(UPDATE 21 ottobre 2013: vedi a fondo post...)
E' da un po' di tempo che mi trovo disallineato con il mondo.
Facciamo un esempio fresco fresco: il "negazionismo", all'unanimità, sta diventando reato.
A me sembra una cosa sbagliatissima.
Chi afferma che le camere a gas non sono mai esistite, o non sono state usate nel modo massivo che conosciamo, probabilmente si ostina a negare una realtà oggettiva.
Ma qual è il danno, qual è il bene offeso da una simile posizione, al punto tale da configurarlo come "reato"?
Chi sostiene questa posizione è minoritario, ed in termini storiografici direi irrilevante.
Potremmo definirla una posizione irritante, bugiarda, negatrice appunto di una realtà oggettiva.
Ma è di fatto un'opinione, che chiunque abbia un minino di conoscenza e di cultura considerà irrilevante.
Una opinione, per l'appunto. Che va combattuta con le prove, con la cultura, con i documenti.
Che chi la sostiene vada in galera per cinque anni, a cosa serve? A chi serve?
Perchè una cosa simile è accaduta e accade in qualsiasi sistema totalitario, no?
Chiunque affermi un'opinione diversa dalla opinione del potere dominante, viene perseguito. Perchè chi ha il potere decide qual è la verità.
Ora, che la verità del potere coincida a volte con la verità oggettiva può capitare, ma io ritengo sbagliato e pericoloso che si mandi in carcere qualcuno per un'opinione, fosse pure una opinione delirante.
Soprattutto se è lo Stato a decidere qual è la "verità". Non ho letto il meccanismo che porta a definire il reato, ma mi preoccupo.
Se si manda in galera la gente ANCHE per le opinioni, domani potremmo mandarla per QUALSIASI opinione che non piace al potere dominante: basta si faccia una legge al riguardo.
Poi, la trovo una dimostrazione di grandissima debolezza. Laddove non arriviamo con la cultura e l'informazione, usiamo la galera. Terribile.
Allo stesso modo, dissento dalle leggi che puniscono in modo più severo, rispetto alle altre offese alla persona, il femminicidio e l'omofobia.
Un'offesa è un'offesa rivolta contro la persona, ed il motivo per cui viene rivolta (che sta nella testa dell'offenditore) è assolutamente ininfluente.
Se uno mi picchia perchè a lui sta sui coglioni che io canti in bagno sotto la doccia, è MENO GRAVE del fatto che mi picchi perchè sono gay o sono donna?
Secondo me no. Non ne vedo la ragione.
Se uno mi usa violenza per un qualsiasi motivo, solo perchè lui detesta quello che sono o quello che penso, basta e avanza la legge che c'è, che punisce le offese alla PERSONA, non alla CARATTERISTICA DELLA PERSONA (il genere, la scelta sessuale...) che si ritiene motivo della OFFESA.
Anche in questo caso si tratta di leggi approvate sotto la spinta dell'emotività.
Una legge, a mio modesto avviso, non dovrebbe nascere su queste basi (sennò vengono fuori mostruosità come la Bossi-Fini...)
E, ancora - giusto per diventare antipatico ai più:-) - io non credo nella forza intrinseca della Costituzione.
Non fraintendetemi. La nostra Costituzione è bellissima, e colma di principi che condivido in toto.
Ma se non viene applicata, o è sotto attacco, è perchè sono sotto attacco (ed io ritengo anche minoritari, ormai) i valori sulla base della quale è stata costruita e scritta.
Quindi "difendere la Costituzione" è una parola d'ordine affascinante e seducente, che apparentemente non si può non condividere: ma in realtà dobbiamo chiederci per quale motivo i valori scritti nella Costituzione sono diventati (molti da subito) poco rilevanti e minoritari.
E' inutile chiedere di applicare la Costituzione se non ci chiediamo come mai i valori della Costituzione non sono nella testa della gente, ecco, e non sono più la base delle regole di convivenza in questo Paese.
E' il discorso che vale in genere per la legalità: perchè ormai è normale la sua violazione, quando una volta era fisiologica?
Cosa ha prodotto questo scollamento tra le regole ed i comportamenti individuali?
Qualunque cosa sia, è reversibile?
