Quando sono andato a Londra, a luglio, ho prenotato via email un appartamento per quattro giorni a Camden Town.
Il proprietario mi ha chiesto solo il numero di cellulare, e mi ha lasciato la chiave sotto lo zerbino visto che sono arrivato nel cuore della notte.
La mattina dopo non ha nemmeno voluto la carta d'identità nè pagamento anticipato. Ho pagato senza problemi la mattina della partenza.
Lunedì sera sono arrivato a Milano, in un albergo della catena Sheraton, dove l'azienda mi aveva prenotato una camera per due giorni. Alla reception, oltre ai documenti mi hanno chiesto la carta di credito: in assenza di questa, era necessario il pagamento anticipato!!
Da un lato il signor Marc Rutt di Londra, che nemmeno mi conosce, mi dimostra una fiducia "umana"; dall'altro la catena Sheraton, che dispone di stuoli di avvocati pronti a rovinare chiunque, non accetta nemmeno il rischio di poche centinaia di euro nonostante la "garanzia" di una multinazionale.
Impressionante, nevvero?
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giovedì, novembre 08, 2007
venerdì, ottobre 19, 2007
La pazienza è una virtù necessaria
Ieri sera, nel nostro piccolo paesino di circa 1700 abitanti, noi consiglieri comunali della lista civica di minoranza abbiamo tenuto un incontro pubblico per illustrare il lavoro svolto, nell'ambito del nostro limitatissimo ruolo istituzionale, in questi tre anni e mezzo di legislatura.
La cinquantina di persone intervenute (un gran successo, tenuto conto della scarsa vocazione partecipativa della comunità) erano in parte animate da sentimenti ultimamente ahimè assai diffusi: una forte animosità (cosa assai diversa dalla passione), una forte diffidenza, una scarsa vocazione all'ascolto.
Purtroppo la capacità di affrontare questioni complesse con il tempo e la calma necessarie sembra essere virtù sempre più rara, così come il rispetto preliminare verso l'interlocutore sconosciuto.
E' assai normale invece un atteggiamento che sostiene che "tutto è semplice, facile, ovvio, se non capita è solo questione di volontà".
Le leggi, le norme, le regole sono ormai vissute con estremo fastidio anche da persone che hanno un forte senso della legalità: è indubbiamente un elemento su cui riflettere.
Le leggi sono viste, sempre più, come un pretesto che la "casta" usa per non agire, per nascondersi, per mantenere i privilegi: purtroppo, questo spesso è qualcosa che accade davvero.
Io non so davvero come faremo a recuperare le virtù necessarie per la convivenza civile: la pazienza, il rispetto e la fiducia, che sono le basi di una democrazia rappresentativa.
Occorrerà uno sforzo gigantesco, immane, infinito, assolutamente controcorrente.
Ma - sembra essere una costante della mia vita, in questi ultimi tempi - non possiamo non tentarlo.
La cinquantina di persone intervenute (un gran successo, tenuto conto della scarsa vocazione partecipativa della comunità) erano in parte animate da sentimenti ultimamente ahimè assai diffusi: una forte animosità (cosa assai diversa dalla passione), una forte diffidenza, una scarsa vocazione all'ascolto.
Purtroppo la capacità di affrontare questioni complesse con il tempo e la calma necessarie sembra essere virtù sempre più rara, così come il rispetto preliminare verso l'interlocutore sconosciuto.
E' assai normale invece un atteggiamento che sostiene che "tutto è semplice, facile, ovvio, se non capita è solo questione di volontà".
Le leggi, le norme, le regole sono ormai vissute con estremo fastidio anche da persone che hanno un forte senso della legalità: è indubbiamente un elemento su cui riflettere.
Le leggi sono viste, sempre più, come un pretesto che la "casta" usa per non agire, per nascondersi, per mantenere i privilegi: purtroppo, questo spesso è qualcosa che accade davvero.
Io non so davvero come faremo a recuperare le virtù necessarie per la convivenza civile: la pazienza, il rispetto e la fiducia, che sono le basi di una democrazia rappresentativa.
Occorrerà uno sforzo gigantesco, immane, infinito, assolutamente controcorrente.
Ma - sembra essere una costante della mia vita, in questi ultimi tempi - non possiamo non tentarlo.
venerdì, ottobre 12, 2007
Fiducia
Nelle ultime settimane, mi è capitato spesso di ritrovarmi in un contesto con diverse persone sconosciute, o non particolamente vicine a me nella vita di tutti i giorni.
E ho provato la sensazione di capirle come non mi era mai avvenuto prima.
Come se le loro parole mi toccassero il cuore e l'anima. Come se sentissi esattamente, con una precisione assoluta, quel che volevano trasmettermi.
Non sono mai stato così sensibile, in vita mia, così ricettivo, e - dannazione - anche così indifeso.
E' come se in questi ultimi mesi fossero crollati dentro di me, uno ad uno, tutti i muri che mi dividevano dagli altri. Come se - immerso in una relazione di assoluta fiducia, di straordinaria trasparenza - si fossero dissolte le paure, gli ostacoli, che rendono difficile ed impossibile il confronto con gli altri.
Sono spaventosamente sincero, leggibile, trasparente. Non mento più, nemmeno per legittima difesa.
E sono contento che sia così, perlomeno fino a quando prenderò il primo tramvai in pieno muso, mi risveglierò dal sogno ed inizierò con cemento e cazzuola a ricostruire i muri, le difese, a mettere i sacchi di sabbia alle finestre della mia anima, ed il filo spinato attorno al cuore.
Ma spero, spero, spero che sia il più tardi possibile.
