giovedì, aprile 27, 2006

Idiozia mediatica sul 25 aprile

Dopo che in una manifestazione di centomila persone alcuni cretini (dieci? venti?) bruciano dei pezzi di stoffa a mò di bandiera israeliana, si arriva addirittura al fatto che l'ambasciatore israeliano chiede all'Italia di chiedere perdono.
Fatemi capire: un paese intero dovrebbe chiedere perdono per l'atto idiota di alcuni cretini (che, a differenza di quanto accaduto in passato, non rivestono ruoli istituzionali di alcun livello e quindi NON RAPPRESENTANO NESSUNO al di fuori di se stessi)???
Siamo alla follia. L'ambasciatore, così come i quotidiani nazionali, dovrebbero invece chiedere scusa ai quasi centomila che sono scesi in piazza: scusa per averli quasi ignorati ed aver sovrapposto alla loro festa, evidenziandolo senza ragione, un atto insignificante e stupido.

mercoledì, aprile 19, 2006

Io amo il Belgio

Io amo il Belgio.
Amo le Ardenne, con le sue rampe su cui si spaccano le gambe i ciclisti della Liegi-Bastogne-Liegi.
Amo Bruges/Brugge. Amo il suo canale, amo il quartiere delle beghine.
Amo Liegi, ed il terrificante panorama degli altoforni affacciati sulla Meuse: uno dei più brutti lungofiume d'Europa, senza ombra di dubbio. Negli ultimi decenni è molto migliorato, ma conserva sempre quell'aspetto da zona mineraria/carbonifera a cui ispirarsi per ricordare la Londra di fine ottocento: un cielo di angosciante polvere marrone su un'acqua color ferro, come ce l'aveva anche Bilbao negli anni Ottanta. Amo i 366 scalini che portano nella parte alta della città, che quando agonizzi a metà ti chiedi come diavolo fanno a vivere lì quelli che abitano a metà della scalinata e devono portarsi a piedi la spesa ed i materiali. Amo quell'orribile copertura di plexigas che stanno facendo sulla stazione del TGV.
Amo la cioccolata belga e le frites. Il formaggio Blu delle Ardenne.
Amo i fumetti della scuola belga, da cui arrivano Uderzo ed Hergex, Asterix e Tin Tin...
Amo i tetti di ardesia e le case di arenaria.
Amo i castelli.
Amo i tribunali che condannano i leader xenofobi fiamminghi.
Amo il fatto che in un'ora sei in Germania, in Olanda, in Lussemburgo ed in Francia.
Amo il Belgio.
Perchè mi fa dimenticare l'Italia.


Perchè mi fa dimenticare l'Italia.

martedì, aprile 11, 2006

Dopo una notte orribile

Alcune considerazioni in ordine sparso.

Se la maggioranza adulta del paese continua ad identificarsi in Berlusconi ed in quello che rappresenta, il cafonismo ricco arrogante insultante incompetente, direi che non c'è speranza.

La legge elettorale in vigore fa talmente schifo che persino la CdL ne ha patito le conseguenze alla Camera.

Quella faccina di ... che fa il manager della Nexus dovrebbe essere impalato: questa è la prima ed unica cosa bipartisan che bisognerebbe fare dopo la giornata di ieri. E se qualcuno gli ha dato dei soldi, gli chieda i danni.

All'una di notte, a "Matrix", Scaloja e Alemanno magnificano la nuova legge elettorale perchè, dicono, ha abolito le schede nulle, grave anomalia storica delle elezioni italiane. Alle tre di notte, a "Matrix", il portavoce del premier Paolo Bonaiuti chiama in trasmissione, aprendo come un telefonista delle BR ("Devo leggere un comunicato") e afferma che i conteggi vanno ripetuti perchè ci sono mezzo milione di schede annullate. A Luxuria, che fa notare l'incongruenza tra le due dichiarazioni, Mentana oppone un odioso sorriso ebete.

