giovedì, maggio 27, 2010

Qualcuno lo dica a Napolitano...


...che i ministri oggidì li può scegliere direttamente il "popolo" per alzata di mano...:-)



Berlusconi ha poi chiesto all’assemblea di Confindustria di esprimersi per alzata di mano sulla sua rinnovata proposta di portare Emma Marcegaglia al governo come ministro dello sviluppo, dicastero rimasto vacante dopo le dimissioni di Scajola. Nessuna mano è stata però alzata in platea e Berlusconi ha replicato: «Allora da questo momento non ve la potete più prendere con il governo».

Frasi celebri

"Questa volta pagherà di più chi ha evaso di più".
Non chi ha evaso: chi ha evaso DI PIU'. Gli altri, dormano sereni.

"Siamo tutti sulla stessa barca".
Si, a ma noi ci avete messo dentro il wc chimico.
Ahhhhh, intendi quella nuova di Piersilvio da 37 metri e 18 milioni di euro?

martedì, maggio 25, 2010

Il solito comunista

Gianni Letta "ha annunciato «una serie di sacrifici molto pesanti, molto duri», che il governo è «costretto a prendere per salvare il nostro Paese dal rischio Grecia».

E lungi dall’annunciare una prossima e sicura uscita dal tunnel, ha definito «disperato» il tentativo di «scongiurare una crisi epocale»."

E pensare che solo fino a ieri tutto era bellissimo, il sole splendeva, le gonne frusciavano, le ville crescevano, i suv sgommavano...

Se dobbiam censurare qualcosa, sian le sciocchezze della Gelmini

Grembiulini, crocefissi, maternità, turismo...
Il peggior ministro dell'istruzione che sia mai apparso nel paese continua a dispensare sciocchezze (su cui non vale nemmeno la pena di soffermarsi) : forse per convincersi di esistere, di non essere soltanto un mero strumento operativo per il progetto tremontiano di distruzione - per via finanziaria - della scuola pubblica italiana.
L'unica speranza è che, tra qualche anno, ci si possa chiedere come sia stato possibile. Come sia potuto accadere. Come sia potuta esistere, una ministra che si chiamava Gelmini.

lunedì, maggio 24, 2010

Riprendiamoci la scuola!

In una Torino splendida, assolata ed affollata, alcune migliaia di genitori, docenti, studenti e bambini hanno sfilato sabato 22 maggio su iniziativa del tavolo "Riprendiamoci la scuola!" per richiedere la salvezza e la qualità della scuola pubblica.




lunedì, maggio 17, 2010

Inca a Brescia

I reperti esposti a Brescia, al museo di Santa Giulia, sono indubbiamente splendidi.
Le bottiglie, i bicchieri, le corone, le maschere funerarie, e soprattutto il quipu...
Però, sinceramente, se ci andate senza sapere nulla in anticipo, finite per pensare che gli Inca fossero un gruppo di orafi di Valenza con la tendenza a bere molto...nessuna traccia di informazioni sull'organizzazione sociale, sulle città, sulla architettura...

Comunque la mostra vale la pena, ed è aperta fino al 27 giugno...

venerdì, maggio 14, 2010

Post brutto, sporco, cattivo, stupido e misantropo

Compro il quotidiano, in un giorno qualunque, e dalla prima pagina un titolo mi urla la solita notizia: un altro "scandalo".
Che noia.
Salto a piè pari le prime pagine. Non reggo più quelle facce, non reggo più quelle parole.

In realtà non reggo più nulla.
Continuo a produrre pensieri e parole (non qui), ma senza nessuna speranza che si trasformino in semi: per pura testimonianza. Per puro dovere. Produco e lascio lì, per avere almeno una illusione di fertilità.

Mi sento incattivire, giorno dopo giorno.

Questa melassa di rumori, di comunicazioni verbali e gestuali perennemente fuori registro, questo interscambio continuo di nullismi ad alto volume mi fa male al cuore.

Tendo sempre più a rinchiudermi nel Fort Apache degli affetti e delle amicizie, a stare fuori dal mondo: perchè non riesco più a capire se devo augurarmene la definitiva rovina, o se devo soltanto ripulire i miei occhiali interiori da questa patina di sangue e cenere attraverso la quale lo osservo.

O, forse, devo rimodulare la mia visione del mondo adeguandola alla percezione che ne ho adesso: l'essere umano è di default uno sgradevole pezzo di materiale organico, e soltanto con una robusta iniezione di cultura e di affetto, costante e prolungata nel tempo, un individuo può emanciparsi dal suo destino e produrre qualcosa che, per l'insieme degli altri esseri umani, possa sapere di buono.

Ma la cultura è disprezzata e l'affetto non può diventare rigoglioso, in tempi in cui gli uomini vengono innaffiati con la solitudine e la paura: e l'individuo-evoluto-dallo-stato-di-materiale-organico è sempre più figlio del caso e della fortuna.

