mercoledì, aprile 20, 2011

Vedere il futuro...

Domenica ho visitato, per l'ennesima volta (la quinta) la Fortezza di Fenestrelle, la "Piccola Muraglia Piemontese" che si erge lungo 635 metri di dislivello, dal XIX secolo, a difendere l'alta Valle Chisone dagli attacchi (mai avvenuti) dei nemici transalpini.

E' un'opera che colpisce per la sua dimensione, e per la sua complessità: un capolavoro di ingegneria non solo militare, ma anche civile.

Per costruirla ci sono voluti 122 anni di lavoro, a partire dal 1727.

Un piccolo stato "de coccio", stretto tra potenti e avversi vicini, in perenne crisi economica, è riuscito a condurre a termine un progetto di lunghezza incredibile passando attraverso il regno di un discreto numero di sovrani e la conduzione di decine di progettisti ingegneri civili e militari.

E' vero: trattavasi di monarchia retrograda e non democratica. Bastava ordinare affinchè venisse eseguito. Bastava tartassare i sudditi per recuperare (spietatamente) le risorse per un'opera miltare ciclopica.

Ma restan sempre 122 anni di continuità progettuale, boja fauss! Vorranno pure significare qualcosa, in termini di organizzazione dello stato...

Ora, quasi tre secoli dopo, tutta la capacità di "fare" sembra essersi trasferita esclusivamente nella politica degli annunci.

Abbiam visto posare infinite "prime pietre". Abbiam sentito annunciare infinite megaopere: il Ponte sullo Stretto, un discreto numero di centrali nucleari. In buona parte cazzate galattiche, inutili e dispendiose, per fortuna mai partite davvero.
La distruzione del territorio ed il consumo di suolo, negli ultimi decenni, hanno galoppato, ma con una quantità di microopere, di vandalismi individuali, di piccoli miserabili deturpamenti che non hanno mai assunto - nemmeno per sbaglio - il rango di "utilità pubblica".

Forse l'ultima opera di rilievo in questo senso sono stati i 1000 km di Alta Velocità ferroviaria, tra la fine degli anni '80 ed il 2009, costruiti tra Torino e Salerno. (Discutibili, inevitabilmente devastanti sotto molti punti di vista, e alibi per attuare una divisione "di classe" tra gli utenti: ma indubbiamente opera di rilievo ed utilità pubblica).

Il nucleare, che solo un mese fa era dato come scelta scontata e certa, si è sgonfiato come un palloncino, scomparendo nel nulla: forse tornerà tra sei mesi, quando non ci saranno più urne aperte nei dintorni, ma con le crescenti vocazioni "federaliste" di questo paese è assai improbabile che si dia il via ad una operazione di tale complessità (e ne sono contento, lo dico forte: ma c'è una bella differenza tra non fare le cose per scelta e non farle per ignavia...)

Anche dal punto di vista politico, l'approssimazione e la superficialità sono la regola.
I 75 componenti della Commissione per la Costituzione che, all'interno dell'Assemblea Costituente, redassero il testo della nostra Carta nel 1946, lavorarono per sei mesi: il testo fu poi discusso in aula per altri nove mesi.

Oggi, il primo cretino che passa si alza la mattina e propone di riscrivere un articolo della Costituzione (quanti articoli ha già proposto di riscrivere il solo Signor B.? Si è perso il conto, in questi anni).
Più rare (nel 2001, approvata da referendum, e nel 2005, respinta) le proposte di modifica più organiche e più ponderate (anche se, a posteriori, non troppo felici come esito).

Oggi, le leggi vengono scritte da tre maggiordomi in croce al servizio del Satrapo, in brevi riunioni, e hanno lo scopo di risolvere problemi contingenti, immediati, quasi sempre personali.
Usa e getta, a scadenza come lo yogurt.

Anche nella maggior parte delle imprese non è che vada molto meglio: il "vantaggio immediato" (per l'azionista) e la "velocità di azione" guidano le scelte, determinate da un ansiogeno "stare sul mercato globale" che produce effetti paradossali (come considerare "bravo manager" un amministratore delegato col maglioncino che continua a perdere da mesi quote di mercato e posti di lavoro nell'ordine che preferite).

L'unica nostra speranza, visto che non siamo più in grado di costruire cose complesse come la Fortezza di Fenestrelle, è che qualcuno venga ad invaderci :-) e ci reinsegni la lentezza, la pazienza, il modo di affrontare la complessità, di costruire le cose guardando finalmente al futuro - un futuro qualsiasi, purchè sia collocato finalmente più in là della prossima settimana o del prossimo mese.

venerdì, aprile 15, 2011

Miscellanea

Sono tre le cose che mi hanno colpito oggi, in modo particolare.

