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lunedì, aprile 15, 2013

La mia (piccola) Biennale Democrazia

Spesso si è stanchi, annoiati, distratti.
Sembra a tratti che la vita sia una noiosissima sequenza di atti sempre uguali a se stessi, faticosi, irritanti, e che nulla riesca a farci uscire da questo fiume (assai densamente popolato di altri pescetti come noi) che ci trascina via senza speranza di poterne uscire.

Poi, d'improvviso, ti accorgi (finalmente) di come basti pochissimo per uscire dall'apatia e raccogliere emozioni.
Le emozioni che possono illuminare la vita sono molteplici, e sono molto spesso a portata di mano.
Basta decidersi, uscire, partire, andare, osare...

A Torino si è svolta, tra il 10 ed il 14 aprile, la edizione 2013 della Biennale della Democrazia (sempre sia lodato il Presidente Zagrebelsky!!!). Il tema di quest'anno, assolutamente azzeccato, era quello dell'Utopia.

Purtoppo non ho avuto nè il tempo nè la voglia di seguire granchè, tra le decine e decine di eventi che si sono susseguiti in questi giorni (tutti a ingresso assolutamente gratuito, come è nello spirito della Biennale, al solo prezzo di code spesso estenuanti ma giustamente ineludibili...)

Ma un paio di cose, nonostante la mia pigrizia ormai leggendaria, sono riuscito a non perderle.

La prima era la serata inaugurale, dedicata a Giorgio Gaber, al Teatro Regio.
Presente in sala un insolitamente loquace Sandro Luporini, coautore di GG, intervistato da Michele Serra.
Giovanna Zucconi ha letto alcuni brani gaberiani, di insolità attualità.
(Serra a Luporini:" Ma siete stati profetici voi o in questi trenta-quarant'anni in questo paese non è cambiato nulla", e Luporini: "Eh, l'è brutto dirlo, ma mi sa che non hè cambiato 'ulla.")
Sul video scorrevano immagini degli spettacoli di Gaber, così appassionati da portare ad applaudire persino il pubblico in sala in sincronia con quello originale della registrazione, come in un passaggio di testimone...
Impossibile, per me, sopprimere l'abituale commozione (ed il terribile groppo in gola) sul finale bellissimo e terribile di "Qualcuno era comunista", o la rabbia della versione più recente (ed antimafiosa) di "Io se fossi Dio", o il piacere dell'ascolto alla semplicità de "Un'idea"...così come impossibile è stato, per la platea,  non fare il coro, all'inizio della serata, con "La Libertà".
Alcuni video (doverosi) rendevano omaggio alla profonda amicizia e divertita collaborazione con quel geniaccio di Jannacci (l'unico, sottolineava la Zucconi, capace di far rimare "Quando tace il water" con "Quando parla Gaber" - in "Se me lo dicevi prima").
Tra i video e le parole di Luporini (che fluivano sempre più copiose, segno che era a suo agio) ci sono stati gli interventi musicali di Bruno Maria Ferraro (con una bellissima "Non insegnate ai bambini" alla chitarra), Andrea Mirò (con una bella "Il conformista" al piano), Luca Barbarossa, Enzo Iachetti (con la esilarante "Le elezioni"), ma soprattutto una appassionata ed emozionatissima Paola Turci da ovazione (con "C'è un'aria" e "Si può"): "Essere qui, in questo posto bellissimo, e cantare Gaber davanti a Luporini...mi scoppia il cuore!", e una tale ondata di emozione si è riverberata nel teatro, durante la sua esibizione, da lasciarci tutti meravigliosamente scossi...(qui una sua esibizione al Festival Gaber...giusto per dare l'idea...)


Il secondo evento è stata la lezione sull'utopia tenuta ieri al Piccolo Regio da Melania Mazzucco (un altro dei miei miti:-))
(Leggete qui per un resoconto davvero ben fatto della lezione...)

La Mazzucco, aiutata dalle immagini, ha compiuto una disamina degli affreschi di Ambrogio Lorenzetti (al tempo di Giotto, un pittore celebre quasi come lui) realizzati nella "Sala dei Nove" del Palazzo Civico di Siena (costruito a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo). Gli affreschi, conosciuti originariamente come "della pace e della guerra", nel Settecento sono stati ridenominati "del Buon Governo".

Il Comune di Siena, affidata a quei tempi la guida a nove Signori, si era dotato di una Costituzione, il cui testo - legato da una catena - era a disposizione di tutti i cittadini per la lettura e la conoscenza del contenuto.
Ma, poichè erano pochi i cittadini in grado di leggere, si rese necessario esibire i concetti della Costituzione attraverso il media più diffuso dell'epoca, ovvero la Pittura, e farlo nel luogo simbolicamente più corretto - la stanza di Palazzo Civico in cui i Signori esercitavano il Potere per conto del Popolo.
Fu chiamato appunto a questo compito Ambrogio Lorenzetti, non un semplice artigiano della pittura ma un uomo colto (un "filosofo", lo definì il Vasari), e quindi perfettamente in grado di "interpretare" visualmente i concetti contenuti nella Costituzione (i Signori esercitavano un potere quasi assoluto, ma la Costituzione li vincolava a manterenere Siena in pace: una pace attiva, anche bellicosa se necessario).
Ed ecco, dunque, gli elementi fondamentali del Buon Governo: la Giustizia, innanzi tutto, che deve essere lo scopo di chi governa. Sotto di essa, la Concordia, con una pialla per appianare i dissidi.
La Concordia è tramite tra la Giustizia ed il Popolo: questo tramite è rappresentato dalla corda che, attraverso la concordia, viene tenuta in mano da 24 cittadini (tutti diversi, a rappresentare mestieri e professioni, ma tutti di eguale altezza, per indicarne l'uguaglianza), fino a giungere al polso, a cui è saldamente annodata, della figura che rappresenta il Comune di Siena.
Non sto a descrivere nel dettaglio gli innumerevoli aspetti simbolici degli affreschi, che sono ampiamente descritti qui , ma in sintesi Lorenzetti esprime il concetto che se la Giustizia è al centro del Buon Governo la città diventa prospera, felice, bella, piacevole e priva di paura.
Se invece la Giustizia è umiliata e resa impotente vince la Tirannide, alle Virtù si sostituiscono i Vizi e nel declino che ne deriva si perde tutto: lavoro, speranza, felicità, e quel che resta è violenza, rovina e guerra.
Inutile sottolineare la persistente attualità del messaggio.

Poi, la Mazzucco ha preso come spunto un dipinto di Paul Signac, "Al tempo dell'anarchia", per una dissertazione sull'utopia anarchica (concentrandosi su fine Ottocento, quando la fiaccola dell'anarchia - nel bene e nel male - splendeva come riferimento per milioni di esseri umani oppressi che sognavano un mondo nuovo), incrociando quindi un altro dei miei miti.

(Sono anarchico? Lo sono stato, sinceramente, profondamente ed in modo convinto ed informato. Lo sono ancora, nel cuore, anche se oggi mi dico che un popolo che non è nemmeno in grado di usare decentemente una democrazia non può nemmeno giungere immaginare una cosa bella come l'assenza di governo dovuta al fatto che le comunità di individui sono in grado di gestirsi da sole).
Il grande Eliseo Reclus, scienziato ed anarchico (ricordate che incrociò la sua vita, per un tratto, con quello della esploratrice Alexandra David-Neel, di cui parlai qui?), disse che l'esperienza dei comuni italiani medievali può considerarsi il tipo di organizzazione che è giunto più vicino al concetto di libertà e giustizia.
Gli anarchici furono (e sono, anche se la loro voce è ormai così fiebile) i maggiori sognatori di un mondo davvero nuovo, radicalmente rifondato dalle radici...avevano una fiducia nell'uomo che andava oltre ogni ragionevole speranza:-)

Infine, la Mazzucco ha concluso con "Il mondo nuovo" , di Giandomenico Tiepolo (1791), rilevandone altri stringenti motivi di attualità.

Il mondo nuovo era una forma di lanterna magica montata nei giorni di festa che mostrava immagini straordinarie e fantastiche: «Tiepolo era attratto dagli imbonitori, da quelli che riescono ad attrarre l’attenzione della gente – dice Mazzucco – millantando qualcosa che in realtà non esiste. In questa lanterna magica erano promesse la visione di posti lontani, un mondo nuovo, diverso e anche un mondo alla rovescia. Tiepolo non ci fa vedere questo spettacolo perché nel quadro sono mostrati  invece gli spettatori di spalle, sono loro i protagonisti dello spettacolo senza saperlo, e gli spettatori sono il vero futuro al quale Tiepolo vuole offrire l’immagine di questa gente. Persone di tutti i tipi, manovrate da un ciarlatano, contagiati dalla smania di evasione e imboniti dalle promesse del mondo nuovo».

C'è forse qualcosa da aggiungere?:-)

sabato, aprile 06, 2013

Vorrei un governo...