Forse c'è stato un tempo in cui i potenti del mondo hanno giocato a fare i filantropi.
Forse c'è stato un tempo in cui l'Europa, mentre schiacciava come sempre gli uomini-pidocchi che avevano la sventura di vivere in altri continenti, ha provato nelle sue terre a giocare ai "valori", e si è persino autoconvinta che la singola persona fosse un piccolo capitale su cui investire risorse: curarlo, educarlo, migliorarlo. Proteggerlo. Coltivarlo.

L'orrore estremo e pubblico della seconda guerra mondiale ha, per qualche decennio, radicato questa illusione: che un uomo migliore fosse necessario, che andasse costruito, per impedire il ripetersi di quel che era appena accaduto.
L'eco di questo tempo d'oro è giunto fino a noi, che abbiamo avuto le scuole gratis, gli ospedali gratis, i sindacati, i diritti, i partiti democratici, la costituzione, il cinema, la letteratura, i parchi, il benessere, le vacanze, i trasporti pubblici.
Adesso, queste cose non è che ci vengano tolte di brutto: vengono semplicemente lasciate andare a ramengo, come certi quartieri popolari alla periferia di Bucarest.
Il ricordo di quell'orrore è diventato così lontano e vago, negli anni, che il darwinismo sociale ha progressivamente ripreso il suo spazio.

Milioni di uomini-nulla, per i neopotenti, sono molto più utili di "individui migliori". E' bastato perfezionare gli strumenti di comunicazione di massa, e diffondere quattro idee in croce: "le cose più importanti della vita sono figa, soldi e potere (anche se questo elemento garantisce i primi due), nonchè trovare la strada più veloce e meno faticosa per arrivarci".
Il corollario è che gli uomini-nulla sono stati definitivamente convinti che esistono donne-nulla (tutte le donne, in sintesi) a cui essi sono fondamentalmente superiori, ed altri uomini-nulla-nulla (tutti quelli snob- comunisti- presuntuosi- intelligenti- froci - buonisti- amici degli extracomunitari) a cui sono egualmente e fondamentalmente superiori.
Per questo è oggi normale che il tamarro, nel traffico impazzito della metropoli, scenda da un SUV per spaccare la faccia ad un mite insegnante, estratto a forza da un'utilitaria, a cui aveva appena tagliato la strada, mentre una strafiga ('nzomma, la definizione va intesa secondo i canoni tamarri) sorride ebete dal finestrino brunato osservando compiaciuta l'esibizione di violenza (= potere).

Secondo la concezione degli uomini-nulla, noi uomini-nulla-nulla (con le nostre donne-nulla-nulla, che sono un sottinsieme peggiorativo dell'insieme inferiore delle donne-nulla) dobbiamo soffrire e morire e andare in rovina, perchè quando il gioco si fa duro devono resistere solo i migliori.

Vista la numerosità degli uomini-nulla (perchè, anche se sembra linguisticamente paradossale, è molto meno faticoso diventare uomini-nulla che uomini-nulla-nulla), è evidente che oggi il principale persecutore di ogni individuo che voglia diventare migliore non è direttamente il potere, ma la massa di schierani (uomini-nulla) che si frappongono tra il potere e noi, ad ogni livello della scala sociale.

Io, a costoro, voglio molto male.
Ma molto molto molto.
A volte sogno di aver un solo superpotere: quello di bucare le gomme con lo sguardo. Mi sarebbe utile per iniziare una campagna di punizione di sufficiente efficacia (soprattutto se attuata sulle strade deserte, di notte, ma anche sulle corsie di emergenza delle tangenziali, piste usualmente molto battute dagli uomini-nulla).
Un altro superpotere di indubbia utilità che mi piacerebbe avere sarebbe lo sguardo all'antineurone: cioè, quello che distrugge le merci lasciando intatte le persone. Dissolverei auto e televisori, telefonini e blackberry, console e ipad. (Graziati per definizione tutti gli strumenti musicali, le biciclette, i macchinari per fabbricare gianduiotti, i lettori di e-book e anche gli ipod: ohhhhh, se ho un superpotere sarò libero di usarlo come pare a me senza dover dare spiegazioni, no?).
E, chissà, forse basterebbe. Gli uomini-nulla senza merci sarebbero già fuori gioco. Potrebbe pure darsi che, in quelle condizioni di nudità merceologica, si accorgano di avere un cervello.
E che non sia nemmeno necessario deportarli da qualche parte per rieducarli.

giovedì, maggio 06, 2010

Incapace di intendere e di volere/2

Dio li fa, e poi li incricca:

5 maggio 2010:"Per ora prendo l'interim, ma è chiaro che c'è una congiura contro il governo."