E, soprattutto, ha ancora senso immaginare il ritorno ad uno stato "ideale", dove le PERSONE vengono rispettate e le leggi sono conseguenza di questo, o bisogna rassegnarsi a un coacervo di leggi che tentano di imbrigliare una società fondamentalmente svuotata di valori collettivi a scapito di quelli individuali?
Ahimè, mi dò molto da pensare...
UPDATE 21 ottobre 2013: sul reato di negazionismo, ho trovato in rete opinioni simili alle mie, ma ben più autorevoli, che mi fanno sentire meno solo.
E sono anche contento che siano state pubblicate dopo la mia, perchè certifica che a questo ragionamento ci sono arrivato da solo, pur con i miei modesti mezzi: son soddisfazioni!
Qui l'opinione di Bruno Tinti, qui quella di Aldo Giannuli, qui un editoriale del Post, qui un intervento dell'Unione delle Camere Penali.
(Ecco i rispettivi link espliciti:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/10/19/negazionismo-lidiozia-non-e-reato/748961/
http://www.aldogiannuli.it/2013/10/negazionismo/
http://www.ilpost.it/2013/10/18/contro-il-reato-di-negazionismo/
http://www.camerepenali.it/news/5502/Al-negazionismo-si-risponde-con-le-armi-della-cultura-non-con-quelle-del-diritto-penale.html)
17 commenti:
Mah, se il negazionismo viene combattuto configurandolo come "reato" semplicemente perche' si tratta di una opinione anticonformista rispetto al potere costituito allora ti do' totalmente ragione.
Ma il negazionismo ha invece anche altre caratteristiche:
1) E' un insulto bello e buono contro coloro (ad oggi, se non altro per motivi anagrafici, quasi completamente estinti) che hanno vissuto e subito il nazismo. Io credo che andare in giro a insultare qualcuno, soprattutto se l'insulto e' indiscriminato, debba essere perseguito dalla legge.
2) Alimenta l'opinione gia' in parte deviata di coloro che sono anacronisticamente devoti all'ideologia nazifascista. Il ritorno al razzismo, come mostri anche tu nel post di ieri, e' dietro l'angolo. Magari sbattere in galera i negazionisti puo' portare all'effetto "martirio". Ma questo e' solo un problema di marketing.
3) Come dici tu "chiunque abbia un minino di conoscenza e di cultura considerà irrilevante" quella opinione. Ma temo che quelli che hanno un minimo di conoscienza e cultura a riguardo siano una netta minoranza.
Non sono d'accordo che "chiunque affermi un'opinione diversa dalla opinione del potere dominante" venga perseguito. Temo che sia invece indispensabile che lo venga se quell'opinione diversa da quella del potere dominante e' pericolosa per la popolazione.
Tu, poi, parli come se il potere dominante sia cosa diversa dal popolo. Forse il problema e' proprio quello, che in una democrazia il potere dominante dovrebbe appunto essere l'espressione del popolo!
Giusto stamattina sul GR di popolare network ho sentito una intervista ad un esponente di SEL che diceva che la decisione di appoggiare la proposta e' stata sofferta, ma alla fine e' stata presa proprio in considerazione della gravita' e dell'unicita' del fenomeno che il negazionismo vuole proteggere.
In altre parole, non mi basta che la stragrande maggioranza ritenga che l'omicidio sia immorale. Ci vuole una legge che mi protegga dall'omicida, perche' dirgli che e' cattivo non e' sufficiente. Se uno teorizzasse che l'omicidio fosse moralmente accettabile, e lo facesse per pura speculazione filosofica, sarebbe accettabile. Se invece lo facesse per incitare all'omicidio, o per giustificare un suo comportamento omicida, allora no.
Credo che il negazionista non voglia solo proporre una opinione piuttosto bizzarra, ma che miri alla divulgazione del falso come propaganda per l'educazione degli ignoranti alla persecuzione della razza. Questo secondo me dovrebbe essere reato, eccome.
Francamente, alla fine, non e' che capisco molto il negazionismo. Se l'ideologia nazista inneggia all'eliminazione totale della razza ebrea (per semplificare), allora, perche' un nazista dovrebbe negare la "virtu'" dei nazisti di averci provato, con un discreto successo, per altro?
Il punto credo che sia che ad oggi lo sterminio non e' accettabile, nemmeno dalle plasmabili teste vuote di coloro cui questa propaganda e' rivolta. Di conseguenza, il negazionismo serve per rendere accettabile la filosofia, e, in ultima analisi, ripercorrere i passi che hanno portato al Nazismo.
