martedì, febbraio 14, 2006

Sediciazero

Ho visto il mio primo ed unico evento olimpico, sabato sera.
Unico perchè il mio budget olimpico è praticamente nullo, e quindi mi son potuto permettere (con la tribù) solo un evento da...venti euro, che moltiplicato per quattro ed aggiunte le spese di spedizione fanno 92 euro, che "a va già bin" per noi ex-ceto medio inesorabilmente sospinti verso la povertà prossima futura dal Governo di colui che si crede Gesù Cristo.
Ma non deragliamo: torniamo all'evento olimpico.
Trattavasi di una partita di hockey femminile, nello specifico Italia-Canada, disputata al Palasport Olimpico (una struttura creata apposta per le Olimpiadi, sorta vicino allo Stadio Comunale - ora Olimpico - da cui svetta la fiamma).
Superati i controlli (il metal detector è tarato in modo tale da rilevare anche una monetina da 5 centesimi: ed io avevo naturalmente le tasche piene di spiccioli!), siamo entrati nel Palasport.
Ovviamente dall'ingresso sbagliato, rispetto al settore in cui saremmo dovuti entrare...essendo i siti olimpici trappole letali, una volta entrati nel posto sbagliato non si riesce più a porvi rimedio: per fortuna ci ha salvati un volontario, facendoci passare da una scorciatoia vietatissima tra le aree della struttura.
Ed ecco il campo da gioco: lucido e bellissimo, circondato da almeno 10.000 seggiolini di plastica trasparenti.
Al centro, sospeso al soffitto, un impianto cubico con quattro schermi ed altrettanti visori a cristalli rossi: da qui, all'americana, giungono i replay, le notizie su formazioni, tempi e penalty, e gli inviti al pubblico per la claque ("Make noise", "Clap your hands", "hola"...).
Tra il pubblico, sono ordinatamente disposte...delle ragazze pon-pon! Io le avevo viste solo nei film americani sul baseball...
La partita (finita sedici a zero per le marziane canadesi) è stata forse l'evento secondario, rispetto al clima ed al pubblico: tanta la voglia gioiosa di far casino, espressa anche attraverso l'inno nazionale, che in questo caso non echeggiava sinistri patriottismi ma un condiviso senso di appartenenza.
E' bello esserci, a queste olimpiadi, in questa città che non è mai stata così bella ed affascinante.
E' bello esserci, anche fuori dai siti, anche quando ci si trova in duecento a fotografare il braciere vicino alla torre Maratona, o in ventimila attorno alla Medal Plaza a curiosare, a guardare e condividere insieme cose mai viste prima d'ora.
E' bello salire sul 4 pieno di stranieri, e sentirsi per una volta orgogliosi di vivere qui.

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