"Quanto alla libertà di stampa in Italia ci siamo visti mettere in situazioni di grande distanza dai primi ma se c’è una cosa in Italia su cui c’è la sicurezza di tutti è che ce n’è fin troppa di libertà di stampa. Questo non è discutibile".


Da qui, sembra che siamo invece al 72° posto tra 196 paesi per libertà di stampa, e siamo definiti "parzialmente liberi":(dietro di noi, in Europa: Bulgaria, Serbia, Montenegro, Romania, Kosovo).

6 maggio 2010: "Non ho mai parlato di congiure e complotti. Il termine congiura lo avete scritto voi, penso di non averlo mai detto in vita mia, è un vocabolo che non mi appartiene."


Storie d'acqua

E' quasi impossibile non amare Gabriele Vacis e gli attori che sono cresciuti con lui nella esaltante esperienza del Laboratorio Teatro Settimo: Laura Curino, Marco Paolini, Lucilla Giagnoni...
Perchè le storie che raccontano ci coinvolgono a fondo, e fanno parte della nostra stessa storia.

Il tono di questa (breve) commedia è lieve, garbato, ironico, nonostante sia il racconto individuale e personalissimo, da parte di chi è sopravvissuto, di tre distinte tragedie legate all'acqua. L'acqua che porta via la vita è la stessa che la dona, e chi racconta lo sa: non è fatalismo, è accettazione della vita.

La Curino ritrova il suo spazio vitale dopo "Zio Vanja", Balasso è una sorpresa oltre la sua nota simpatia, sia in versione veneta che bluesman. Bravissimi anche i due giovani attori, che assai opportunamente rappresentano il cinismo della Scuola di Chicago, capace di cogliere spietatamente "nuove opportunità di ricchezza" anche dal dolore e dalla morte delle masse.


Nel vagone di un treno ad alta velocità si incontrano casualmente alcuni viaggiatori che, senza saperlo, hanno qualcosa in comune: sono in qualche modo dei reduci. Cominceranno a raccontarsi le proprie storie e scopriranno di essere tutti scampati all’acqua. L’acqua del Polesine, l’acqua di New Orleans, l’acqua dello Tsunami, l’acqua dei mille posti inondati, più o meno conosciuti: vicende terribili, dalle quali chi è riuscito a sopravvivere ha ricavato una nuova consapevolezza della precarietà umana ed ha trovato la forza per continuare a vivere. Come nei racconti dei pescatori, tutto sembra prendere il tono di una sfida a chi l’ha scampata meglio, a chi ha avuto l’avventura peggiore. Laura Curino, usa la cadenza lenta di chi è nato nella pianura padana per manifestare lo stupore di Regina la ragazza polesana sposatasi il 18 novembre 1951, proprio il giorno in cui il Po ha rotto gli indugi e gli argini allagando ogni cosa. Natalino Balasso è invece Cedric Lafontaine, veneto di terza generazione e scatenato chitarrista in un complesso blues di New Orleans. L’uragano Katrina lo sorprende durante un concerto e a salvarlo sono le doti di galleggiamento del contrabbasso a cui lui e il collega musicista si aggrappano. Con loro, due giovani e due storie che si legano indissolubilmente a questi cantori del nostro tempo. (da qui )

Viaggiatori di pianura

Tre storie d'acqua

Fonderie Limone Moncalieri (TORINO)

dal 04/05/2010 al 09/05/2010

di Gabriele Vacis e Natalino Balasso
con Laura Curino, Natalino Balasso, Christian Burruano, Liyu Jin
regia Gabriele Vacis
scenofonia Roberto Tarasco
scene Lucio Diana
Fondazione del Teatro Regionale Alessandrino

martedì, maggio 04, 2010

Incapace di intendere e di volere

"Non potrei mai abitare in una casa comprata con i soldi di altri", ha affermato Scajola nella conferenza stampa. Per la prima volta in dieci giorni, Scajola ha però preso in considerazione l'ipotesi che gli assegni che gli vengono contestati siano effettivamente stati versati: "Se dovessi acclarare che la mia abitazione fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l'interesse, i miei legali eserciterebbero le azioni necessarie per l'annullamento del contratto", ha affermato.

Dunque, egli dice: è possibile che qualcuno gli abbia pagato la casa a sua insaputa.
Non lo sa esattamente, lo deve ancora acclarare.
E se lo scopre, chiederà ai suoi legali di annullare il contratto.

Scajola, se scappavi senza dire una parola facevi più bella figura.
Così non sembri solo un potente che pretende di fare i cazzi suoi senza essere giudicato, al punto di lasciare tutte le tracce di questo mondo: sembri pure un mentecatto.
O, meglio, se racconti ste cose qui credi che i mentecatti siano quelli che ti ascoltano e ti hanno votato.

Pensandoci bene... in fondo non hai mica tutti i torti.

lunedì, maggio 03, 2010