martedì, settembre 30, 2008

La neolingua di Tremonti e Gelmini

Vale davvero la pena di leggerlo, lo "Schema di piano programmato del Ministero dell'Istruzione (...) di concerto con il Ministro dell'Economia", ovvero il manifesto ideologico del Governo per la distruzione della scuola pubblica.

Fa tremare i polsi, ad una prima lettura.
Nessun dubbio, nessuna incertezza. Asserzioni che non consentono nè verifiche nè smentite. Parole chiave che creano una realtà nuova e positiva: "impoverire" diventa "essenzializzare", un po' come il termine "termovalorizzatore" fornisce valenza positiva ad un inceneritore.
Di nuovo la semplificazione come concetto magico di soluzione della complessità.
Basta con la confusione e lo spreco. ESSENZIALIZZAZIONE, appunto, è la parola magica che ricorre nel documento ad ogni pagina.
Saranno "essenzializzati" le sedi scolastiche, i piani di studio, le discipline e gli orari.
Razionalizzare e semplificare sono i concetti a contorno, egualmente piacevoli e positivi alle orecchie del volgo (che non sopporta più le cose complicate, in cui c'è da pensare e rompersi la testa).
E verità assolute vengono porte così, con la semplicità con cui si beve un bicchier d'acqua: "nell'arco di vita intercorrente dai sei ai dieci anni SI AVVERTE IL BISOGNO di una figura unica di riferimento con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto".
Vertici che non raggiunse neppure la pedagogia sovietica.

Un modello che, inutile dirlo, "semplifica e valorizza la relazione tra scuola e famiglia".
E poi si passa al ragionerismo: "Si può dunque stimare che una buona percentuale di istituzioni scolastiche, compresa tra il minimo CERTO del 15% e il massimo PROBABILE del 20%, NON SIA LEGITTIMATO A FUNZIONARE come istituzione autonoma".
Notate il linguaggio: non sia legittimato!
Chi è legittimato dal voto, fornisce ormai le patenti di legittimità al resto della realtà.
E sentite quest'altra: "In effetti, la polverizzazione sul territorio di piccole scuole non risulta funzionale al conseguimento degli obiettivi didattico-pedagogici, in quanto NON CONSENTE l'INSERIMENTO DEI GIOVANI IN COMUNITA' EDUCATIVE CULTURAMENTE ADEGUATE a stimolarne la capacità di apprendimento e socializzazione".
Insomma, le scuole piccole, con pochi alunni, non sono adeguate culturalmente a stimolare l'apprendimento dei giovani. Una cagata pazzesca, lasciatemelo dire, e può testimoniarlo chiunque abbia conosciuto chi ha potuto mandare i figli in una scuola di dimensioni umane, di paese, magari multiclasse, in cui il programma viene svolto non solo in profondità ma con un approccio quasi individualizzato.
No, è necessario raccontare ora una realtà diversa: non la verità, ma una realtà a cui credere per accettare e giustificare un'operazione meramente ideologica e finanziaria.
Altro esempio di Neolingua gelminian-tremontina: "superamento delle attività di co-presenza", dove "superamento" dà l'idea di un avanzamento rispetto a qualcosa di sorpassato; "riconduzione a 18 ore"...

Ecco, un documento che è fondato sulla menzogna linguistica non andrebbe nemmeno preso in considerazione, se non per smascherarlo: se in questo paese esistesse ancora un pensiero libero, ed una capacità di analisi, una tale operazione di "traslazione della verità" sarebbe rigettata a priori, e la Gelmini rimandata a casa, a furor di popolo, con in testa il cappello a cono con le orecchie d'asino.

Ma probabilmente è troppo tardi, ormai. Ci toccherà ricostruire domani, per prima cosa, quando e se mai riusciremo a liberarci da costoro, un nuovo significato delle parole, autentico, senza menzogna: il primo passo per ricostruire daccapo un paese che possa ritrovare il senso di sè.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

da paola:
eppure è fantastico. come l'ignoranza abisssale di questa cricca riesca a comporsi in un quadro LOGICO E COERENTE. ("stupidi e cattivi", per l'appunto).
il migliore e più immediato risultato della pluralità di insegnanti era l'esplicitazione di UN'IDEA PEDAGOGICA secondo la quale un alunno, una classe non sono "miei", ma "nostri". una piccola, rivoluzionaria pedagogia in grado di scardinare pian piano la mentalità mammona/paternalista che affligge questo paese a tutti i livelli e a tutte le età. una piccola rivoluzionaria idea che costringeva gli insegnanti a COLLABORARE (nessuno gliel'ha insegnato mai, porelli) ed educava i bambini ad ascoltare voci diverse, tutte autorevoli, raccordate ma non necessariamente OMOLOGATE tra loro.
come si vede una piccola idea pericolosamente rivoluzionaria, con germi di potenziale democrazia.
dunque andava eliminata.