No, grazie!
continua...
...continua
Il motivo per cui l'omofobia o il femminicidio siano da considerarsi aggravanti (e io sono d'accordo che lo siano), non e' che si discrimini le motivazioni della violenza, ma perche' si tratta di categorie (anche se considerarle "categorie" e' una cosa che non mi garba) che sono piu' deboli e/o piu' colpite rispetto agli altri casi di reati analoghi.
Insomma, se ti metti a distruggere un automobile con una mazza da baseball commetti un reato. Credo sia giusto che sia da considerarsi reato pure cercare di distruggere un carro armato con una mazza da baseball, ma penso che lo stato debba proteggere in modo piu' accurato chi cerchi di distruggere le automobili.
E' un po' come il ragionamento sulle quote rosa in Politica. Io non troverei giusto che un uomo meritevole debba essere escluso perche' eccederebbe la quantita' di uomini prevista nei confronti delle donne, quando magari da questa esclusione venisse favorita una donna che non ha gli stessi meriti.
Ma il fatto e' che tendenzialmente la donna viene esclusa a priori proprio perche' e' donna, e allora ritengo sia giusto che ci sia una regola che favorisce la donna la' dove culturalmente e' sfavorita secondo altri canali.
Stessa cosa per il femminicidio. E' giusto perseguire l'omicidio in generale, che la vittima sia uomo o donna. Ma e' anche giusto che la legge protegga di piu' le donne, visto che le donne vengono colpite in modo piu' frequente dagli omicidi, proprio in quanto donne.
Difendere la Costituzione? Io credo che i valori non siano affatto minoritari, e cambiarli e' solo utile a qualcuno che vuole favorire i propri interessi. Credo che la Costituzione possa essere modificata, ma con strumenti e modi che garantiscano che venga modificata nel modo giusto secondo principi condivisi democraticamente.
Inoltre c'e' secondo me il sospetto che una modifica alla nostra bella Costituzione la renda meno coerente di come sia gia', e in modo irreversibile.
Insomma, per fare un paragone azzardato, Calderoli ha fatto il porcellum. Tutti hanno capito che era una porcheria sin dall'inizio, lui compreso, ma nessuno ancora e' riuscito a porre rimedio a quel passo. La mia paura e' che possa succedere una cosa simile anche alla costituzione.
Quali sono secondo te i valori della Costituzione che non sono nella testa della gente? Perche' a me pare invece che, implicitamente, lo siano. Dico implicitamente perche' gli articoli della costituzione magari non si conoscono. Ma se li si elenca, credo che qualunque Italiano vi si trovi d'accordo. Perche' allora bisognerebbe modificarli, se non per far contento qualcuno che vuole trarne vantaggio?
Io non sono cosi' pessimista come te (be', in genere non eri tu l'ottimista e io il pessimista? Che e' successo?). Io credo che la legalita' e' ancora un valore per tutti. Per esempio, penso che, se non tutti, la stragrande maggioranza degli italiani pensi che sia giusto pagare le tasse. Dopodiche', una volta pensato che sia giusto 'sti ignavi di merda cercheranno di fare in modo di non pagarle, giustificando 'sto crimine in modi anche poco ragionevoli (quello che dice "Se ti facessi la ricevuta fiscale, non potrei farti un prezzo cosi' buono", o addirittura quello che gli risponde "Vabe', allora non farmi la ricevuta fiscale, cosi' puoi farmi lo sconto", per non parlare di quello che sostiene "guarda quanti evasori ci sono, proprio io devo pagarle, 'ste tasse?" e le evade, sperando che altri siano un po' piu' onesti e non finiscano per dire altrettanto.
Quando tutti commettono reato, nella consapevolezza che si tratti di reato, allora cosa fai? ti metti a discutere la legge per vedere se si tratta proprio di reato? Mi pare piuttosto illogico.
Cacchio, ma non siamo d'accordo proprio su niente, tu ed io? Sara' colpa mia che sono sempre quell'inguaribile polemico? :-)
Ma no, non è vero che non siam d'accordo su niente:-)
Stiamo confrontando delle opinioni per vedere quanto siano solide, ma io sono disposto a discutere le parti delle mie che non reggono:-)
Negazionismo: io continuo a non vedere il pericolo. Chiunque sia in grado di leggere un libro sull'olocausto o fare un viaggio ad Auschwitz può farsi una propria opinione, non negazionista. Senza bisogno di metter dentro nessuno.