Quando verso le tre Fassino dichiara la vittoria del centrosinistra, resto di sale. Lo stupore cresce vedendo i leader dell'Unione che festeggiano in piazza una presunta vittoria per venticinquemila voti alla Camera. Ma quando sento il comunicato della CdL, capisco che l'irresponsabilità bipartisan è esattamente ai livelli di prima, di questa campagna elettorale avvelenata.
Vado a letto fortemente preoccupato, con in bocca l'amaro di un clima preinsurrezionale.

venerdì, aprile 07, 2006

Come SB è venuto in possesso della Villa di Arcore

Da qui...
Roma, domenica 30 agosto del 1970, attico al 9 di via Puccini, verso Villa Borghese.
Il marchese Camillo Casati Stampa di Soncino, quarantatré anni, abbatte con un fucile da caccia la moglie Anna Fallarino, quarantun anni, e lo studente Massimo Minorenti, venticinque anni, suo amante; quindi s'ammazza. Chi dei due coniugi è morto per ultimo? Da un respiro dipende la destinazione dell'eredità (i giornali favoleggiano di tre-quattrocento miliardi) che comprende una villa in Brianza: LA VILLA DI ARCORE. Se per ultima è morta Anna Fallarino, sua sorella e i genitori erediteranno la loro parte. Se per ultimo è morto il marchese, erediterà tutto la marchesina Annamaria, nata nel 1951 dal primo matrimonio con Letizia Izzo. La sorella di Anna Fallarino è una buona conoscente del giovane avvocato
Cesare Previti, trentasei anni, nato a Reggio Calabria ma romano dall'infanzia, che l'incarica di patrocinare gli interessi dei Fallarino. Le perizie medico-legali tolgono presto ogni dubbio: l'ultimo a morire è stato il marchese, tutto andrà alla giovane figlia Annamaria. Ma Previti non esce per questo di scena. "Benché disponga del mandato per la tutela dei Fallarino", si propone alla marchesina Annamaria, che ne accetta l'assistenza legale.
Vi è un problema però: Annamaria ha diciannove anni( per la legge dell'epoca è minorenne), il Tribunale minorile l'affida, lei consenziente, a un vecchio amico dei Casati, l'avvocato Giorgio Bergamasco, senatore liberale. Bergamasco tutore, Previti pro-tutore. Sarà la sua rovina. Sconvolta dalla tragedia, braccata dal giornalismo, Annamaria lascia l'Italia (vivrà stabilmente a Brasilia dopo aver sposato Pier Donà Dalle Rose). Il 26 giugno 1971 il tutore Bergamasco, buon tributarista, presenta all'Ufficio delle imposte la denuncia di successione, inventario analitico dei beni ereditati dalla marchesina minorenne: valore dichiarato, compresi liquidi, titoli azionari, mobili e gioielli, 2 miliardi 403 milioni; che si riducono a un miliardo 965 milioni tolti i debiti e le tasse e imposte da pagare.
Compiuti i ventun anni il 22 maggio 1972, l'ereditiera è libera ormai di occuparsi delle proprie cosa da sé; ma per la difficoltà obiettiva di amministrare il patrimonio in Italia da Brasilia, crede di trovare una soluzione nominando il 27 settembre 1972 procuratore generale, "rimossa ogni limitazione di mandato", l'ex-tutore Bergamasco. L'ex-pro tutore Previti resta suo avvocato. Gli si rivolge nell'autunno del 1973 incaricandolo di vendere la villa di Arcore, "con espressa esclusione degli arredi, della pinacoteca, della biblioteca e delle circostanti proprietà terriere". Il compratore è presto trovato.
In una telefonata a Brasilia, Previti annunzia tripudante, e confidando nell'esultanza della marchesina, il nome dell'acquirente, il magnate Silvio Berlusconi, largo il prezzo, 500 milioni (largo? per una villa settecentesca di 3 mila 500 metri quadri, completa, in difformità dall'incarico, di pinacoteca con tele del Quattrocento e del Cinquecento, di biblioteca con diecimila volumi antichi e d'un parco immenso?). Il valore di un comune appartamento nel centro di Milano. Un raggiro; tanto più che Berlusconi dilazionerà il pagamento negli anni, e le tasse continua a pagarle la marchesina. Tra lei e Previti i primi dissapori. Il 4 maggio 1977 è costituita a Roma l'Immobiliare Idra, della galassia berlusconiana. Entrano nel collegio sindacale Umberto Previti e, sino al 28 giugno 1979, il figlio Cesare. Alla Immobiliare Idra sarà intestata la villa di Arcore.
"Previti è sì l'avvocato di fiducia della venditrice marchesina Casati Stampa, ma, al tempo stesso, e all'insaputa della sua assistita, ha diretti interessi nel gruppo berlusconiano". L'atto pubblico di vendita innanzi a notaio è sottoscritto sei anni dopo la cessione, il 2 ottobre 1980. Rappresenta Annamaria, parte venditrice, il procuratore generale Bergamasco; rappresenta l'Immobiliare Idra, parte acquirente, il suo amministratore unico, Giovanni Del Santo, commercialista prestanome.
La villa settecentesca già residenza dei conti Giulini e dei marchesi Casati Stampa è così indicata nel rogito: "Casa d'abitazione con circostanti fabbriche rurali e terreni a varia destinazione". Subito dopo la "casa di abitazione" pagata mezzo miliardo a rate sarà ritenuta dalla Cariplo garanzia congrua per un finanziamento di 7 miliardi 300 milioni (fidejussione dell'Immobiliare Idra in favore della Cantieri Riuniti Milanesi: da Berlusconi a Berlusconi) e dal Monte dei Paschi di Siena per un ulteriore finanziamento di 680 milioni all'Immobiliare Idra.