Vorrei un governo...
che si ponesse come obiettivo la creazione di condizioni utili a far prosperare la felicità per i propri cittadini, dove i cittadini sono TUTTI coloro che vivono in questo paese.
Un governo che creasse le condizioni per una vita in cui ci sia sicurezza del reddito, e persistenza dello stesso.
Che restituisse serenità e capacità di progettare un futuro, e di impiegare nella società il meglio delle proprie capacità personali senza il timore costante di essere gettato all'inferno.
Un governo che abbandonasse l'accettazione acritica del mercato, che tende a rendere schiavi e concorrenti i suoi cittadini, e li difendesse, li proteggesse, li tranquilizzasse rispetto alle paure di non farcela.
Un governo che agevolasse la creazione di reti, di connessioni, di socialità tra le persone, che impedisse la prigionia della solitudine, dell'isolamento.
Un governo che non accettasse più che chi dirige un'azienda guadagni centinaia di volte rispetto a chi ci lavora nelle posizioni subordinate: che ponesse limiti insuperabili al divario tra chi si assume responsabilità e chi è al fondo della catena.
Un governo che usasse il suo potere per equilibrare i poteri economici che vogliono trasformare le persone in merci, in materiale da usare e gettare secondo le convenienze.
Un governo che riscoprisse e valorizzasse le competenze davvero utili a tutti, e le premiasse in aperta sfida ai valori del mercato: che impedisse che sul proprio territorio un artigiano muoia di fame mentre si danno milioni di euro a chi calcia un pallone.
Se il mercato non ha una morale esigo un governo che la rivendichi, la morale. Abbandonando il moralismo!
Vorrei un governo che aiutasse le famiglie con i servizi, che ridesse tempi e spazi alle persone per riscoprire la fratellanza, la vicinanza, l'assistenza e la cura reciproche.
Vorrei un governo che si impegnasse a propagare i valori della sobrietà, della mitezza, della pazienza, della tranquillità, della tenacia: e che usasse sempre parole moderate, caute, rispettose.
Vorrei un governo che si presentasse con un sorriso ed insegnasse che la paura è il peggiore handicap dell'anima, che la paura è nemica delle persone e dei cittadini, ed amica solo di chi li vuole opprimere ed umiliare.
Vorrei un governo che insegnasse che avere il giusto significa non avere nulla da perdere, e ad aprirsi al prossimo senza timori, sapendo che il confronto non è mai perdita di sè, ma arricchimento.
Vorrei un governo che combattesse la povertà culturale, l'ignoranza e l'analfabetismo di ritorno con la stessa forza con cui combatterebbe la povertà materiale.
Un governo che dicesse che saremo tanto più felici quanto più felici saranno le persone intorno a noi, dentro e fuori dai "confini".
Vorrei un governo che insegnasse il gusto per le cose belle e le cose buone, e che le cose sono più belle e più buone quanto più sono condivise con gli altri.
Vorrei un governo che volesse bene ai propri cittadini, a tutti, senza distinzioni, come c'è scritto nella Costituzione.
Anzi, io nella Costituzione aggiungerei questa frase: "Lo scopo del Governo è voler bene ai propri cittadini".
Un governo che li lasciasse vivere e morire come preferiscono, se non fanno male a nessuno (ed insegnasse a chi si sente "a disagio" rispetto ai comportamenti altrui che il disagio è un problema personale, non risolvibile con le leggi).

...ma, pensandoci bene, se io fossi un cittadino che MERITA davvero un simile tipo di governo, in fondo NON avrei nemmeno bisogno di un governo, e di certo il mio paese non sarebbe quella cosa triste che è.

martedì, dicembre 04, 2012

Questions...

Lo spread (bleah) è sceso sotto/attorno a quota 300, e tutta l'informazione mainstream esulta: "ecco, vedete, le politiche di rigore del governo producono finalmente risultati e rassicurano i mercati!!"
Ma io mi domando e dico...
se fossi uno speculatore, un avvoltoio, uno sciacallo della finanza (ovvero quel che si nasconde dietro la parola fintamente neutra "mercato") sarei solo rassicurato da quel che sta facendo il governo?
Noooo: sarei ENTUSIASTA!!!
Entusiasta di un gruppo di bocconiani, intimamente simili a me, che considerano "naturale" questo sistema di merda e sono disponibili ad affamare i propri governati, a ridurli alla miseria, pur di non scalfire nemmeno il sistema della diseguaglianza.
Entusiasta di chi sta apprestandosi a smantellare il welfare pubblico per regalare anch'esso ai famelici appetiti della finanza.
Entusiasta di chi promuove "accordi sulla produttività" che dicono alle imprese "non c'è bisogno di investire in ricerca ed innovazione, perchè vi procuriamo nuovi schiavi senza diritti e potete competere con questi..."
Entusiasta di chi vuol mettere mano ad uno dei sistemi sanitari pubblici più efficienti, solidali ed economici del mondo per dare i bocconi più golosi ai cani più avidi...

*

Uno spot della Chiesa Cattolica afferma:
"Se non ci fossero i sacerdoti, chi si occuperebbe degli ultimi? Nessuno".

Quindi, si afferma esplicitamente che i cattolici, ad esclusione dei sacerdoti, non si occupano degli ultimi; ergo, se ne fregano del vangelo e dei precetti del cattolicesimo.

Si tratta di una clamorosa gaffe comunicativa, o della confessione di un fallimento di proporzioni bibliche?

*

Beppe Grillo, la scorsa settimana, ha (come fa usualmente) gettato carrettate di letame sulle Primarie del Centrosinistra.

Oggi vara le "parlamentarie" del Movimento 5 Stelle: sostanzialmente, le persone che hanno diritto di votare guardano delle brevi presentazioni online dei possibili candidati alle elezioni politiche della propria zona e li scelgono con un click.

Fatemi capire: muoversi di casa propria per andare a votare tra un numero ragionevole di candidati (che in qualche modo han fatto ampiamente e pubblicamente sapere come la pensano) è da coglioni, mentre scegliere davanti ad un video degli emeriti sconosciuti che si autopresentano è democrazia reale?

*

Esiste al mondo, oltre ad Israele, un qualsiasi stato a cui sia permesso decidere ed applicare la pena di morte sul territorio di un altro stato, e che si offenda pure se si reagisce?

*

Dopo le armi di distruzioni di massa mai trovate in Iraq, voi ve la sentite di credere agli USA quando dicono che Assad in Siria sta usando le armi chimiche?

lunedì, novembre 19, 2012

Ah, si, certo...

...quel che ci mancava era davvero un altro miliardario, pronto a scendere in campo per salvarci.
Potendo scegliere, preferisco Rockerduck, che mi è più simpatico.

venerdì, novembre 16, 2012

Ma che razza di gente siete?/3

Questa mattina ho ascoltato una intervista telefonica al Ministro della Pubblica Amministrazione, Patroni Griffi, quello che twittava felice sulle 4200 eccedenze della P.A. (vedi post precedente).
Ha affermato che le "eccedenze" non sono ancora definitive, ed è prevedibile che le "teste" di troppo nella Pubblica Amministrazione, alla fine, potrebbero essere fino a 2000 di più.
Ha anche voluto sottolineare, con una inequivocabile nota di orgoglio nella voce, che quei posti verranno cancellati DEFINITIVAMENTE, e non saranno mai più ricoperti.

Agghiacciante.

Un Ministro della Repubblica di un paese in crisi che SI VANTA di distruggere in modo irreversibile migliaia di posti di lavoro e di rispettivi redditi. Che gioisce dell'angoscia, del panico, della paura altrui.

Un governo che si mette GIOIOSAMENTE a giocare allo stesso gioco assassino del Mercato.

Intanto, una indagine realizzata dal Censis rivela oggi che:

"Domina il pessimismo per il timore di avere troppo pochi soldi, regole che cambiano continuamente,
paura di perdere il lavoro e di non poter più versare i contributi
Timore per pensioni pubbliche troppo basse, regole che cambiano continuamente, paura di perdere il lavoro e di non poter versare i contributi: si tinge di nero l’orizzonte della vecchiaia degli italiani.
Già oggi la previdenza pubblica è fatta di pensioni basse. Degli 11,6 milioni di pensionati con pensione di vecchiaia, più di 4 milioni (oltre il 35%) beneficia di un assegno pensionistico inferiore a 1.000 euro. Di questi, 741mila (il 6,4%) ricevono meno di 500 euro al mese. E il futuro non sarà più roseo. I lavoratori italiani pensano che quando andranno in pensione riceveranno un assegno pari in media al 55% del proprio reddito attuale. Un quarto dei lavoratori crede che avrà una pensione inferiore al 50% del reddito da lavoro e il 43% che al massimo sarà compresa tra il 50% e il 60% del reddito. È quanto emerge da una ricerca realizzata dal Censis per la Covip 

In particolare, i dipendenti pubblici si aspettano una pensione pari al 62% del loro reddito, i dipendenti privati pari al 55% e gli autonomi al 51%. I giovani di 18-34 anni prevedono che avranno una pensione pari al 54% del reddito e i più anziani pari al 60%. Secondo l’opinione del 46% degli attuali occupati si va incontro a una vecchiaia di ristrettezze, senza grandi risorse da spendere: il 24,5% ritiene che non potrà vivere nell’agiatezza, anche se qualche sfizio potrà toglierselo, il 21,5% afferma che la situazione è molto incerta e non riesce a immaginare come sarà la propria vecchiaia. Solo l’8% pensa che potrà godersi un po’ di serenità anche grazie a buoni redditi. 

L’84% dei lavoratori italiani è convinto che le regole della previdenza cambieranno ancora. La loro variabilità genera inquietudine e, nella crisi, le pensioni diventano il catalizzatore delle paure. L’insicurezza riguarda anche il percorso previdenziale personale: il 34% dei lavoratori (percentuale che sale al 41% tra i dipendenti privati) teme di perdere il lavoro e di rimanere senza contribuzione, il 25% di dover affrontare una fase di precarietà con una contribuzione intermittente, il 19% di avere difficoltà a costruirsi, oltre la pensione pubblica, fonti integrative di reddito, come ad esempio la previdenza complementare. Lo «stop and go» normativo mina la fiducia nella certezza delle regole della previdenza e nella sua capacità di dare sicurezza alle persone in vista di una prolungata longevità. Nella crisi la previdenza, come sistema e come percorso personale, catalizza paure e incertezze, creando ansia piuttosto che sicurezza."

