Che questo (come qualsiasi altro possibile) governo ormai non conti un accidente, che la sovranità nazionale sia perduta, che - ha scritto Nadia Urbinati - lo Stato sia destinato ormai a fare solo il cane da guardia dei poteri finanziari, da cui ottiene in appalto solo i servizi di repressione (quando ci sarà da massacrare la gente nelle piazze, mica potranno farlo i finanzieri in giacca e cravatta!), è cosa risaputa.
E' penoso, però, che qualcuno approfitti di questo momento per tentare di regolare i conti e picchiare l'avversario sperando di trovarlo a terra.
E' il caso del Ministro Sacconi. Non trovo parole per definire quest'uomo.
Il paese è in preda al panico, e costui non trova di meglio che approfittarne per seminare il terrore tra le categorie più indifese. Nel momento in cui tutti abbiamo un disperato bisogno di reddito, costui agisce per renderne più facile ed agevole la perdita, mettendo in campo l'aggiramento dell'articolo 18 ed introducendo la possibilità di licenziare a livello aziendale previo accordo sindacale (evvai con i sindacati gialli, come ai tempi di Valletta...)
Così, soddisfatto, può finalmente rendere pratico il suo risentimento rancoroso contro la CGIL, da cui peraltro proviene - come tutti gli ex, non perdona a se stesso l'idea di essere considerato un traditore.
Cosa c'è in quel cuore, cosa c'è in quel cervellino? Polvere, bucce di patate, piccole scorie tossiche...va a sapere. Comunque il tizio VUOL FAR DEL MALE. Volontariamente, ostinatamente, caparbiamente. Questo basta a giudicarlo.
Oh, ben, ovviamente non siamo qui a indicare il Sacconi come bersaglio dell'indignazione popolare. Ci mancherebbe altro. Sarebbe un onore troppo grande, che non merita affatto.
E poi, suvvia, mica è il solo.
Come sapete, Bossi è Ministro delle Riforme (e pagato come tale). Ecco, alzi la mano chi è in grado di indicare una sola iniziativa partita da quel Ministero negli ultimi anni. A parte bofonchiare minchiate da bar, cosa fa quell'uomo tutto il santo giorno? Che diavolo di lavoro è il suo?
O il Ministro Romano. A parte sfuggire alle accuse di concorso in associazione mafiosa, che fa?
E...chessò...Giorgia Meloni, che è ministra di qualcosa, pare. Cheffà? Come si guadagna il pane? Qualcuno ha mai sentito dire che la Meloni abbia fatto qualcosa?
Sulla Brambilla, lasciamo perdere: che quel che fa è sempre molto peggio di quel che non fa.
Anche le altre donne ministro tacciono da un po'. Carfagna, Prestigiacomo, Gelmini... ci siete? Siete ancora vive?
E Galan? Ah, già...salverà l'Accademia della Crusca.
Parbleu.
E' vero che è meglio tacere e defilarsi che fare i sacconi, in fondo. E' vero che è meglio nascondersi dietro il fronte, e lasciare che a gestire l'impudicizia della situazione ci sia Tremonti.
Ma, come si cantava un tempo, "per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti."
Anche se non contate nulla, ci ricorderemo per sempre della vostra pavida complicità.
E' penoso, però, che qualcuno approfitti di questo momento per tentare di regolare i conti e picchiare l'avversario sperando di trovarlo a terra.
E' il caso del Ministro Sacconi. Non trovo parole per definire quest'uomo.
Il paese è in preda al panico, e costui non trova di meglio che approfittarne per seminare il terrore tra le categorie più indifese. Nel momento in cui tutti abbiamo un disperato bisogno di reddito, costui agisce per renderne più facile ed agevole la perdita, mettendo in campo l'aggiramento dell'articolo 18 ed introducendo la possibilità di licenziare a livello aziendale previo accordo sindacale (evvai con i sindacati gialli, come ai tempi di Valletta...)
Così, soddisfatto, può finalmente rendere pratico il suo risentimento rancoroso contro la CGIL, da cui peraltro proviene - come tutti gli ex, non perdona a se stesso l'idea di essere considerato un traditore.
Cosa c'è in quel cuore, cosa c'è in quel cervellino? Polvere, bucce di patate, piccole scorie tossiche...va a sapere. Comunque il tizio VUOL FAR DEL MALE. Volontariamente, ostinatamente, caparbiamente. Questo basta a giudicarlo.
Oh, ben, ovviamente non siamo qui a indicare il Sacconi come bersaglio dell'indignazione popolare. Ci mancherebbe altro. Sarebbe un onore troppo grande, che non merita affatto.
E poi, suvvia, mica è il solo.
Come sapete, Bossi è Ministro delle Riforme (e pagato come tale). Ecco, alzi la mano chi è in grado di indicare una sola iniziativa partita da quel Ministero negli ultimi anni. A parte bofonchiare minchiate da bar, cosa fa quell'uomo tutto il santo giorno? Che diavolo di lavoro è il suo?
O il Ministro Romano. A parte sfuggire alle accuse di concorso in associazione mafiosa, che fa?
E...chessò...Giorgia Meloni, che è ministra di qualcosa, pare. Cheffà? Come si guadagna il pane? Qualcuno ha mai sentito dire che la Meloni abbia fatto qualcosa?
Sulla Brambilla, lasciamo perdere: che quel che fa è sempre molto peggio di quel che non fa.
Anche le altre donne ministro tacciono da un po'. Carfagna, Prestigiacomo, Gelmini... ci siete? Siete ancora vive?
E Galan? Ah, già...salverà l'Accademia della Crusca.
Parbleu.
E' vero che è meglio tacere e defilarsi che fare i sacconi, in fondo. E' vero che è meglio nascondersi dietro il fronte, e lasciare che a gestire l'impudicizia della situazione ci sia Tremonti.
Ma, come si cantava un tempo, "per quanto voi vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti."
Anche se non contate nulla, ci ricorderemo per sempre della vostra pavida complicità.
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