venerdì, luglio 29, 2011

Waiting for a Forking Class hero...

Se il Parlamento approverà nei prossimi giorni, come sembra, il disegno di legge sul cosiddetto "processo lungo" (che consente alla difesa di presentare il numero di testimoni che desidera, togliendo di fatto al giudice la possibilità di determinare in qualche modo la durata del processo), il messaggio fornito al "popolo" mi sembra chiaro: "se un potente commette reato contro di te, fatti giustizia da solo, perchè non potrai mai più averla da un Tribunale dello Stato".

C'è il piccolo problema che una giustizia fatta senza l'intervento dello Stato (o comunque di un soggetto terzo che garantisca una visione imparziale del conflitto tra le parti) si chiama semplicemente "vendetta", il che non mi sembra un grosso passo avanti in tema di civiltà.

E' evidente però la coerenza di fondo tra lo stabilire una giustizia "di classe" (chi può pagarsi più avvocati e testimoni può garantirsi l'impunità, facendo andare in prescrizione il processo) e la progressiva estensione della stessa logica di classe a tutto il welfare.

Il servizio pubblico resta, restano la sanità e l'istruzione, restano i trasporti, ma la qualità offerta diminuirà nel tempo a fronte di un aumento dei costi per l'utenza (con ticket e contributi vari).

Sicchè si rischia che l'alternativa, in futuro, non sia più tra due sistemi - uno scadente ma gratuito ed uno efficace ma costoso: ma che la costosità dei servizi pubblici induca lo stesso "popolo", in futuro, a non usarli più.

*
Con i tempi che corrono, e soprattutto con quelli che si annunciano, se fossi un potente incomincerei a cagarmi un po' sotto, quando esco di casa.

Avrei il timore crescente di cogliere, d'improvviso, un doloroso impatto tra la morbida pelle delle mie natiche avvolte in tessuti di pregio e la scintillante, rozza metallicità di un forcone proletario.

lunedì, luglio 11, 2011

Alcuni semplici quesiti

In queste ore tutti i soloni nostrani sono concordi nel ritenere che vi sia un "attacco" contro il nostro paese.
La Marcegaglia sembra Vittorio Emanuele II durante le guerre di indipendenza:
"In un momento difficile come questo, in cui tutti i paesi europei e ovviamente anche l'Italia devono gestire momenti complessi legati alle turbolenze dei mercati finanziari, penso che unirsi attorno ai simboli del nostro Paese, della nostra patria, dalla bandiera al Viminale, sia molto importante, così come lo è lavorare tutti nella stessa direzione per difendere il nostro Paese e costruire un futuro migliore per i nostri figli".
La patria, la bandiera, difendere il paese...
Ma chi è il nemico, esattamente?
"Sappiamo che ci sono molti investitori che aspettano la contingenza per sfruttare una situazione in cui ci sia un default mal gestito e non gestito. Questa è la lezione che abbiamo imparato dalla Lehman, che è stato il fallimento più caro della storia e non vogliamo ripeterlo". (Mario Draghi, 14 giugno 2011).
Gli "investitori", dunque?
Sembra proprio di sì:
«Consob ha approvato un nuovo regime di trasparenza in materia di vendite allo scoperto. A partire da domani (lunedì 11 luglio, Ndr) gli investitori che detengano posizioni ribassiste rilevanti sui titoli azionari negoziati sui mercati regolamentati italiani sono tenuti a darne comunicazione» alla Commissione. Il provvedimento ha efficacia dall'11 luglio e resterà in vigore fino al 9 settembre 2011. È quanto ha annuncia la Commissione con una nota diffusa al termine della riunione tenutasi nel pomeriggio. »
Ovviamente, secondo altre fonti, la denominazione del nemico è più impersonale e connotata negativamente (leggasi "la speculazione internazionale"), ma direi che il nemico, colui che conduce l'attacco contro il nostro paese, è riconducibile a entità o persone che tentano di ricavare il massimo vantaggio economico giocando sulla "fiducia" che i mercati (cioè essi stessi, in fondo) accordano agli Stati.
Ora, come ci si difende da un nemico dello Stato, e quindi dei cittadini che lo abitano?
C'è chi al proposito manifesta idee bizzarre, come Oscar Giannino:
"Come si deve muovere il governo? Per bloccare la speculazione internazionale, deve fare tre cose. Primo, non diluire i saldi della manovra, com’è avvenuto nel Consiglio dei ministri, ma rafforzarli in Parlamento: per esempio ripristinando l’aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici del privato a 65 anni già disposto per il pubblico, ma a cominciare gradualmente dal 2013 e non dal 2020. Secondo, approvarla in fretta. Terzo, evitare ridicoli autogol, come i battibecchi tra ministri e quelli del premier al ministro dell’Economia."
Insomma, secondo Giannino (e anche secondo Tremonti) il sistema più adatto è...identificare un nemico più debole (i cittadini) e massacrare quello. Ci si difende dai pescecani internazionali tenendo le donne più a lungo al lavoro, parbleu!. (Questo fa il paio con Marchionne, che pensa che per sfondare sui mercati non sia necessario produrre auto più appetibili degli avversari, ma tagliare le pause agli operai).

Io penso che si debba adottare, invece, una legislazione speciale come quella adottata per combattere, a suo tempo, il terrorismo.
Sono gli investitori/speculatori NEMICI del nostro Paese? Provocano con le loro azioni un danno allo Stato, ed ai cittadini tutti?
Se la risposta è SI, si agisca senza indugio. Il Parlamento si riunisca e promulghi leggi "ad-paesem", per una volta.
Li si identifichi, questi nemici (non dovrebbe essere difficile), li si arresti, si proceda al sequestro dei beni, come si fa per legge nei confronti di chi è ritenuto "nocivo" e pericoloso per la collettività. Questo è DIFENDERSI. Si impedisca per legge che chiunque possa portare attacchi al Paese.
O sennò...dateci i nomi, gli indirizzi, le sedi legali. Ci difenderemo da soli.
Altro che il "pericolo per la democrazia" rappresentato dal movimento NO TAV: sono gli speculatori in giacca e cravatta ad ammazzarci il futuro. E il nostro Stato non sembra aver intenzione di difenderci, anzi.