E Patroni Griffi, intanto, gioisce orgoglioso delle nostre paure.

Oh, certo: è veramente terribile la violenza che si vede nelle manifestazioni, eh?

La distruzione della speranza, della fiducia, dell'idea del futuro proprio e dei propri figli, invece, è un pranzo di gala. 

Il fatto che il 90% delle imposte in Italia sia ormai pagato dai lavoratori dipendenti e dai pensionati, è giustizia.

Il fatto che l'incidenza dei salari sul PIL sia diminuita del 9% tra il 1999 ed il 2007, è rispetto per il lavoro.
(Dati rilevati da "La lotta di classe dopo la lotta di classe", di Luciano Gallino).

In questi giorni si sente parlare di una possibile lista Monti, unica possibilità per "rassicurare i mercati".

Che bisogno c'è di rassicurarli ancora?

I governi ed i mercati ormai si confondono. Anzi, sono la stessa cosa: lavorano duro per la nostra infelicità, per l'arricchimento di pochi e l'impoverimento di tutti gli altri.
Usano lo stesso linguaggio ("merito", "competitività", "compatibilità", "debito") per mascherare e accrescere il privilegio.

mercoledì, novembre 14, 2012

Ma che razza di gente siete?/2

4028 persone  (oh, ma derubricate a "eccedenze", eh...) che bisogna far fuori: sono inutili.

E non è che glielo si dice in faccia, guardandole nelle palle degli occhi: noooo...

...con un messaggio su Twitter!!!

Io pensavo che questi tecnici al governo fossero delle brutte persone.

Ma non fino a questo punto.

mercoledì, ottobre 10, 2012

Ma che razza di gente siete?

Tecnici?
Delle merde, siete.

Che vi colpisca il dolore, la sfortuna, tutto il peggio che vi si possa augurare.
A voi ed ai vostri amici speculatori, banchieri, sfruttatori.
Che il disprezzo che dimostrate verso chi è più debole vi si ritorca contro, e vi travolga come uno tsunami.
Che il nostro odio possa farvi tutto il male che vi meritate, e anche di più.

 “Scandaloso e indecente. Non troviamo termini migliori per descrivere l'ennesimo taglio all'assistenza delle persone disabili. Con il dimezzamento della copertura finanziaria per i permessi per l'assistenza dei genitori disabili si colpiscono ancora una volta i più deboli”. Lo sostiene Nina Daita, responsabile dell'Ufficio disabilità della Cgil nazionale a proposito della norma contenuta nella Legge di stabilità che modifica la precedente legislazione (legge 104 del 1992, la legge quadro sulla disabilità).
“Siamo di fronte ad un arrogante atto di discriminazione che creerà ulteriori disparità tra i cittadini – spiega Daita – siamo sempre noi a pagare e ora , dopo gli interventi sulla riabilitazione e sugli ausili per l'autonomia, ora il governo passa direttamente al taglio della parte delle retribuzione che riguarda i permessi per l'assistenza”.  La disabilità viene colpita in tanti modi e non è un caso, ricorda Nina Daita, che l'occupazione delle persone disabili sia scesa del 38%.
“Di fronte a questo provvedimento – conclude – la Cgil esprime tutta la sua indignazione e ci tiene a sottolineare che a fare le spese di questa inqualificabile decisione politica saranno le famiglie e in particolare soprattutto le donne”.
STRETTA ASSISTENZA DISABILI - Stretta sui permessi previsti dalla legge 104/1992 per il disabile o per la cura di parenti affetti da handicap.

La retribuzione per i giorni di permesso (tre al mese) scende al 50% a meno che i permessi non siano fruiti per le patologie del dipendente stesso della P.A o per l'assistenza ai figli o al coniuge.
Sono esclusi dal pagamento intero quindi i permessi fruiti per prendersi cura dei genitori disabili.

giovedì, agosto 02, 2012

La scomparsa del lavoro

Martedì 31 luglio 2012 l'ISTAT diffonde il seguente comunicato stampa:

Occupati e disoccupati (dati provvisori)

A giugno 2012 gli occupati sono 22.970 mila, in calo dello 0,1% rispetto a maggio (-29 mila unità). Il calo riguarda in particolare le donne. Rispetto a giugno 2011 il numero di occupati mostra una lieve crescita (11 mila unità).
Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini tendenziali.
Il numero dei disoccupati, pari a 2.792 mila, cresce del 2,7% rispetto a maggio (73 mila unità). Tale aumento riguarda sia gli uomini sia le donne. Su base annua la crescita è pari al 37,5% (761 mila unità).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,8%, in aumento di 0,3 punti percentuali rispetto a maggio e di 2,7 punti rispetto all'anno precedente. A tale proposito si segnala la revisione dei dati relativi ai precedenti tre mesi, dovuta ad un aggiornamento del modello di destagionalizzazione.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 34,3%, in calo di 1,0 punti percentuali rispetto a maggio. I giovani disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia di età.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-52 mila unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona al 36,1%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini congiunturali e di 1,8 punti su base annua.

Nell'ultimo anno, dunque, i disoccupati in Italia sono cresciuti di SETTECENTOSESSANTUNOMILA unità, il 37,5 % in termini percentuali, e sono arrivati a DUE MILIONI SETTECENTONOVANTADUEMILA.

Non so a voi, ma a me sembrano cifre spaventose

mercoledì, giugno 13, 2012

Eso(n)dando

Dunque: il Governo, per voce della ministra Fornero, ha dichiarato negli ultimi mesi che gli esodati sono 65.000.
Secondo una relazione dell'INPS, pervenuta all'ANSA, che secondo alcuni organi di stampa sarebbe sul tavolo del ministro da diversi mesi, il numero è di 390.200.
La ministra, irritata per la diffusione del documento, «ha manifestato ai vertici Inps la propria disapprovazione e deplorato la parziale non ufficiale diffusione di informazioni che ha provocato disagio sociale».
NON ha detto che i dati dell'INPS sono falsi (e dio solo sa se lo avrebbe volentieri urlato, potendolo fare): ergo, significa che sono veri.

giovedì, febbraio 16, 2012

Dell'implacabile giustizialismo della carta carbone e di altre storie

Da Wikipedia:

"La carta carbone oggi

Oggi, la carta carbone è caduta quasi in totale disuso. È stata largamente soppiantata da dispositivi elettronici come le fotocopiatrici, che permettono la copia di documenti in maniera più veloce e agevole. Inoltre, l'utilizzo di personal computer e delle stampanti negli uffici ha fatto decadere ulteriormente l'utilizzo della carta carbone.
Le moderne tecnologie hanno eliminato anche l'impiego di carta carbone manuale da tutti gli studi professionali. La utilizzano ancora taluni artigiani e chi si diverte con il bricolage."

Ieri sera, vedendo il TG7 a casa d'altri, ho seguito il servizio sul terribile blitz della Guardia di Finanza tra i commercianti di Napoli.
E poi, ad un certo punto, l'ho visto. Mi sono stropicciato gli occhi, perchè non ero certo di quel che vedevo, ma l'ho visto.
Un finanziere, in piedi vicino ad un bancone, sollevava un foglio di un blocchetto formato A4 e infilava un foglio di carta carbone tra quel foglio ed il successivo.
Ho avuto una vertigine. Non vedevo più un foglio di carta carbone da almeno 15 anni.

Dunque, una delle armi segrete messe a disposizione della Guardia di Finanza nel 2012 per l'implacabile lotta all'evasione fiscale è questa. La carta carbone. 
Immagino che, negli uffici della GdF, ci siano armi ancora più terribili: pavento vi siano addirittura delle Olivetti Lettera 22, con le quali trascrivere inesorabilmente i verbali.
E forse (si sussurra) addirittura degli schedari Buffetti, in cui archiviare (scrivendo sul dorso, con l'etichetta adesiva bianca,  la prima lettera del cognome del reo) la seconda e la terza copia (quella che la carta carbone rende di fatto illeggibile) del verbale.
E scrivanie di fòrmica azzurra. E sedie con le gambe sottili e metalliche. Il tutto innaffiato di speciale polvere antichizzata, comprata a sacchi da 50 chilogrammi, fatta giungere apposta dalla  Germania.

Pensate che sgomento, per la criminalità organizzata, apprendere queste cose.
Quegli sciocchi sono in grado di incassare quotidianamente i soldi derivati dal traffico di droga a Scampia, farli circolare virtualmente per mezzo mondo, attraverso le banche di otto-nove paesi in cinque continenti, e farli giungere il giorno dopo, totalmente ripuliti, alla finanziaria legale che in Piemonte presterà i soldi (ad un tasso assolutamente ragionevole, ed inferiore a quello delle banche) al piccolo imprenditore che vuole aprire un ristorante (certo, magari avrà un socio calabrese oscuro ed ingombrante, ma pazienza).

Non sanno, gli sventurati, i criminali e gli evasori, della carta carbone e del resto, di queste armi segrete dello Stato, che segneranno la loro fine. Inesorabilmente.  