Il problema forse è NON avere cittadini ignoranti, che credano in modo acritico al primo che gli racconta una scemenza ma abbiano gli strumenti per crearsi un'opinione informata. Ma, in effetti, gli ultimi vent'anni non hanno dato grandi segnali in questo senso...
Sul femminicidio: boh, non mi convince nemmeno il concetto di "relativa debolezza della categoria di appartenenza della vittima", per giustificare una pena diversa. Ci sono già le aggravanti, per le condanne per omicidio, che tengo appunto conto della situazione specifica in cui è avvenuto il reato. Che è sempre, alla fine, violenza di una singola persona su un'altra, e quindi evento non generalizzabile per natura, irripetibile per condizioni e specificità.
La Costituzione: sono d'accordissimo a non toccarla (quando l'ha fatto il centrosinistra a maggioranza, ha fatto cazzate) e ad applicarla.
Però che è indubbio che, sempre nell'ultimo ventennio, la distinzione tra Costituzione "formale" e Costituzione "sostanziale" abbia preso piede, e le persone ad esempio abbiano interiorizzato una narrazione distorta - per dire - dei rapporti che devono intercorrere tra i poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
Perchè io leggo Zagrebelsky, ma ci sono anche i costituzionalisti filopidiellini le cui tesi hanno ampie casse di risonanza...
Però hai ragione tu, forse sono diventato un po' troppo pessimista rispetto alla natura delle persone...:-)
Lupo, con "debolezza" della categoria femmine, non intendevo dire che le femmine sono mediamente fisicamente piu' deboli dei maschi, ma che la categoria e' piu' colpita dall'omicidio rispetto agli uomini. E non per coincidenza, ma proprio perche' si tratta di donne.
Dov'e' che sbaglio quando dico che la legge deve mettere piu' sforzo nel proteggere contro i reati piu' probabili?
Se in Italia ci fossero orde di calvi che vanno alla ricerca di biondi per seviziarli e finirli a mazzate, mi aspetterei che lo Stato proteggesse i biondi in modo particolare, poiche' i biondi costituirebbero una categoria debole rispetto al resto di sevizie e omicidi. Naturalmente non essendo cosi' le cose, non mi aspetto che i biondi siano protetti in modo particolare.
Quindi trovo sia giusto che ci sia una legge particolare che combatta il femminicidio, mentre trovo altrettanto giusto che non esista una legge particolare contro il biondicidio. Anche se la violenza perpetrata contro un biondo e' altrettanto grave della violenza perpetrata contro una femmina.
Dov'e' che non sei d'accordo su questo?
:-) naturalmente l'esempio era del tutto interessato, visto che io sono biondo e tu calvo
:-)
Continuo a pensare "chissenefrega PER QUALE MOTIVO nella tua testa malata mi fai del male...il fatto è che mi stai facendo del male!"
Be', a questa stregua, se mi fai del male, il fatto e' che mi stai facendo del male, quindi chissenefrega il tuo farmi del male e' o non e' vietato dalla legge e se e' o non e' punito dalla giustizia!
Vero: infatti devi essere punito perchè mi hai fatto male, non in virtù del motivo per cui me lo hai fatto.
(my god, non è che sembriamo due vecchietti da bar?:-) che poi, non è che mi dispiaccia, fare il vecchietto da bar...)
Anche a me non dispiace. Anzi, mi ci trovo proprio a mio agio! ;-)
Mettiti nei panni di una donna.
Non intendo gonna e tacchi alti, intendo una situazione in cui c'e' l'ex fidanzato che ti perseguita con minacce velate o esplicite. Sai di parecchi casi di cronaca in cui questo genere di situazioni sfocia spesso nell'omicidio della donna da parte dell'uomo. Che fai?
Io personalmente mi cagherei addosso, al punto che la mia vita sarebbe rovinata.
Mi piacerebbe che lo stato mi proteggesse dalla minaccia. Almeno mi proteggesse dal probabile omicidio da parte del mio persecutore, cui quella minaccia puo' sfociare.
Contestualmente non pretenderei affatto che lo Stato se ne fregasse di qualunque omicidio perpetrato a danno di un maschio, ma richiedere che lo stato abbia un occhio piu' attento nel prevenire il mio omicidio, visto che si tratta di un caso piu' probabile, davvero lo riterrei opportuno.
