Eravamo parecchi, ieri a Torino, a sfilare insieme nel corteo della CGIL (25.000 per la questura, 70.000 secondo il sindacato...secondo una mia personalissima valutazione basata sull'esperienza, e sul fatto che la coda del corteo ha iniziato a percorrere l'ultimo tratto circa due ore l'avvio del corteo, direi che in cinquantamila c'eravamo tutti...niente male!).
Tenuto conto che lo sciopero ci è costato una giornata di salario, e che tutti abbiamo ben chiaro che si tratta solo di un aperitivo rispetto alle lotte che saranno necessarie per tentare di correggere una manovra iniqua e permeata da un forte "odio di classe", è stato un risultato che rivela la volontà di moltissime persone di non stare semplicemente fermi ad aspettare che lo scempio si compia: anche se le speranze di evitarlo sono ridotte, viste le forze in campo, è giusto esserci, provarci, esibire FISICAMENTE la propria indignazione.
Proprio perchè questo sciopero è costato ad ognuno dei partecipanti soldi e fatica, proprio perchè in queste occasioni chi manifesta le proprie opinioni PAGA DI PERSONA (e ognuno può capire benissimo che peso abbia una giornata di salario perduta suuno stipendio da metalmeccanico, da statale o da contratto commercio), il minimo che si possa pretendere è IL RISPETTO, anche da parte dei nemici.
Sapete come la penso, sulla situazione attuale, ma riassumo in estrema sintesi: lo Stato è oggetto di un attacco da parte di forze ostili (gli speculatori) che mirano o pensano di ricavare benefici dalla sua caduta: invece di difendersi e difendere i propri cittadini, il Governo di questo Stato ha dichiarato loro formalmente guerra.
(Se si riconoscesse che questo attacco esterno al nostro Stato ha le stesse finalità - e le stesse conseguenze possibili - di una guerra, e se si applicasse un codice militare, i nostri governanti dovrebbero essere passati per le armi per Alto Tradimento.)
Per queste ragioni, risulta INTOLLERABILE il disprezzo manifestato dai nemici della CGIL (gli avversari sono un'altra cosa: non mirano alla distruzione dell'oggetto del loro odio) e delle persone che essa - nel bene e nel male, con errori ed orrori - si è assunta l'onere di rappresentare.
E se da un certo punto di vista è persino banale l'atteggiamento del ministro Sacconi, la cui pochezza umana ed il cui livore rancoroso da ex sono così noti da risultare ormai stucchevoli, preoccupante è l'atteggiamento del segretario generale del secondo sindacato italiano.
Che ha tutti i diritti di dissentire dal percorso della CGIL, ma NON HA ALCUN DIRITTO di offendere e disprezzare la CGIL ed i suoi cinque milioni di iscritti definendo "demenziale" la mobilitazione di centinaia di migliaia di persone.
Se Bonanni ha deciso di stare con Sacconi e con il governo, va bene: ne prendiamo atto.(Non si capisce perchè tre milioni e mezzo di lavoratori decidano di farsi rappresentare da un'organizzazione che non dissente mai dal governo, ma pazienza).
Ma se usa il disprezzo, sappia che con il disprezzo verrà ripagato.
A Bonanni, Sacconi ed al governo non interessa un accidente, lo so, nè di noi - persone normali - nè del nostro disprezzo.
Così come la mobilitazione della CGIL non ha conquistato le aperture dei giornali: preferiscono "i mercati" alle persone; essi contano oggi assai di più delle nostre vite e delle nostre storie.
Ma da questa consapevolezza verranno nuova rabbia e determinazione, indispensabili per non rassegnarsi mai, mai, mai al fatto che questo mondo di merda sia l'unico possibile.