*
No, la lotta agli evasori non mi eccita. Smoke gets in your eyes, direbbero i Platters.
E' un discorso di priorità.
E, in testa alle priorità che sento, c'è la disuguaglianza. Finchè esisteranno manager, banchieri, speculatori, governanti che dispongono di redditi centinaia, migliaia, decine di migliaia superiori a quelli degli ultimi, non chiedetemi di vibrare di sana indignazione per chi evade le tasse: non ne ho il tempo nè la voglia.
Un bonus di 50 milioni di euro a Marchionne mi fa incazzare molto di più. L'idea che il mercato assegni agli uomini valori così assurdamente distinti fra loro evidenzia quanto far politica per "ispirare la fiducia dei mercati" sia più o meno come giudicare la propria vita basandosi sul giudizio di Aksentij Ivanovič Popriščin (vedi "Le memorie  di un pazzo" di Nikolaj Gogol).
E nessun governo d'Europa intende entrare nel merito. Va tutto bene così, i nuovi nemici sono i tassisti e gli evasori. Si, vabbè.
E nessun partito d'Europa dice: "deve essere stabilito un reddito di cittadinanza, basato sul principio che qualunque essere umano ha il diritto ad una vita dignitosa per il solo fatto di essere al mondo. Poi, se uno vuole competere per avere dieci ville e sette suv, lo faccia pure: ma nessuno deve essere costretto a competere solo per esistere."
Sarebbe ingiusto, dite?
Beh, anche il mondo di oggi è ingiusto. Chissenefrega, dunque. Ci sarebbe un po' più di serenità in giro, no? Ed esseri umani sereni  magari pensano agli altri, alla collettività. Pensano, inventano, creano, Molto di più di coloro che stanno con la pistola puntata alla testa, e rischiano di perdere tutto perchè sono vecchi, deboli, improduttivi, o semplicemente non abbastanza bastardi per competere ed annientare il prossimo.


*

Yawn. Riassumiamo questa.
Una azienda pubblica dà 700.000 euro per tre sere ad un tizio, che è noto - oltre che per essere un vecchio cantante - per sparare inenarrabili cazzate. Il tizio chiede che non gli siano posti nè vincoli nè condizioni nello sparare cazzate. L'azienda pubblica dice che va bene.
Il tizio va in tivù, e, come ci si aspetta, spara cazzate: è stato pagato profumatamente per farlo!
A questo punto l'azienda pubblica si indigna. Non si aspettava che, davvero, uno pagato tantissimo per fare una cosa la facesse sul serio: all'interno della azienda pubblica, queste cose non si fanno.
Allora ha preso un dirigente, che dev'essere un altro pagato tantissimo per non fare le cose per cui è pagato, e l'ha mandato a vigilare su quel tizio, per evitare che faccia quello per cui è stato pagato.

Una tipica storia italiana. 
Yawn.

giovedì, febbraio 02, 2012

L'intermediario

(Tipico esempio di intermediario: si veda la curiosa somiglianza della faccia con il lato B.)


La vicenda del palazzo di Via Stamperia, a Roma, comprato al mattino a 28 milioni di euro e venduto al pomeriggio a 44 milioni mi sembra paradigmatica, rispetto ai valori dominanti di questo mondo (cose del genere avvengono peraltro tutti i giorni, e non solo nel campo immobiliare: anzi, soprattutto in quei benedetti "mercati" di cui dobbiamo disperatamente "conquistare la fiducia" cedendo ogni giorno un pezzetto di diritti e di dignità, nonchè una fettina di culo.).
L'intermediario ha trattato la vendita del palazzo quando non ne aveva ancora la proprietà, e poi - sembra senza violare alcuna legge - ha fatto in modo di:
  • "acquistare" al mattino il palazzo senza versare un soldo;
  • "vendere" l'immobile al pomeriggio, facendo in modo che i versamenti futuri dell'acquirente (il fondo pensioni degli psicologi) verso di lui fossero sincronizzati in modo da giungere il giorno prima di quelli che deve versare per il pagamento dell'immobile al proprietario precedente (un fondo immobiliare controllato da Intesa San Paolo).
In tal modo, l'intermediario ha realizzato una "plusvalenza" di 18 milioni di euro in poche ore.
Sia chi ha venduto l'immobile all'intermediario che chi lo ha acquistato ha dichiarato "congruo" il rispettivo valore (ricordiamo, 28 e 44 milioni di euro).

La vicenda, a guardarla senza neppure dare dei nomi ai protagonisti, fa venire in mente alcune domande a più livelli.
Iniziamo dal più banale.
E' normale che un bene immobiliare (in questo caso) possa aumentare il proprio valore del 57% in poche ore solo in virtù di una intermediazione?
Perchè è improbabile che in poche ore il palazzo sia stato ristrutturato, o che sia giunta una notizia legata a eventi che possano cambiare il valore del bene (tipo vincoli sulla zona o sul palazzo) in modo così consistente.
Se assumiamo che il bene abbia mantenuto in quelle ore eguali condizioni intrinseche ed estrinseche, che cosa può aver prodotto questa variazione di valore?
Ripetiamo: il fondo immobiliare di Intesa San Paolo ritiene di aver venduto lo stabile al valore congruo di 28 milioni di euro, il fondo pensioni degli psicologi ritiene di aver comprato lo stabile al valore congruo di 44 milioni di euro.
Direi che qualcuno (o forse entrambi), tra i dirigenti dei due enti, ha commesso un errore di valutazione abbastanza consistente (18 milioni di euro...non cinquantamila...).
Ci si aspettano inchieste interne, licenziamenti e cause risarcitorie da parte di entrambi gli enti, direi, nei confronti dei propri dirigenti. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.

Ma procediamo.
I due atti di vendita saranno sicuramente stati fatti da due notai (mi auguro differenti: se si trattasse dello stesso notaio, andrebbe internato senza indugi).
Supponiamo (pura ipotesi) che il primo abbia agito correttamente.
Se così fosse, il notaio che ha registrato il secondo atto come faceva a non sapere che lo stesso immobile era stato acquistato al mattino per una cifra inferiore di circa un terzo?
E' un notaio, cazzo, lo pagano profumatamente apposta per sapere queste cose!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Beh, che c'entra? Il notaio verifica che il bene sia vendibile e che non esistano ipoteche nascoste; poi, se uno lo vuol comprare al doppio di quello che vale, sono affari suoi".
Beh, allora aboliamoli i notai: facciamo che basta un'autocertificazione firmata del venditore, impugnabile legalmente nel momento in cui si riveli mendace; esattamente come accade in tutti i paesi avanzati in cui le professioni medioevali sono state abolite.

Insomma, uno dei due notai (o entrambi) non sono stati molto professionali. E almeno l'ultimo acquirente dovrebbe denunciarlo (o denunciarli) per questo motivo, se è in buona fede. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.

E adesso, poniamoci delle domande di livello diverso.
L'intermediario, diciamo, ha fatto solo l'intermediario, appunto, ma ad insaputa dei due enti.
Se i due enti si fossero messi d'accordo tra di loro, avrebbero concluso la vendita a, diciamo, 37 milioni di euro risparmiando entrambi 9 milioni di euro, con lo stesso esito finale: il passaggio dello stabile  (così com'era) dal primo ente al secondo.
Entriamo dunque nel merito del compenso che l'intermediario si è portato a casa, cercando di comprenderne il significato.
Abbiamo detto che l'intermediario non ha portato alcun valore aggiunto, nell'operazione: lo stabile venduto al pomeriggio era esattamente lo stesso acquistato al mattino.
Pensiamo anche che, se l'ente 1 avesse saputo che l'intermediario avrebbe immediatamente rivenduto lo stabile all'ente 2, non avrebbe accettato l'intermediazione (perchè noi diamo per scontato che i gruppi dirigenti dell'ente 1 e dell'ente 2 siano al massimo ingenui, ma non disonesti).
Quindi, i 18 milioni di euro "guadagnati" dall'intermediario non nascono dalla produzione di qualcosa, dall'arricchimento di valore reale del bene o dalla vendita di un servizio utile: la vendita diretta del bene tra i due enti avrebbe eliminato solo questo guadagno e quello di uno dei due notai, che sono considerabili di fatto attività "parassitarie" rispetto al bene.
Insomma, i 18 milioni di euro sono stati "guadagnati" facendo fesso qualcuno: o i dirigenti dei due enti, o gli iscritti del fondo pensioni.

Poichè in quanto accaduto non c'è (a prima vista) nulla di illegale, resta da chiedersi se sia giusto guadagnare soldi (che siano 18 euro o 18 milioni) facendo fessi gli altri.
E' importante, chiederselo, perchè in assenza di leggi e (ormai) anche della semplice disapprovazione sociale (che anzi in casi come questi viene sostituita da plauso ed ammirazione), far fessi gli altri può divenire un modo di massa per sbarcare il lunario.
Andrebbe di conseguenza depenalizzata anche la circonvenzione di incapace, perchè se concepiamo - darwinianamente - che  chi fa fesso un altro ha il pieno diritto di guadagnare, perchè mai dovremmo mettere in galera chi truffa un anziano, facendogli credere cose che non sono vere e prosciugandogli i risparmi di vita? In cosa si differenzia, costui, dall'intermediario di cui sopra?
E in cosa si differenzia, l'intermediario di cui sopra, da chi vende azioni senza averle ancora acquistate, e da chi sui mercati internazionali "prenota" petrolio, cereali, riso per incassare gli aumenti di prezzo prima di pagare il bene?

Insomma, non esprimo giudizi morali specifici sul nostro intermediario, perchè si comporta esattamente secondo il modello del capitalismo attuale e della finanza, che è il Grande Figlio di Puttana a cui tutti i personaggi di questo genere fanno riferimento: facendo fessi quelli che non possono difendersi. 
Vendendo cose che non si possiedono e che non si sono pagate (ricordate i furbetti del quartierino? anche loro avevano l'abitudine di pagare l'immobile acquistato con i proventi degli affitti futuri, senza sborsare un soldo).

