perplessi.
Si, certo, le battute e le gag erano divertenti, però... c'era qualcosa che non quadrava.

Poi, ragionandoci su, ci sono (ci siamo) arrivati.

Cavolo: è un film in cui mancano i buoni!!
Nel senso che tutti i personaggi sono carogne o imbecilli, sono tutti pervasi dal male e/o dalla stupidità, ma non c'è un solo personaggio che abbia un valore apprezzabile, che faccia un'azione che sia disinteressata o mossa da un ideale, che permetta una almeno parziale identificazione...

Ci sono questi tre pezzi da galera (che Albanese caratterizza benissimo) che vengono candidati al Parlamento, restano esclusi ma poi vengono ripescati (e tirati fuori dalle galere) al solo fine di tener su un governo fatto da vecchie carogne metallizzate (una chicca il piccolo cameo di Paolo Villaggio, un Presidente del Consiglio/Caligola rincoglionito e silente).
I palazzi del potere sono immensi, imperiali, e popolati da gente vestita come Cristiano Malgioglio, intenta a cazzeggiare perpetuamente, mentre l'aula del parlamento sembra uno stadio popolato da ultras (incluse le pubblicità scorrevoli del prossimo condono). 
Le donne sono solo prostitute, minus habens o iene in carriera.
I tre, ovviamente, risultano quasi meno peggio di chi li ha chiamati a Roma.

Tutta l'atmosfera è decadente, corrotta, volgare, insulsa, vuota.

Nel film precedente, quello su Cetto Laqualunque,  c'era almeno il poliziotto che chiedeva la ricevuta fiscale o cercava di arrestarlo: certo, era solo, ma C'ERA.
Qui, nulla si oppone al disastro. I tre ovviamente alla fine saranno talmente incapaci e maldestri da schifare pure il potere, ma sfuggiranno a qualsiasi punizione e continueranno beatamente ad essere se stessi.

Non c'è alcun gesto catartico, nessun atto di redenzione, di speranza, di promessa (chessò, il palazzo del potere che esplode per un attentato, o una eruzione vulcanica che seppellisca i tre: che una forza qualsiasi, anonima o naturale, dia un segno di reazione), e quindi si esce con le risate che si spengono in gola ed un senso di profondo malessere...

Albanese, tu sei un grande e sei simpatico, però ricordati...
Almeno al cinema, almeno nelle storie... abbiamo sempre bisogno, dei buoni!:-)

venerdì, dicembre 14, 2012

Fatica inutile

Tiziano: La punizione di Sisifo
Perchè dovremmo andare a votare, tra una sessantina di giorni?

C'è, in questo paese a sovranità mutilata, un candidato unto e benedetto dalle banche, dalla finanza, dal PPE, dall'Europa, dalla BCE, dalla Chiesa Cattolica, dalla vecchia piccola borghesia ("Com'è educato, com'è signorile...e poi, quei loden...")...

Perchè perder tempo con la "democrazia come paravento"?

Una bella letterina della BCE, e via: se il sistema funziona, perchè cambiarlo?


giovedì, dicembre 13, 2012

Una poesia di Wislawa Szymborska

Torno a mangiare, con lentezza e gusto, le parole altrui.

Le guardo con attenzione, le ammiro, le ricesello nella mente, lettera per lettera: per vedere come sono fatte, per scoprire di nuovo qual è la magia che - legandole insieme - le rende portatrici di emozioni.
Le trascrivo, ignorando le grida di dolore del cervello anchilosato e del polso disabituato: che la mano percorra goffamente le curve dei segni sulla carta, che il graffiare faticoso del pennino mi ricordi che non c'è umanità vera senza fatica, senza dolore, senza coinvolgimento, senza errore.
Vedo l'imprecisione, le scivolate, i cambiamenti di inclinazione, le dimensioni incoerenti, l'imperfetto controllo della mano.
Vedo il lavoro da compiere su me stesso (ci sarà da faticare, a lungo).
Vedo, in quei segni, la vita.


Torno a mangiare, con lentezza e gusto, le parole altrui.
Sperando che possano tornare a nutrire le mie.
Sperando che ancora, un giorno, "sappiano le mie parole di sale" (*).

(*) citazione volutamente parafrasata del titolo di un libro di Babsi Jones.

Una lettera di Mario Rigoni Stern all'ANPI



Scusate, ma avevo davvero BISOGNO di qualcosa di bello.:-)

martedì, dicembre 04, 2012

Questions...

Lo spread (bleah) è sceso sotto/attorno a quota 300, e tutta l'informazione mainstream esulta: "ecco, vedete, le politiche di rigore del governo producono finalmente risultati e rassicurano i mercati!!"
Ma io mi domando e dico...
se fossi uno speculatore, un avvoltoio, uno sciacallo della finanza (ovvero quel che si nasconde dietro la parola fintamente neutra "mercato") sarei solo rassicurato da quel che sta facendo il governo?
Noooo: sarei ENTUSIASTA!!!
Entusiasta di un gruppo di bocconiani, intimamente simili a me, che considerano "naturale" questo sistema di merda e sono disponibili ad affamare i propri governati, a ridurli alla miseria, pur di non scalfire nemmeno il sistema della diseguaglianza.
Entusiasta di chi sta apprestandosi a smantellare il welfare pubblico per regalare anch'esso ai famelici appetiti della finanza.
Entusiasta di chi promuove "accordi sulla produttività" che dicono alle imprese "non c'è bisogno di investire in ricerca ed innovazione, perchè vi procuriamo nuovi schiavi senza diritti e potete competere con questi..."
Entusiasta di chi vuol mettere mano ad uno dei sistemi sanitari pubblici più efficienti, solidali ed economici del mondo per dare i bocconi più golosi ai cani più avidi...

*

Uno spot della Chiesa Cattolica afferma:
"Se non ci fossero i sacerdoti, chi si occuperebbe degli ultimi? Nessuno".

Quindi, si afferma esplicitamente che i cattolici, ad esclusione dei sacerdoti, non si occupano degli ultimi; ergo, se ne fregano del vangelo e dei precetti del cattolicesimo.

Si tratta di una clamorosa gaffe comunicativa, o della confessione di un fallimento di proporzioni bibliche?

*

Beppe Grillo, la scorsa settimana, ha (come fa usualmente) gettato carrettate di letame sulle Primarie del Centrosinistra.

Oggi vara le "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle: sostanzialmente, le persone che hanno diritto di votare guardano delle brevi presentazioni online dei possibili candidati alle elezioni politiche della propria zona e li scelgono con un click.

Fatemi capire: muoversi di casa propria per andare a votare tra un numero ragionevole di candidati (che in qualche modo han fatto ampiamente e pubblicamente sapere come la pensano) è da coglioni, mentre scegliere davanti ad un video degli emeriti sconosciuti che si autopresentano è democrazia reale?

*

Esiste al mondo, oltre ad Israele, un qualsiasi stato a cui sia permesso decidere ed applicare la pena di morte sul territorio di un altro stato, e che si offenda pure se si reagisce?

*

Dopo le armi di distruzioni di massa mai trovate in Iraq, voi ve la sentite di credere agli USA quando dicono che Assad in Siria sta usando le armi chimiche?

lunedì, novembre 19, 2012

Ah, si, certo...

...quel che ci mancava era davvero un altro miliardario, pronto a scendere in campo per salvarci.
Potendo scegliere, preferisco Rockerduck, che mi è più simpatico.

venerdì, novembre 16, 2012

Ma che razza di gente siete?/3

Questa mattina ho ascoltato una intervista telefonica al Ministro della Pubblica Amministrazione, Patroni Griffi, quello che twittava felice sulle 4200 eccedenze della P.A. (vedi post precedente).
Ha affermato che le "eccedenze" non sono ancora definitive, ed è prevedibile che le "teste" di troppo nella Pubblica Amministrazione, alla fine, potrebbero essere fino a 2000 di più.
Ha anche voluto sottolineare, con una inequivocabile nota di orgoglio nella voce, che quei posti verranno cancellati DEFINITIVAMENTE, e non saranno mai più ricoperti.

Agghiacciante.

Un Ministro della Repubblica di un paese in crisi che SI VANTA di distruggere in modo irreversibile migliaia di posti di lavoro e di rispettivi redditi. Che gioisce dell'angoscia, del panico, della paura altrui.

Un governo che si mette GIOIOSAMENTE a giocare allo stesso gioco assassino del Mercato.

