venerdì, settembre 21, 2007

E se lo dice lui...

Da "La Stampa" online, venerdì 21 settembre 2007.
TORINO
Si chiama Mirafiori baby ed è il più grande asilo nido aziendale d’ Italia: lo ha inaugurato questa mattina l’ amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, con il sindaco di Torino Sergio Chiamparino, all’ interno dello stabilimento di Mirafiori.

L’ asilo rimane aperto 12 ore, dalle 7,30 alle 19,30, con uscite ed entrate flessibili a seconda delle necessità dei dipendenti. Si estende su una superficie di circa mille metri quadrati ed ha un’ area giochi attrezzata esterna di 400 metri quadri in parte coperta. Può ospitare fino a 75 bambini dai tre mesi ai tre anni. Attualmente gli iscritti sono 56, di cui 13 con meno di un anno.
Vi lavorano 16 dipendenti. Davanti all’ ingresso accolgono i bambini due piccole nuove 500 a pedali, una bianca e l’ altra verde:« per i nostri clienti del futuro», ha detto scherzosamente Marchionne.

«Quando sono arrivato alla Fiat - ha aggiunto - sono rimasto allibito delle condizioni dei dipendenti e mi sono posto l’ impegno di umanizzare l’ ambiente di lavoro. Si cominciano a vedere i risultati del nostro impegno con l’ asilo, ma anche con la nuova mensa, le docce e gli spogliatoi e abbiamo intenzione di aprire un supermarket sempre a Mirafiori. A noi stanno molto a cuore le condizioni dei lavoratori».

giovedì, settembre 20, 2007

Mi fanno paura

Son tempi davvero difficili, questi…il clima di questo paese è talmente sovraeccitato ed incattivito che tentare di esprimere opinioni pacate – piuttosto che giudizi universali – è come tentare di sussurrare parole d’amore sotto il palco ad un concerto dei Greenday: inutile e frustrante.

Son tempi di masse furiose, incollerite, urlanti pronte a marciare verso il castello con le torce in una mano ed il cappio in un’altra, per fare giustizia sommaria e radere al suolo tutto quello che incontrano.

Me ne rendo conto. E’ assolutamente inutile dire che, nonostante tutto, in questo paese sfinito ed eticamente putrefatto la vita continua: gli ospedali e le scuole sono aperte, i treni e gli autobus continuano a portare in giro la gente, i supermercati traboccano di merci (spesso inutili), le autostrade nei weekend sono bloccate da code di settanta/ottanta chilometri, qualcuno spazza le strade, qualcuno pensa al futuro e a risolvere i problemi (il tutto in modo confuso, caotico, diverso per qualità da città a città: ma il tutto continua ad esistere).

La complessità di questo mondo, in questo momento, viene ignorata. Tutto magicamente funzionerebbe, a detta di alcuni, se si togliessero di mezzo quei mille-o-poco-più signori che siedono in Parlamento o sono al Governo (si, rivendico le iniziali maiuscole per le Istituzioni: sono anche mie, Cittadino di questo Stato, e ne difendo il senso e l’utilità).

Che sono, ovviamente, tutti ladri-incapaci-presuntuosi-arroganti.

E’ liberatorio, adesso, parlare male dei “politici”. Va di moda, è trendy, è necessario farlo più volte al giorno per sentirsi bene con se stessi. E se ieri si poteva fare solo al bar o sul pianerottolo con le borse della spesa, oggi ci sono possibilità infinite di farsi sentire: la mitica Rete, e le piazze stesse, che una volta venivano usate per ascoltarli, i “politici”, ed oggi ospitano i cappi virtuali.

Si può dar libero sfogo alla propria furia iconoclasta: abbattere, abbattere tutto; partiti, leader, istituzioni, la stessa organizzazione civile della vita deve essere gettata all’aria. Tanto, per magia, tutto rinascerà dalle macerie, bello e pulito, in modo spontaneo.

Questo è quello che pensavano anche gli anarchici, agli inizi del secolo scorso…ma c’è una sostanziale differenza. L’anarchismo credeva nell’uomo, nella sua bontà interiore, nella sua tendenza innata e naturale alla solidarietà e fratellanza: pensava che, abbattendo il sistema oppressivo che abbruttiva gli uomini, queste virtù sarebbero uscite alla luce illuminando il mondo nuovo.

Il senso comune di oggi no, non crede nell’uomo. Non ha fiducia in esso, lo disprezza, lo guarda con sospetto. Non si fida del vicino e del prossimo, a cui si accosta solo per gridare insieme contro un nemico comune. Vuole abbattere tutto solo per difendersi dal confronto, dalla fatica di vivere insieme e comprendersi, dal duro lavoro di costruzione di valori comuni e condivisi.

Il senso comune di oggi mi fa paura, e mi sembra assai peggio di quel che vuole abbattere.

venerdì, settembre 07, 2007

Lavarotti & Pavavetri

Così, con un incredibile colpo di fortuna, il Gran Circo Mediatico ha cambiato lo show in prima pagina (QuelloDiCuiTuttiDoveteParlare) senza neppure cambiare la metrica.:-(