Ho lavorato sodo, lo scorso weekend, per risvegliare il prato dopo il lungo e freddo inverno.
Prima, il sabato, un taglio per accorciare gli steli color paglia e asportare le foglie morte, poi una meticolosa rastrellatura (passo a passo, metro a metro) per sradicare l'erba morta e arieggiare il terreno indurito dal gelo.
Poi, la domenica, l'asportazione della vecchia siepe ormai irrimediabilmente malata, sostituita da quindici giovani e vigorose piante di fotinia (è originaria della Cina, non voglio dunque sapere con cosa si dovrebbe abitualmente concimare...:-()
Anche in questo caso, un lavoro accurato di pulizia, di vanga e di rastrello, per ridare ossigeno alla terra esausta ed accogliere degnamente le nuove ospiti.
Grande è la soddisfazione di fronte ad un lavoro ben fatto, che è costato fatica, amore ed attenzione.
1 commento:
Ero rimasto indietro di qualche post, oggi ne ho fatto anch'io uno "botanico"... tremenda quella cosa della bosnia, tipico dei destrorsi attaccarsi a degli episodi, anche tremendi, sottolineandoli e rimarcandoli per accrescerne l'immagine... Prendi "il libro nero del comunismo", ogni volta che gli parli e non sanno come risponderti se ne escono che sei un ignorante perchè non hai letto .... l'unico libro che hanno letto nella loro vita...
Domenica prossima finisce tutto, non vedo l'ora
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