Vorrei un governo...
che si ponesse come obiettivo la creazione di condizioni utili a far prosperare la felicità per i propri cittadini, dove i cittadini sono TUTTI coloro che vivono in questo paese.
Un governo che creasse le condizioni per una vita in cui ci sia sicurezza del reddito, e persistenza dello stesso.
Che restituisse serenità e capacità di progettare un futuro, e di impiegare nella società il meglio delle proprie capacità personali senza il timore costante di essere gettato all'inferno.
Un governo che abbandonasse l'accettazione acritica del mercato, che tende a rendere schiavi e concorrenti i suoi cittadini, e li difendesse, li proteggesse, li tranquilizzasse rispetto alle paure di non farcela.
Un governo che agevolasse la creazione di reti, di connessioni, di socialità tra le persone, che impedisse la prigionia della solitudine, dell'isolamento.
Un governo che non accettasse più che chi dirige un'azienda guadagni centinaia di volte rispetto a chi ci lavora nelle posizioni subordinate: che ponesse limiti insuperabili al divario tra chi si assume responsabilità e chi è al fondo della catena.
Un governo che usasse il suo potere per equilibrare i poteri economici che vogliono trasformare le persone in merci, in materiale da usare e gettare secondo le convenienze.
Un governo che riscoprisse e valorizzasse le competenze davvero utili a tutti, e le premiasse in aperta sfida ai valori del mercato: che impedisse che sul proprio territorio un artigiano muoia di fame mentre si danno milioni di euro a chi calcia un pallone.
Se il mercato non ha una morale esigo un governo che la rivendichi, la morale. Abbandonando il moralismo!
Vorrei un governo che aiutasse le famiglie con i servizi, che ridesse tempi e spazi alle persone per riscoprire la fratellanza, la vicinanza, l'assistenza e la cura reciproche.
Vorrei un governo che si impegnasse a propagare i valori della sobrietà, della mitezza, della pazienza, della tranquillità, della tenacia: e che usasse sempre parole moderate, caute, rispettose.
Vorrei un governo che si presentasse con un sorriso ed insegnasse che la paura è il peggiore handicap dell'anima, che la paura è nemica delle persone e dei cittadini, ed amica solo di chi li vuole opprimere ed umiliare.
Vorrei un governo che insegnasse che avere il giusto significa non avere nulla da perdere, e ad aprirsi al prossimo senza timori, sapendo che il confronto non è mai perdita di sè, ma arricchimento.
Vorrei un governo che combattesse la povertà culturale, l'ignoranza e l'analfabetismo di ritorno con la stessa forza con cui combatterebbe la povertà materiale.
Un governo che dicesse che saremo tanto più felici quanto più felici saranno le persone intorno a noi, dentro e fuori dai "confini".
Vorrei un governo che insegnasse il gusto per le cose belle e le cose buone, e che le cose sono più belle e più buone quanto più sono condivise con gli altri.
Vorrei un governo che volesse bene ai propri cittadini, a tutti, senza distinzioni, come c'è scritto nella Costituzione.
Anzi, io nella Costituzione aggiungerei questa frase: "Lo scopo del Governo è voler bene ai propri cittadini".
Un governo che li lasciasse vivere e morire come preferiscono, se non fanno male a nessuno (ed insegnasse a chi si sente "a disagio" rispetto ai comportamenti altrui che il disagio è un problema personale, non risolvibile con le leggi).
...ma, pensandoci bene, se io fossi un cittadino che MERITA davvero un simile tipo di governo, in fondo NON avrei nemmeno bisogno di un governo, e di certo il mio paese non sarebbe quella cosa triste che è.
che si ponesse come obiettivo la creazione di condizioni utili a far prosperare la felicità per i propri cittadini, dove i cittadini sono TUTTI coloro che vivono in questo paese.
Un governo che creasse le condizioni per una vita in cui ci sia sicurezza del reddito, e persistenza dello stesso.