Intanto, una indagine realizzata dal Censis rivela oggi che:

"Domina il pessimismo per il timore di avere troppo pochi soldi, regole che cambiano continuamente,
paura di perdere il lavoro e di non poter più versare i contributi
Timore per pensioni pubbliche troppo basse, regole che cambiano continuamente, paura di perdere il lavoro e di non poter versare i contributi: si tinge di nero l’orizzonte della vecchiaia degli italiani.
Già oggi la previdenza pubblica è fatta di pensioni basse. Degli 11,6 milioni di pensionati con pensione di vecchiaia, più di 4 milioni (oltre il 35%) beneficia di un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro. Di questi, 741mila (il 6,4%) ricevono meno di 500 euro al mese. E il futuro non sarà più roseo. I lavoratori italiani pensano che quando andranno in pensione riceveranno un assegno pari in media al 55% del proprio reddito attuale. Un quarto dei lavoratori crede che avrà una pensione inferiore al 50% del reddito da lavoro e il 43% che al massimo sarà compresa tra il 50% e il 60% del reddito. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis per la Covip 

In particolare, i dipendenti pubblici si aspettano una pensione pari al 62% del loro reddito, i dipendenti privati pari al 55% e gli autonomi al 51%. I giovani di 18-34 anni prevedono che avranno una pensione pari al 54% del reddito e i più anziani pari al 60%. Secondo l’opinione del 46% degli attuali occupati si va incontro a una vecchiaia di ristrettezze, senza grandi risorse da spendere: il 24,5% ritiene che non potrà vivere nell’agiatezza, anche se qualche sfizio potrà toglierselo, il 21,5% afferma che la situazione è molto incerta e non riesce a immaginare come sarà la propria vecchiaia. Solo l’8% pensa che potrà godersi un po’ di serenità anche grazie a buoni redditi. 

L’84% dei lavoratori italiani è convinto che le regole della previdenza cambieranno ancora. La loro variabilità genera inquietudine e, nella crisi, le pensioni diventano il catalizzatore delle paure. L’insicurezza riguarda anche il percorso previdenziale personale: il 34% dei lavoratori (percentuale che sale al 41% tra i dipendenti privati) teme di perdere il lavoro e di rimanere senza contribuzione, il 25% di dover affrontare una fase di precarietà con una contribuzione intermittente, il 19% di avere difficoltà a costruirsi, oltre la pensione pubblica, fonti integrative di reddito, come ad esempio la previdenza complementare. Lo «stop and go» normativo mina la fiducia nella certezza delle regole della previdenza e nella sua capacità di dare sicurezza alle persone in vista di una prolungata longevità. Nella crisi la previdenza, come sistema e come percorso personale, catalizza paure e incertezze, creando ansia piuttosto che sicurezza."

E Patroni Griffi, intanto, gioisce orgoglioso delle nostre paure.

Oh, certo: è veramente terribile la violenza che si vede nelle manifestazioni, eh?

La distruzione della speranza, della fiducia, dell'idea del futuro proprio e dei propri figli, invece, è un pranzo di gala. 

Il fatto che il 90% delle imposte in Italia sia ormai pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, è giustizia.

Il fatto che l'incidenza dei salari sul PIL sia diminuita del 9% tra il 1999 ed il 2007, è rispetto per il lavoro.
(Dati rilevati da "La lotta di classe dopo la lotta di classe", di Luciano Gallino).

In questi giorni si sente parlare di una possibile lista Monti, unica possibilità per "rassicurare i mercati".

Che bisogno c'è di rassicurarli ancora?

I governi ed i mercati ormai si confondono. Anzi, sono la stessa cosa: lavorano duro per la nostra infelicità, per l'arricchimento di pochi e l'impoverimento di tutti gli altri.
Usano lo stesso linguaggio ("merito", "competitività", "compatibilità", "debito") per mascherare e accrescere il privilegio.

mercoledì, novembre 14, 2012

Ma che razza di gente siete?/2

4028 persone  (oh, ma derubricate a "eccedenze", eh...) che bisogna far fuori: sono inutili.

E non è che glielo si dice in faccia, guardandole nelle palle degli occhi: noooo...

...con un messaggio su Twitter!!!

Io pensavo che questi tecnici al governo fossero delle brutte persone.

Ma non fino a questo punto.

giovedì, novembre 08, 2012

By your side (visto che il peggio deve ancora venire)

Senta, Mr. Obama.

Io condivido pienamente la Sua volontà di far uscire il Suo Paese dagli innumerevoli conflitti che ha sconsideratamente acceso nel mondo, e di evitare di accenderne di nuovi.

So che la cosa non è semplice, ma credo che Lei ci voglia provare davvero.

Però, se Lei decidesse di rispondere COLPO SU COLPO alla guerra che le agenzie di rating hanno deciso di dichiararLe ieri, dopo aver sentito nel Suo discorso gli accenni al tentativo di perseguire l'EQUITA' FISCALE, sappia che io sono dalla Sua parte, incondizionatamente.

Anche (e soprattutto) se Lei decidesse di usare il napalm.

martedì, ottobre 30, 2012

Wall Street chiusa...e il mondo continua ad esistere.

Il ciclone Sandy in questi giorni ha provocato e sta provocando vittime e danni a Cuba, Haiti e Stati Uniti.
New York ha dovuto fermarsi, per allagamenti, incendi e blackout.

Anche Wall Street è chiusa da due giorni. E - sorpresa - il mondo continua ad esistere.

Si, forse in questi due giorni qualche speculatore non ha guadagnato l'argent de poche per cambiare la Jaguar o comprare una villa, ma nessuna impresa ha chiuso per questo motivo e nessun essere umano normale è stato danneggiato dalla chiusura della Borsa.

Dovrebbero essere i governi, dunque, a chiudere le borse, invece di aspettare i cicloni.
E per sei mesi almeno, non per due giorni.

Potremmo accorgerci,  dopo, che siamo ancora tutti vivi.

E magari meno diseguali, e meno poveri, e meno stupidi.

giovedì, ottobre 25, 2012

Per conoscere e capire la questione ILVA

Quando un blog fornisce un "servizio pubblico di informazione" di qualità, è doveroso e piacevole segnalarlo.

L'amica Alessandra ha svolto un lavoro impressionante di raccolta e sistematizzazione dei materiali disponibili sul tema dell'ILVA, i cui risultati si trovano qui.

La lettura richiede tempo ed attenzione: concederle è la giusta ricompensa per la passione e la fatica messe da Alessandra a disposizione della collettività.

Girate con calma anche le altre pagine del blog: ne vale la pena.

mercoledì, ottobre 10, 2012

Ma che razza di gente siete?

Tecnici?
Delle merde, siete.

Che vi colpisca il dolore, la sfortuna, tutto il peggio che vi si possa augurare.
A voi ed ai vostri amici speculatori, banchieri, sfruttatori.
Che il disprezzo che dimostrate verso chi è più debole vi si ritorca contro, e vi travolga come uno tsunami.
Che il nostro odio possa farvi tutto il male che vi meritate, e anche di più.

 “Scandaloso e indecente. Non troviamo termini migliori per descrivere l'ennesimo taglio all'assistenza delle persone disabili. Con il dimezzamento della copertura finanziaria per i permessi per l'assistenza dei genitori disabili si colpiscono ancora una volta i più deboli”. Lo sostiene Nina Daita, responsabile dell'Ufficio disabilità della Cgil nazionale a proposito della norma contenuta nella Legge di stabilità che modifica la precedente legislazione (legge 104 del 1992, la legge quadro sulla disabilità).
“Siamo di fronte ad un arrogante atto di discriminazione che creerà ulteriori disparità tra i cittadini – spiega Daita – siamo sempre noi a pagare e ora , dopo gli interventi sulla riabilitazione e sugli ausili per l'autonomia, ora il governo passa direttamente al taglio della parte delle retribuzione che riguarda i permessi per l'assistenza”.  La disabilità viene colpita in tanti modi e non è un caso, ricorda Nina Daita, che l'occupazione delle persone disabili sia scesa del 38%.
“Di fronte a questo provvedimento – conclude – la Cgil esprime tutta la sua indignazione e ci tiene a sottolineare che a fare le spese di questa inqualificabile decisione politica saranno le famiglie e in particolare soprattutto le donne”.
STRETTA ASSISTENZA DISABILI - Stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap.

La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l'assistenza ai figli o al coniuge.
Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili.

martedì, agosto 21, 2012

Godersi i propri veleni

Poichè giustizia l'è morta, ed è probabilmente impensabile ormai porre rimedio ai danni provocati da decenni di imprenditoria criminale ed avvelenatrice, credo nel valore innovativo di un semplice disegno di legge:

"Chiunque promuova, diriga o gestisca una attività industriale manifestamente inquinante, ha l'obbligo di residenza nel territorio in cui tale attività è operativa."