Allora, quando il governo attuale (nei confronti del quale abbandono la cautela per un giudizio doverosamente di classe e conseguentemente spietato) diffonde l'idea che si debbano odiare i tassisti e i notai, gli avvocati, i "vecchi", i garantiti, mentre il modello culturale della sopraffazione, del guadagno a spese di chi non può difendersi rimane invece intonso ed indiscutibile, dico che è il caso di smetterla di prenderci per i fondelli.
Non è vero che costoro sono "equidistanti", e colpiscono gli interessi di tutti. Stanno applicando alla lettere le indicazioni della famosa e funesta lettera della BCE, punto.
Le cose andranno dunque nuovamente bene per le banche, e per gli speculatori (quelli che guadagnano facendo fesso il prossimo), che ancora una volta avranno socializzato le perdite.
Dio, siamo ancora qui con la "fiducia dei mercati". Con lo spread e l'indice della Borsa di Milano.
Ad indicare di nuovo nemici falsi, secondari. A far finta che questo paese sia un'entità omogenea, e non un luogo in cui la diseguaglianza è sovrana, e dove nulla unisce gli ultimi ai primi.
A dire ancora che la ricchezza che è un valore, indipendentemente da come è stata raggiunta.
Ma andate affanculo, va!

Io vorrei che andasse al potere un pazzo. Un pazzo spietato. Che, per prima cosa, prima di essere ucciso dai servizi segreti e dalle mafie, chiudesse le borse - facendo saltare in aria i palazzi, dopo aver fatto uscire tutti. E punisse con dieci anni di galera chi vende le cose che non possiede. E che separasse la moneta usata per pagare il lavoro da quella usata per giocare alla finanza, rendendole indipendenti, non equivalenti, non intercambiabili e legate da un cambio reale che cambi ogni giorno: oggi, ad esempio, guarda un po'!, moneta-lavoro vale 1000 mentre moneta-finanza vale merda.  Ed il mio 1000 resta inalterato, perchè ho lavorato per produrlo, mentre è giusto che tu - intermediario - ti guardi con disgusto le mani sporche di cacca.
E che dicesse, dunque, che chi non produce nulla di fisico o di intellettuale, o non fornisca servizi che accrescono il valore di un bene, ma si limita a manipolare cose esistenti, venga pagato solo con moneta-merda.

Ecco, l'intermediario di cui sopra - che non ha prodotto nulla - oggi avrebbe in mano diciotto milioni di moneta-merda. Legalissima, eh. E guadagnata onestamente.:-)

Ma non accadrà. Perchè la "giustizia" non esiste, e le leggi rispecchiano solo il potere del più forte, e la democrazia ed il volere del popolo sono minchiate con cui ci fanno giocare quando sono sicuramente inoffensive, non certo quando possono mettere in pericolo i veri manovratori del mondo.

E il "popolo" non sarà mai più in  grado di esprimere una coscienza di classe ed una visione alternativa del mondo, con tale forza da prendere il potere in un numero sufficiente di paesi per indicare una via diversa e radicalmente alternativa.

Il capitalismo ha trionfato, e la prova è che non ci sono mai stati così tanti soccorritori al suo capezzale da quando è in crisi.
Ed esige che ci facciamo fessi l'un con l'altro.
E che sorridiamo pure, per non far piangere Monti ed i banchieri.



lunedì, dicembre 05, 2011

Cautela


Trascorrerò i prossimi giorni, con la dovuta calma ed attenzione, a leggere le misure adottate dal governo (le misure, non i commenti: tenterò di farmi un'idea indipendente, visto che preferisco in questo momento non delegare più a nessuno, per quanto faticoso sia, il compito di capire).
Due enormi preoccupazioni che avevo (il taglio radicale del Trasporto Pubblico Locale ed il taglio lineare sulla Sanità, entrambi previsti dal governo precedente) sembrano attenuarsi - anche se vedrò meglio i dettagli, il che mi fa sentire colpevole per il post precedente:-)
Una cosa infatti è evidente: la natura di questo nuovo governo obbliga tutti a ripensare anche il proprio atteggiamento di cittadini.
La sguaiatezza, la superficialità, l'approssimazione, l'effetto annuncio sono qualcosa che fa parte di un'era che speriamo si possa cominciare a superare, sia da parte della classe dirigente che - cosa non meno importante - da parte nostra.
Da parte mia, prometto solennemente che su questo blog smetterò definitivamente di fare post con il tono "brutti bastardi, oseranno farci questo?". Era adattissimi alla massa di cialtroni precedente, ma da qui in poi risulterebbero sciocchi.
Il livello di confronto sembra essersi - fortunosamente - alzato, e questo impone obblighi a tutti.
Attenzione, non sto parlando solo di forma. Anche se la considero assai importante.
Non giudico il governo Monti "dallo stile". Direi che il comportamento di questo governo ci stupisce solo perchè, in quest'ultimo quindicennio, ci siamo abituati all'idea che chi governa debba essere come o peggio di noi.
In realtà, una "forma" normale come questa permette, finalmente di parlare delle cose - e di confrontarsi su di esse e sulla loro complessità, senza essere perennemente distratti dalla caotica pirotecnia degli annunci.
(Tra colleghi, in queste settimane, ricordavamo gli infiniti annunci che hanno contraddistinto le ultime "manovre" del governo B.: ed alla fine nessuno di noi è in grado di dire esattamente quali misure fossero state effettivamente adottate, dopo gli "strilli", le smentite, le retromarce...)
Anzi, non solo permette: OBBLIGA.

Obbliga a pensare che qualsiasi azione di governo (ma qualsiasi azione umana, in un mondo ad alto tasso di complessità) richiede tempo.
Ho apprezzato moltissimo il fatto che Monti, nella scelta dei ministri e nell'annuncio della manovra, si sia semplicemente preso il tempo che riteneva giusto e necessario, e non quello "atteso" dal mondo dei media.
Ho apprezzato moltissimo la scelta degli uomini e delle donne chiamate a fare i ministri: per quanto "tecnici", "bocconiani" e "papalini", (ed anche qui faccio ammenda per aver partecipato a una sorta di processo preventivo basato sulla appartenenza) si tratta di persone che hanno una profonda conoscenza delle materie per le quali sono state attribuite loro le funzioni di governo.
(Anche questa dovrebbe essere una cosa normale, ma il fatto che un po' ci stupisca indica che questa percezione ci ha fatto un po' difetto, negli ultimi tempi).
Ho apprezzato moltissimo che la ministra Fornero abbia espresso pubblicamente la propria emozione, nell'annunciare misure che incidono sensibilmente sulla vita reale e quotidiana delle persone: in tempi anche recenti, capitava più spesso di vedere tra i ministri ghigni sadici, maschere deformate dall'odio e dalla mancanza di rispetto verso le persone;  anche questo è un bel passo avanti rispetto "all'indietro in cui eravamo precipitati".

Nessun commento, dunque, per ora, sul contenuto della manovra. Ho ovviamente delle precise reazioni di tipo "emotivo", ma so che non sono più sufficienti nè adeguate al fatto che improvvisamente, nel giro di poche settimane, moltissime cose sono cambiate, e moltissime cambieranno nella nostra vita nel prossimo e nei prossimi anni.

Di fronte a un cambiamento così grande, ci vuole cautela.
E intelligenza, e conoscenza, e umiltà. Perchè tutto quel che c'è fuori sembra dover essere ricompreso, e di conseguenza sembra necessario riprendere le misure di se stessi nei confronti di un mondo che non si può più interpretare con gli strumenti usati fino ad ora.

mercoledì, novembre 16, 2011

"Disponibili" tua sorella!

Come ricorda una interessante inchiesta di Repubblica  (cosa sempre più rara, visto che Repubblica è diventata per me illeggibile ed indigesta), i "sacrifici necessari bla bla bla" ci sono già, per noi, tutti belli pronti dietro l'angolo del 1° gennaio 2012, e si riassumono in questa tabella:

TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
2.055.000.000 € Il fondo per il Tpl stanziato dal governo nel 2010
400.000.000 € La cifra prevista per il 2012
25% La percentuale delle entrate delle aziende dei trasporti coperta dal costo dei biglietti

POLITICHE SOCIALI 
1.400.000.000 € I trasferimenti dello Stato nel 2008 per il welfare
211.000.000 € I trasferimenti nel 2011
0 Lo stanziamento previsto nel 2012 per il fondo per la non autosufficienza
1.000.000 Le persone che in Italia ricevono il sostegno dei servizi sociali
90.000 Il numero di disabili assistiti a domicilio
280.000 Il numero di interventi all'anno in aiuto di persone appartenenti a fasce di disagio sociale
50.000 Gli anziani che perderanno il diritto all'assistenza a causa dei tagli del governo
20.000 I nuovi nati che non potranno accedere ai nidi di infanzia
9.000.000.000 € La spesa delle famiglie italiane per pagare le 800mila badanti

LA SANITA'
 2.500.000.000 € Il taglio alla sanità pubblica previsto dalla manovra 2011 per il 2013
5.450.000.000 € Il taglio previsto per il 2014

Quindi, il fatto che secondo Mario Monti "le parti sociali hanno dato la propria disponibilità a contibuti concreti che possano causare sacrifici parziali per il bene comune", mi fa gigantescamente incazzare.

I più deboli (i disabili, i malati, i pendolari, le famiglie con figli piccoli) pagheranno già da subito, e pesantemente, senza alcun bisogno di "sacrifici" ulteriori.
Il nuovo governo (*), insediato sospendendo la democrazia a tempo indefinito per consentire l'attuazione finale del progetto dell'Europa dei banchieri, è per me come una invasione di alieni, che ci puntano alla tempia una pistola chiamata "spread & fiducia dei mercati" dicendo che non hanno responsabilità se gli scappa il dito sul grilletto, trattandosi di fato, destino, fatalità...

Ci faranno molto, molto, molto male, aggiungendolo a quello (irreparabile) che ha già fatto il governo precedente.

Ma essere pure "disponibili", dio mio, no: vuol dire proprio essere fessi fino al midollo.

