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venerdì, settembre 24, 2010

Scanderebech, praticamente un mito/2

Che questo blog ami quest'uomo è noto.
Lo abbiamo scritto qui e qui.
Deodato Scanderebech ci è sempre stato simpatico per la sua assoluta incapacità di essere ipocrita; lui vaga di qua e di là, dall'UDC al centrosinistra all'UDC al sostegno a Cota al PDL all'UDC, instancabile, tra la regione ed il Parlamento, ed ogni volta spiega, racconta, motiva.
Oggi, a noi che siamo di parte, ci è simpatico per due ragioni; la prima è che il vecchio marpione, presentando una lista di sostegno a Cota alle ultime regionali in modo illegale (dimettendosi prima dall'UDC e poi presentando la lista in qualità di espondente dell'UDC), sta facendo rischiare il posto a Cota (si stanno ricontando le schede in queste settimane, togliendo a Cota i voti della lista Scanderebech che non indicavano espressamente il voto a Cota Presidente).
La seconda è che, inaspettatamente, il buon Deodato, entrato due mesi fa in Parlamento nelle file dell'UDC (primo dei non eletti nel 2008 dopo Vietti, diventato vicepresidente del CSM) e passato immediatamente armi e bagagli al PDL, in questi ultimi giorni ha abbandonato il PDL ed è ripassato all'UDC.
Sul suo sito non racconta più una cippa da un sacco di tempo, probabilmente perchè nemmeno lui sa esattamente cosa sta facendo oggi e cosa farà domani.
Ah, ma vi promettiamo che noi lo marchiamo stretto, 'sto fenomeno: niente niente un giorno scriveremo un saggio sul suo camaleontismo, e ci faremo un sacco di soldi.

martedì, agosto 03, 2010

Scanderebech, praticamente un mito.

(Nella foto, Deodato Scanderebech è quello a sinistra. Quello a destra è VERAMENTE Pippo Franco.)
A questo blog, il personaggio di Deodato Scanderebech ispira una sorta di anomala simpatia.
Per i non piemontesi, vale la pena di raccontare chi è.Pugliese, quasi sessantenne, è stato eletto per la prima volta in Consiglio Regionale con Forza Italia nel 1995: a quei tempi, per superare l'handicap di un cognome oggettivamente difficile da ricordare, distribuiva insieme ai santini un normografo di plastica con il suo nome da utilizzare in cabina elettorale. Assessore Regionale all'Agricoltura, nel 2002 lascia Forza Italia e nel 2003 entra nell'UDC (che a quei tempi, ante-predellino, è ancora in coalizione con il centro destra).Viene rieletto in Consiglio Regionale nel 2005, con l'UDC, con una marea di voti.
Nel febbraio 2006, le cronache sabaude (che anche questo blog riportò) segnalano il passaggio di Scanderebech dal Centrodestra al Centrosinistra.
Nemmeno una settimana dopo, lo Scanderebech rilascia una intervista sibillina. Ammette che è nei moderati, che non è più nell'UDC, ma smentisce di essere sia di qua che di là. Un capolavoro (leggasi l'ultima profetica risposta nell'intervista).

Nel febbraio 2008, l'UDC rompe con Berlusconi ed alle elezioni politiche di aprile corre da sola (da allora in poi la formazione di Casini sarà all'opposizione).

Scanderebech resta fermo lì, a vedere che succede: nel collegio torinese l'UDC elegge un solo deputato, Michele Vietti. Il nostro buon Deodato si colloca al secondo posto, primo dei non eletti.