Credo che se Ferrante e Riva vivessero obbligatoriamente nel quartiere Tamburi di Taranto, così come se lo Stato avesse a suo tempo obbligato Schmidheiny e De Cartier a vivere a Casale Monferrato, ci sarebbero motivazioni assai più forti ad evitare di inquinare: la vita ed i figli propri, si sa, valgono molto più di quelli degli altri.


giovedì, agosto 02, 2012

La scomparsa del lavoro

Martedì 31 luglio 2012 l'ISTAT diffonde il seguente comunicato stampa:

Occupati e disoccupati (dati provvisori)

A giugno 2012 gli occupati sono 22.970 mila, in calo dello 0,1% rispetto a maggio (-29 mila unità). Il calo riguarda in particolare le donne. Rispetto a giugno 2011 il numero di occupati mostra una lieve crescita (11 mila unità).
Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.
Il numero dei disoccupati, pari a 2.792 mila, cresce del 2,7% rispetto a maggio (73 mila unità). Tale aumento riguarda sia gli uomini sia le donne. Su base annua la crescita è pari al 37,5% (761 mila unità).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a maggio e di 2,7 punti rispetto all'anno precedente. A tale proposito si segnala la revisione dei dati relativi ai precedenti tre mesi, dovuta ad un aggiornamento del modello di destagionalizzazione.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 34,3%, in calo di 1,0 punti percentuali rispetto a maggio. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia di età.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-52 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 36,1%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,8 punti su base annua.

Nell'ultimo anno, dunque, i disoccupati in Italia sono cresciuti di SETTECENTOSESSANTUNOMILA unità, il 37,5 % in termini percentuali, e sono arrivati a DUE MILIONI SETTECENTONOVANTADUEMILA.

Non so a voi, ma a me sembrano cifre spaventose

giovedì, luglio 26, 2012

15 milioni per un anno, duemila per una vita.

Uno che gioca bene a pallone viene pagato anche 15 milioni di euro l'anno.
La vita (mancata) di un ragazzo precario, invece, spezzata nel suo divenire dal crollo di una impalcatura,  in questo paese vale meno di 2000 euro.

Pare che sia colpa (o merito) del "mercato", bellezza.

Ah.

Lo stesso "mercato" che "dobbiamo convincere", che "imploriamo" di risparmiare il nostro paese, a cui sacrifichiamo energie, risorse, vite umane, per il quale vendiamo il culo a fettine e parti reali del nostro paese?

A quella stessa identica merda, dunque, dobbiamo chiedere rispetto, invece di riconoscerlo come nemico?

Ah.

Senti, Monti...

io non sarò un professore, 

ma nemmeno tu mi sembri molto intelligente.

Otto milioni di poveri in Italia

La povertà, dunque, riprende piede in Occidente ed è l'unica cosa davvero in crescita, oltre alla ricchezza spropositata di chi ricco lo è già in eccesso.
Casa, sanità e trasporti vengono tagliati a discapito di chi ha più bisogno, pur di non scalfire nemmeno i privilegi di chi ha troppo.

Le alternative sono solo due:
  • o il Sistema in cui viviamo ha FALLITO, e allora fa schifo e dobbiamo rifarlo da capo;
  • o il Sistema in cui viviamo è RIUSCITO, perchè proprio la disuguaglianza è il suo fine, ed allora fa schifo e dobbiamo rifarlo da capo.

Visto che tutto quello che esiste è il prodotto (sebbene stratificato e consolidato nei secoli) di una capacità di immaginazione UMANA, la cosa più stupida che si possa fare è cadere nella sindrome TINA (There Is No Alternative) e pensare che non ci siano alternative ad un mondo fatto così.

Le alternative ci sono eccome. Se possiamo PENSARE qualcosa di diverso, possiamo anche costruirlo.

lunedì, luglio 16, 2012

V(u)oto pneumatico

Dovessi votare oggi, sarei in gravissima difficoltà.
E' vero che siamo in un periodo di democrazia sospesa, e questo non è bello, ma è anche vero che il ritorno alla democrazia attiva mi spaventa.
Il governo attuale ci massacra e ci rintrona con il mito usurato della "crescita", ma nel nuovo governo rischiamo di ritrovare forze che di nuovo daranno la stura alla immaturità ed alla irresponsabilità delle masse.
Non parlo solo di ColuiCheRitorna, perchè - anche se a me personalmente repelle - costui rappresenta "democraticamente", appunto, pulsioni e anime e aspettative di larghe fasce di popolazione.
Poichè la democrazia è un fatto di numeri, la opinione di un coglione e la conoscenza di un saggio valgono ahimè allo stesso modo, e questo consente di vincere le elezioni non necessariamente a chi è "migliore" (nel senso di onesto, realista, pragmatico, affidabile, credibile), ma a chi riesce a convincere la massa più ampia possibile di coglioni - che, come noto, sono molti di più e molto più facilmente influenzabili dei saggi.
Questo è uno dei motivi per cui non mi sento più democratico.

martedì, luglio 03, 2012

Maria Giuana...il ritorno

AVVISO!

Questo post è stato completamente riscritto e rieditato in una versione aggiornata ad aprile 2016, che trovate qui.

C'è una vecchia canzone piemontese, "Maria Giuana", che ha una storia lunghissima...

lunedì, luglio 02, 2012

Boschi, Regine e uomini

Un bosco.
Se lo guardi da lontano, arrivandoci, è soltanto una delle piccole macchie scure nel mare di declivi verdissimi della Lessinia - rimasta senza alberi secoli fa, forse per farne navi o case...

Una faggeta, per esser più esatti.
Ombrosa e fresca, mentre oltre le chiome l'afa si deposita come un sudario sui dolci versanti nudi e privi di acqua.

Una Regina, altissima e indifferente, si erge in mezzo al piccolo bosco: è un faggio secolare (fratello del Grande Faggio del Bosco del Vaj, o della Ru Verda del Bosc Grand).

mercoledì, giugno 13, 2012

Eso(n)dando

Dunque: il Governo, per voce della ministra Fornero, ha dichiarato negli ultimi mesi che gli esodati sono 65.000.
Secondo una relazione dell'INPS, pervenuta all'ANSA, che secondo alcuni organi di stampa sarebbe sul tavolo del ministro da diversi mesi, il numero è di 390.200.
La ministra, irritata per la diffusione del documento, «ha manifestato ai vertici Inps la propria disapprovazione e deplorato la parziale non ufficiale diffusione di informazioni che ha provocato disagio sociale».
NON ha detto che i dati dell'INPS sono falsi (e dio solo sa se lo avrebbe volentieri urlato, potendolo fare): ergo, significa che sono veri.

venerdì, giugno 08, 2012

Bastian cuntrari

Sto proprio diventando insopportabile (a me stesso, in primo luogo:-)))
Le moltitudini che contengo, per usare un'espressione di Walt Whitman, sono sempre più incapaci non solo di parlarsi, ma assai spesso di tollerarsi:-)
E le mie reazioni al mondo sono sempre più schizofreniche.
Se qualcuno sostiene un'opinione, qualunque essa sia,  mi viene spontaneo (come se mi sgorgasse dal cuore) assumere un'opinione contraria - e fare pure sforzi per motivarla ed argomentarla.

lunedì, maggio 14, 2012

Difendere la democrazia dagli assalti della speculazione e dalla dittatura dello spread!

Lo spread rappresenta ''una dittatura'' e le classi dirigenti europee hanno il dovere di ''tutelare il sistema democratico dal continuo assalto della speculazione''. Questo il messaggio che Mister X decide di lanciare al termine della sua relazione in occasione di (omissis).

Per chiarire il proprio pensiero, Mister X parte da una massima di Epitteto: ''Quel che turba gli uomini non sono le cose, bensi' i giudizi che essi formulano intorno alla cose''. E' il caso dello spread, che ''si basa sui fondamentali dell'economia'' ma che nello stesso tempo ''incorpora un giudizio di valore sintetico soggettivo che, spesso, li travalica''. Ecco perche', secondo Mister X, ''in molti Paesi europei va crescendo l'insofferenza nei confronti della dittatura dello spread, vista come ostacolo alle aspirazioni dei popoli'', dato che ''i cittadini non accettano di pagare per scelte su cui non sono chiamati a decidere''. 
In un conteso democratico, basato sul diritto-dovere di ciascun cittadino europeo di ''partecipare democraticamente all'assunzione delle decisioni che ci riguardano'', lo spread ''dipende in sostanza dalle scelte di un soggetto invisibile, il mercato'' che per Mister X ''attribuisce ogni potere decisionale a chi detiene il potere economico, nei fatti vanificando il principio del suffraggio universale''. Lo dimostra ''l'eccezionalita' di quanto e' accaduto nell'ultimo anno'', un fenomeno che ''pone le classi dirigenti di fronte alla necessita' di tutelare il sistema democratico dal continuo assalto della speculazione''.

