"Tartufo", di Moliere, è un'opera satirica sull'ipocrisia: per questo, nonostante sia stata scritta nel 1664, rappresenta personaggi che ognuno di noi può ben identificare tra quelli che si incontrano nella vita quotidiana.
Carlo Cecchi è un Orgone perfetto nella sua dabbenaggine ed incapacità di "vedere" la vera natura di Tartufo, oltre ogni evidenza, fino a quando non sembra troppo tardi.
Elia Schilton è mellifluo, viscido ed infido quanto basta (il che vuol dire che è bravissimo nel ruolo di Tartufo:-))
Squillante, spassosa e meravigliosamente partenopea la Dorina interpretata da Antonia Truppo (che, nella mia considerazione personale, è balzata assai in alto in classifica, anche se nulla insidia ancora il primo posto di Lucilla Giagnoni:-)).
Bellissimi i costumi seicenteschi, anche se toccherà chieder conto a Cecchi (anche regista dell'allestimento) della ragione di alcuni anacronismi esibiti in scena, certo voluti ma dal significato oscuro.
Passi il fatto che il contratto di matrimonio e gli atti giudiziari siano evidentemente fatti al pc, e la cosa si veda bene in controluce dalle prime file... ma quella orribile borsetta di plastica, di quelle che dan le farmacie per i medicinali, esibita dal personaggio di Madama Pernella all'inizio del primo atto, e che rivelerà solo il fine di estrarne un fazzoletto, che diavolo di senso ha?:-)
Si replica al sempre splendido Carignano di Torino fino al 6 dicembre.
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