La prima, e più dolorosa, è la morte assurda di Vittorio Arrigoni a Gaza, provocata da un gruppo di subumani senza cervello nè ragione.
Quel che raccontava e quel che faceva (lo scudo umano per contadini e pescatori palestinesi, per difenderli dalla violenza militare israeliana) era importante e prezioso.

La seconda è questa cosa qui: ma il motivo per cui mi ha colpito non sta nella notizia in sè.
Il giornalista (?) Marco Pasqua di Repubblica decide di scrivere, sulla cronaca milanese, un articolo a sensazione: il tono dell'articolo (titolato "La prof negazionista del Manzoni:"Basta con il mito dell'Olocausto"") fa venire i brividi. Mi puzza da subito. Un grande quotidiano nazionale si scaglia contro una persona, contro una blogger?
Si, è proprio così. L'articolo estrae, sceglie, decontestualizza, non fornisce link diretti, fa credere che questa persona - una insegnante - abbia espresso opinioni antisemite. Lascia il dubbio (senza dir nulla di preciso al riguardo) che lo faccia anche a scuola. Ed esprime il suo giudizio: assoluto, perentorio, definitivo. Condanna! Ludibrio! Vergogna!

E il peggio è che non solo c'è chi ci va dietro, ma anche chi pensa di correre ancor più veloce del prode giornalista. E' il senatore del PD Roberto della Seta, che sul suo blog pubblica questa dichiarazione:

LA DOCENTE NEGAZIONISTA NON PUO' INSEGNARE

“Notizie di stampa riportano che una docente del liceo Manzoni di Milano è autrice di un blog dai contenuti chiaramente antisemiti e negazionisti, che ad esempio definisce l’Olocausto ‘un mito’. Come ho avuto modo più volte di dire, sono convintamente contrario che venga introdotto nel nostro ordinamento penale il reato di negazionismo in merito all’olocausto ebraico.

Invece chi sostiene tali scelleratezze è palesemente incompatibile con la funzione di educatore pubblico.

Per questo chiediamo al Ministro Gelmini di adottare tutte le misure disciplinari possibili per evitare che degli alunni siano costretti ad apprendere la storia e la filosofia da unapersona di tal genere.”

Ma vi rendete conto? "Notizie di stampa riportano che" vuol dire che il senatore non si è nemmeno preso la briga di andarle a leggere, le opinioni in questione.

Se uno non sa, dovrebbe tacere. Ennò, siamo in Italia. Della Seta non sa, ma emette la sua sentenza: "chi sostiene tali scelleratezze (che lui non conosce, ma giudica senza fallo) è palesemente incompatibile con la funzione di educatore pubblico".

Traduzione: io non so cosa dice o scrive questa persona, ma se Marco Pasqua dice che è cattiva io vado oltre, e dico che bisogna anche licenziarla! E chiedo che intervenga la Gelmini!

Io ho scritto una educata mail al senatore Della Seta, molto più educata delle sue parole che chiedono la morte civile e professionale di una persona che non conosce e di cui non fa nemmeno lo sforzo di conoscere le opinioni in modo diretto:

"Egregio Senatore,
sono un iscritto piemontese del PD che ha letto sul suo blog questo post:
LA DOCENTE NEGAZIONISTA NON PUO' INSEGNARE (...)

E' evidente che la sua dichiarazione trae ispirazione da questo articolo di Marco Pasqua su Repubblica:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/04/14/news/la_prof_negazionista_del_manzoni_basta_con_il_mito_dell_olocausto-14910024/

Posso dirle che mi terrorizzano entrambi, sia l'articolo che la sua dichiarazione?

Marco Pasqua compie un'operazione indecente. Usa la potenza di un articolo su un quotidiano nazionale per aggredire una persona per le idee che esprime, e non consente di verificarle direttamente: estrapola, riorganizza, decontestualizza, non fornisce link diretti ed esprime un giudizio perentorio, assoluto, senza permettere alla persona in oggetto di difendersi (certo, poi scrive un secondo articolo - http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/04/15/news/prof_negazionista_arrivano_gli_ispettori_e_lei_tutta_colpa_della_lobby_sionista-14951637/?ref=HREC1-10 - in cui presenta sempre nello stesso modo - estrapolando poche frasi da un contesto ben più ampio - quel che la persona scrive nel suo blog in risposta all'attacco).

Lei, Senatore, compie un atto egualmente indecente quando in nome di "notizie di stampa (che) riportano che" si spinge a chiedere il LICENZIAMENTO (!!!!) di un'insegnante, chiedendo l'intervento del Ministro (ben lieto, peraltro, di intervenire tutte le volte che si può configuare un "reato di opinione") per opinioni espresse in un blog personale, fuori dal contesto scolastico, e assolutamente lontane dall'essere etichettate banalmente come "contenuti chiaramente antisemiti e negazionisti".

