Il Cardinale Poletto ha rilasciato, ieri, un'intervista alla edizione torinese di Repubblica che mi ha fatto trasalire. Da sempre il Cardinale se la prende con l'ateismo, ma ieri - e credo sia la prima volta - se l'è presa direttamente - e personalmente - con gli atei.
Appartenendo a questa categoria, mi sono sentito colpito.
L'ateo? "Un pover'uomo, o una povera donna, che deve rassegnarsi ad una vita senza speranza, non potendo contare sulla vita eterna." Segue un'altra frase di commiserazione, da cui risulta evidente che - per il Cardinale - NOI siamo persone da compatire.
La mia prima reazione, quella interiore, è stata molto rozza e volgare, e non merita di essere pubblicizzata.
Quel che tristemente vorrei far notare è che la deriva ideologica (e aggressiva) della Chiesa Cattolica prosegue senza sosta, e che in queste considerazioni sugli ALTRI (che sono ovviamente poveretti, tristi, infelici: INFERIORI) è contenuto un germe di discriminazione pericolosissimo.
Poletto mi indica ai cattolici (e mi auguro che ben pochi lo ascoltino) con la sua faccina colma di pietà e commiserazione, dicendo che sono inferiore a loro.
Mi auguro che domani non prosegua su questa strada, magari suggerendo ai bravi cattolici di cacciarmi, dopo aver segnato la mia porta di casa con una croce bianca.
Nessun commento:
Posta un commento