Che restituisse serenità e capacità di progettare un futuro, e di impiegare nella società il meglio delle proprie capacità personali senza il timore costante di essere gettato all'inferno.
Un governo che abbandonasse l'accettazione acritica del mercato, che tende a rendere schiavi e concorrenti i suoi cittadini, e li difendesse, li proteggesse, li tranquilizzasse rispetto alle paure di non farcela.
Un governo che agevolasse la creazione di reti, di connessioni, di socialità tra le persone, che impedisse la prigionia della solitudine, dell'isolamento.
Un governo che non accettasse più che chi dirige un'azienda guadagni centinaia di volte rispetto a chi ci lavora nelle posizioni subordinate: che ponesse limiti insuperabili al divario tra chi si assume responsabilità e chi è al fondo della catena.
Un governo che usasse il suo potere per equilibrare i poteri economici che vogliono trasformare le persone in merci, in materiale da usare e gettare secondo le convenienze.
Un governo che riscoprisse e valorizzasse le competenze davvero utili a tutti, e le premiasse in aperta sfida ai valori del mercato: che impedisse che sul proprio territorio un artigiano muoia di fame mentre si danno milioni di euro a chi calcia un pallone.
Se il mercato non ha una morale esigo un governo che la rivendichi, la morale. Abbandonando il moralismo!
Vorrei un governo che aiutasse le famiglie con i servizi, che ridesse tempi e spazi alle persone per riscoprire la fratellanza, la vicinanza, l'assistenza e la cura reciproche.
Vorrei un governo che si impegnasse a propagare i valori della sobrietà, della mitezza, della pazienza, della tranquillità, della tenacia: e che usasse sempre parole moderate, caute, rispettose.
Vorrei un governo che si presentasse con un sorriso ed insegnasse che la paura è il peggiore handicap dell'anima, che la paura è nemica delle persone e dei cittadini, ed amica solo di chi li vuole opprimere ed umiliare.
Vorrei un governo che insegnasse che avere il giusto significa non avere nulla da perdere, e ad aprirsi al prossimo senza timori, sapendo che il confronto non è mai perdita di sè, ma arricchimento.
Vorrei un governo che combattesse la povertà culturale, l'ignoranza e l'analfabetismo di ritorno con la stessa forza con cui combatterebbe la povertà materiale.
Un governo che dicesse che saremo tanto più felici quanto più felici saranno le persone intorno a noi, dentro e fuori dai "confini".
Vorrei un governo che insegnasse il gusto per le cose belle e le cose buone, e che le cose sono più belle e più buone quanto più sono condivise con gli altri.
Vorrei un governo che volesse bene ai propri cittadini, a tutti, senza distinzioni, come c'è scritto nella Costituzione.
Anzi, io nella Costituzione aggiungerei questa frase: "Lo scopo del Governo è voler bene ai propri cittadini".
Un governo che li lasciasse vivere e morire come preferiscono, se non fanno male a nessuno (ed insegnasse a chi si sente "a disagio" rispetto ai comportamenti altrui che il disagio è un problema personale, non risolvibile con le leggi).
...ma, pensandoci bene, se io fossi un cittadino che MERITA davvero un simile tipo di governo, in fondo NON avrei nemmeno bisogno di un governo, e di certo il mio paese non sarebbe quella cosa triste che è.
3 commenti:
Vorrei anche un governo che in cambio delle tasse che i cittadini virtuosi pagano, fornisse dei servizi degni di un paese civile come istruzione, sanità, welfare, trasporti compensando un servizio universale con i ricavi dei servizi più redditizi come accadeva prima della creazione di quella colossale fonte di sperpero che sono le regioni.
Io vorrei un governo di sinistra (Gallino docet).
Mah, tutti 'sti vorrei mi sembrano proposti da sinistra e dal movimento 5 stelle.
Io vorrei una Politica in grado di costruire un governo come dici tu.
Io non credo che tu, come cittadino, possa fare la differenza. Se TUTTI fossero cittadini che meritano quel tipo di governo, non ci sarebbe bisogni di un governo.
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