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venerdì, novembre 16, 2012

Ma che razza di gente siete?/3

Questa mattina ho ascoltato una intervista telefonica al Ministro della Pubblica Amministrazione, Patroni Griffi, quello che twittava felice sulle 4200 eccedenze della P.A. (vedi post precedente).
Ha affermato che le "eccedenze" non sono ancora definitive, ed è prevedibile che le "teste" di troppo nella Pubblica Amministrazione, alla fine, potrebbero essere fino a 2000 di più.
Ha anche voluto sottolineare, con una inequivocabile nota di orgoglio nella voce, che quei posti verranno cancellati DEFINITIVAMENTE, e non saranno mai più ricoperti.

Agghiacciante.

Un Ministro della Repubblica di un paese in crisi che SI VANTA di distruggere in modo irreversibile migliaia di posti di lavoro e di rispettivi redditi. Che gioisce dell'angoscia, del panico, della paura altrui.

Un governo che si mette GIOIOSAMENTE a giocare allo stesso gioco assassino del Mercato.

Intanto, una indagine realizzata dal Censis rivela oggi che:

"Domina il pessimismo per il timore di avere troppo pochi soldi, regole che cambiano continuamente,
paura di perdere il lavoro e di non poter più versare i contributi
Timore per pensioni pubbliche troppo basse, regole che cambiano continuamente, paura di perdere il lavoro e di non poter versare i contributi: si tinge di nero l’orizzonte della vecchiaia degli italiani.
Già oggi la previdenza pubblica è fatta di pensioni basse. Degli 11,6 milioni di pensionati con pensione di vecchiaia, più di 4 milioni (oltre il 35%) beneficia di un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro. Di questi, 741mila (il 6,4%) ricevono meno di 500 euro al mese. E il futuro non sarà più roseo. I lavoratori italiani pensano che quando andranno in pensione riceveranno un assegno pari in media al 55% del proprio reddito attuale. Un quarto dei lavoratori crede che avrà una pensione inferiore al 50% del reddito da lavoro e il 43% che al massimo sarà compresa tra il 50% e il 60% del reddito. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis per la Covip 

In particolare, i dipendenti pubblici si aspettano una pensione pari al 62% del loro reddito, i dipendenti privati pari al 55% e gli autonomi al 51%. I giovani di 18-34 anni prevedono che avranno una pensione pari al 54% del reddito e i più anziani pari al 60%. Secondo l’opinione del 46% degli attuali occupati si va incontro a una vecchiaia di ristrettezze, senza grandi risorse da spendere: il 24,5% ritiene che non potrà vivere nell’agiatezza, anche se qualche sfizio potrà toglierselo, il 21,5% afferma che la situazione è molto incerta e non riesce a immaginare come sarà la propria vecchiaia. Solo l’8% pensa che potrà godersi un po’ di serenità anche grazie a buoni redditi. 

L’84% dei lavoratori italiani è convinto che le regole della previdenza cambieranno ancora. La loro variabilità genera inquietudine e, nella crisi, le pensioni diventano il catalizzatore delle paure. L’insicurezza riguarda anche il percorso previdenziale personale: il 34% dei lavoratori (percentuale che sale al 41% tra i dipendenti privati) teme di perdere il lavoro e di rimanere senza contribuzione, il 25% di dover affrontare una fase di precarietà con una contribuzione intermittente, il 19% di avere difficoltà a costruirsi, oltre la pensione pubblica, fonti integrative di reddito, come ad esempio la previdenza complementare. Lo «stop and go» normativo mina la fiducia nella certezza delle regole della previdenza e nella sua capacità di dare sicurezza alle persone in vista di una prolungata longevità. Nella crisi la previdenza, come sistema e come percorso personale, catalizza paure e incertezze, creando ansia piuttosto che sicurezza."

E Patroni Griffi, intanto, gioisce orgoglioso delle nostre paure.

Oh, certo: è veramente terribile la violenza che si vede nelle manifestazioni, eh?

La distruzione della speranza, della fiducia, dell'idea del futuro proprio e dei propri figli, invece, è un pranzo di gala. 

Il fatto che il 90% delle imposte in Italia sia ormai pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, è giustizia.

Il fatto che l'incidenza dei salari sul PIL sia diminuita del 9% tra il 1999 ed il 2007, è rispetto per il lavoro.
(Dati rilevati da "La lotta di classe dopo la lotta di classe", di Luciano Gallino).

In questi giorni si sente parlare di una possibile lista Monti, unica possibilità per "rassicurare i mercati".

Che bisogno c'è di rassicurarli ancora?

I governi ed i mercati ormai si confondono. Anzi, sono la stessa cosa: lavorano duro per la nostra infelicità, per l'arricchimento di pochi e l'impoverimento di tutti gli altri.
Usano lo stesso linguaggio ("merito", "competitività", "compatibilità", "debito") per mascherare e accrescere il privilegio.

mercoledì, novembre 14, 2012

Ma che razza di gente siete?/2

4028 persone  (oh, ma derubricate a "eccedenze", eh...) che bisogna far fuori: sono inutili.

E non è che glielo si dice in faccia, guardandole nelle palle degli occhi: noooo...

...con un messaggio su Twitter!!!

Io pensavo che questi tecnici al governo fossero delle brutte persone.

Ma non fino a questo punto.

mercoledì, ottobre 10, 2012

Ma che razza di gente siete?

Tecnici?
Delle merde, siete.

Che vi colpisca il dolore, la sfortuna, tutto il peggio che vi si possa augurare.
A voi ed ai vostri amici speculatori, banchieri, sfruttatori.
Che il disprezzo che dimostrate verso chi è più debole vi si ritorca contro, e vi travolga come uno tsunami.
Che il nostro odio possa farvi tutto il male che vi meritate, e anche di più.

 “Scandaloso e indecente. Non troviamo termini migliori per descrivere l'ennesimo taglio all'assistenza delle persone disabili. Con il dimezzamento della copertura finanziaria per i permessi per l'assistenza dei genitori disabili si colpiscono ancora una volta i più deboli”. Lo sostiene Nina Daita, responsabile dell'Ufficio disabilità della Cgil nazionale a proposito della norma contenuta nella Legge di stabilità che modifica la precedente legislazione (legge 104 del 1992, la legge quadro sulla disabilità).
“Siamo di fronte ad un arrogante atto di discriminazione che creerà ulteriori disparità tra i cittadini – spiega Daita – siamo sempre noi a pagare e ora , dopo gli interventi sulla riabilitazione e sugli ausili per l'autonomia, ora il governo passa direttamente al taglio della parte delle retribuzione che riguarda i permessi per l'assistenza”.  La disabilità viene colpita in tanti modi e non è un caso, ricorda Nina Daita, che l'occupazione delle persone disabili sia scesa del 38%.
“Di fronte a questo provvedimento – conclude – la Cgil esprime tutta la sua indignazione e ci tiene a sottolineare che a fare le spese di questa inqualificabile decisione politica saranno le famiglie e in particolare soprattutto le donne”.
STRETTA ASSISTENZA DISABILI - Stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap.

La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l'assistenza ai figli o al coniuge.
Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili.