(Tipico esempio di intermediario: si veda la curiosa somiglianza della faccia con il lato B.)
La vicenda del palazzo di Via Stamperia, a Roma, comprato al mattino a 28 milioni di euro e venduto al pomeriggio a 44 milioni mi sembra paradigmatica, rispetto ai valori dominanti di questo mondo (cose del genere avvengono peraltro tutti i giorni, e non solo nel campo immobiliare: anzi, soprattutto in quei benedetti "mercati" di cui dobbiamo disperatamente "conquistare la fiducia" cedendo ogni giorno un pezzetto di diritti e di dignità, nonchè una fettina di culo.).
L'intermediario ha trattato la vendita del palazzo quando non ne aveva ancora la proprietà, e poi - sembra senza violare alcuna legge - ha fatto in modo di:
L'intermediario ha trattato la vendita del palazzo quando non ne aveva ancora la proprietà, e poi - sembra senza violare alcuna legge - ha fatto in modo di:
- "acquistare" al mattino il palazzo senza versare un soldo;
- "vendere" l'immobile al pomeriggio, facendo in modo che i versamenti futuri dell'acquirente (il fondo pensioni degli psicologi) verso di lui fossero sincronizzati in modo da giungere il giorno prima di quelli che deve versare per il pagamento dell'immobile al proprietario precedente (un fondo immobiliare controllato da Intesa San Paolo).
In tal modo, l'intermediario ha realizzato una "plusvalenza" di 18 milioni di euro in poche ore.
Sia chi ha venduto l'immobile all'intermediario che chi lo ha acquistato ha dichiarato "congruo" il rispettivo valore (ricordiamo, 28 e 44 milioni di euro).
La vicenda, a guardarla senza neppure dare dei nomi ai protagonisti, fa venire in mente alcune domande a più livelli.
Iniziamo dal più banale.
E' normale che un bene immobiliare (in questo caso) possa aumentare il proprio valore del 57% in poche ore solo in virtù di una intermediazione?
Perchè è improbabile che in poche ore il palazzo sia stato ristrutturato, o che sia giunta una notizia legata a eventi che possano cambiare il valore del bene (tipo vincoli sulla zona o sul palazzo) in modo così consistente.
Se assumiamo che il bene abbia mantenuto in quelle ore eguali condizioni intrinseche ed estrinseche, che cosa può aver prodotto questa variazione di valore?
Ripetiamo: il fondo immobiliare di Intesa San Paolo ritiene di aver venduto lo stabile al valore congruo di 28 milioni di euro, il fondo pensioni degli psicologi ritiene di aver comprato lo stabile al valore congruo di 44 milioni di euro.
Direi che qualcuno (o forse entrambi), tra i dirigenti dei due enti, ha commesso un errore di valutazione abbastanza consistente (18 milioni di euro...non cinquantamila...).
Ci si aspettano inchieste interne, licenziamenti e cause risarcitorie da parte di entrambi gli enti, direi, nei confronti dei propri dirigenti. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.
Ma procediamo.
I due atti di vendita saranno sicuramente stati fatti da due notai (mi auguro differenti: se si trattasse dello stesso notaio, andrebbe internato senza indugi).
Supponiamo (pura ipotesi) che il primo abbia agito correttamente.
Se così fosse, il notaio che ha registrato il secondo atto come faceva a non sapere che lo stesso immobile era stato acquistato al mattino per una cifra inferiore di circa un terzo?
E' un notaio, cazzo, lo pagano profumatamente apposta per sapere queste cose!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Beh, che c'entra? Il notaio verifica che il bene sia vendibile e che non esistano ipoteche nascoste; poi, se uno lo vuol comprare al doppio di quello che vale, sono affari suoi".
Beh, allora aboliamoli i notai: facciamo che basta un'autocertificazione firmata del venditore, impugnabile legalmente nel momento in cui si riveli mendace; esattamente come accade in tutti i paesi avanzati in cui le professioni medioevali sono state abolite.