giovedì, aprile 06, 2006

Io se fossi Dio

Quel che provo oggi l'ha già scritto il grande Giorgio Gaber nel 1980. Nessuno, allora, ebbe il coraggio di pubblicargli questo testo. Lo produsse da solo, su un memorabile lp con quest'unica canzone, inciso da un lato solo (ne ho una copia, che tengo come una reliquia).

Vale la pena di risentirla e, almeno qui, di rileggerla.

IO SE FOSSI DIO
[Giorgio Gaber ]
Io se fossi Dio...
e io potrei anche esserlo,
sennò non vedo chi!
Io se fossi Dio,
non mi farei fregare dai modi furbetti della gente,
non sarei mica un dilettante,
Sarei sempre presente!
Sarei davvero in ogni luogo a spiare
o meglio ancora a criticare
appunto cosa fa la gente.
Per esempio il piccolo borghese
com'è noioso,
non commette mai peccati grossi,
non è mai intensamente peccaminoso.
Del resto, poverino, è troppo misero e meschino
e pur sapendo che Dio è più esatto di una Sveda
lui pensa che l'errore piccolino non lo conti o non lo veda.

Per questo
io se fossi Dio,
preferirei il secolo passato,
se fossi Dio
rimpiangerei il furore antico,
dove si odiava, e poi si amava,
e si ammazzava il nemico!

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli,
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli...

Io se fossi Dio,
non sarei così coglione
a credere solo ai palpiti del cuore
o solo agli alambicchi della ragione.

Io se fossi Dio,
sarei sicuramente molto intero
e molto distaccato
come dovreste essere Voi!

Io se fossi Dio,
non sarei mica stato a risparmiare,
avrei fatto un uomo migliore.
Si vabbè lo ammetto
non mi è venuto tanto bene,
ed è per questo, per predicare il giusto,
che io ogni tanto mando giù qualcuno,
ma poi alla gente piace interpretare
e fa ancora più casino!

Io se fossi Dio,
non avrei fatto gli errori di mio figlio,
e sull'amore e sulla carità
mi sarei spiegato un po' meglio.

Infatti non è mica normale
che un comune mortale
per le cazzate tipo compassione e fame in India,
c'ha tanto amore di riserva
che neanche se lo sogna,
che viene da dire:
"Ma dopo come fa a essere così carogna?"

Io se fossi Dio,
non sarei ridotto come Voi
e se lo fossi io certo morirei
per qualcosa di importante.

Purtroppo l'occasione
di morire simpaticamente
non capita sempre,
e anche l'avventuriero più spinto
muore dove gli può capitare
e neanche tanto convinto.

Io se fossi Dio,
farei quello che voglio,
non sarei certo permissivo,
bastonerei mio figlio,
sarei severo e giusto,
stramaledirei gli Inglesi
come mi fu chiesto,
e se potessi
anche gli africanisti e l'Asia
e poi gli Americani e i Russi;
bastonerei la militanza
come la misticanza
e prenderei a schiaffi
i volteriani, i ladri,
gli stupidi e i bigotti:
perché Dio è violento!
E gli schiaffi di Dio
appiccicano al muro tutti!

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli,
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli...

Finora abbiamo scherzato!
Ma va a finire che uno
prima o poi ci piglia gusto
e con la scusa di Dio tira fuori
tutto quello che gli sembra giusto.

