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mercoledì, novembre 19, 2014

Nove anni...

Questo blog, proprio in questi giorni, compie nove anni di vita.

Anche se da molto tempo non porto più su queste pagine la passione e l'ardimento, l'indignazione e la rabbia, a questo vecchio amico sono affezionato.

Non seguo più la politica. Le poche notizie al riguardo, che ogni tanto incautamente lascio passare per le orecchie, mi danno la nausea, come il profumo del vino ad un alcolista che si è disintossicato.

Non esprimo più opinioni al riguardo: e conto, se la cura prosegue bene, di smettere proprio di averne.

Sono molto più interessato, oggi, a capire cosa può accadere nel futuro, e mi è abbastanza chiaro che gli strumenti di analisi della realtà che ho usato fino a ieri sono insufficienti e superati.

Sono molto più distaccato dalle emozioni, anche. Quasi tutto ciò che un tempo mi faceva incazzare, oggi mi è sostanzialmente indifferente. Godo molto, di tante piccole e deliziose cose, ma relativizzo anche moltissimo.

Ho cambiato moltissimo la mia vita, nel corso di questi ultimi anni. L'ultimo grande cambiamento, pochi mesi fa, è stato tornare a vivere nella mia città, Torino. Questo ha significato un incredibile miglioramento della qualità della vita: basta pendolarismo, pochi minuti per andare al lavoro a piedi. Basta traffico, stress, e soprattutto il centro a 15 minuti di cammino. Con i musei, le mostre, i palazzi, i cinema, gli eventi... tutto a portata di cammino o di bicicletta.

Ho perso anche amici ed amiche importanti, in questi anni. Persone splendide, profonde, generose, positive, portate via dalla malattia. Non averle più accanto è triste, molto triste.

I miei figli sono diventati grandi, molto in fretta. I miei vecchi sono diventati molto vecchi, e devo iniziare ad accettare l'idea che tra non molto sarò io a rappresentare la generazione che si affaccia sulla fine. Ho un amore solido, importante, irrinunciabile, anche se forse il mio modo di amare oggi è troppo austero, troppo minimalista per rendere felice chi amo.

Inevitabilmente, devo prendere atto che invecchio. Che le mie risorse sono sempre più limitate, che sono sempre più stanco, che devo gestirmi bene, trattarmi bene, rispettare il corpo e l'anima per farli durare il più a lungo possibile. Prendo ormai atto con serenità che non sono riuscito a superare nessuno dei miei limiti storici, per pigrizia e incapacità, e rinuncio a pormi l'obiettivo di farlo domani. Galleggio, ma non ho mai imparato a nuotare. Stavo imparando a suonare, ma tralasciando per mesi di allenarmi ho dimenticato tutto. Ho smesso di scrivere e di disegnare (e non è che il mondo abbia perso chissà quali talenti). La mia memoria inizia a mostrare falle preoccupanti. Il cervello funziona ancora e reagisce bene, per fortuna.

Così, conduco una vita semplice. Continuo a camminare, ad andare avanti: a piccoli passi, come posso e riesco. Continuo ad essere curioso, attento, ad ascoltare e a guardare. Cerco di non rompere le palle al prossimo, di essere piacevole ed empatico, sperando di essere contraccambiato con la stessa moneta. Non penso più di cambiare il mondo con i miei pensieri e le mie parole. E' già tanto se riesco ancora a cambiare un pochino me stesso, per stare in piedi nel presente e non restare ancorato al passato.

Dunque auguri, mio vecchio blog. E grazie per avermi fatto da specchio, e di aver sopportato in questi anni le mie inutili esternazioni. Mi sei stato utile, a volte persino indispensabile nei  momenti che un tempo avrei definito difficili.

Ora, se non ti parlo più come un tempo, perdonami.

Ma non ti abbandono, no. E tu non abbandonare me, ti prego.

Restiamo ancora un po' insieme, qui, sotto questo albero. Lo so che Godot non arriverà più.
Ma aspettiamo lo stesso insieme e scambiamoci ancora due parole ogni tanto, dai...