(*) UPDATE: che il Governo Monti sia composto da persone per bene, rispettabili e competenti, che ne sostituiscono di assolutamente impresentabili, non toglie nulla allo scopo del Governo stesso, che è applicare gli impegni richiesti dalla lettera della BCE: se ci si muove in quel contesto, serve a ben poco esser "per bene" o richiamarsi ad una improbabile "equità sociale" dei sacrifici.

mercoledì, novembre 09, 2011

La salma e Bartleby

La notizia che in un futuro (nemmeno troppo prossimo...ci sono ancora un sacco di cose da sistemare...processi, linee ereditarie...) si provvederà alla rimozione della salma che ancora si aggira per i corridoi di Palazzo Chigi, potrebbe sembrare positiva, a prima vista.
Diciamo che togliere quell'ingombro dalla nostra vita, questo macigno di cui (coscientemente o no) ci si è fatti scudo fino ad ora, può dare almeno la speranza che da domani l'orizzonte libero ci obblighi a parlare di altre cose: ad esempio della nostra vita, o del tema del futuro della stessa.
Elezioni? Governo Tecnico? Non mi appassiona il tema, nè la discussione al riguardo.
Se il progetto per il futuro di questo paese è quello scritto dalla BCE nella sua famosa lettera, tanto vale che resti il macigno: tra frizzi, lazzi, bugie, scorregge e dita nel naso, il suo immobilismo perlomeno rallenta l'avvento della macelleria sociale (che è già iniziata nel 2008 grazie a Tremonti, ad onor del vero, ma ora ci chiedono che tra i corpi emaciati scorra davvero il sangue).

Se il domani è la legge di stabilità imposta dall'Europa, io penso che il PD possa anche evitare di presentarsi alle elezioni.
Se ha condiviso il percorso neoliberista che il Paese ha compiuto negli ultimi anni, perchè accontentarsi di una fotocopia ora che c'è da pagare il prezzo più duro, quando l'originale dovrà finalmente assumersi tutte le responsabilità delle conseguenze di questo percorso?
E se questo percorso non lo condivide, se la lettera della BCE viene considerata da rispedire al mittente, ma "il senso di responsabilità" impone che la si applichi anche se non la si condivide, per quale motivo farlo?
Imporranno che le aziende chiedano scusa prima dei licenziamenti collettivi, o salveranno qualcosina della sanità e della scuola pubblica, o qualche monumento e qualche spiaggia?
Tanto il giudizio finale sarà sempre lo stesso: ed il "senso di responsabilità" servirà solo a dimostrare che il centrosinistra non può fare nulla di meglio di quelli che c'erano prima, e servirà solo a cancellare per altri decenni la speranza che si possa immaginare una società diversa.
Se il 1989 ha sancito la fine del sogno del comunismo, irrancidito in un incubo totalitario fatto di oppressione, stupidità e filo spinato, questi anni hanno dimostrato la inarrestabile putrefazione del capitalismo, che viene tenuto in vita più o meno come accadde al caudillo spagnolo Francisco Franco.

Lasci dunque perdere, il PD, se non ha di meglio da offrire che lo stesso menu' che abbiamo già letto e assaggiato; se ritiene di non avere corresponsabilità, non si faccia fregare dal "senso di responsabilità".
Dica coraggiosamente, come Bartleby lo scrivano, "Preferirei di no"; eviti di presentare liste ed inviti a votare PDL: è giusto che il lavoro lo finisca chi lo ha iniziato.
Usiamo almeno quel che resta degli strumenti della democrazia per fottere chi ci vuole male: e ricordiamoci che l'Europa  ha deciso che la democrazia non ha diritti rispetto alle sue scelte, facendo ritirare a Papandreu il referendum deciso sulle misure economiche.
Chi ci ha portato fino a qui, fino a questo punto, ci porti anche fuori.

E se non ce la fa, se non è in grado...eh, sono i rischi della vita:  si goda i dovuti forconi.





giovedì, ottobre 27, 2011

Se (pillole di curaro)...


Se il mio odio potesse uccidere a distanza, in questi giorni sui quotidiani italiani si parlerebbe a  nove colonne di una strage misteriosa (Cicchitto, Sacconi, Brunetta, Lupi, Reguzzoni...prima ancora dei capibastone...Gasparri no, mi ripugna toccarlo persino con il pensiero).

Se il mio odio potesse uccidere a distanza mediante alcuni automatismi, consiglierei a chiunque di fare attenzione prima di pronunciare le seguenti frasi o gruppi di parole:
"ce lo chiede l'Europa"
"servono misure per la crescita"
"serve più flessibilità"
"vendere il patrimonio pubblico"
"liberalizzare"

Se le borse esprimono soddisfazione quando il governo annuncia che si potrà licenziare con più facilità , significa che è ora di chiudere le borse con le bombe a mano.
Ovviamente facendo uscire prima tutte le persone che ci lavorano: noi non ce l'abbiamo con le persone, ma con i luoghi fisici dove si concentra e si organizza il male.
E nelle Borse, ce n'è ormai quasi quanto se ne percepisce ad Auschwitz: uccidere la gente per fame è un genocidio pianificato che merita il giusto castigo.
A Norimberga, preparate per cortesia una sala per il processo agli uomini della finanza. Quelli che rimarranno vivi dopo la giustizia sommaria.
Perchè Gheddafi sì e quei bastardi no?

Se io fossi il primo ministro danese, dopo aver rivisto le immagini di B. che mi scruta il culo, gli sputerei in un occhio appena lo rivedo. In pubblico, durante un vertice, davanti alle telecamere. Per par condicio.

Se io fossi B. e ricevessi una lettera anonima da un gruppo di merde che ho fatto eleggere in Parlamento, che vogliono che mi dimetta e che non osano rivelare il loro nome, farei di tutto per scoprire chi sono ed incularmeli senza pietà. A meno che non mi sia scritto la lettera da solo.

Se io fossi un miliardario, aprirei un Trony con offerte specialissime: e i quindicimila che accorrono a picchiarsi per prendere un iPhone a prezzo scontato, li chiuderei dentro. E butterei via la chiave.

Se io fossi una persona normale che abita nelle Cinque Terre o in Lunigiana, prima piangerei per tutto quello che è accaduto, per la disperazione di fronte al disastro. Ma poi mi incazzerei con chi non ha impedito lo sfacelo, negli ultimi decenni. E poi con me stesso, che abitando in un paradiso non ho fatto tutto quel che dovevo e potevo per impedire che diventasse un inferno.


Se io fossi il padrone del mondo, farei una legge che impedisce che tra il più ricco ed il più povero di qualsiasi organizzazione produttiva ci sia una differenza di reddito superiore a 50 volte.
Cinquanta volte, in termini di differenza di tenore di vita e di possibilità, è già una cosa assurda, folle.
Eppure, oggi, Marchionne guadagna 435 volte quello che guadagna un suo operaio.
QUATTROCENTOTRENTACINQUE VOLTE.
E nonostante questo rompe il cazzo, "si vergogna di essere italiano".
Ecco, la mia legge non impedirebbe a Marchionne di guadagnare una cifra astronomica e sostanzialmente assurda: alla sola condizione che i suoi operai vengano pagati NOVE VOLTE tanto quello che vengono pagati oggi.
Nessuno si lamenterebbe più, e probabilmente si estinguerebbe anche la FIOM:-) (e ciò renderebbe assai più felici anche gli industriali, no?:-)))

mercoledì, ottobre 05, 2011

Di qua o di là...

Non faceva senso, ieri, vedere sui siti dei "maggiori quotidiani nazionali" scendere progressivamente verso lo zoccolo della pagina le notizie relative ai 30.000 licenziamenti annunciati tra gli statali greci e alla morte delle operaie sfruttate, a 4 euro l'ora, nel crollo dell'edificio a Barletta?

Questo è il "mercato": in esso, la merce informativa che riguarda i drammi reali  delle persone vale poco. E poi che noia, 'sta crisi: la gente ormai ha bisogno di svagarsi, non può pensare ogni giorno che il giorno dopo potrebbe aver perso tutto quello che ha (o che pensava di avere).

E allora vai, di nuovo, con le merci che rendono di più: le illusioni. Le solite, quelle che sembrano marcite e puzzolenti, ed invece vengono ogni volta rivendute per nuove.

Che ci frega a noi, ad esempio, di UNO SPECIFICO processo per omicidio? In Italia ci sono circa 600 omicidi l'anno .Quanti processi ci siano in corso per questo motivo non lo, le statistiche reperibili sul sito del Ministero della Giustizia non sono capace di interpretarle correttamente: ma se diciamo "alcune centinaia" non dovremmo sbagliare ordine di grandezza.

E allora, perchè dovrebbe interessarcene uno in particolare? Perchè esso in particolare diventa merce vendibile?
Perchè ci sono tutti gli ingredienti necessari a stuzzicare il popolo: la morbosità intrecciata con la bellezza ed la ricchezza (no, non è un processo qualunque, visto il nome ed il cachet degli avvocati coinvolti).

Dunque, 'sta cosa è l'arma di distrazione di massa di questi giorni.

Se non fossimo così futili, e smettessimo di comprare i giornali e leggere i siti che ci vendono merda, forse al centro dell'informazione si metterebbe qualcosa di più serio.
("Siamo così futili che le distrazioni ci possono impedire persino di suicidarci", disse Gaber).

Ad esempio, un paese normale, una comunità, dovrebbe mettere al centro del proprio dibattito una cosa serissima come la famosa lettera della BCE al Governo italiano. Il cui testo è finalmente diventato di dominio pubblico.