Insomma, uno dei due notai (o entrambi) non sono stati molto professionali. E almeno l'ultimo acquirente dovrebbe denunciarlo (o denunciarli) per questo motivo, se è in buona fede. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.
E adesso, poniamoci delle domande di livello diverso.
L'intermediario, diciamo, ha fatto solo l'intermediario, appunto, ma ad insaputa dei due enti.
Se i due enti si fossero messi d'accordo tra di loro, avrebbero concluso la vendita a, diciamo, 37 milioni di euro risparmiando entrambi 9 milioni di euro, con lo stesso esito finale: il passaggio dello stabile (così com'era) dal primo ente al secondo.
Entriamo dunque nel merito del compenso che l'intermediario si è portato a casa, cercando di comprenderne il significato.
Abbiamo detto che l'intermediario non ha portato alcun valore aggiunto, nell'operazione: lo stabile venduto al pomeriggio era esattamente lo stesso acquistato al mattino.
Pensiamo anche che, se l'ente 1 avesse saputo che l'intermediario avrebbe immediatamente rivenduto lo stabile all'ente 2, non avrebbe accettato l'intermediazione (perchè noi diamo per scontato che i gruppi dirigenti dell'ente 1 e dell'ente 2 siano al massimo ingenui, ma non disonesti).
Quindi, i 18 milioni di euro "guadagnati" dall'intermediario non nascono dalla produzione di qualcosa, dall'arricchimento di valore reale del bene o dalla vendita di un servizio utile: la vendita diretta del bene tra i due enti avrebbe eliminato solo questo guadagno e quello di uno dei due notai, che sono considerabili di fatto attività "parassitarie" rispetto al bene.
Insomma, i 18 milioni di euro sono stati "guadagnati" facendo fesso qualcuno: o i dirigenti dei due enti, o gli iscritti del fondo pensioni.
Poichè in quanto accaduto non c'è (a prima vista) nulla di illegale, resta da chiedersi se sia giusto guadagnare soldi (che siano 18 euro o 18 milioni) facendo fessi gli altri.
E' importante, chiederselo, perchè in assenza di leggi e (ormai) anche della semplice disapprovazione sociale (che anzi in casi come questi viene sostituita da plauso ed ammirazione), far fessi gli altri può divenire un modo di massa per sbarcare il lunario.
Andrebbe di conseguenza depenalizzata anche la circonvenzione di incapace, perchè se concepiamo - darwinianamente - che chi fa fesso un altro ha il pieno diritto di guadagnare, perchè mai dovremmo mettere in galera chi truffa un anziano, facendogli credere cose che non sono vere e prosciugandogli i risparmi di vita? In cosa si differenzia, costui, dall'intermediario di cui sopra?
E in cosa si differenzia, l'intermediario di cui sopra, da chi vende azioni senza averle ancora acquistate, e da chi sui mercati internazionali "prenota" petrolio, cereali, riso per incassare gli aumenti di prezzo prima di pagare il bene?
Insomma, non esprimo giudizi morali specifici sul nostro intermediario, perchè si comporta esattamente secondo il modello del capitalismo attuale e della finanza, che è il Grande Figlio di Puttana a cui tutti i personaggi di questo genere fanno riferimento: facendo fessi quelli che non possono difendersi.
Vendendo cose che non si possiedono e che non si sono pagate (ricordate i furbetti del quartierino? anche loro avevano l'abitudine di pagare l'immobile acquistato con i proventi degli affitti futuri, senza sborsare un soldo).
Allora, quando il governo attuale (nei confronti del quale abbandono la cautela per un giudizio doverosamente di classe e conseguentemente spietato) diffonde l'idea che si debbano odiare i tassisti e i notai, gli avvocati, i "vecchi", i garantiti, mentre il modello culturale della sopraffazione, del guadagno a spese di chi non può difendersi rimane invece intonso ed indiscutibile, dico che è il caso di smetterla di prenderci per i fondelli.
Non è vero che costoro sono "equidistanti", e colpiscono gli interessi di tutti. Stanno applicando alla lettere le indicazioni della famosa e funesta lettera della BCE, punto.