E a te ragazza
che mi dici che non è vero
che il piccolo borghese
è solo un po' coglione,
che quel uomo è proprio un delinquente,
un mascalzone, un porco in tutti i sensi, una canaglia
e che ha tentato pure di violentare sua figlia!

Io come Dio inventato,
come Dio fittizio,
prendo coraggio
e sparo il mio giudizio e dico:
"Speriamo che a tuo padre
gli sparino nel culo cara figlia!".
Così per i giornali diventa
un bravo padre di famiglia.

Io se fossi Dio,
maledirei davvero i giornalisti
e specialmente tutti,
che certamente non son brave persone
e dove cogli, cogli sempre bene.
Compagni giornalisti avete troppa sete
e non sapete approfittare delle libertà che avete,
avete ancora la libertà di pensare
ma quello non lo fate
e in cambio pretendete la libertà di scrivere,
e di fotografare immagini geniali e interessanti,
di presidenti solidali e di mamme piangenti.
E in questa Italia piena di sgomento
come siete coraggiosi, voi che vi buttate
senza tremare un momento:
cannibali, necrofili, deamicisiani e astuti,
e si direbbe proprio compiaciuti.
Voi vi buttate sul disastro umano
col gusto della lacrima in primo piano.
Sì vabbè lo ammetto
la scomparsa dei fogli e della stampa
sarebbe forse una follia,
ma io se fossi Dio,
di fronte a tanta deficienza
non avrei certo la superstizione della democrazia!

Ma io non sono ancora
del regno dei cieli,
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli...

Io se fossi Dio,
naturalmente io chiuderei la bocca a tanta gente,
nel regno dei cieli non vorrei ministri
e gente di partito tra le "balle",
perché la politica è schifosa
e fa male alla pelle.
E tutti quelli che fanno questo gioco,
che poi è un gioco di forza, è ributtante e contagioso
come la lebbra e il tifo,
e tutti quelli che fanno questo gioco,
c'hanno certe facce
che a vederle fanno schifo,
che sian untuosi democristiani
o grigi compagni del P.C.
Son nati proprio brutti
o perlomeno tutti finiscono così.

Io se fossi Dio,
dall'alto del mio trono
vedrei che la politica è un mestiere come un altro
e vorrei dire, mi pare Platone,
che il politico è sempre meno filosofo
e sempre più coglione!:
è un uomo tutto tondo
che senza mai guardarci dentro scivola sul mondo,
che scivola sulle parole
anche quando non sembra o non lo vuole.

Compagno radicale,
la parola compagno non so chi te l'ha data,
ma in fondo ti sta bene,
tanto ormai è squalificata,
compagno radicale,
cavalcatore di ogni tigre, uomo furbino
ti muovi proprio bene in questo gran casino
e mentre da una parte si spara un po' a casaccio
e dall'altra si riempiono le galere
di gente che non centra un cazzo!
Compagno radicale,
tu occupati pure di diritti civili
e di idiozia che fa democrazia
e preparaci pure un altro referendum
questa volta per sapere
dov'è che i cani devono pisciare!

Compagni socialisti,
ma sì anche voi insinuanti, astuti e tondi,
compagni socialisti,
con le vostre spensierate alleanze
di destra, di sinistra, di centro,
coi vostri uomini aggiornati,
nuovi di fuori e vecchi di dentro,
compagni socialisti fatevi avanti
che questo è l'anno del garofano rosso e dei soli nascenti,
fatevi avanti col mito del progresso
e con la vostra schifosa ambiguità!
Ringraziate la dilagante imbecillità!

Ma io non sono ancora
nel regno dei cieli,
sono troppo invischiato
nei vostri sfaceli...

Io se fossi Dio,
non avrei proprio più pazienza,
inventerei di nuovo una morale
e farei suonare le trombe
per il Giudizio universale.

Voi mi direte perché è così parziale
il mio personalissimo Giudizio universale?
Perché non suonano le mie trombe
per gli attentati, i rapimenti,
i giovani drogati e per le bombe?
Perché non è comparsa ancora l'altra faccia della medaglia.
Io come Dio, non è che non ne ho voglia,
io come Dio, non dico certo che siano ingiudicabili
o addirittura, come dice chi ha paura, gli innominabili,
ma come uomo come sono e fui
ho parlato di noi, comuni mortali,
quegli altri non li capisco,
mi spavento, non mi sembrano uguali.
Di loro posso dire solamente
che dalle masse sono riusciti ad ottenere
lo stupido pietismo per il carabiniere,
di loro posso dire solamente
che mi hanno tolto il gusto
di essere incazzato personalmente.
Io come uomo posso dire solo ciò che sento,
cioè solo l'immagine del grande smarrimento.