Ecco, questa lettera dovrebbe essere pubblicata in prima pagina da tutti i quotidiani e discussa. Discussa non solo sulla stampa, ma nelle strade, dai cittadini, dalle persone, da NOI. Perchè essa costituisce uno spartiacque, un limite, una soglia. Psicologica e politica.
E del superamento di questo limite (o almeno della sua esplicita certificazione) tutti dovremmo almeno essere consapevoli.

Vi spiace se la riproduco qui e poi proviamo a parlarne? Tanto a questi post chilometrici siete abituati...

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,

Mario Draghi, Jean-Claude Trichet


Eccola qui, dunque.
Proviamo a farne una semplicissima analisi semantica, estrapolando i concetti chiave?
"Il Consiglio direttivo (della BCE) ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori."
Questa è la prima frase assertiva della lettera, ed indica la priorità secondo il Consiglio Direttivo della BCE: "ristabilire la fiducia degli investitori".

Certo: è una banca che parla, e la sua priorità può essere comprensibile.
Ma questa banca (anche se europea) parla ad un governo. Ed un governo non deve necessariamente avere le stesse priorità di una banca. E potrebbe anche considerare non accettabile farsele indicare.

A me sembra che la priorità di un governo italiano qualsiasi sia indicata dall'articolo 3 della Costituzione:
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Ogni governo italiano, infatti, esercita temporaneamente la sovranità in nome del popolo secondo quanto dice l'articolo 1 della Costituzione:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Ora, ottenere la "fiducia degli investitori" è solo uno dei mille modi in cui un governo può decidere di esercitare la sovranità in nome del popolo, ma non è NE' IL SOLO NE' IL PRINCIPALE OBIETTIVO della azione di governo, che l'articolo 3 indica invece in modo così netto e assolutamente non travisabile.

Poi, la BCE passa ad elencare alcune misure che ritiene necessarie per raggiungere il SUO obiettivo.

"Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro."

Puro blablabla relativo al mito marcio della crescita, questo animale fantastico, mitologico ed indefinibile, solo su cui può galoppare la felicità dell'essere umano.

Crescere serve a: "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." ?

Se si, diteci come.
Se no, andate affanculo voi e la vostra crescita.

"È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala."

Qui non si tratta di credere a miti marci, invece, ma di totale malafede.
E' necessaria la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
E perchè? Per cosa? Per chi? Come si fa a dire una stronzata del genere senza motivarla, sperando che stia in piedi da sola?

E poi, porca puttana, solo tre mesi fa questo paese ha votato esattamente contro questa asserzione. Milioni di deficienti, che pensano di possedere "la sovranità del paese", secondo la BCE,  non valgono un'unghia incarnita di un suo direttore.

"C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione."

Ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende.

C'è scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana? Nooo?
E allora, please, riandate affanculo un'altra volta.

E se l'accordo del 28 giugno si muove in questa direzione, vada affanculo anche lui.

Ma procediamo.

"Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi."

Accidenti, questo è un passo autenticamente comunista, per una banca!!!
"un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi."

Un cedimento umanitario, si direbbe quasi. Cioè, visto che sono gli investitori gli unici soggetti viventi che stanno a cuore alla BCE, il fatto che ci sia un passaggio che - seppur genericamente - accenna all'importanza che le persone abbiano in qualche modo un posto di lavoro, è importantissimo.

Il governo, infatti, era così sicuro che quelli della BCE si fossero sbagliati o rammolliti, che questa frase ha fatto finta di non averla letta, quando ha confezionato l'articolo 8.

"È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi."


Che minchia vuol dire "se necessario, riducendo gli stipendi"?.
BCE, hai sbagliato casella: fai tre passi indietro, all'articolo 3 della Costituzione: rileggilo bene. E poi rivai affanculo.

"Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011."

Quel che succede sui mercati finanziari è una vostra priorità, non una priorità del governo. Quindi dare ordini ad un governo e ad un parlamento sovrano dovrebbe meritarvi (e non solo da me) l'ennesima mandata dove sapete.

E poi, vabbè, per chiudere un po' di fuffa riscaldata (abolite le provincie, razionalizzate, fate sinergie blablabla).

Ora, alla fine le possibilità sono soltanto due: o la lettera della BCE rende merda la Costituzione, o la Costituzione rende merda la lettera della BCE.

Tertium non datur.

Il governo ha deciso di dare la prima interpretazione, e quindi dovrebbe dimettersi perchè non è più in grado di rispettare il dettato della Costituzione.

Parte dell'opposizione, le associazioni degli imprenditori ed alcune organizzazioni sindacali hanno attaccato il governo perchè "non dà abbastanza ascolto alle indicazioni della BCE": tutti costoro sono contro la Costituzione, e contro di noi.

Marchionne si è schierato su posizioni ancora più oltranziste e neoliberiste: l'unica reazione sensata verso questo signore sarebbe quella di mettere l'IVA al 40% su tutte le vetture FIAT prodotte all'estero o con componenti che arrivano dall'estero oltre una certa soglia.
Ripeto quel che dico da tempo: io non ho personalmente nulla contro Marchionne. Egli fa i suoi interessi, e quelli dei suoi azionisti. Ma poichè essi (gli interessi di costoro) sono divergenti rispetto a quelli del Paese, mi sembra naturale che il Paese possa difendersi e decida di aprire spazi e mercati a chi, in questo Paese, possa portare ricchezza e posti di lavoro. Chi a questo riguardo fa il furbetto, è pregato di accomodarsi là dove dovremmo mandare la BCE.

Insomma, questa lettera della BCE è estremamente utile.
Perchè traccia, come dicevo, una linea netta che divide in due la nostra società: chi, come me, crede che una simile lettera offenda la Costituzione, e debba quindi essere rispedita al mittente con un po' di polverina per grattarsi.
E chi, invece, la vede come nuova Costituzione.

Se da questa parte si schiera tutta la classe dirigente, buona parte dell'opposizione e della parti sociali, significa che la vecchia cara Costituzione è davvero carta straccia, anche da un punto di vista formale.
Ma significa anche che il patto sociale che regge questo Paese è definitivamente pronto a saltare.
Significa che chi non rispetta le regole, godendo del fatto che la maggioranza degli altri sia in qualche modo tenuto od obbligato a farlo, deve aspettarsi che presto la maggior parte delle persone ritengano che le regole non contino più nulla.

Sembra prossimo, dunque, il Far West.
Non è detto che sia un male assoluto: almeno per me, che sono un accanito lettore di Tex, c'è la speranza che qualche volta le pistole, in nome della giustizia, sparino nella direzione giusta.

giovedì, agosto 18, 2011

I miserabili

Che questo (come qualsiasi altro possibile) governo ormai non conti un accidente, che la sovranità nazionale sia perduta, che - ha scritto Nadia Urbinati - lo Stato sia destinato ormai a fare solo il cane da guardia dei poteri finanziari, da cui ottiene in appalto solo i servizi di repressione (quando ci sarà da massacrare la gente nelle piazze, mica potranno farlo i finanzieri in giacca e cravatta!), è cosa risaputa.
E' penoso, però, che qualcuno approfitti di questo momento per tentare di regolare i conti e picchiare l'avversario sperando di trovarlo a terra.
E' il caso del Ministro Sacconi. Non trovo parole per definire quest'uomo.
Il paese è in preda al panico, e costui non trova di meglio che approfittarne per seminare il terrore tra le categorie più indifese. Nel momento in cui tutti abbiamo un disperato bisogno di reddito, costui agisce per renderne più facile ed agevole la perdita, mettendo in campo l'aggiramento dell'articolo 18 ed introducendo la possibilità di licenziare a livello aziendale previo accordo sindacale (evvai con i sindacati gialli, come ai tempi di Valletta...)
Così, soddisfatto, può finalmente rendere pratico il suo risentimento rancoroso contro la CGIL, da cui peraltro proviene - come tutti gli ex, non perdona a se stesso l'idea di essere considerato un traditore.
Cosa c'è in quel cuore, cosa c'è in quel cervellino? Polvere, bucce di patate, piccole scorie tossiche...va a sapere. Comunque il tizio VUOL FAR DEL MALE. Volontariamente, ostinatamente, caparbiamente. Questo basta a giudicarlo.
Oh, ben, ovviamente non siamo qui a indicare il Sacconi come bersaglio dell'indignazione popolare. Ci mancherebbe altro. Sarebbe un onore troppo grande, che non merita affatto.
E poi, suvvia, mica è il solo.
Come sapete, Bossi è Ministro delle Riforme (e pagato come tale). Ecco, alzi la mano chi è in grado di indicare una sola iniziativa partita da quel Ministero negli ultimi anni. A parte bofonchiare minchiate da bar, cosa fa quell'uomo tutto il santo giorno? Che diavolo di lavoro è il suo?
O il Ministro Romano. A parte sfuggire alle accuse di concorso in associazione mafiosa, che fa?
E...chessò...Giorgia Meloni, che è ministra di qualcosa, pare. Cheffà? Come si guadagna il pane? Qualcuno ha mai sentito dire che la Meloni abbia fatto qualcosa?
Sulla Brambilla, lasciamo perdere: che quel che fa è sempre molto peggio di quel che non fa.
Anche le altre donne ministro tacciono da un po'. Carfagna, Prestigiacomo, Gelmini... ci siete? Siete ancora vive?
E Galan? Ah, già...salverà l'Accademia della Crusca.
Parbleu.

E' vero che è meglio tacere e defilarsi che fare i sacconi, in fondo. E' vero che è meglio nascondersi dietro il fronte, e lasciare che a gestire l'impudicizia della situazione ci sia Tremonti.

Ma, come si cantava un tempo, "per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti."
Anche se non contate nulla, ci ricorderemo per sempre della vostra pavida complicità.

venerdì, aprile 15, 2011

Miscellanea

Sono tre le cose che mi hanno colpito oggi, in modo particolare.