Chi è Mister X? Chi ha rilasciato queste lucide dichiarazioni? Chi invita - di fatto - alla lotta ed alla mobilitazione?

Vendola? Ferrero? Grillo?

No.


Ora, va tutto bene.

Picchiateci.
Schiacciateci.
Opprimeteci.
Impoveriteci.

Ma, almeno, non pigliateci per il culo.
Grazie.

giovedì, maggio 10, 2012

Pubblicità


Calligram/1 (sperimentazioni grafiche)

"Ispirazione? Un concetto romantico superato. Bisogna lavorare anche se non se ne ha voglia. Nulla dias sine linea, dicevano gli antichi. Conta la disciplina. L'eruzione istintuale è un caos primigenio che va governato con la ragione. Un cerbero da bastonare, strozzare, tenere a freno".
(da una intervista di Paolo Rumiz al pittore Pordenone Montanari).

lunedì, aprile 02, 2012

Ebook & ebook reader: the ultimate post

(Mi sono accorto che da un po' di tempo semino in giro, nei commenti ai blog e su siti vari, le mie considerazioni su ebook ed ebook reader. Le riassumo tutte qui, in questo post, così poi per un po' non ne parlo più.)

Possiedo un ebook reader da circa 4 mesi…
Il suo arrivo non ha cambiato il mio rapporto di affetto con i libri di carta. Non sono alternativi, i due modi di leggere, ma complementari, e danno entrambi piaceri diversi (perchè l’ebook è …diversamente libro:-))
Tra i vantaggi della lettura digitale io citerei:
  • la "leggerezza", che è un elemento che apprezzi viaggiando molto in treno o in autobus;
  • la possibilità di copiare, salvare, esportare le porzioni di testo che mi colpiscono e aggiungere note al testo (non tutti gli ebook reader lo fanno, va detto);
  • la possibilità di avere dizionari/vocabolari in linea, e con un "tocco di penna" (massimo due) vedere il significato o la traduzione di un termine che non conosco o in un’altra lingua;
  • la velocità di accesso alle note e ritorno, se l’ebook è fatto come dio comanda (ho letto recentemente una edizione di Don Chisciotte con un’apparato di circa 650 note, che dovevano essere lette contestualmente al testo per comprenderne i riferimenti; anche qui, un tocco di penna per andare ed uno per tornare hanno reso semplicissimo l’accesso; su un’edizione cartacea, viste le dimensioni, le note sarebbero state in fondo al testo e non a piè di pagina, e quindi probabilmente non le avrei lette).

Per leggere digitalmente si può usare, è vero, anche un pc o un tablet; ma se devi leggere PER ORE, se devi leggere UN LIBRO e non un breve articolo, l’ebook reader è una scelta obbligata:
  • usa una tecnologia "e-ink" che simula in modo stupefacente la carta stampata;
  • NON è retroilluminato, e questo (insieme al punto precedente) garantisce che i tuoi occhi, alla fine del libro, siano ancora usabili:-): chi osasse tentare di leggere "Guerra e pace" su pc e tablet metta in conto, alla fine di doversi far cambiare gli occhi come Tom Cruise in "Minority Report":-));
  • in più, consuma corrente solo al cambio pagina ed al richiamo di funzioni, quindi mentre leggi non consuma nulla, e la carica della batteria dura settimane.

FA SOLO QUELLO, l’ebook reader, perchè deve farlo bene:-)

NON considero "vantaggi della lettura digitale" la presunta ecologicità dello strumento (credo invece che costruirlo e smaltirlo sia una cosa molto energivora), e anche la possibilità di archiviare mille/diecimila/centomila libri (io sono uno di quelli che ne legge un paio in contemporanea, a volte tre…ma averne mille non è poi sto gran vantaggio, a meno che uno non si metta far zapping sui libri – orrore:-))

 







Il mio ebook reader non è un Kindle, ma un Onyx Boox 60 (vedasi immagine). 
Anno di uscita sul mercato 2010, fuori produzione da circa un anno (ma gli ebook reader non hanno i problemi di obsolescenza degli altri dispositivi, c’è gente che legge con gran soddisfazione su lettori di dieci anni fa…), su qualche sito si trova ancora, in vendita abbondantemente sopra i 200 euro: io l’ho comprato usato a 120.

A differenza del Kindle, l'Onyx legge tutti i formati possibili e immaginabili di ebook: dallo standard mondiale che "usano tutti meno il Kindle", ovvero il formato "epub", al formato "mobi" del Kindle.
(Supporta tutti questi formati, e scusate se è poco: pdf, mobi, prc, epub, lit, txt, doc, html, rtf, bmp, jpg, png, gif, tif, rar, zip, mp3...)
Inoltre è dotato di un eccellente software "open source" (non proprietario), che qualche smanettone polacco o russo in giro per il mondo ancora aggiorna aggiungendo nuove funzionalità (ma quello che ha la mia vecchia versione basta ed avanza).
Il fatto di essere open source consente di aggiungere dizionari in formati standard che si trovano aggratis in giro per la rete, ma anche di farseli da sè: io ad esempio mi sono costruito da me un piccolo dizionario piemontese-italiano, che mi è stato utile nella rilettura delle Miserie ‘d Monssu Travet (un classico del nostro teatro dialettale).

Ha uno schermo "touch" (da 6”) che si usa con una penna di plastica (ecco perchè molte cose si fanno con un "tocco di penna":-)) e un sacco di funzioni interessanti (selezione di testo per esportarlo, possibilità di scrivere note a mano, disegnare, ascoltare musica, ecc…)


Io non lo uso solo per gli ebook, ma ci scarico sopra anche articoli e giornali che mi interessano, che trovo in rete e voglio leggere con comodo a casa o in viaggio: da calibre scarico (quando ho tempo) tre-quattro quotidiani in formato epub, e registrandomi al sito "instapaper" posso navigare in rete e salvarmi gli articoli che mi interessano con un pulsante "leggilo dopo", poi trasformarli in epub, metterli sul lettore e leggerli con comodo – o anche costruirmi un archivio di notizie, di fatto: ovviamente il lettore ha una funzione "cerca" per ritrovare le cose che mi interessano.

Due parole, ora,  sul Kindle.
E' un prodotto oggettivamente molto bello e funzionale. Anche il prezzo è senza dubbio concorrenziale rispetto agli altri reader (Sony e Bookeen, per dire i migliori). Inoltre i servizi offerti da Amazon sono effficientissimi, straordinari, semplici per qualsiasi utilizzatore; è facile comprare, scaricare, leggere.

Eppure, io non lo comprerei mai.
Perchè la scelta di Amazon di utilizzare – da sola – un formato proprietario per gli ebook, il mobi, e vendere un bel lettore ad un prezzo basso (direi quasi sottocosto) che legge solo quel formato, a me NON PIACE.
E’ come comprare una bella vettura, fatta bene ed economica, e poi essere costretti a far rifornimento presso una sola rete di distributori, perchè la bellissima vettura va a molibdeno liquido anzichè a benzina come le altre: o essere costretti a percorrere solo certe strade.

Uno può anche dire: vabbè, ma chissenefrega; se Amazon offre il meglio in termini di servizi e può schiacciare la concorrenza, pazienza…è il mercato, bellezza.

Potrebbe avere un senso, se il formato mobi degli ebook di Amazon fosse il meglio che c’è, superiore all’epub. Invece è un vecchio standard superato, spesso insufficiente dal punto di vista della qualità tipografica.

Inoltre: passi per la Sony che produce di tutto, ed anche se non vende il suo (ottimo) lettore PRS-T1 non patisce di certo, ma esiste una piccola azienda francese – la Bookeen – che produce ottimi lettori da oltre 10 anni (l’ultimo è l’Odyssey), e fa solo quello, e lo fa bene.
Amazon può vendere il Kindle sotto costo perchè di fatto il lettore è uno strumento di supporto al suo colossale sistema editoriale e di vendita, ma così mi ammazza la Bookeen. Ed allora, se posso scegliere, preferisco dare 30-50 euro in più a chi produce un prodotto "aperto" che approfittare del "regalo avvelenato" di chi intende in realtà dominare il mercato della vendita digitale schiacciando la concorrenza.