Le cose andranno dunque nuovamente bene per le banche, e per gli speculatori (quelli che guadagnano facendo fesso il prossimo), che ancora una volta avranno socializzato le perdite.
Dio, siamo ancora qui con la "fiducia dei mercati". Con lo spread e l'indice della Borsa di Milano.
Ad indicare di nuovo nemici falsi, secondari. A far finta che questo paese sia un'entità omogenea, e non un luogo in cui la diseguaglianza è sovrana, e dove nulla unisce gli ultimi ai primi.
A dire ancora che la ricchezza che è un valore, indipendentemente da come è stata raggiunta.
Ma andate affanculo, va!
Io vorrei che andasse al potere un pazzo. Un pazzo spietato. Che, per prima cosa, prima di essere ucciso dai servizi segreti e dalle mafie, chiudesse le borse - facendo saltare in aria i palazzi, dopo aver fatto uscire tutti. E punisse con dieci anni di galera chi vende le cose che non possiede. E che separasse la moneta usata per pagare il lavoro da quella usata per giocare alla finanza, rendendole indipendenti, non equivalenti, non intercambiabili e legate da un cambio reale che cambi ogni giorno: oggi, ad esempio, guarda un po'!, moneta-lavoro vale 1000 mentre moneta-finanza vale merda. Ed il mio 1000 resta inalterato, perchè ho lavorato per produrlo, mentre è giusto che tu - intermediario - ti guardi con disgusto le mani sporche di cacca.
E che dicesse, dunque, che chi non produce nulla di fisico o di intellettuale, o non fornisca servizi che accrescono il valore di un bene, ma si limita a manipolare cose esistenti, venga pagato solo con moneta-merda.
Ecco, l'intermediario di cui sopra - che non ha prodotto nulla - oggi avrebbe in mano diciotto milioni di moneta-merda. Legalissima, eh. E guadagnata onestamente.:-)
Ma non accadrà. Perchè la "giustizia" non esiste, e le leggi rispecchiano solo il potere del più forte, e la democrazia ed il volere del popolo sono minchiate con cui ci fanno giocare quando sono sicuramente inoffensive, non certo quando possono mettere in pericolo i veri manovratori del mondo.
E il "popolo" non sarà mai più in grado di esprimere una coscienza di classe ed una visione alternativa del mondo, con tale forza da prendere il potere in un numero sufficiente di paesi per indicare una via diversa e radicalmente alternativa.
Il capitalismo ha trionfato, e la prova è che non ci sono mai stati così tanti soccorritori al suo capezzale da quando è in crisi.
Ed esige che ci facciamo fessi l'un con l'altro.
E che sorridiamo pure, per non far piangere Monti ed i banchieri.
Sia chi ha venduto l'immobile all'intermediario che chi lo ha acquistato ha dichiarato "congruo" il rispettivo valore (ricordiamo, 28 e 44 milioni di euro).
La vicenda, a guardarla senza neppure dare dei nomi ai protagonisti, fa venire in mente alcune domande a più livelli.
Iniziamo dal più banale.
E' normale che un bene immobiliare (in questo caso) possa aumentare il proprio valore del 57% in poche ore solo in virtù di una intermediazione?
Perchè è improbabile che in poche ore il palazzo sia stato ristrutturato, o che sia giunta una notizia legata a eventi che possano cambiare il valore del bene (tipo vincoli sulla zona o sul palazzo) in modo così consistente.
Se assumiamo che il bene abbia mantenuto in quelle ore eguali condizioni intrinseche ed estrinseche, che cosa può aver prodotto questa variazione di valore?
Ripetiamo: il fondo immobiliare di Intesa San Paolo ritiene di aver venduto lo stabile al valore congruo di 28 milioni di euro, il fondo pensioni degli psicologi ritiene di aver comprato lo stabile al valore congruo di 44 milioni di euro.
Direi che qualcuno (o forse entrambi), tra i dirigenti dei due enti, ha commesso un errore di valutazione abbastanza consistente (18 milioni di euro...non cinquantamila...).