Nel 2010, alle regionali piemontesi, l'UDC decide di sostenere la Bresso.
Scanderebech decide di uscire dall'UDC, fare un propria lista ("Al centro con Scanderebech", il cui motto è "COERENZA ED ONESTA'") e sostenere Cota.
Peccato che, invece di raccogliere le firme per presentare la nuova formazione, utilizzi il suo ex-ruolo di capogruppo del'UDC (in cui si trova ancora per motivi puramente formali) e presenti la nuova lista come se fosse apparentata a quella dell'UDC (già presente in Consiglio Regionale, e quindi senza bisogno di raccogliere firme, in base alla legge elettorale regionale).
E' bello sapere che uno dei più grandi sostenitori dell'iniziativa del Deo è nientepopodimenochè Pippo Franco.
Prende 12.000 preferenze, un bel bottino come al solito, ma questa volta non riesce a entrare in Consiglio Regionale.
La sua lista finisce, per il motivo legato alla mancata raccolta firme, al centro di uno dei ricorsi presentati da alcuni partiti di minoranza dopo le elezioni regionali.
Il TAR, pronunciandosi sui ricorsi, impone il riesame ed il riconteggio delle circa 15.000 schede sulle quali è stato espresso il voto per la lista Scanderebech e per le altre coinvolte con motivazioni diverse (ad esempio, utilizzo di firme false).
E, nella sentenza, è durissimo con Scanderebech: l’onorevole Deodato Scanderebech ha tradito lo spirito della legge regionale, ha tradito gli elettori dell’Udc, ha tradito addirittura tutto il corpo elettorale che «non può tollerare sulla scena elettorale soggetti o compagini che operano con sotterfugi e ordiscono trame fallaci per gli elettori».

Scanderebech si difende così:
''Non ho mai tradito gli elettori anzi, attraverso il lavoro ed l' impegno di questi anni ho sempre messo al primo posto lui e i suoi i bisogni''. Cosi' Deodato Scanderebech commenta la sentenza del Tra del Piemonte che ha disposto il riconteggio dei voti della lista da lui guidata alle elezioni regionali dello scorso marzo.

Ritenendo ''assolutamente ingiustificate, e a dir poco incomprensibili, le pesanti considerazioni contenute nella sentenza del Tar del Piemonte, secondo le quali avrebbe 'tradito' sia la legge, sia gli elettori'', l'ex consigliere regionale ricorda che ''nella primavera del 2005 mi sono candidato nell'Udc, lista collegata al centrodestra, con candidato a presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo con cui ha governato nei dieci anni''.

''Dopo aver perso la competizione elettorale - prosegue - l' Udc, con Deodato Scanderebech Presidente, si e' schierato contro il governo di sinistra portando avanti proposte e battaglie politiche in netta contrapposizione alla giunta Bresso. In occasione della recente tornata elettorale, l'Udc piemontese, a sorpresa - ricorda ancora l'ex consigliere regionale - si e' schierato con il centrosinistra, rappresentato da Mercedes Bresso. Di fronte a questo incoerente cambio di rotta, coerentemente al mandato conferitomi dagli elettori e nel pieno rispetto della legge, ho deciso di appoggiare il candidato del centrodestra Roberto Cota'', conclude.

Ma non è finita qui.
Proprio in questi giorni, Michele Vietti viene eletto Vicepresidente del CSM e lascia libero il seggio da deputato dell'UDC.
A chi? Ma al primo dei non eletti nel 2008 nel suo collegio, ovviamente. Deodato Scanderebech.
Che, per "coerenza ed onestà", forse dovrebbe rinunciare...
Nei palazzi piemontesi, il centrosinistra fa di tutto per evitare che il "signore delle preferenze" vada a Roma, offrendogli presidenze gustose: ma il buon Deodato ritiene che il seggio sia un giusto premio per il suo lavoro.
Ed ha già dichiarato che, appena arrivato a Montecitorio, si iscriverà al gruppo parlamentare del PDL (per la gioia di Berlusconi, che necessita come l'aria di forze "nuove" nei ranghi del PDL dopo aver scoperto che i finiani erano ben più numerosi di quel sostenevano i suoi infidi consiglieri...)

Anzi, qui si sostiene che il buon Deo stia già trattando con il PDL per avere un posto blindato e sereno che garantisca l'arrivo ad una delle Camere in modo diretto per le prossime elezioni politiche.