Poi magari il mio Onyx è stato prodotto da un manipolo di lavoratori cinesi sfruttati e angariati, ed io non lo so. Però quel che Amazon vuol fare e fa lo vedo benissimo, ed allora per quell’inezia che conta la mia forza di consumatore dico: "No, il bellissimo, comodo, funzionale, economico,perfido Kindle NO".

E, per chiudere, veniamo agli ebook.

Io li compro in genere da BookRepublic, una libreria online che vende un po’ tutti gli editori, ma anche le altre sono più o meno equivalenti.
Sugli ebook, il problema che si pone è quello della protezione.

Perchè, dannazione, molti editori vendono gli ebook con una protezione, appunto: il famigerato DRM.
Quando BookRepublic (e le altre librerie) hanno promosso l’uscita di tutti i libri di Simenon su Maigret editi da Adelphi finalmente in formato ebook, io mi sono fiondato subito a comprare i primi cinque. Ma la mia esperienza è stata questa (copio da una mia recensione su Anobii):

“Su qualunque libreria digitale decidiate di comprare gli ebook, questi Maigret di Adelphi ve li venderanno con la protezione DRM.
Cos’è la protezione DRM? Una “chiave digitale” associata al libro che, con la scusa di proteggere i diritti dell’editore e dell’autore, scassa i cabasisi in modo galattico all’incauto acquirente, rendendone complicatissima la fruizione.
Vediamo cosa succede dunque.
Compro i miei ebook (in formato epub, lo standard: quello che ovviamente NON è usato da Amazon) e, quando procedo al download, non è che ottengo il mio file (ripeto: REGOLARMENTE ACQUISTATO!) per farmene quello che mi pare.
Anzitutto, solo per vederne il contenuto, devo fare quanto segue:
  • creare un account sul sito di Adobe (grrr…);
  • scaricare un software che si chiama Adobe Digital Edition e installarlo sul mio pc (grrr….);
  • validare, rispetto al mio account Adobe, il mio pc e il mio ebook reader per abilitarli alla fruizione dell’ebook (grrrrr…).
A questo punto, il libro lo posso finalmente leggere con il pc, usando Adobe Digital Edition, e inviarlo all’ebook reader (dove il software creerà una cartella sua, e ci metterà dentro tutti i libri in disordine, fregandosene del fatto che tutti gli altri libri che ho sono ordinati perbenino, grazie a Calibre, in cartelle con il nome dell’autore…)
E scopro che, dopo tutto questo casino, A.D.E. è l’unico modo in cui vedrò il libro, perchè Calibre non lo apre a causa del DRM.
E scopro, inoltre, che l’editore ha inibito la copia di qualsiasi parte del libro!!!
Ma vi rendete conto? Ho COMPRATO un oggetto digitale, formato esclusivamente di testo, e se voglio usarlo devo ricopiarlo a mano come se avessi un libro di carta! Devo persino digitare manualmente il codice ISBN per cercarlo su Anobii!!!

(Ah. Se lo comprate su Amazon, il casino è lo stesso, l’unica cosa che cambia è il software che vi dovete sopportare: Kindle for PC al posto di Adobe Digital Edition. E che se non avete il Kindle come ebook reader, ciccia: non c’è modo di convertirlo dal formato proprietario di Amazon – mobi – a quello standard, a meno che non vi scarichiate un ulteriore software Amazon…e bastaaaaaa!).

E allora, che fa l’incauto acquirente? Incazzato nero, va su Google e digita “rimozione DRM”, dove trova alcuni milioni di pagine che spiegano come si fa a togliere questa cintura di castità che impedisce l’amplesso intellettivo con l’oggetto acquistato.

Riassumendo: compri una cosa e ti impediscono di usarla appieno, però se sei abbastanza smanettone puoi togliere la protezione. Quindi la vendita di ebook con il DRM si riduce ad un atto di sadismo nei confronti del normale cliente (e si ripete la stessa storia dei brani musicali protetti da DRM venduti da Apple su iTunes), ed in un esplicito invito alla pirateria.
"

Per finire: NON compro ebook se hanno la protezione DRM. Mi rifiuto, non li voglio nemmeno "aggratis".
COMPRO invece volentierissimo ebook free o con il solo “Social DRM”, che consiste semplicemente nell’aver stampato sulla prima pagina dopo la copertina che il libro l’hai comprato tu, ma dopo puoi farne quello che ti pare, è tuo davvero come un libro di carta (e lo puoi prestare, copiare, tagliuzzare, ecc…): mi sembra una cosa sensata ed accettabilissima.

Bon, direi che ho detto tutto...

martedì, marzo 06, 2012

E poi dicono che il delitto non paga.


"By the end of the day Sunday, authorities reported turnout in Chechnya at 99.59 percent, with 99.82 percent of voters backing Mr. Putin. Mr. Zyuganov, the runner-up, won 0.04 percent. How it was accomplished is illustrative of the types of abuse that have angered the street protesters who oppose Mr. Putin."

In Cecenia, per le presidenziali russe ha votato il 99,59 degli elettori: il 99,82% di essi si è espresso per Putin, lo 0,04% per Zyuganov. 
Si, è vero, c'è stato un seggio dove Putin ha preso 1482 voti quando gli elettori erano 1389 (il 107%: si segnalano telefonate di congratulazioni dall'amico B.), ma in generale gli osservatori dicono che le elezioni sono state regolari.

In Cecenia. Il 99,82%.

Grozny: panorama (anno 2000)
Dove le prima (1991-1996) e la seconda guerra cecena (1999-2006), scatenate da Eltsin e Putin, hanno provocato tra i 100.000 ed i 250.000 morti tra la popolazione (che è nel totale di 1.250.000 persone).

E poi dicono che il delitto non paga.

Povera Anna Politkovskaja: è stato davvero tutto inutile.

giovedì, febbraio 16, 2012

Dell'implacabile giustizialismo della carta carbone e di altre storie

Da Wikipedia:

"La carta carbone oggi

Oggi, la carta carbone è caduta quasi in totale disuso. È stata largamente soppiantata da dispositivi elettronici come le fotocopiatrici, che permettono la copia di documenti in maniera più veloce e agevole. Inoltre, l'utilizzo di personal computer e delle stampanti negli uffici ha fatto decadere ulteriormente l'utilizzo della carta carbone.
Le moderne tecnologie hanno eliminato anche l'impiego di carta carbone manuale da tutti gli studi professionali. La utilizzano ancora taluni artigiani e chi si diverte con il bricolage."

Ieri sera, vedendo il TG7 a casa d'altri, ho seguito il servizio sul terribile blitz della Guardia di Finanza tra i commercianti di Napoli.
E poi, ad un certo punto, l'ho visto. Mi sono stropicciato gli occhi, perchè non ero certo di quel che vedevo, ma l'ho visto.
Un finanziere, in piedi vicino ad un bancone, sollevava un foglio di un blocchetto formato A4 e infilava un foglio di carta carbone tra quel foglio ed il successivo.
Ho avuto una vertigine. Non vedevo più un foglio di carta carbone da almeno 15 anni.

Dunque, una delle armi segrete messe a disposizione della Guardia di Finanza nel 2012 per l'implacabile lotta all'evasione fiscale è questa. La carta carbone. 
Immagino che, negli uffici della GdF, ci siano armi ancora più terribili: pavento vi siano addirittura delle Olivetti Lettera 22, con le quali trascrivere inesorabilmente i verbali.
E forse (si sussurra) addirittura degli schedari Buffetti, in cui archiviare (scrivendo sul dorso, con l'etichetta adesiva bianca,  la prima lettera del cognome del reo) la seconda e la terza copia (quella che la carta carbone rende di fatto illeggibile) del verbale.
E scrivanie di fòrmica azzurra. E sedie con le gambe sottili e metalliche. Il tutto innaffiato di speciale polvere antichizzata, comprata a sacchi da 50 chilogrammi, fatta giungere apposta dalla  Germania.

Pensate che sgomento, per la criminalità organizzata, apprendere queste cose.
Quegli sciocchi sono in grado di incassare quotidianamente i soldi derivati dal traffico di droga a Scampia, farli circolare virtualmente per mezzo mondo, attraverso le banche di otto-nove paesi in cinque continenti, e farli giungere il giorno dopo, totalmente ripuliti, alla finanziaria legale che in Piemonte presterà i soldi (ad un tasso assolutamente ragionevole, ed inferiore a quello delle banche) al piccolo imprenditore che vuole aprire un ristorante (certo, magari avrà un socio calabrese oscuro ed ingombrante, ma pazienza).

