Martedì 31 luglio 2012 l'ISTAT diffonde il seguente comunicato stampa:
Occupati e disoccupati (dati provvisori)
A giugno 2012 gli occupati sono 22.970 mila, in calo dello 0,1%
rispetto a maggio (-29 mila unità). Il calo riguarda in particolare le
donne. Rispetto a giugno 2011 il numero di occupati mostra una lieve
crescita (11 mila unità).
Il tasso di occupazione è pari al 56,9%, in diminuzione nel confronto
congiunturale di 0,1 punti percentuali e stabile in termini
tendenziali.
Il numero dei disoccupati, pari a 2.792 mila, cresce del 2,7%
rispetto a maggio (73 mila unità). Tale aumento riguarda sia gli uomini
sia le donne. Su base annua la crescita è pari al 37,5% (761 mila
unità).
Il tasso di disoccupazione si attesta al 10,8%, in aumento di 0,3
punti percentuali rispetto a maggio e di 2,7 punti rispetto all'anno
precedente. A tale proposito si segnala la revisione dei dati relativi
ai precedenti tre mesi, dovuta ad un aggiornamento del modello di
destagionalizzazione.
Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ovvero l'incidenza dei
disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 34,3%,
in calo di 1,0 punti percentuali rispetto a maggio. I giovani
disoccupati rappresentano il 10,1% della popolazione di questa fascia di
età.
Gli inattivi tra i 15 e i 64 anni diminuiscono dello 0,4% (-52 mila
unità) rispetto al mese precedente. Il tasso di inattività si posiziona
al 36,1%, con una flessione di 0,1 punti percentuali in termini
congiunturali e di 1,8 punti su base annua.
Nell'ultimo anno, dunque, i disoccupati in Italia sono cresciuti di SETTECENTOSESSANTUNOMILA unità, il 37,5 % in termini percentuali, e sono arrivati a DUE MILIONI SETTECENTONOVANTADUEMILA.
Non so a voi, ma a me sembrano cifre spaventose.
Così come mi ha colpito la notizia (di quattro giorni fa) che nei primi sei mesi del 2012 le nuove pensioni sono state 84.537 con un calo del 46,99% rispetto allo stesso periodo 2011.
Il che, facendo due conti, significa che sono andate in pensione circa 80.000 persone in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno; e che 80.000 persone in meno che vanno in pensione sono, a mio avviso, 80.000 posti di lavoro in meno che si liberano per i famosi ggiovani (che sono sempre un così bel pretesto quando ci si deve apprestare alla cancellazione dei diritti.)
Ma torniamo alla notizia dei 761.000 disoccupati in più in un anno.
A me sembra una notizia, no?
Beh, guardate le prime pagine dei giornali dell'informazione "mainstream" di ieri, 1° agosto 2012 (mi manca il Sole 24 Ore, quindi di esso dire non so). E trovatela, la notizia, se ne siete capaci. Io non ci sono riuscito.
Visto che questi sono i giornali più diffusi in Italia, a parte la Gazzetta dello Sport, possiamo dire che la disoccupazione in Italia non fa più notizia - o, meglio, non è più degna della prima pagina.
Il fatto che ci siano 761.000 persone in meno dell'anno scorso, in Italia, che dispongono di un reddito da lavoro, non è dunque una notizia importante.
No, è molto più importante che ci sia l'ennesimo vertice europeo per salvare l'euro, e il culo delle banche.
Di quei 761.000 nuovi piccoli culi, che si sono aggiunti agli altri 2 milioni e 31 mila che c'erano già, alla nostra informazione non interessa.
Si tratta SOLO di persone, in effetti.
Lo scopo di questo governo non è preoccuparsi di esse.
Lo scopo di questo governo non è preoccuparsi di esse.
E quindi un dato catastrofico, che dimostra il disinteresse o il fallimento del governo dello Stato, viene semplicemente ignorato.
Anzi, il Presidente Monti asserisce che "vede la luce alla fine del tunnel".
Quasi vien voglia di augurarsi che si tratti di un TIR.
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