giovedì, ottobre 27, 2011

Se (pillole di curaro)...


Se il mio odio potesse uccidere a distanza, in questi giorni sui quotidiani italiani si parlerebbe a  nove colonne di una strage misteriosa (Cicchitto, Sacconi, Brunetta, Lupi, Reguzzoni...prima ancora dei capibastone...Gasparri no, mi ripugna toccarlo persino con il pensiero).

Se il mio odio potesse uccidere a distanza mediante alcuni automatismi, consiglierei a chiunque di fare attenzione prima di pronunciare le seguenti frasi o gruppi di parole:
"ce lo chiede l'Europa"
"servono misure per la crescita"
"serve più flessibilità"
"vendere il patrimonio pubblico"
"liberalizzare"

Se le borse esprimono soddisfazione quando il governo annuncia che si potrà licenziare con più facilità , significa che è ora di chiudere le borse con le bombe a mano.
Ovviamente facendo uscire prima tutte le persone che ci lavorano: noi non ce l'abbiamo con le persone, ma con i luoghi fisici dove si concentra e si organizza il male.
E nelle Borse, ce n'è ormai quasi quanto se ne percepisce ad Auschwitz: uccidere la gente per fame è un genocidio pianificato che merita il giusto castigo.
A Norimberga, preparate per cortesia una sala per il processo agli uomini della finanza. Quelli che rimarranno vivi dopo la giustizia sommaria.
Perchè Gheddafi sì e quei bastardi no?

Se io fossi il primo ministro danese, dopo aver rivisto le immagini di B. che mi scruta il culo, gli sputerei in un occhio appena lo rivedo. In pubblico, durante un vertice, davanti alle telecamere. Per par condicio.

Se io fossi B. e ricevessi una lettera anonima da un gruppo di merde che ho fatto eleggere in Parlamento, che vogliono che mi dimetta e che non osano rivelare il loro nome, farei di tutto per scoprire chi sono ed incularmeli senza pietà. A meno che non mi sia scritto la lettera da solo.

Se io fossi un miliardario, aprirei un Trony con offerte specialissime: e i quindicimila che accorrono a picchiarsi per prendere un iPhone a prezzo scontato, li chiuderei dentro. E butterei via la chiave.

Se io fossi una persona normale che abita nelle Cinque Terre o in Lunigiana, prima piangerei per tutto quello che è accaduto, per la disperazione di fronte al disastro. Ma poi mi incazzerei con chi non ha impedito lo sfacelo, negli ultimi decenni. E poi con me stesso, che abitando in un paradiso non ho fatto tutto quel che dovevo e potevo per impedire che diventasse un inferno.


Se io fossi il padrone del mondo, farei una legge che impedisce che tra il più ricco ed il più povero di qualsiasi organizzazione produttiva ci sia una differenza di reddito superiore a 50 volte.
Cinquanta volte, in termini di differenza di tenore di vita e di possibilità, è già una cosa assurda, folle.
Eppure, oggi, Marchionne guadagna 435 volte quello che guadagna un suo operaio.
QUATTROCENTOTRENTACINQUE VOLTE.
E nonostante questo rompe il cazzo, "si vergogna di essere italiano".
Ecco, la mia legge non impedirebbe a Marchionne di guadagnare una cifra astronomica e sostanzialmente assurda: alla sola condizione che i suoi operai vengano pagati NOVE VOLTE tanto quello che vengono pagati oggi.
Nessuno si lamenterebbe più, e probabilmente si estinguerebbe anche la FIOM:-) (e ciò renderebbe assai più felici anche gli industriali, no?:-)))

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