Non sanno, gli sventurati, i criminali e gli evasori, della carta carbone e del resto, di queste armi segrete dello Stato, che segneranno la loro fine. Inesorabilmente.  

*
No, la lotta agli evasori non mi eccita. Smoke gets in your eyes, direbbero i Platters.
E' un discorso di priorità.
E, in testa alle priorità che sento, c'è la disuguaglianza. Finchè esisteranno manager, banchieri, speculatori, governanti che dispongono di redditi centinaia, migliaia, decine di migliaia superiori a quelli degli ultimi, non chiedetemi di vibrare di sana indignazione per chi evade le tasse: non ne ho il tempo nè la voglia.
Un bonus di 50 milioni di euro a Marchionne mi fa incazzare molto di più. L'idea che il mercato assegni agli uomini valori così assurdamente distinti fra loro evidenzia quanto far politica per "ispirare la fiducia dei mercati" sia più o meno come giudicare la propria vita basandosi sul giudizio di Aksentij Ivanovič Popriščin (vedi "Le memorie  di un pazzo" di Nikolaj Gogol).
E nessun governo d'Europa intende entrare nel merito. Va tutto bene così, i nuovi nemici sono i tassisti e gli evasori. Si, vabbè.
E nessun partito d'Europa dice: "deve essere stabilito un reddito di cittadinanza, basato sul principio che qualunque essere umano ha il diritto ad una vita dignitosa per il solo fatto di essere al mondo. Poi, se uno vuole competere per avere dieci ville e sette suv, lo faccia pure: ma nessuno deve essere costretto a competere solo per esistere."
Sarebbe ingiusto, dite?
Beh, anche il mondo di oggi è ingiusto. Chissenefrega, dunque. Ci sarebbe un po' più di serenità in giro, no? Ed esseri umani sereni  magari pensano agli altri, alla collettività. Pensano, inventano, creano, Molto di più di coloro che stanno con la pistola puntata alla testa, e rischiano di perdere tutto perchè sono vecchi, deboli, improduttivi, o semplicemente non abbastanza bastardi per competere ed annientare il prossimo.


*

Yawn. Riassumiamo questa.
Una azienda pubblica dà 700.000 euro per tre sere ad un tizio, che è noto - oltre che per essere un vecchio cantante - per sparare inenarrabili cazzate. Il tizio chiede che non gli siano posti nè vincoli nè condizioni nello sparare cazzate. L'azienda pubblica dice che va bene.
Il tizio va in tivù, e, come ci si aspetta, spara cazzate: è stato pagato profumatamente per farlo!
A questo punto l'azienda pubblica si indigna. Non si aspettava che, davvero, uno pagato tantissimo per fare una cosa la facesse sul serio: all'interno della azienda pubblica, queste cose non si fanno.
Allora ha preso un dirigente, che dev'essere un altro pagato tantissimo per non fare le cose per cui è pagato, e l'ha mandato a vigilare su quel tizio, per evitare che faccia quello per cui è stato pagato.

Una tipica storia italiana. 
Yawn.

venerdì, febbraio 03, 2012

Servo di scena

Verrebbe voglia di strozzarlo, Norman.
Norman è il factotum, l'assistente, il servo di scena del vecchio leone che non ruggisce più.
Lo accudisce, lo veste, lo copre, gli fornisce da bere, lo fa riposare...
I fasti dell'ex grande attore Sir Ronald sono ormai lontani nel tempo, ed è ormai al tramonto quando batte - con gran fatica - i palcoscenici di provincia con la sua compagnia di terz'ordine, proponendo in una tourneè i maggiori classici shakespeariani in una settimana.
Ma è stanco, malato, distratto e distrutto, oltre che - inevitabilmente - presuntuoso ed egocentrico.
Fuori infuria la guerra, i nazisti bombardano l'Inghilterra. Le sirene e gli echi delle bombe si insinuano nel teatro, nelle quinte.
Chi gli vuol bene dice che sarebbe ora di chiudere, di smettere di recitare, di mandare il pubblico a casa.
Ma Norman (eccessivo, frastornante, insopportabile, anedottico) spinge Sir ad andare sul palco a tutti i costi, anche se è talmente rimbambito da truccarsi da Otello mentre dovrebbe recitare Re Lear.
La recita inizia disastrosamente, ma il vecchio leone riesce a riprendersi per condurre a termine l'opera.
Il finale è la catastrofe, il redde rationem, la presa d'atto che l'irrimediabile è accaduto e non ci sarà più futuro nè riconoscenza, e l'amore donato è stato semplicemente gettato, perduto, dissolto.
Il drammatico monologo finale di Norman, ubriaco fradicio e disperato, è bellissimo, emozionante, straziante.
Franco Branciaroli (Sir Ronald) è una divinità deragliata e sghangherata, esausta e senza umiltà.
Tommaso Cardarelli (Norman) rappresenta magistralmente la insopportabile petulanza che hanno l'amore ed il senso del dovere quando, abbracciati, perdono il senso del limite.


Al teatro carignano di TORINO
fino al 05/02/2012
di Ronald Harwood
traduzione Masolino D’Amico
con Franco Branciaroli
e Tommaso Cardarelli
e con (in ordine alfabetico) Lisa Galantini, Melania Giglio,
Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Valentina Violo
regia Franco Branciaroli
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
CTB Teatro Stabile di Brescia / Teatro de gli Incamminati




giovedì, febbraio 02, 2012

L'intermediario

(Tipico esempio di intermediario: si veda la curiosa somiglianza della faccia con il lato B.)


La vicenda del palazzo di Via Stamperia, a Roma, comprato al mattino a 28 milioni di euro e venduto al pomeriggio a 44 milioni mi sembra paradigmatica, rispetto ai valori dominanti di questo mondo (cose del genere avvengono peraltro tutti i giorni, e non solo nel campo immobiliare: anzi, soprattutto in quei benedetti "mercati" di cui dobbiamo disperatamente "conquistare la fiducia" cedendo ogni giorno un pezzetto di diritti e di dignità, nonchè una fettina di culo.).
L'intermediario ha trattato la vendita del palazzo quando non ne aveva ancora la proprietà, e poi - sembra senza violare alcuna legge - ha fatto in modo di:
  • "acquistare" al mattino il palazzo senza versare un soldo;
  • "vendere" l'immobile al pomeriggio, facendo in modo che i versamenti futuri dell'acquirente (il fondo pensioni degli psicologi) verso di lui fossero sincronizzati in modo da giungere il giorno prima di quelli che deve versare per il pagamento dell'immobile al proprietario precedente (un fondo immobiliare controllato da Intesa San Paolo).
In tal modo, l'intermediario ha realizzato una "plusvalenza" di 18 milioni di euro in poche ore.
Sia chi ha venduto l'immobile all'intermediario che chi lo ha acquistato ha dichiarato "congruo" il rispettivo valore (ricordiamo, 28 e 44 milioni di euro).

La vicenda, a guardarla senza neppure dare dei nomi ai protagonisti, fa venire in mente alcune domande a più livelli.
Iniziamo dal più banale.
E' normale che un bene immobiliare (in questo caso) possa aumentare il proprio valore del 57% in poche ore solo in virtù di una intermediazione?
Perchè è improbabile che in poche ore il palazzo sia stato ristrutturato, o che sia giunta una notizia legata a eventi che possano cambiare il valore del bene (tipo vincoli sulla zona o sul palazzo) in modo così consistente.
Se assumiamo che il bene abbia mantenuto in quelle ore eguali condizioni intrinseche ed estrinseche, che cosa può aver prodotto questa variazione di valore?
Ripetiamo: il fondo immobiliare di Intesa San Paolo ritiene di aver venduto lo stabile al valore congruo di 28 milioni di euro, il fondo pensioni degli psicologi ritiene di aver comprato lo stabile al valore congruo di 44 milioni di euro.
Direi che qualcuno (o forse entrambi), tra i dirigenti dei due enti, ha commesso un errore di valutazione abbastanza consistente (18 milioni di euro...non cinquantamila...).
Ci si aspettano inchieste interne, licenziamenti e cause risarcitorie da parte di entrambi gli enti, direi, nei confronti dei propri dirigenti. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.

