mercoledì, ottobre 05, 2011

Di qua o di là...

Non faceva senso, ieri, vedere sui siti dei "maggiori quotidiani nazionali" scendere progressivamente verso lo zoccolo della pagina le notizie relative ai 30.000 licenziamenti annunciati tra gli statali greci e alla morte delle operaie sfruttate, a 4 euro l'ora, nel crollo dell'edificio a Barletta?

Questo è il "mercato": in esso, la merce informativa che riguarda i drammi reali  delle persone vale poco. E poi che noia, 'sta crisi: la gente ormai ha bisogno di svagarsi, non può pensare ogni giorno che il giorno dopo potrebbe aver perso tutto quello che ha (o che pensava di avere).

E allora vai, di nuovo, con le merci che rendono di più: le illusioni. Le solite, quelle che sembrano marcite e puzzolenti, ed invece vengono ogni volta rivendute per nuove.

Che ci frega a noi, ad esempio, di UNO SPECIFICO processo per omicidio? In Italia ci sono circa 600 omicidi l'anno .Quanti processi ci siano in corso per questo motivo non lo, le statistiche reperibili sul sito del Ministero della Giustizia non sono capace di interpretarle correttamente: ma se diciamo "alcune centinaia" non dovremmo sbagliare ordine di grandezza.

E allora, perchè dovrebbe interessarcene uno in particolare? Perchè esso in particolare diventa merce vendibile?
Perchè ci sono tutti gli ingredienti necessari a stuzzicare il popolo: la morbosità intrecciata con la bellezza ed la ricchezza (no, non è un processo qualunque, visto il nome ed il cachet degli avvocati coinvolti).

Dunque, 'sta cosa è l'arma di distrazione di massa di questi giorni.

Se non fossimo così futili, e smettessimo di comprare i giornali e leggere i siti che ci vendono merda, forse al centro dell'informazione si metterebbe qualcosa di più serio.
("Siamo così futili che le distrazioni ci possono impedire persino di suicidarci", disse Gaber).

Ad esempio, un paese normale, una comunità, dovrebbe mettere al centro del proprio dibattito una cosa serissima come la famosa lettera della BCE al Governo italiano. Il cui testo è finalmente diventato di dominio pubblico.

Ecco, questa lettera dovrebbe essere pubblicata in prima pagina da tutti i quotidiani e discussa. Discussa non solo sulla stampa, ma nelle strade, dai cittadini, dalle persone, da NOI. Perchè essa costituisce uno spartiacque, un limite, una soglia. Psicologica e politica.
E del superamento di questo limite (o almeno della sua esplicita certificazione) tutti dovremmo almeno essere consapevoli.

Vi spiace se la riproduco qui e poi proviamo a parlarne? Tanto a questi post chilometrici siete abituati...

Francoforte/Roma, 5 Agosto 2011
Caro Primo Ministro,
Il Consiglio direttivo della Banca centrale europea il 4 Agosto ha discusso la situazione nei mercati dei titoli di Stato italiani. Il Consiglio direttivo ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori.
Il vertice dei capi di Stato e di governo dell'area-euro del 21 luglio 2011 ha concluso che «tutti i Paesi dell'euro riaffermano solennemente la loro determinazione inflessibile a onorare in pieno la loro individuale firma sovrana e tutti i loro impegni per condizioni di bilancio sostenibili e per le riforme strutturali». Il Consiglio direttivo ritiene che l'Italia debba con urgenza rafforzare la reputazione della sua firma sovrana e il suo impegno alla sostenibilità di bilancio e alle riforme strutturali.
Il Governo italiano ha deciso di mirare al pareggio di bilancio nel 2014 e, a questo scopo, ha di recente introdotto un pacchetto di misure. Sono passi importanti, ma non sufficienti.

Nell'attuale situazione, riteniamo essenziali le seguenti misure:
1.Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro.
a) È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala.
b) C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione.
c) Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi.

2.Il Governo ha l'esigenza di assumere misure immediate e decise per assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche.
a) Ulteriori misure di correzione del bilancio sono necessarie. Riteniamo essenziale per le autorità italiane di anticipare di almeno un anno il calendario di entrata in vigore delle misure adottate nel pacchetto del luglio 2011. L'obiettivo dovrebbe essere un deficit migliore di quanto previsto fin qui nel 2011, un fabbisogno netto dell'1% nel 2012 e un bilancio in pareggio nel 2013, principalmente attraverso tagli di spesa. È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover (il ricambio, ndr) e, se necessario, riducendo gli stipendi.
b) Andrebbe introdotta una clausola di riduzione automatica del deficit che specifichi che qualunque scostamento dagli obiettivi di deficit sarà compensato automaticamente con tagli orizzontali sulle spese discrezionali.
c) Andrebbero messi sotto stretto controllo l'assunzione di indebitamento, anche commerciale, e le spese delle autorità regionali e locali, in linea con i principi della riforma in corso delle relazioni fiscali fra i vari livelli di governo.

Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011. Sarebbe appropriata anche una riforma costituzionale che renda più stringenti le regole di bilancio.
3. Incoraggiamo inoltre il Governo a prendere immediatamente misure per garantire una revisione dell'amministrazione pubblica allo scopo di migliorare l'efficienza amministrativa e la capacità di assecondare le esigenze delle imprese. Negli organismi pubblici dovrebbe diventare sistematico l'uso di indicatori di performance (soprattutto nei sistemi sanitario, giudiziario e dell'istruzione). C'è l'esigenza di un forte impegno ad abolire o a fondere alcuni strati amministrativi intermedi (come le Province). Andrebbero rafforzate le azioni mirate a sfruttare le economie di scala nei servizi pubblici locali.
Confidiamo che il Governo assumerà le azioni appropriate.
Con la migliore considerazione,

Mario Draghi, Jean-Claude Trichet


Eccola qui, dunque.
Proviamo a farne una semplicissima analisi semantica, estrapolando i concetti chiave?
"Il Consiglio direttivo (della BCE) ritiene che sia necessaria un'azione pressante da parte delle autorità italiane per ristabilire la fiducia degli investitori."
Questa è la prima frase assertiva della lettera, ed indica la priorità secondo il Consiglio Direttivo della BCE: "ristabilire la fiducia degli investitori".

Certo: è una banca che parla, e la sua priorità può essere comprensibile.
Ma questa banca (anche se europea) parla ad un governo. Ed un governo non deve necessariamente avere le stesse priorità di una banca. E potrebbe anche considerare non accettabile farsele indicare.

A me sembra che la priorità di un governo italiano qualsiasi sia indicata dall'articolo 3 della Costituzione:
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese."
Ogni governo italiano, infatti, esercita temporaneamente la sovranità in nome del popolo secondo quanto dice l'articolo 1 della Costituzione:
"La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione."

Ora, ottenere la "fiducia degli investitori" è solo uno dei mille modi in cui un governo può decidere di esercitare la sovranità in nome del popolo, ma non è NE' IL SOLO NE' IL PRINCIPALE OBIETTIVO della azione di governo, che l'articolo 3 indica invece in modo così netto e assolutamente non travisabile.

Poi, la BCE passa ad elencare alcune misure che ritiene necessarie per raggiungere il SUO obiettivo.

"Vediamo l'esigenza di misure significative per accrescere il potenziale di crescita. Alcune decisioni recenti prese dal Governo si muovono in questa direzione; altre misure sono in discussione con le parti sociali. Tuttavia, occorre fare di più ed è cruciale muovere in questa direzione con decisione. Le sfide principali sono l'aumento della concorrenza, particolarmente nei servizi, il miglioramento della qualità dei servizi pubblici e il ridisegno di sistemi regolatori e fiscali che siano più adatti a sostenere la competitività delle imprese e l'efficienza del mercato del lavoro."

Puro blablabla relativo al mito marcio della crescita, questo animale fantastico, mitologico ed indefinibile, solo su cui può galoppare la felicità dell'essere umano.

Crescere serve a: "rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese." ?

Se si, diteci come.
Se no, andate affanculo voi e la vostra crescita.

"È necessaria una complessiva, radicale e credibile strategia di riforme, inclusa la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali e dei servizi professionali. Questo dovrebbe applicarsi in particolare alla fornitura di servizi locali attraverso privatizzazioni su larga scala."

Qui non si tratta di credere a miti marci, invece, ma di totale malafede.
E' necessaria la piena liberalizzazione dei servizi pubblici locali.
E perchè? Per cosa? Per chi? Come si fa a dire una stronzata del genere senza motivarla, sperando che stia in piedi da sola?

E poi, porca puttana, solo tre mesi fa questo paese ha votato esattamente contro questa asserzione. Milioni di deficienti, che pensano di possedere "la sovranità del paese", secondo la BCE,  non valgono un'unghia incarnita di un suo direttore.

"C'è anche l'esigenza di riformare ulteriormente il sistema di contrattazione salariale collettiva, permettendo accordi al livello d'impresa in modo da ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende e rendendo questi accordi più rilevanti rispetto ad altri livelli di negoziazione. L'accordo del 28 Giugno tra le principali sigle sindacali e le associazioni industriali si muove in questa direzione."

Ritagliare i salari e le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche delle aziende.

C'è scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana? Nooo?
E allora, please, riandate affanculo un'altra volta.

E se l'accordo del 28 giugno si muove in questa direzione, vada affanculo anche lui.

Ma procediamo.

