Visualizzazione post con etichetta Laghi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Laghi. Mostra tutti i post

venerdì, gennaio 16, 2009

Dio esiste?

Personalmente penso di no...ma adesso mi piace pensare, per un attimo, che ci sia.
E me lo vedo aspettare, sulla soglia del mondo celeste, l'ingresso di monsignor Pio Laghi (1, 2).
E, al suo apparire, corrucciare le sopracciglia, tirarsi su le maniche e dirgli gelidamente: "Vieni, mio caro, vieni avanti, che devo dirti un paio di cosette...ed intanto mi alleno per quando arrivano gli altri..."

*

Monsignor Laghi è stato nunzio apostolico (dunque, ambasciatore del Vaticano) in Argentina dal 1974 al 1980, negli anni più tetri della dittatura che - ricordiamolo - ha prodotto la scomparsa di un numero impressionante di persone (tra 9000 e 30.000).

In questo frangente, Monsignor Laghi seppe da che parte schierarsi, senza grossi dubbi. Tre mesi dopo il golpe, dichiarò:
"I soldati adempiono il loro dovere primario di amare Dio e la Patria che si trova in pericolo. Non solo si può parlare di invasione di stranieri, ma anche di invasione di idee che mettono a repentaglio i valori fondamentali. Questo provoca una situazione di emergenza e, in queste circostanze, si può applicare il pensiero di san Tommaso d'Aquino, il quale insegna che in casi del genere l'amore per la Patria si equipara all'amore per Dio."

Coerente con questo principio, non si astenne dallo stringere amicizia con i carnefici.

Nel 1997 fu denunciato alle autorità italiane dalla Madri di Plaza de Mayo perchè «collaborò attivamente con i membri sanguinari della dittatura militare e portò avanti personalmente una campagna volta ad occultare tanto verso l'interno quanto verso l'esterno del Paese l'orrore, la morte e la distruzione. Monsignor Pio Laghi lavorò attivamente smentendo le innumerevoli denunce dei familiari delle vittime del terrorismo di Stato e i rapporti di organizzazioni nazionali e internazionali per i diritti umani».
E inoltre denunciarono Laghi per «aver messo a tacere le denunce internazionali sulla sparizione di più di trenta sacerdoti e sulla morte di vescovi cattolici. Pio Laghi provvide, con i membri dell'episcopato argentino, alla nomina di cappellani militari, della polizia e delle carceri che garantissero il silenzio sulle esecuzioni, le torture e gli stupri cui assistevano. Questi cappellani avevano l'obbligo non solo di confortare spiritualmente gli autori dei genocidi e i torturatori, ma anche, tramite la confessione, di collaborare con l'esercito estorcendo informazioni ai detenuti».

Qui, invece, potete leggere il testo dell'omelia di Benedetto XVI in ricordo di Pio Laghi.