Ma procediamo.
I due atti di vendita saranno sicuramente stati fatti da due notai (mi auguro differenti: se si trattasse dello stesso notaio, andrebbe internato senza indugi).
Supponiamo (pura ipotesi) che il primo abbia agito correttamente.
Se così fosse, il notaio che ha registrato il secondo atto come faceva a non sapere che lo stesso immobile era stato acquistato al mattino per una cifra inferiore di circa un terzo?
E' un notaio, cazzo, lo pagano profumatamente apposta per sapere queste cose!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Beh, che c'entra? Il notaio verifica che il bene sia vendibile e che non esistano ipoteche nascoste; poi, se uno lo vuol comprare al doppio di quello che vale, sono affari suoi".
Beh, allora aboliamoli i notai: facciamo che basta un'autocertificazione firmata del venditore, impugnabile legalmente nel momento in cui si riveli mendace; esattamente come accade in tutti i paesi avanzati in cui le professioni medioevali sono state abolite.

Insomma, uno dei due notai (o entrambi) non sono stati molto professionali. E almeno l'ultimo acquirente dovrebbe denunciarlo (o denunciarli) per questo motivo, se è in buona fede. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.

E adesso, poniamoci delle domande di livello diverso.
L'intermediario, diciamo, ha fatto solo l'intermediario, appunto, ma ad insaputa dei due enti.
Se i due enti si fossero messi d'accordo tra di loro, avrebbero concluso la vendita a, diciamo, 37 milioni di euro risparmiando entrambi 9 milioni di euro, con lo stesso esito finale: il passaggio dello stabile  (così com'era) dal primo ente al secondo.
Entriamo dunque nel merito del compenso che l'intermediario si è portato a casa, cercando di comprenderne il significato.
Abbiamo detto che l'intermediario non ha portato alcun valore aggiunto, nell'operazione: lo stabile venduto al pomeriggio era esattamente lo stesso acquistato al mattino.
Pensiamo anche che, se l'ente 1 avesse saputo che l'intermediario avrebbe immediatamente rivenduto lo stabile all'ente 2, non avrebbe accettato l'intermediazione (perchè noi diamo per scontato che i gruppi dirigenti dell'ente 1 e dell'ente 2 siano al massimo ingenui, ma non disonesti).
Quindi, i 18 milioni di euro "guadagnati" dall'intermediario non nascono dalla produzione di qualcosa, dall'arricchimento di valore reale del bene o dalla vendita di un servizio utile: la vendita diretta del bene tra i due enti avrebbe eliminato solo questo guadagno e quello di uno dei due notai, che sono considerabili di fatto attività "parassitarie" rispetto al bene.
Insomma, i 18 milioni di euro sono stati "guadagnati" facendo fesso qualcuno: o i dirigenti dei due enti, o gli iscritti del fondo pensioni.

Poichè in quanto accaduto non c'è (a prima vista) nulla di illegale, resta da chiedersi se sia giusto guadagnare soldi (che siano 18 euro o 18 milioni) facendo fessi gli altri.
E' importante, chiederselo, perchè in assenza di leggi e (ormai) anche della semplice disapprovazione sociale (che anzi in casi come questi viene sostituita da plauso ed ammirazione), far fessi gli altri può divenire un modo di massa per sbarcare il lunario.
Andrebbe di conseguenza depenalizzata anche la circonvenzione di incapace, perchè se concepiamo - darwinianamente - che  chi fa fesso un altro ha il pieno diritto di guadagnare, perchè mai dovremmo mettere in galera chi truffa un anziano, facendogli credere cose che non sono vere e prosciugandogli i risparmi di vita? In cosa si differenzia, costui, dall'intermediario di cui sopra?
E in cosa si differenzia, l'intermediario di cui sopra, da chi vende azioni senza averle ancora acquistate, e da chi sui mercati internazionali "prenota" petrolio, cereali, riso per incassare gli aumenti di prezzo prima di pagare il bene?

Insomma, non esprimo giudizi morali specifici sul nostro intermediario, perchè si comporta esattamente secondo il modello del capitalismo attuale e della finanza, che è il Grande Figlio di Puttana a cui tutti i personaggi di questo genere fanno riferimento: facendo fessi quelli che non possono difendersi. 
Vendendo cose che non si possiedono e che non si sono pagate (ricordate i furbetti del quartierino? anche loro avevano l'abitudine di pagare l'immobile acquistato con i proventi degli affitti futuri, senza sborsare un soldo).

Allora, quando il governo attuale (nei confronti del quale abbandono la cautela per un giudizio doverosamente di classe e conseguentemente spietato) diffonde l'idea che si debbano odiare i tassisti e i notai, gli avvocati, i "vecchi", i garantiti, mentre il modello culturale della sopraffazione, del guadagno a spese di chi non può difendersi rimane invece intonso ed indiscutibile, dico che è il caso di smetterla di prenderci per i fondelli.
Non è vero che costoro sono "equidistanti", e colpiscono gli interessi di tutti. Stanno applicando alla lettere le indicazioni della famosa e funesta lettera della BCE, punto.
Le cose andranno dunque nuovamente bene per le banche, e per gli speculatori (quelli che guadagnano facendo fesso il prossimo), che ancora una volta avranno socializzato le perdite.
Dio, siamo ancora qui con la "fiducia dei mercati". Con lo spread e l'indice della Borsa di Milano.
Ad indicare di nuovo nemici falsi, secondari. A far finta che questo paese sia un'entità omogenea, e non un luogo in cui la diseguaglianza è sovrana, e dove nulla unisce gli ultimi ai primi.
A dire ancora che la ricchezza che è un valore, indipendentemente da come è stata raggiunta.
Ma andate affanculo, va!

Io vorrei che andasse al potere un pazzo. Un pazzo spietato. Che, per prima cosa, prima di essere ucciso dai servizi segreti e dalle mafie, chiudesse le borse - facendo saltare in aria i palazzi, dopo aver fatto uscire tutti. E punisse con dieci anni di galera chi vende le cose che non possiede. E che separasse la moneta usata per pagare il lavoro da quella usata per giocare alla finanza, rendendole indipendenti, non equivalenti, non intercambiabili e legate da un cambio reale che cambi ogni giorno: oggi, ad esempio, guarda un po'!, moneta-lavoro vale 1000 mentre moneta-finanza vale merda.  Ed il mio 1000 resta inalterato, perchè ho lavorato per produrlo, mentre è giusto che tu - intermediario - ti guardi con disgusto le mani sporche di cacca.
E che dicesse, dunque, che chi non produce nulla di fisico o di intellettuale, o non fornisca servizi che accrescono il valore di un bene, ma si limita a manipolare cose esistenti, venga pagato solo con moneta-merda.

Ecco, l'intermediario di cui sopra - che non ha prodotto nulla - oggi avrebbe in mano diciotto milioni di moneta-merda. Legalissima, eh. E guadagnata onestamente.:-)

Ma non accadrà. Perchè la "giustizia" non esiste, e le leggi rispecchiano solo il potere del più forte, e la democrazia ed il volere del popolo sono minchiate con cui ci fanno giocare quando sono sicuramente inoffensive, non certo quando possono mettere in pericolo i veri manovratori del mondo.

E il "popolo" non sarà mai più in  grado di esprimere una coscienza di classe ed una visione alternativa del mondo, con tale forza da prendere il potere in un numero sufficiente di paesi per indicare una via diversa e radicalmente alternativa.

Il capitalismo ha trionfato, e la prova è che non ci sono mai stati così tanti soccorritori al suo capezzale da quando è in crisi.
Ed esige che ci facciamo fessi l'un con l'altro.
E che sorridiamo pure, per non far piangere Monti ed i banchieri.



venerdì, gennaio 13, 2012

Pensando ad Angela...

Sono due anni, ormai, che siamo senza Angela.
Senza la sua intelligenza, i suoi pensieri, le sue parole, il suo coraggio, il suo sorriso, la sua forza.
Avrei un fortissimo bisogno di sapere come la sua sensilità interpreta questi tempi strani, bislacchi e preoccupanti.
Avrei voglia di leggere ancora i suoi post per trovare, dentro questo buio, la luce di una speranza nuova - o anche antica come l'uomo.
Ma poichè l'irrimediabile che è spesso contenuto nella vita si è compiuto, e non vi è rimedio, dobbiamo continuare - noi amici - a far buon uso dell'inestimabile tesoro che Angela ci ha lasciato in eredità, senza consumarlo ma  badando a conservarne e diffonderne il valore.