e tanto per insistere un attimo sulla diabolica, ipocrità "ingenuità" delle neolingue: per screditare il più possibile il valore della figura docente, gli insegnanti della scuola primaria da molti anni erano individuati solo come "le maestre", espressione da pronunciare con un vaghissimo tono derisorio, garbato e superiore, che dava l'idea di un branco di femminucce querule e tendenzialmente fannullone. ma adesso basta, adesso si fa sul serio, e si fanno gli adeguati passi indietro - pardòn, loro dicono "avanti" - . perciò, accidentaccio, non si parla altro che del "maestro" unico. MAESTRO??? e da quando in qua il maestro (maschio) riesce ad esprimere una presenza numericamente, qualitativamente e culturalmente significativa nella scuola primaria?
no, la "maestra unica" no... l'idea è più fastidiosa di quella di un presidente nero...

chiedo scusa per la confusa prolissità, ma mi toglie la forza e anche la lucidità vedere il massacro di una scuola che amo tanto, la mortificazione e l'annichilimento di tanti colleghi che hanno speso davvero tutto per i loro alunni, fuori da ogni logica di potere, solo per la soddisfazione di vedere dei giovani crescere liberi e capaci di stare al mondo con gusto.

grazie Lupo, che non mi permetti di ripiegarmi sulle mie paturnie.
Paola n.

Anonimo ha detto...

neo lingue??
Si iniziò anni fa trasformando gli spazzini in operatori ecologici, i bidelli in personale non docente, e via di seguito, quasi che certe qualifiche facessero vergognare per un eccesso di umiltà... quanta umiltà invece manca agli attuali governanti, ma lasciatemelo dire che nemmeno quelli di prima hanno poi tanto brillato in questo senso!!..
Quet'arte di mistificare i significati usando un "neo-linguaggio" ha preso piede proporzionalmente al bisogno di "apparire" o "sentirsi" più accettabili socialmente della gente. E ciò perchè progressivamente sempre più indotta a competere, e ad emergere dalla massa (ormai intesa come maleodorante pozzanghera di liquami piuttosto che un insieme di persone dignitose..)!
Infine, temo che voi genitori abbiate come unica chanche di salvezza per i vostri figli, di organizzarvi in gruppi di studio collettivi (sacrificando ulteriore parte del vostro tempo), un pò sull'esempio dei GAS per ciò che concerne gli acquisti ed i consumi, al fine di assicurare loro una completa, ma soprattutto non revisionista, formazione scolastica!!
Stefi

Artemisia ha detto...

Ma ricostruire domani sara' un lavoro duro e faticoso, Lupo. Sono demoralizzata.

luposelvatico ha detto...

@paola: Hai ragione! La "mistificazione di genere" relativa al "maestro unico" (trabocchetto in cui tutti siamo caduti, anche opponendoci) cancella anche lo specifico femminile di questa professione. Il DL 137 la dice proprio così: "costituiscono classi assegnate ad UN UNICO INSEGNANTE". Neutro o maschile? Distratto o prefigurante? Le maestre riusciranno a sopravvivere, se madri, alla abolizione del tempo pieno ed alle vessazioni brunettiane con i controlli fiscali dalle 8 alle 13 e dalle 14 alle 20, che impediscono di portare e prendere i figli a scuola e fare la spesa quando si è malati e COMUNQUE nessun altro può farlo, o dovranno abbandonare la professione, o assumere in nero ragazze disposte a passare a raccogliere e portare a zonzo figli altrui prima di indossare le cuffiette in un contact center? le conseguenze anche sociali di questa devastazione colpiranno nel profondo anche la vita quotidiana delle famiglie...

@stefi: già, nel deserto che verrà l'istruzione e l'assistenza dovranno probabilmente ripartire dal basso...per fortuna molte società di mutuo soccorso esistono ancora, perchè mi sa che dovremo riportarle al loro ruolo originario...

@arte: sai cosa penso? che quelli che stiamo vivendo siano già gli atti finali di una sconfitta è stata costruita negli anni, da quando il berlusconismo ha iniziato a diffondere il suo contagio nel paese attraverso le TV. Che questi non si fermeranno su nulla, nè sulla scuola nè sulla sanità nè sulla giustizia. Che toccherà a noi il compito di resistere per ricostruire, senza alcuna certezza di poter rivedere un futuro radioso nel corso della nostra vita.

Angela ha detto...

Lupo, abbiamo deciso con un paio di madri e alcuni insegnanti di lavorare molto nella nostra classe per risvegliare i dormiglioni. Lo sciopero della scuola è oggi lo sciopero delle famiglie e degli studenti, della società civile colpita lì dove eravamo già vulnerabili...ma com'è difficile risvegliare dal coma un paese sedato e cerebroleso!