Vale davvero la pena di leggerlo, lo "Schema di piano programmato del Ministero dell'Istruzione (...) di concerto con il Ministro dell'Economia", ovvero il manifesto ideologico del Governo per la distruzione della scuola pubblica.
Fa tremare i polsi, ad una prima lettura.
Nessun dubbio, nessuna incertezza. Asserzioni che non consentono nè verifiche nè smentite. Parole chiave che creano una realtà nuova e positiva: "impoverire" diventa "essenzializzare", un po' come il termine "termovalorizzatore" fornisce valenza positiva ad un inceneritore.
Di nuovo la semplificazione come concetto magico di soluzione della complessità.
Basta con la confusione e lo spreco. ESSENZIALIZZAZIONE, appunto, è la parola magica che ricorre nel documento ad ogni pagina.
Saranno "essenzializzati" le sedi scolastiche, i piani di studio, le discipline e gli orari.
Razionalizzare e semplificare sono i concetti a contorno, egualmente piacevoli e positivi alle orecchie del volgo (che non sopporta più le cose complicate, in cui c'è da pensare e rompersi la testa).
E verità assolute vengono porte così, con la semplicità con cui si beve un bicchier d'acqua: "nell'arco di vita intercorrente dai sei ai dieci anni SI AVVERTE IL BISOGNO di una figura unica di riferimento con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto".
Vertici che non raggiunse neppure la pedagogia sovietica.
Un modello che, inutile dirlo, "semplifica e valorizza la relazione tra scuola e famiglia".
E poi si passa al ragionerismo: "Si può dunque stimare che una buona percentuale di istituzioni scolastiche, compresa tra il minimo CERTO del 15% e il massimo PROBABILE del 20%, NON SIA LEGITTIMATO A FUNZIONARE come istituzione autonoma".
Notate il linguaggio: non sia legittimato!
Chi è legittimato dal voto, fornisce ormai le patenti di legittimità al resto della realtà.
E sentite quest'altra: "In effetti, la polverizzazione sul territorio di piccole scuole non risulta funzionale al conseguimento degli obiettivi didattico-pedagogici, in quanto NON CONSENTE l'INSERIMENTO DEI GIOVANI IN COMUNITA' EDUCATIVE CULTURAMENTE ADEGUATE a stimolarne la capacità di apprendimento e socializzazione".
Insomma, le scuole piccole, con pochi alunni, non sono adeguate culturalmente a stimolare l'apprendimento dei giovani. Una cagata pazzesca, lasciatemelo dire, e può testimoniarlo chiunque abbia conosciuto chi ha potuto mandare i figli in una scuola di dimensioni umane, di paese, magari multiclasse, in cui il programma viene svolto non solo in profondità ma con un approccio quasi individualizzato.
No, è necessario raccontare ora una realtà diversa: non la verità, ma una realtà a cui credere per accettare e giustificare un'operazione meramente ideologica e finanziaria.
Altro esempio di Neolingua gelminian-tremontina: "superamento delle attività di co-presenza", dove "superamento" dà l'idea di un avanzamento rispetto a qualcosa di sorpassato; "riconduzione a 18 ore"...
Ecco, un documento che è fondato sulla menzogna linguistica non andrebbe nemmeno preso in considerazione, se non per smascherarlo: se in questo paese esistesse ancora un pensiero libero, ed una capacità di analisi, una tale operazione di "traslazione della verità" sarebbe rigettata a priori, e la Gelmini rimandata a casa, a furor di popolo, con in testa il cappello a cono con le orecchie d'asino.
Ma probabilmente è troppo tardi, ormai. Ci toccherà ricostruire domani, per prima cosa, quando e se mai riusciremo a liberarci da costoro, un nuovo significato delle parole, autentico, senza menzogna: il primo passo per ricostruire daccapo un paese che possa ritrovare il senso di sè.
Fa tremare i polsi, ad una prima lettura.
Nessun dubbio, nessuna incertezza. Asserzioni che non consentono nè verifiche nè smentite. Parole chiave che creano una realtà nuova e positiva: "impoverire" diventa "essenzializzare", un po' come il termine "termovalorizzatore" fornisce valenza positiva ad un inceneritore.
Di nuovo la semplificazione come concetto magico di soluzione della complessità.
Basta con la confusione e lo spreco. ESSENZIALIZZAZIONE, appunto, è la parola magica che ricorre nel documento ad ogni pagina.
Saranno "essenzializzati" le sedi scolastiche, i piani di studio, le discipline e gli orari.
Razionalizzare e semplificare sono i concetti a contorno, egualmente piacevoli e positivi alle orecchie del volgo (che non sopporta più le cose complicate, in cui c'è da pensare e rompersi la testa).
E verità assolute vengono porte così, con la semplicità con cui si beve un bicchier d'acqua: "nell'arco di vita intercorrente dai sei ai dieci anni SI AVVERTE IL BISOGNO di una figura unica di riferimento con cui l'alunno possa avere un rapporto continuo e diretto".
Vertici che non raggiunse neppure la pedagogia sovietica.
Un modello che, inutile dirlo, "semplifica e valorizza la relazione tra scuola e famiglia".
E poi si passa al ragionerismo: "Si può dunque stimare che una buona percentuale di istituzioni scolastiche, compresa tra il minimo CERTO del 15% e il massimo PROBABILE del 20%, NON SIA LEGITTIMATO A FUNZIONARE come istituzione autonoma".
Notate il linguaggio: non sia legittimato!
Chi è legittimato dal voto, fornisce ormai le patenti di legittimità al resto della realtà.
E sentite quest'altra: "In effetti, la polverizzazione sul territorio di piccole scuole non risulta funzionale al conseguimento degli obiettivi didattico-pedagogici, in quanto NON CONSENTE l'INSERIMENTO DEI GIOVANI IN COMUNITA' EDUCATIVE CULTURAMENTE ADEGUATE a stimolarne la capacità di apprendimento e socializzazione".
Insomma, le scuole piccole, con pochi alunni, non sono adeguate culturalmente a stimolare l'apprendimento dei giovani. Una cagata pazzesca, lasciatemelo dire, e può testimoniarlo chiunque abbia conosciuto chi ha potuto mandare i figli in una scuola di dimensioni umane, di paese, magari multiclasse, in cui il programma viene svolto non solo in profondità ma con un approccio quasi individualizzato.
No, è necessario raccontare ora una realtà diversa: non la verità, ma una realtà a cui credere per accettare e giustificare un'operazione meramente ideologica e finanziaria.
Altro esempio di Neolingua gelminian-tremontina: "superamento delle attività di co-presenza", dove "superamento" dà l'idea di un avanzamento rispetto a qualcosa di sorpassato; "riconduzione a 18 ore"...
Ecco, un documento che è fondato sulla menzogna linguistica non andrebbe nemmeno preso in considerazione, se non per smascherarlo: se in questo paese esistesse ancora un pensiero libero, ed una capacità di analisi, una tale operazione di "traslazione della verità" sarebbe rigettata a priori, e la Gelmini rimandata a casa, a furor di popolo, con in testa il cappello a cono con le orecchie d'asino.
Ma probabilmente è troppo tardi, ormai. Ci toccherà ricostruire domani, per prima cosa, quando e se mai riusciremo a liberarci da costoro, un nuovo significato delle parole, autentico, senza menzogna: il primo passo per ricostruire daccapo un paese che possa ritrovare il senso di sè.