"Dovrebbe essere adottata una accurata revisione delle norme che regolano l'assunzione e il licenziamento dei dipendenti, stabilendo un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi."

Accidenti, questo è un passo autenticamente comunista, per una banca!!!
"un sistema di assicurazione dalla disoccupazione e un insieme di politiche attive per il mercato del lavoro che siano in grado di facilitare la riallocazione delle risorse verso le aziende e verso i settori più competitivi."

Un cedimento umanitario, si direbbe quasi. Cioè, visto che sono gli investitori gli unici soggetti viventi che stanno a cuore alla BCE, il fatto che ci sia un passaggio che - seppur genericamente - accenna all'importanza che le persone abbiano in qualche modo un posto di lavoro, è importantissimo.

Il governo, infatti, era così sicuro che quelli della BCE si fossero sbagliati o rammolliti, che questa frase ha fatto finta di non averla letta, quando ha confezionato l'articolo 8.

"È possibile intervenire ulteriormente nel sistema pensionistico, rendendo più rigorosi i criteri di idoneità per le pensioni di anzianità e riportando l'età del ritiro delle donne nel settore privato rapidamente in linea con quella stabilita per il settore pubblico, così ottenendo dei risparmi già nel 2012. Inoltre, il Governo dovrebbe valutare una riduzione significativa dei costi del pubblico impiego, rafforzando le regole per il turnover e, se necessario, riducendo gli stipendi."


Che minchia vuol dire "se necessario, riducendo gli stipendi"?.
BCE, hai sbagliato casella: fai tre passi indietro, all'articolo 3 della Costituzione: rileggilo bene. E poi rivai affanculo.

"Vista la gravità dell'attuale situazione sui mercati finanziari, consideriamo cruciale che tutte le azioni elencate nelle suddette sezioni 1 e 2 siano prese il prima possibile per decreto legge, seguito da ratifica parlamentare entro la fine di Settembre 2011."

Quel che succede sui mercati finanziari è una vostra priorità, non una priorità del governo. Quindi dare ordini ad un governo e ad un parlamento sovrano dovrebbe meritarvi (e non solo da me) l'ennesima mandata dove sapete.

E poi, vabbè, per chiudere un po' di fuffa riscaldata (abolite le provincie, razionalizzate, fate sinergie blablabla).

Ora, alla fine le possibilità sono soltanto due: o la lettera della BCE rende merda la Costituzione, o la Costituzione rende merda la lettera della BCE.

Tertium non datur.

Il governo ha deciso di dare la prima interpretazione, e quindi dovrebbe dimettersi perchè non è più in grado di rispettare il dettato della Costituzione.

Parte dell'opposizione, le associazioni degli imprenditori ed alcune organizzazioni sindacali hanno attaccato il governo perchè "non dà abbastanza ascolto alle indicazioni della BCE": tutti costoro sono contro la Costituzione, e contro di noi.

Marchionne si è schierato su posizioni ancora più oltranziste e neoliberiste: l'unica reazione sensata verso questo signore sarebbe quella di mettere l'IVA al 40% su tutte le vetture FIAT prodotte all'estero o con componenti che arrivano dall'estero oltre una certa soglia.
Ripeto quel che dico da tempo: io non ho personalmente nulla contro Marchionne. Egli fa i suoi interessi, e quelli dei suoi azionisti. Ma poichè essi (gli interessi di costoro) sono divergenti rispetto a quelli del Paese, mi sembra naturale che il Paese possa difendersi e decida di aprire spazi e mercati a chi, in questo Paese, possa portare ricchezza e posti di lavoro. Chi a questo riguardo fa il furbetto, è pregato di accomodarsi là dove dovremmo mandare la BCE.

Insomma, questa lettera della BCE è estremamente utile.
Perchè traccia, come dicevo, una linea netta che divide in due la nostra società: chi, come me, crede che una simile lettera offenda la Costituzione, e debba quindi essere rispedita al mittente con un po' di polverina per grattarsi.
E chi, invece, la vede come nuova Costituzione.

Se da questa parte si schiera tutta la classe dirigente, buona parte dell'opposizione e della parti sociali, significa che la vecchia cara Costituzione è davvero carta straccia, anche da un punto di vista formale.
Ma significa anche che il patto sociale che regge questo Paese è definitivamente pronto a saltare.
Significa che chi non rispetta le regole, godendo del fatto che la maggioranza degli altri sia in qualche modo tenuto od obbligato a farlo, deve aspettarsi che presto la maggior parte delle persone ritengano che le regole non contino più nulla.

Sembra prossimo, dunque, il Far West.
Non è detto che sia un male assoluto: almeno per me, che sono un accanito lettore di Tex, c'è la speranza che qualche volta le pistole, in nome della giustizia, sparino nella direzione giusta.

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