*

In qualità di cittadino del mondo, lo ammetto, mi considero esausto.
Dopo anni di indignazione sacrosanta contro l'orrore berlusconiano, la sua fine improvvisa ci ha lasciati nudi, svuotati, privi di forze.
Abbiamo impiegato così tante energie a difenderci dagli Unni che non ce ne sono rimaste quasi più per costruire il mondo che sentivamo nei nostri cuori.

Ora abbiamo un bisogno disperato di quiete, di silenzio, come armate sconfitte che tornano a casa, a cercare tra le macerie qualcosa che consoli.
Abbastanza presto, spero, nascerà di nuovo il bisogno di riflessione, di ascolto reciproco.
Quel che accade e continua ad accadere nei palazzi del potere continuerà a farci del male, ma è inutile interessarsene se non siamo capaci di immaginare il mondo nuovo. Quel mondo ci contamina e ci avvelena, e ci impedisce, distraendoci con quantità industriali di sciocchezze, di immaginare la sua fine.

Quel che è rimasto dell'oggi è qualcosa che non ci appartiene, a cui siamo incatenati, ma in cui non contiamo nulla.
Metteranno le toppe al sistema, lo rivergineranno con modi educati e sobri, copriranno il peggio con qualcosa che ci farà illudere che il mondo sarà meno ingiusto. Tireremo, novelli Tramaglini, un sospiro di sollievo, per poi accorgerci che quel che ci aspetta è semplicemente la prossima "crisi da pagare".

"There is no alternative": fino a quando questa frase mi/ci farà incazzare nel profondo dell'anima, la speranza non sarà ancora morta.
Perchè non posso davvero pensare che il mondo attuale, con la sua complessità ed i suoi equilibri, sia il punto più alto possibile raggiunto dall'umanità e dalla sua capacità di elaborazione del pensiero.
Che non ci sia alternativa alla polarizzazione tra ricchezze immense e assenza di dignità dell'esistenza. Che la sola solidarietà debba supplire sempre e ampiamente alla assenza di giustizia sociale.

Ripartiamo, dunque, da noi. Da coloro che amiamo, da coloro a cui siamo legati da vincoli di affetto e di amicizia. E immaginiamo una definizione nuova della felicità, o - almeno - della dignità dell'esistenza, dei suoi diritti minimi e validi per tutti.Una definizione in cui credere, in cui sperare, per cui lottare.

Facciamo lo sforzo necessario, ripartiamo.
Usciamo dall'annichilimento e dal silenzio: il tesoro che Angela ci ha lasciato è ancora integro.




Quel che gli ci vorrebbe dopo il salvataggio di Cosentino...

Un patetico fascista in divisa che dà il via ad un golpe da operetta sarà poi davvero peggio di quel che abbiamo adesso?

lunedì, gennaio 09, 2012

Uomini e lupi...

Qui si racconta di una visita, in un giorno di inverno, di un sito particolare, che è piaciuto moltissimo e che si consiglia caldamente di raggiungere, per quanto non risulti comodo da nessuna delle grandi città del nord Italia...
Il consiglio è rivolto agli umani, ma anche ai lupi, e soprattutto a coloro che si collocano a metà (o a tre quarti, indipendendentemente dalla posizione di partenza) tra le due razze selvatiche:-).
Sto parlando del centro faunistico "Uomini e Lupi", appunto, che si trova ad Entracque, in Val Gesso (provincia di Cuneo), nei confini del Parco Naturale delle Alpi Marittime.
In realtà i centri visita sono due: il primo nel centro storico del paese, in un vecchio edificio mirabilmente ristrutturato (ed in una bella piazza che si chiama molto partigianamente "Giustizia e Libertà", il che ci consente di rivolgere un rapido pensiero a Giorgio Bocca, che in queste valli combattè appunto sotto le bandiere di GL); il secondo in una frazione del paese, circa due chilometri e mezzo dal centro, in una struttura costruita appositamente al centro di una area faunistica.
Il percorso nell'edificio di Entracque è chiaramente costruito per un pubblico di bambini e ragazzi, ma non mi vergogno affatto a dire che l'ho apprezzato e mi sono divertito anch'io:-)
Nelle stanze dell'edificio sono ricostruiti quattro ambienti: una tenda nel bosco, una officina da ciclista di un personaggio di cui diremo, un salotto borghese del XIX secolo ed una grotta.
Ogni ambiente colpisce per la cura con cui è stato realizzato, per la perfetta complessità tecnologica (luci,  video, tempi e meccanismi interagiscono in modo impeccabile) e per la ricchezza di stimoli sensoriali e visivi: è una proiezione a dare il tempo di permanenza in ogni sala, circa 15 minuti, ma verrebbe voglia poi di fermarsi lì a pacioccare e toccare tutto...cosa assolutamente da evitarsi, per conservare il buon funzionamento di tutto lo splendido ambaradan per i futuri visitatori!:-))
Il protagonista delle prime due proiezioni è Prezzemolo, un personaggio caratteristico di queste valli occitane che - lasciato il lavoro "borghese" e permesso ad una lunga e splendida barbona bianca di adornargli il mento - si occupa ora di girare il mondo in bicicletta per raccogliere storie e deliziare i bambini con il fascino dei giochi poveri del secolo scorso.
In qualità di nonno e di ciclista, nei primi due ambienti il Nostro ci delizierà con leggende e storie su come l'uomo abbia considerato il lupo nei secoli e nelle diverse parti del mondo: non dirò di più, per non togliere il piacere di scoprire come.
Sulla terza sala, però, non riesco a mantenere il riserbo...

Seduti su vecchi divani consumati dal tempo, ci troviamo in un salotto borghese del secolo scorso, arredato con quadri e ritratti che rappresentano personaggi tipici dell'epoca: una famigliola borghese, due contrabbandieri, una vecchia contadina, un cacciatore, un guardiacaccia con la moglie...
Non vi stupirà sapere che i quadri di dimensione maggiore sono schermi ad altissima definizione, e che appena ci si è accomodati i personaggi degli stessi si animano, interagiscono e si spostano da una cornice all'altra, raccontando la vita ed i mestieri di quelle valli e di quell'epoca; e la narrazione è ironica e completa, affascinante, densa di aneddoti (e anche di irriverenza affettuosa nei confronti del Re Cacciatore...non solo di lupi e selvaggina, come storicamente noto:-))...
Nell'ultimo locale, dall'interno di un grotta, assistiamo all'avvicendarsi, nell'ambiente innevato esterno, di personaggi della valle (una famiglia, due pastori, un cacciatore ed un guardiaparco) che si scambiano i relativi punti di vista (inclusi tutti i possibili luoghi comuni:-)) sulla convivenza tra uomini e lupi.
Completano il percorso una mediateca dedicata al Lupo e alcuni spazi ad uso didattico.
Non meno affascinante, anche se rivolto ad un target esplicitamente più adulto, è il percorso che si segue nel sito di Casermette (anch'esso della durata di circa un'ora). Qui è una fotografa naturalista a raccontare la vera storia di Ligabue, un giovane esemplare di lupo che - dotato di radiocollare - fu seguito nelle sue peregrinazioni da un parco dell'appennino emiliano alla Valle Gesso, nell'inverno 2004/2005.
La fotografa, mentre racconta in video la sua storia, ci guida attraverso ambienti domestici (il laboratorio, la cucina, il salotto della sua casa) ed esterni (un bosco, un rifugio di montagna, una grotta in cui troveremo una curiosa sorpresa) sempre ricostruiti alla perfezione e dotati di oggetti e meccanismi che suscitano gioioso e infantile stupore (ogni tanto è bello riprovarlo, no?:-))...
Al termine del percorso, si giunge ad una torre di osservazione dell'area faunistica sottostante: se si ha tempo, pazienza e fortuna (a noi, alla fine della visita, mancavano quasi tutti gli elementi necessari...) è possibile avvistare i due esemplari di lupi italiani che vivono in cattività nell'area recintata (se nel prosieguo di questo caldo inverno nevicherà, cosa che per ora è avvenuta qui con estrema parsimonia, l'avvistamento sarà di certo facilitato...).

Un luogo da visitare, dunque...dove il rapporto tra uomini e lupi è sviscerato in ogni suo aspetto storico e culturale, in modo equilibrato, senza pregiudizi e senza dare prevalenza ad un particolare punto di vista.

Qui e qui tutte le informazioni necessarie per arrivare ai due siti e per sapere quando trovarli aperti...(se avete la tessera Abbonamento Musei di Torino, la visita è completamente aggratis!)

Vale la pena, ve lo assicuro...e se ve lo dice un lupo, potete fidarvi!:-)...