Ci si aspettano inchieste interne, licenziamenti e cause risarcitorie da parte di entrambi gli enti, direi, nei confronti dei propri dirigenti. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.
Ma procediamo.
I due atti di vendita saranno sicuramente stati fatti da due notai (mi auguro differenti: se si trattasse dello stesso notaio, andrebbe internato senza indugi).
Supponiamo (pura ipotesi) che il primo abbia agito correttamente.
Se così fosse, il notaio che ha registrato il secondo atto come faceva a non sapere che lo stesso immobile era stato acquistato al mattino per una cifra inferiore di circa un terzo?
E' un notaio, cazzo, lo pagano profumatamente apposta per sapere queste cose!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Beh, che c'entra? Il notaio verifica che il bene sia vendibile e che non esistano ipoteche nascoste; poi, se uno lo vuol comprare al doppio di quello che vale, sono affari suoi".
Beh, allora aboliamoli i notai: facciamo che basta un'autocertificazione firmata del venditore, impugnabile legalmente nel momento in cui si riveli mendace; esattamente come accade in tutti i paesi avanzati in cui le professioni medioevali sono state abolite.
Insomma, uno dei due notai (o entrambi) non sono stati molto professionali. E almeno l'ultimo acquirente dovrebbe denunciarlo (o denunciarli) per questo motivo, se è in buona fede. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.
E adesso, poniamoci delle domande di livello diverso.
L'intermediario, diciamo, ha fatto solo l'intermediario, appunto, ma ad insaputa dei due enti.
Se i due enti si fossero messi d'accordo tra di loro, avrebbero concluso la vendita a, diciamo, 37 milioni di euro risparmiando entrambi 9 milioni di euro, con lo stesso esito finale: il passaggio dello stabile (così com'era) dal primo ente al secondo.
Entriamo dunque nel merito del compenso che l'intermediario si è portato a casa, cercando di comprenderne il significato.
Abbiamo detto che l'intermediario non ha portato alcun valore aggiunto, nell'operazione: lo stabile venduto al pomeriggio era esattamente lo stesso acquistato al mattino.
Pensiamo anche che, se l'ente 1 avesse saputo che l'intermediario avrebbe immediatamente rivenduto lo stabile all'ente 2, non avrebbe accettato l'intermediazione (perchè noi diamo per scontato che i gruppi dirigenti dell'ente 1 e dell'ente 2 siano al massimo ingenui, ma non disonesti).
Quindi, i 18 milioni di euro "guadagnati" dall'intermediario non nascono dalla produzione di qualcosa, dall'arricchimento di valore reale del bene o dalla vendita di un servizio utile: la vendita diretta del bene tra i due enti avrebbe eliminato solo questo guadagno e quello di uno dei due notai, che sono considerabili di fatto attività "parassitarie" rispetto al bene.
Insomma, i 18 milioni di euro sono stati "guadagnati" facendo fesso qualcuno: o i dirigenti dei due enti, o gli iscritti del fondo pensioni.
Poichè in quanto accaduto non c'è (a prima vista) nulla di illegale, resta da chiedersi se sia giusto guadagnare soldi (che siano 18 euro o 18 milioni) facendo fessi gli altri.
E' importante, chiederselo, perchè in assenza di leggi e (ormai) anche della semplice disapprovazione sociale (che anzi in casi come questi viene sostituita da plauso ed ammirazione), far fessi gli altri può divenire un modo di massa per sbarcare il lunario.
Andrebbe di conseguenza depenalizzata anche la circonvenzione di incapace, perchè se concepiamo - darwinianamente - che chi fa fesso un altro ha il pieno diritto di guadagnare, perchè mai dovremmo mettere in galera chi truffa un anziano, facendogli credere cose che non sono vere e prosciugandogli i risparmi di vita? In cosa si differenzia, costui, dall'intermediario di cui sopra?
E in cosa si differenzia, l'intermediario di cui sopra, da chi vende azioni senza averle ancora acquistate, e da chi sui mercati internazionali "prenota" petrolio, cereali, riso per incassare gli aumenti di prezzo prima di pagare il bene?