Però se fossi Dio
sarei anche invulnerabile e perfetto,
allora non avrei paura affatto,
così potrei gridare, e griderei senza ritegno che è una porcheria,
che i brigatisti militanti siano arrivati dritti alla pazzia!

Ecco la differenza che c'è tra noi e gli innominabili:
di noi posso parlare perché so chi siamo
e forse facciamo più schifo che spavento,
ma di fronte al terrorismo o a chi si uccide c'è solo lo sgomento.

Ma io se fossi Dio,
non mi farei fregare da questo sgomento
e nei confronti dei politicanti
sarei severo come all'inizio,
perché a Dio i martiri
non gli hanno fatto mai cambiar giudizio.

E se al mio Dio che ancora si accalora,
gli fa rabbia chi spara,
gli fa anche rabbia il fatto
che un politico qualunque
se gli ha sparato un brigatista,
diventa l'unico statista.

Io se fossi Dio,
quel Dio di cui ho bisogno come di un miraggio,
c'avrei ancora il coraggio di continuare a dire
che Aldo Moro insieme a tutta la Democrazia Cristiana
è il responsabile maggiore di vent'anni di cancrena italiana.

Io se fossi Dio,
un Dio incosciente enormemente saggio,
avrei anche il coraggio di andare dritto in galera,
ma vorrei dire che Aldo Moro resta ancora
quella faccia che era!

Ma in fondo tutto questo è stupido
perché logicamente
io se fossi Dio,
la Terra la vedrei piuttosto da lontano
e forse non ce la farei ad accalorarmi
in questo scontro quotidiano.

Io se fossi Dio,
non mi interesserei di odio o di vendetta
e neanche di perdono
perché la lontananza è l'unica vendetta
è l'unico perdono!

E allora
va a finire che se fossi Dio,
io mi ritirerei in campagna
come ho fatto io...

Pazienza.

Su, pazienza. Ancora pochi giorni ed è finita. Lunedì sera si capirà se si è ripresa la strada verso un paese normale, o se toccherà scegliere la montagna in cui passare i prossimi anni di Nuova Resistenza, o il paese (preferibilmente di lingua spagnola) in cui andare a vivere per dimenticare la patria natia, così bella un tempo ed ora così mortalmente ferita.
C'è poco da scherzare, ormai: sentire Berlusconi fa paura. Fa paura il suo rancore livido, il suo odio, la violenza della sua espressione come sfondo della violenza delle sue parole.
Fa paura sentire uno suo dipendente, Confalonieri, affermare che non andare a Canale 5 sia un "attentato alla libertà di informazione". Capite, la vita fuori dagli studi televisivi non esiste. Non si è invitati ad un confronto televisivo, ma convocati: se rifiutate gentilmente la trappola, è la prova che state costruendo un regime.
Un regime. Detto da VOI verrebbe una gran voglia, come diceva Gaber in una "Io se fossi Dio" di cui sento di nuovo forte il bisogno, che vi saltassero i denti.
VOI. Voi che vi riconoscete in questo signore maleducato, tracotante, offensivo.
VOI adesso dovete assumervi pienamente la responsabilità di questa vostra identificazione. Non vi sorrideremo più, piccoli squali da condominio, ma vi mostreremo i denti.
Saremo educati ma gelidi, saremo giusti ed equi ma vi disprezzeremo come meritate. Solo da questo disprezzo potrà rinascere il paese che, pur con tutti i difetti, vi era stato consegnato cinque anni fa in buone condizioni di civiltà.
Non potremo mai perdonarvi, mai, per averci ridotti a un paese di stupidi, superficiali, brutti, cafoni, maleducati, arroganti, ad un paese che disprezza il lavoro, la fatica, la dignità, quel che è piccolo e debole e tenero e merita calore, attenzione, rispetto.
Non vi perdoneremo mai.

martedì, aprile 04, 2006

***CENSURA***

***

No, non è il caso di contribuire, nel proprio piccolo, all'impazzimento del paese. Silenzio. Riflessione. Lunghi respiri. Sorrisi, laddove si riesce ancora.