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martedì, novembre 17, 2009

"Un miliardo di persone muore di fame." "Mmm...vuoi un caffè?"


Mi ha davvero impressionato la velocità con cui la notizia che un abitante del mondo su sei muore letteralmente di fame è scomparsa dall'orizzonte informativo: oltre un miliardo di persone, cento milioni in più che nel 2008. E che ogni sei secondi muore un bambino per ragioni connesse alla denutrizione.

Transitate velocemente nel cervello come mere statistiche, queste informazioni sono subito state espulse dal rumore di altre cazzate assolutamente futili, che trattano di premier spiritosi e di leader beduini che pontificano a centinaia di ragazze e fanno impazzire il traffico della capitale.

Proviamo a riprenderle, a ragionarci su.
Se uno legge i documenti della FAO (questo, ad esempio) può notare come la notizia venga considerata un accidente, una disgrazia che "allarma" i capi di stato.

Non c'è alcuna assunzione di responsabilità. Non è colpa di chi governa, non è colpa del modo in cui si governa. E poi c'è stata la crisi economica, eh: anche noi abbiamo dovuto rinunciare ad un sacco di cose, tipo la macchina nuova, e quindi è naturale che cento-milioni-di-persone-in-più-in-un-solo-anno soffrano la fame.

Nelle discussioni tra persone normali, invece, penso che questo dato sia così enorme ed impossibile da accettare che l'unica cosa da fare sia non affrontarlo.
Perchè di fronte ad un'ingiustizia del genere, così spaventosa, bisognerebbe mollare immediatamente tutto quello che stiamo facendo, e correre tutti insieme davanti alle sedi dei nostri governi e chiedere: "ma come è possibile che accada questo? e cosa state facendo per porvi rimedio?"

E invece no, non ce la facciamo. Sorseggiando il caffè, abbandoniamo appena possibile lo sgradevole argomento, e torniamo a parlare - chessò - del processo breve. Mostruoso, ma ancora collocabile in un ambito che possiamo comprendere.
E dentro di noi, ci diciamo "Che culo essere nati qui. Che culo esser nati dalla parte di quelli che affamano il mondo, invece che dalla parte del mondo affamato".
Qualcuno, più vicino alle logiche che governano il mondo, la pensa in termini di darwinismo sociale: "Non è culo: è che loro sono inferiori, incapaci di evolvere verso sistemi in grado di sfamarli, o almeno di difendersi dalla politica di rapina del mondo evoluto...è giusto che periscano loro, è giusto che noi si viva, accumulando cose inutili e superflue mentre c'è chi non ha il necessario per vivere."

Poi, comunque la pensiamo, qualunque sia il nostro pensiero ed il nostro livello di turbamento sull'argomento, torniamo alle nostre cose. Inevitabilmente complici della morte dell'uomo.