Insomma, non esprimo giudizi morali specifici sul nostro intermediario, perchè si comporta esattamente secondo il modello del capitalismo attuale e della finanza, che è il Grande Figlio di Puttana a cui tutti i personaggi di questo genere fanno riferimento: facendo fessi quelli che non possono difendersi.
Vendendo cose che non si possiedono e che non si sono pagate (ricordate i furbetti del quartierino? anche loro avevano l'abitudine di pagare l'immobile acquistato con i proventi degli affitti futuri, senza sborsare un soldo).
Allora, quando il governo attuale (nei confronti del quale abbandono la cautela per un giudizio doverosamente di classe e conseguentemente spietato) diffonde l'idea che si debbano odiare i tassisti e i notai, gli avvocati, i "vecchi", i garantiti, mentre il modello culturale della sopraffazione, del guadagno a spese di chi non può difendersi rimane invece intonso ed indiscutibile, dico che è il caso di smetterla di prenderci per i fondelli.
Non è vero che costoro sono "equidistanti", e colpiscono gli interessi di tutti. Stanno applicando alla lettere le indicazioni della famosa e funesta lettera della BCE, punto.
Le cose andranno dunque nuovamente bene per le banche, e per gli speculatori (quelli che guadagnano facendo fesso il prossimo), che ancora una volta avranno socializzato le perdite.
Dio, siamo ancora qui con la "fiducia dei mercati". Con lo spread e l'indice della Borsa di Milano.
Ad indicare di nuovo nemici falsi, secondari. A far finta che questo paese sia un'entità omogenea, e non un luogo in cui la diseguaglianza è sovrana, e dove nulla unisce gli ultimi ai primi.
A dire ancora che la ricchezza che è un valore, indipendentemente da come è stata raggiunta.
Ma andate affanculo, va!
Io vorrei che andasse al potere un pazzo. Un pazzo spietato. Che, per prima cosa, prima di essere ucciso dai servizi segreti e dalle mafie, chiudesse le borse - facendo saltare in aria i palazzi, dopo aver fatto uscire tutti. E punisse con dieci anni di galera chi vende le cose che non possiede. E che separasse la moneta usata per pagare il lavoro da quella usata per giocare alla finanza, rendendole indipendenti, non equivalenti, non intercambiabili e legate da un cambio reale che cambi ogni giorno: oggi, ad esempio, guarda un po'!, moneta-lavoro vale 1000 mentre moneta-finanza vale merda. Ed il mio 1000 resta inalterato, perchè ho lavorato per produrlo, mentre è giusto che tu - intermediario - ti guardi con disgusto le mani sporche di cacca.
E che dicesse, dunque, che chi non produce nulla di fisico o di intellettuale, o non fornisca servizi che accrescono il valore di un bene, ma si limita a manipolare cose esistenti, venga pagato solo con moneta-merda.
Ecco, l'intermediario di cui sopra - che non ha prodotto nulla - oggi avrebbe in mano diciotto milioni di moneta-merda. Legalissima, eh. E guadagnata onestamente.:-)
Ma non accadrà. Perchè la "giustizia" non esiste, e le leggi rispecchiano solo il potere del più forte, e la democrazia ed il volere del popolo sono minchiate con cui ci fanno giocare quando sono sicuramente inoffensive, non certo quando possono mettere in pericolo i veri manovratori del mondo.
E il "popolo" non sarà mai più in grado di esprimere una coscienza di classe ed una visione alternativa del mondo, con tale forza da prendere il potere in un numero sufficiente di paesi per indicare una via diversa e radicalmente alternativa.
Il capitalismo ha trionfato, e la prova è che non ci sono mai stati così tanti soccorritori al suo capezzale da quando è in crisi.
Ed esige che ci facciamo fessi l'un con l'altro.
E che sorridiamo pure, per non far piangere Monti ed i banchieri.
2 commenti:
Bellissimo post, Lupo! Un piacere risvegliante, leggerlo.
Condivido l'opinione di rom.
Per il pazzo al potere: resuscitiamo Caligola?
charta
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