Non ci resta dunque che aspettare il prossimo colpo di scena (indicativamente, basta aspettare due o tre anni...) della vita politica di questo incredibile uomo.

giovedì, febbraio 23, 2006

Ritorno all'ovile

Dopo pochissimi giorni, il mitico Deodato Scanderebech ha compiuto un altro triplo salto mortale carpiato, tornando dal centrosinistra al centrodestra.
Gli saranno arrivati dei nuovi sondaggi?
Comunque è stato lungimirante: non aveva neppure modificato il suo sito per comunicare ai suoi elettori il penultimo salto mortale.

giovedì, febbraio 16, 2006

A pulire le toilette dei siti olimpici, tanto per cominciare...

Eccoli qua, stanno arrivando.
I transfughi, i traditori, chiamateli come volete.
Parlo degli esponenti del centrodestra piemontese che, preoccupatissimi dai sondaggi, stanno abbandonando precipitosamente la nave della CdL per salvarsi da un probabile disastro.
L'ultimo, ieri, è stato il capogruppo di Forza Italia nel Consiglio Comunale di Torino, Paolo Chiavarino. Durante una riunione del suo gruppo, senza preavvisarli, ha comunicato agli ex-sodali attoniti di essere passato all'Udeur.
Qualche giorno prima aveva fatto il salto della quaglia anche il fantasista Deodato Scanderebech, uno che ha preso quasi 10.000 preferenze alle ultime regionali, nonostante il cognome da olimpionico di slittino non fosse tra i più semplici da scrivere sulla scheda (ma lui rimase famoso, tra le altre cose, per avere distribuito normografi adatti all'uopo in occasione di una consultazione elettorale).
I due simpatici personaggi, nelle interviste capolavoro che hanno rilasciato a Repubblica (in cui par di sentire il rumore delle unghie che grattano i vetri), invece di tacere, per dignità e pudore, rivendicano il loro passato democristiano o mastelliano, senza preoccuparsi del fatto che questo non fa che sottolineare la preoccupante persistenza del loro voltagabbanismo.
Il bello è che ancora oggi, sul sito dello Scanderebech si può leggere quanto segue:
"L'UDC, rappresentato a livello nazionale da Marco Follini e da Pier Ferdinando Casini, è senza alcun dubbio il partito che avrà un ruolo di primo piano nel dopo Berlusconi, parola di SCANDEREBECH. È quanto si evince dall'analisi del quadro politico del momento, dominato da una situazione in cui tutti fanno pressione per riuscire a occupare una posizione centrale nello schieramento politico di appartenenza. All'interno della maggioranza parlamentare, oggi più che mai, si avverte il bisogno di stabilità per poter tener fede agli impegni presi con l'elettorato, come si è potuto dedurre dalle scelte fatte dall'UDC in occasione della verifica di governo."
(Da domani il testo probabilmente cambierà, il Grande Fratello è solo in ritardo ...)

Insomma, l'Unione, oltre a tutti i problemi che ha con quelli che ne fanno parte da secoli, divisi su quasi tutte le cose importanti, ha ora anche il problema di questa lunga fila di personaggi in fuga dalla sconfitta che bussano alle sue porte.
E una la trovano aperta sempre, dannazione: è quella di Mastella, che già ha promesso ai due prodi (con la p minuscola, neh) la possibilità di correre per uno scranno al Senato.
Insomma, mentre "il caso Ferrando" distoglie la nostra attenzione dalla realtà, l'Unione imbarca personaggi che possono farle ancora più male, dal punto di vista di un elettorato che vorrebbe un cambiamento vero e radicale, sia di direzione politica del paese che di uomini che la devono attuare.
Non dico che bisognerebbe sbattergliela in faccia, la porta. Ma almeno farli entrare da quella di servizio, fargli prendere scopa e spazzolone e per un adeguato periodo di decantazione mandarli a pulire i bagni da qualche parte.
Sarebbe più giusto, nei confronti di chi pensa che la politica sia e debba essere ancora una cosa seria.