La prima, e più dolorosa, è la morte assurda di Vittorio Arrigoni a Gaza, provocata da un gruppo di subumani senza cervello nè ragione.
Quel che raccontava e quel che faceva (lo scudo umano per contadini e pescatori palestinesi, per difenderli dalla violenza militare israeliana) era importante e prezioso.

La seconda è questa cosa qui: ma il motivo per cui mi ha colpito non sta nella notizia in sè.
Il giornalista (?) Marco Pasqua di Repubblica decide di scrivere, sulla cronaca milanese, un articolo a sensazione: il tono dell'articolo (titolato "La prof negazionista del Manzoni:"Basta con il mito dell'Olocausto"") fa venire i brividi. Mi puzza da subito. Un grande quotidiano nazionale si scaglia contro una persona, contro una blogger?
Si, è proprio così. L'articolo estrae, sceglie, decontestualizza, non fornisce link diretti, fa credere che questa persona - una insegnante - abbia espresso opinioni antisemite. Lascia il dubbio (senza dir nulla di preciso al riguardo) che lo faccia anche a scuola. Ed esprime il suo giudizio: assoluto, perentorio, definitivo. Condanna! Ludibrio! Vergogna!

E il peggio è che non solo c'è chi ci va dietro, ma anche chi pensa di correre ancor più veloce del prode giornalista. E' il senatore del PD Roberto della Seta, che sul suo blog pubblica questa dichiarazione:

LA DOCENTE NEGAZIONISTA NON PUO' INSEGNARE

“Notizie di stampa riportano che una docente del liceo Manzoni di Milano è autrice di un blog dai contenuti chiaramente antisemiti e negazionisti, che ad esempio definisce l’Olocausto ‘un mito’. Come ho avuto modo più volte di dire, sono convintamente contrario che venga introdotto nel nostro ordinamento penale il reato di negazionismo in merito all’olocausto ebraico.

Invece chi sostiene tali scelleratezze è palesemente incompatibile con la funzione di educatore pubblico.

Per questo chiediamo al Ministro Gelmini di adottare tutte le misure disciplinari possibili per evitare che degli alunni siano costretti ad apprendere la storia e la filosofia da unapersona di tal genere.”

Ma vi rendete conto? "Notizie di stampa riportano che" vuol dire che il senatore non si è nemmeno preso la briga di andarle a leggere, le opinioni in questione.

Se uno non sa, dovrebbe tacere. Ennò, siamo in Italia. Della Seta non sa, ma emette la sua sentenza: "chi sostiene tali scelleratezze (che lui non conosce, ma giudica senza fallo) è palesemente incompatibile con la funzione di educatore pubblico".

Traduzione: io non so cosa dice o scrive questa persona, ma se Marco Pasqua dice che è cattiva io vado oltre, e dico che bisogna anche licenziarla! E chiedo che intervenga la Gelmini!

Io ho scritto una educata mail al senatore Della Seta, molto più educata delle sue parole che chiedono la morte civile e professionale di una persona che non conosce e di cui non fa nemmeno lo sforzo di conoscere le opinioni in modo diretto:

"Egregio Senatore,
sono un iscritto piemontese del PD che ha letto sul suo blog questo post:
LA DOCENTE NEGAZIONISTA NON PUO' INSEGNARE (...)

E' evidente che la sua dichiarazione trae ispirazione da questo articolo di Marco Pasqua su Repubblica:

http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/04/14/news/la_prof_negazionista_del_manzoni_basta_con_il_mito_dell_olocausto-14910024/

Posso dirle che mi terrorizzano entrambi, sia l'articolo che la sua dichiarazione?

Marco Pasqua compie un'operazione indecente. Usa la potenza di un articolo su un quotidiano nazionale per aggredire una persona per le idee che esprime, e non consente di verificarle direttamente: estrapola, riorganizza, decontestualizza, non fornisce link diretti ed esprime un giudizio perentorio, assoluto, senza permettere alla persona in oggetto di difendersi (certo, poi scrive un secondo articolo - http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/04/15/news/prof_negazionista_arrivano_gli_ispettori_e_lei_tutta_colpa_della_lobby_sionista-14951637/?ref=HREC1-10 - in cui presenta sempre nello stesso modo - estrapolando poche frasi da un contesto ben più ampio - quel che la persona scrive nel suo blog in risposta all'attacco).

Lei, Senatore, compie un atto egualmente indecente quando in nome di "notizie di stampa (che) riportano che" si spinge a chiedere il LICENZIAMENTO (!!!!) di un'insegnante, chiedendo l'intervento del Ministro (ben lieto, peraltro, di intervenire tutte le volte che si può configuare un "reato di opinione") per opinioni espresse in un blog personale, fuori dal contesto scolastico, e assolutamente lontane dall'essere etichettate banalmente come "contenuti chiaramente antisemiti e negazionisti".

Non entro nemmeno nel merito: io sono andato a cercare il blog "incriminato", ho letto quel che c'è scritto, mi sono fatto una personale opinione. Come "opinioni", appunto, sono quelle espresse nel blog. Complesse, intense, forse discutibili: ma non banalizzabili come ha fatto Marco Pasqua.

Al di là del merito, è il metodo che indigna: è profondamente fascista.

Faccia un duplice sforzo, Senatore, la prego: vada a leggere - con la sua testa ed i suoi occhi - quel che quella persona scrive, visto che ha deciso di esprimere la sua personale opinione su questi fatti.

E modifichi o ritiri la sua dichiarazione, e chieda scusa pubblicamente a questa persona per l'avventatezza, per la superficialità, per la leggerezza con cui si è accodato - in nome di una indignazione completamente fuori luogo - a chiedere la sua condanna a morte sociale e professionale basandosi solo su un (assai poco professionale) articolo di giornale.

Mi restituisca l'orgoglio di essere di sinistra: si può sbagliare, prendere una cantonata, ma ciò che dovrebbe distinguerci è anche la capacità di avvedersene e ammettere i propri errori. Con umiltà ed umanità.

La ringrazio per la cortese attenzione."

Non so se mi risponderà: se lo fa, ve lo dico. Per il momento registro con dolore questa orribile tendenza (da parte di chi si definisce DI SINISTRA) a giudicare senza sapere, a chiedere l'intervento del POTERE contro una persona per le sue opinioni, questa voglia di condannare, cancellare, sopprimere: questo è fascismo, sant'iddio!!

Naturalmente, massima solidarietà all'insegnante presa nel mirino, le cui opinioni- e per verificarlo di persona basta andare sul blog collettivo Cloro al clero, e leggere con la mente sgombra da pregiudizi - non sono affatto banalizzabili come "antisemite".

La terza cosa che mi ha colpito oggi è uno spaventoso articolo su "Repubblica" edizione cartacea, a pagina 17, intitolato "Se la crescita non accelera al 2% tagli alle spese vive per 35 miliardi" (sottotitolo: Studio Bankitalia: ecco i sacrifici imposti da qui al 2016), a firma di Roberto Petrini.

Questo l'incoraggiante incipit:
"Una stangata colossale. Un vero e proprio massacro epocale."
Si riparla della famosa "regola del debito", che l'Unione Europea imporrà ai paesi europei per rafforzare il Patto di Stabilità: tutti i paesi che hanno un debito superiore al 60% del PIL (e noi siamo oggi al 120%) devono ridurre lo scostamento del 5 per cento ogni anno.
Per l'Italia, equivale ad una somma annuale di 45 miliardi di euro.
Draghi ha detto che l'unico modo per salvarsi è avere una crescita annua del 2% del PIL. Se la crescita è all'1%, che è la media degli anni 2000-2005 prima della crisi economica, bisognerebbe mettere in programma, negli anni 2011-2016, tagli alla spesa corrente per 35 milardi di euro.
"Si tratterebbe, in altri termini, di una riduzione del 5,3% delle spese vive, sociali e di welfare, al netto di interessi ed investimenti."

Ovvero: quel che conosciamo oggi in termini di tagli alla scuola, alla cultura, alla sanità, ai trasporti, ai servizi ai cittadini, è semplicemente un piccolo aperitivo rispetto a quel che ci aspetta nei prossimi anni.

Io, fossi nell'opposizione, col cavolo che mi candiderei a vincere le prossime elezioni politiche.
Un governo serio dovrebbe imporre una patrimoniale per recuperare 4-5000 miliardi di euro, facendosi nemici tutti i poteri forti, e convincere i cittadini che la loro vita futura sarà come quella dei greci (di cui non si parla più per non deprimersi), e per farlo dovrebbe mandare i blindati per le strade, spararci addosso, gestire una probabile guerra civile.
Nessuno sano di mente può assumersi un simile compito in un paese dalle intelligenze devastate dalla TV.

Fossi nel PD, mi scioglierei: subito, adesso. Ma non per le ansie di purezza delle anime belle: bensì perchè pensare di governare un paese in bancarotta (morale prima che economica) , che continua a credere alle favole, ed è disposto ad ammazzare chiunque chieda un minimo di responsabilità e rispetto per le regole, è follia, follia pura.

Questo governo Titanic, che è disposto a sacrificare il futuro del 95% degli italiani per salvare il culo di uno solo, andrà avanti a raccontarci che gli unici problemi che esistono sono quelli del signor B: poi, quando arriverà il giorno del giudizio - tra due, tre, cinque anni- , scapperanno tutti, come i topi dalle navi che affondano, e ci lasceranno soli, soli a contemplare le macerie di quella che una volta era una nazione.

Si, forse beccheremo qualche piccolo topo in trappola e gliela faremo pagare cara.
Ma la vendetta mutilata sarà una gran misera soddisfazione.