Non entro nemmeno nel merito: io sono andato a cercare il blog "incriminato", ho letto quel che c'è scritto, mi sono fatto una personale opinione. Come "opinioni", appunto, sono quelle espresse nel blog. Complesse, intense, forse discutibili: ma non banalizzabili come ha fatto Marco Pasqua.

Al di là del merito, è il metodo che indigna: è profondamente fascista.

Faccia un duplice sforzo, Senatore, la prego: vada a leggere - con la sua testa ed i suoi occhi - quel che quella persona scrive, visto che ha deciso di esprimere la sua personale opinione su questi fatti.

E modifichi o ritiri la sua dichiarazione, e chieda scusa pubblicamente a questa persona per l'avventatezza, per la superficialità, per la leggerezza con cui si è accodato - in nome di una indignazione completamente fuori luogo - a chiedere la sua condanna a morte sociale e professionale basandosi solo su un (assai poco professionale) articolo di giornale.

Mi restituisca l'orgoglio di essere di sinistra: si può sbagliare, prendere una cantonata, ma ciò che dovrebbe distinguerci è anche la capacità di avvedersene e ammettere i propri errori. Con umiltà ed umanità.

La ringrazio per la cortese attenzione."

Non so se mi risponderà: se lo fa, ve lo dico. Per il momento registro con dolore questa orribile tendenza (da parte di chi si definisce DI SINISTRA) a giudicare senza sapere, a chiedere l'intervento del POTERE contro una persona per le sue opinioni, questa voglia di condannare, cancellare, sopprimere: questo è fascismo, sant'iddio!!

Naturalmente, massima solidarietà all'insegnante presa nel mirino, le cui opinioni- e per verificarlo di persona basta andare sul blog collettivo Cloro al clero, e leggere con la mente sgombra da pregiudizi - non sono affatto banalizzabili come "antisemite".

La terza cosa che mi ha colpito oggi è uno spaventoso articolo su "Repubblica" edizione cartacea, a pagina 17, intitolato "Se la crescita non accelera al 2% tagli alle spese vive per 35 miliardi" (sottotitolo: Studio Bankitalia: ecco i sacrifici imposti da qui al 2016), a firma di Roberto Petrini.

Questo l'incoraggiante incipit:
"Una stangata colossale. Un vero e proprio massacro epocale."
Si riparla della famosa "regola del debito", che l'Unione Europea imporrà ai paesi europei per rafforzare il Patto di Stabilità: tutti i paesi che hanno un debito superiore al 60% del PIL (e noi siamo oggi al 120%) devono ridurre lo scostamento del 5 per cento ogni anno.
Per l'Italia, equivale ad una somma annuale di 45 miliardi di euro.
Draghi ha detto che l'unico modo per salvarsi è avere una crescita annua del 2% del PIL. Se la crescita è all'1%, che è la media degli anni 2000-2005 prima della crisi economica, bisognerebbe mettere in programma, negli anni 2011-2016, tagli alla spesa corrente per 35 milardi di euro.
"Si tratterebbe, in altri termini, di una riduzione del 5,3% delle spese vive, sociali e di welfare, al netto di interessi ed investimenti."

Ovvero: quel che conosciamo oggi in termini di tagli alla scuola, alla cultura, alla sanità, ai trasporti, ai servizi ai cittadini, è semplicemente un piccolo aperitivo rispetto a quel che ci aspetta nei prossimi anni.

Io, fossi nell'opposizione, col cavolo che mi candiderei a vincere le prossime elezioni politiche.
Un governo serio dovrebbe imporre una patrimoniale per recuperare 4-5000 miliardi di euro, facendosi nemici tutti i poteri forti, e convincere i cittadini che la loro vita futura sarà come quella dei greci (di cui non si parla più per non deprimersi), e per farlo dovrebbe mandare i blindati per le strade, spararci addosso, gestire una probabile guerra civile.
Nessuno sano di mente può assumersi un simile compito in un paese dalle intelligenze devastate dalla TV.

Fossi nel PD, mi scioglierei: subito, adesso. Ma non per le ansie di purezza delle anime belle: bensì perchè pensare di governare un paese in bancarotta (morale prima che economica) , che continua a credere alle favole, ed è disposto ad ammazzare chiunque chieda un minimo di responsabilità e rispetto per le regole, è follia, follia pura.

Questo governo Titanic, che è disposto a sacrificare il futuro del 95% degli italiani per salvare il culo di uno solo, andrà avanti a raccontarci che gli unici problemi che esistono sono quelli del signor B: poi, quando arriverà il giorno del giudizio - tra due, tre, cinque anni- , scapperanno tutti, come i topi dalle navi che affondano, e ci lasceranno soli, soli a contemplare le macerie di quella che una volta era una nazione.

Si, forse beccheremo qualche piccolo topo in trappola e gliela faremo pagare cara.
Ma la vendetta mutilata sarà una gran misera soddisfazione.