P.S. per questa trasparenza e questa sensibilità, una nuova ondata di gratitudine mi travolge, e la destino alla stessa meravigliosa persona a cui è dedicato il post "Cos'è la felicità".
E ho provato la sensazione di capirle come non mi era mai avvenuto prima.
Come se le loro parole mi toccassero il cuore e l'anima. Come se sentissi esattamente, con una precisione assoluta, quel che volevano trasmettermi.
Non sono mai stato così sensibile, in vita mia, così ricettivo, e - dannazione - anche così indifeso.
E' come se in questi ultimi mesi fossero crollati dentro di me, uno ad uno, tutti i muri che mi dividevano dagli altri. Come se - immerso in una relazione di assoluta fiducia, di straordinaria trasparenza - si fossero dissolte le paure, gli ostacoli, che rendono difficile ed impossibile il confronto con gli altri.
Sono spaventosamente sincero, leggibile, trasparente. Non mento più, nemmeno per legittima difesa.
E sono contento che sia così, perlomeno fino a quando prenderò il primo tramvai in pieno muso, mi risveglierò dal sogno ed inizierò con cemento e cazzuola a ricostruire i muri, le difese, a mettere i sacchi di sabbia alle finestre della mia anima, ed il filo spinato attorno al cuore.
Ma spero, spero, spero che sia il più tardi possibile.
P.S. per questa trasparenza e questa sensibilità, una nuova ondata di gratitudine mi travolge, e la destino alla stessa meravigliosa persona a cui è dedicato il post "Cos'è la felicità".
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riflessioni,
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giovedì, novembre 09, 2006
In...what we trust?
Le elezioni di "medio termine" negli Stati Uniti sono un evento a cui guardo con distacco e senza emozione, ma la vittoria dei democratici sia alla Camera che al Senato, e la notizia delle dimissioni di Rumsfield, tutto sommato sono un piccolo segnale positivo, se questo comporterà una anche modesta correzione della politica estera statunitense. Forse un taglio dei fondi alla missione in Iraq, ad esempio, potrebbe portare a salvare qualche vita umana.
Non credo nelle masse, non credo nei popoli, non credo nei governi, non credo nei blogger.
Credo solo ai rapporti umani in cui ci si riesce ancora a guardare negli occhi, alle piccole "reti" di persone che condividono spazi fisici reali, che mangiano insieme, che si toccano, che fanno politica insieme, che passano le serate con una birra a parlare del mondo.
Questo non salva dalle fregature, ma almeno evita di alimentare false aspettative sulla qualità delle persone.
Torino, tardo pomeriggio di qualche giorno fa. Parcheggio l'auto in centro e sto recandomi a piedi verso una libreria quando mi ferma un tizio.
Aspetto normale, abbigliamento casual, un italiano fluente e senza inflessioni straniere e dialettali.
Mi racconta che è un insegnante di pugilato in una palestra vicina, che è rimasto chiuso fuori dalla stessa, che ha chiamato i vigili del fuoco per rientrare, che ha lasciato in palestra il marsupio con soldi, documenti e chiavi dell'automobile, che deve rientrare a casa a Fossano e che non ha i soldi per il treno.
Gli passo venti euro, "se non ti fidi ti lascio il telefonino"; ma figurati, dai, non c'è bisogno.
Gli lascio nome e numero di cellulare, "se ti servono indietro subito te li faccio avere anche stasera"; no, non preoccuparti...mi hanno fregato il portafoglio un mese fa con bancomat e carta di credito e ci ho perso 650 euro, figurati se questi venti sono un problema...
Ringrazia, saluta, se ne va. Ci siamo guardati negli occhi a lungo, durante la conversazione: lui sapeva che VOLEVO fidarmi.
Non l'ho mai più sentito: e scrivere "ovviamente" è la cosa che mi fa più male in assoluto.
Non credo nelle masse, non credo nei popoli, non credo nei governi, non credo nei blogger.
Credo solo ai rapporti umani in cui ci si riesce ancora a guardare negli occhi, alle piccole "reti" di persone che condividono spazi fisici reali, che mangiano insieme, che si toccano, che fanno politica insieme, che passano le serate con una birra a parlare del mondo.
Questo non salva dalle fregature, ma almeno evita di alimentare false aspettative sulla qualità delle persone.
Torino, tardo pomeriggio di qualche giorno fa. Parcheggio l'auto in centro e sto recandomi a piedi verso una libreria quando mi ferma un tizio.
Aspetto normale, abbigliamento casual, un italiano fluente e senza inflessioni straniere e dialettali.
Mi racconta che è un insegnante di pugilato in una palestra vicina, che è rimasto chiuso fuori dalla stessa, che ha chiamato i vigili del fuoco per rientrare, che ha lasciato in palestra il marsupio con soldi, documenti e chiavi dell'automobile, che deve rientrare a casa a Fossano e che non ha i soldi per il treno.
Gli passo venti euro, "se non ti fidi ti lascio il telefonino"; ma figurati, dai, non c'è bisogno.
Gli lascio nome e numero di cellulare, "se ti servono indietro subito te li faccio avere anche stasera"; no, non preoccuparti...mi hanno fregato il portafoglio un mese fa con bancomat e carta di credito e ci ho perso 650 euro, figurati se questi venti sono un problema...
Ringrazia, saluta, se ne va. Ci siamo guardati negli occhi a lungo, durante la conversazione: lui sapeva che VOLEVO fidarmi.
Non l'ho mai più sentito: e scrivere "ovviamente" è la cosa che mi fa più male in assoluto.
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