martedì, febbraio 07, 2006

Una piccola, ennesima tragedia caucasica

Per sfuggire a questa ennesima, assurda trappola mediatica (vignette-proteste-roghi-ripubblicazione...), non c'è nulla di meglio che guardarsi intorno per capire che il mondo, nonostante queste futili distrazioni, continua ad andare a rotoli.
Guardate questa notizia che arriva dal Turkmenistan: forse è nulla in confronto a quel che accade normalmente nel Caucaso (vedi Cecenia), ma significativo per capire cosa accade in quelle parti del mondo su cui i riflettori restano perennemente spenti.
Lì la situazione è passata da un dramma all'altro, negli ultimi 90 anni: il grande Turkestan è stato, dopo la rivoluzione bolscevica, spezzato in cinque repubbliche, russificato, comunistizzato, soggetto a trasferimenti forzati di etnie e, dopo il crollo dell'impero russo e la morte dell'Unione Sovietica nell'agosto del 1991, tornato in balia di un nazionalismo islamico tutt'altro che moderato.
(Per capirci qualcosa, è utile leggere lo splendido libro "Buonanotte, Signor Lenin!" del mai abbastanza compianto Tiziano Terzani).
Il satrapo locale, che nel nostro caso si chiama Njazov, con un atto di imperio ha deciso di riorganizzare il sistema pensionistico, che forniva a 400.000 turkmeni pensioni di importo compreso tra i 10 ed i 90 dollari al mese.
Bene, ecco cosa accade (riporto testualmente dal Sole 24 ore di oggi, articolo a firma di Piero Sinatti).
"Dal 1° gennaio la pensione spetterà solo agli uomini che hanno lavorato ininterrottamente in Turkmenistan per 25 anni (ed alle donne che lo hanno fatto per 20): ma dovranno restituire allo stato l’ammontare dei giorni di riposo, malattie e festività finora pagati dallo stato.
Chi in questi 20-25 anni abbia lavorato anche altrove, vedrà esclusi dal computo della sua pensione gli anni lavorati fuori del paese. Di fatto perderà il diritto alla pensione. In tutto, circa un terzo dei pensionati resterà privo di mezzi di sostentamento.
Perderanno la pensione anche quanti hanno lavorato in Turkmenistan in imprese dipendenti direttamente da Mosca, chiuse dopo l’indipendenza turkmena (1991). Soprattutto lavoratori allogeni, specie russi e russofoni.
Anche i kolchoziani non riceveranno più la pensione (10 dollari al mese). Essi, infatti, “dispongono ancora della terra che li nutrisce”. Gli inabili al lavoro perderanno del tutto le pensioni di invalidità.

Mentre sono in corso le operazioni di ricalcalo delle pensioni, è sospeso ogni pagamento.
Le NGO turkmene (costrette all’esilio o alla clandestinità) hanno diffuso la notizia sui loro siti (come www.gundogar.org) ripresi immediatamente da giornali e agenzie russe (come www.strana.ru).
Il Turkmenbashi avrebbe detto che “la tradizione turkmena affida ai figli il compito di sostentare i genitori anziani”. Ma non tutti i pensionati hanno i figli. Né tutti i figli hanno un lavoro, dati gli alti tassi di disoccupazione del paese (le NGO parlano di tassi del 60-70%)."

Il sito non governativo Gundogar aggiunge che saranno 100.000 le persone che da subito non riceveranno più nulla: e le strade si riempiono di anziani che vendono qualsiasi cosa per sopravvivere, nonostante (come dice il Ministro degli Esteri) : "The amount of social payments is high and in line with the robust social-economic growth of Turkmenistan. The population is also provided with free gas, electricity, drinking water and salt, transport and municipal charges are low. Other benefits are also provided."
Njazov, ex segretario del PCUS della Repubblica "riciclatosi" come dopo il 1991, si è autonominato Presidente a vita nel 1999. Il Turkmenistan è isolato dal mondo, è uno dei troppi luoghi dove non esiste libertà di espressione e di stampa.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Eh si, il Turkmenistan come altre nazioni "dimenticate", come l'Etiopia, sono dittature!!
Ma gli stati cosidetti "democratici" s'interessano solo a certi stati dittatoriali più potenti di questi piccoli stati solo perchè più pericolosi per la loro incolumità o perchè ricchi di materie prime!
E' una vergogna che i nostri governi non facciano nulla per quei popoli di diseredati!Si dovrebbero vergognare, chi potrebbe fare qualcosa e non fa non so come riesca a dormire la notte!
Che Guevara scrisse una cosa bellissima a suoi figli: "..siate sempre capaci di sentire nel più profondo di voi stessi ogni ingiustizia commessa contro chiunque in qualunque parte del mondo.."
Danx