Ora, non e' che introducendo l'aggravante del femminicidio automaticamente si previene il femminicidio. Ma se la pena e' un deterrente contro il crimine (ed e' ancora da appurare se lo sia o no), direi che questa aggravante aiuta a ridurne l'incidenza statistica, e quindi a proteggere di piu' la femmina, e questo e' giustificato semplicemente dal fatto che la femmina e' con piu' probabilita' vittima di questi episodi.
In soldoni: ci sono molte donne vittime di femminicidio, introduco un meccanismo che riduce l'incidenza di questo crimine.
Vedo che siamo d'accordo su omofobia, femminicidio e negazionismo.
Vorrei tuttavia dissentire su quanto dici rispetto alla costituzione.
Non capisco la distinzione che operi tra valori a base della costituzione e testo costituzionale.
Io la vedo invece al contrario, difendere il testo costituzionale significa appunto, appellandosi alla legge fondamentale della nostra nazione, dare forza a quei valori. I valori insomma non sono un mezzo per difendere la costituzione, al contrario, porre una linea maginot proprio sul testo costituzionale, serve proprio a richiamare quei principi e rilanciarli.
@dario: probabilmente sarà necessario aspettare delle statistiche oggettive, per capire se questa legge avrà l'effetto dissuasivo che auspichi tu. Io temo che non sarà una pena più severa a inibire la violenza contro le donne, ma sarò ben lieto se i numeri diranno che ho sbagliato!
@vincenzo: anche in questo caso, spero di sbagliarmi. Però il fatto stesso che stiamo giocando "in difesa" della Costituzione significa che i valori che essa propone sono sotto attacco. Credo sia necessario interrogarsi sul perchè questo accade, perchè forse asserire che "questi valori contano PERCHE' sono scritti sulla Carta" potrebbe non essere più sufficiente.
Lupo, lo scopo riabilitativo della detenzione mi pare che fallisca miseramente, specialmente in casi come questi (uno che e' violento contro le donne, dopo aver scontato la pena, quando viene liberato, in genere ripete).
Un altro scopo della detenzione puo' essere l'allontanamento dalla societa', e una aggravante di pena puo' allungare il periodo dell'allontanamento, quindi sicuramente e' un bene per la vittima (anche se e' un male per il carnefice).
Rimane il significato della pena come deterrente. Ora, hai ragione, non e' cosi' "proporzionale". Cioe' non e' che un anno in piu' significa un tot di paura in piu' da parte dell'uomo violento, no, non e' cosi' diretto. Ma sicuramente se noi depenalizzassimo totalmente il femminicidio ("l'omicidio da oggi e' consentito se compiuto su una donna"), sono sicuro, ci scommetterei entrambe le mani, che l'incidenza del femminicidio aumenterebbe.
Inoltre penso che un messaggio di questo genere possa modificare l'approccio culturale della popolazione nei confronti di questo delitto: uccidere una donna, in fondo, non e' poi una cosa cosi' grave.
Io credo che il femminicidio sia un fenomeno che e' in parte generato anche da un aspetto culturale: "la donna e' proprieta' esclusiva dell'uomo che la possiede, e di conseguenza puo' farci quel che vuole, compreso ammazzarla". Io, ripeto, non ci trovo niente di strano che lo stato consideri un'aggravante questo tipo di ragionamento, anche per educare il popolo a modificare questo terribile aspetto culturale.
Se poi l'effetto deterrente funzioni o meno, non lo so. Mi sa che anche questo e' solo un problema di marketing, disciplina nella quale mi sento davvero poco portato.
Non so. Io sono uomo, grande e grosso, e quando vado in giro davvero non me la faccio in mano ad ogni curva ipotizzando che dietro l'angolo ci sia uno che mi vuole ammazzare.
Perche' invece ci sono donne che hanno questa paura?
Io, per me, non auspico affatto un inasprimento della giustizia contro l'omicidio in genere, perche' questo non mi farebbe sentire affatto piu' o meno sicuro. Se la mannaia della giustizia serve per fornire sicurezza a uno come me, allora cosi' basta e avanza.
Ma per la donna minacciata dall'ex fidanzato e' lo stesso? No, lei ha bisogno di piu' sicurezza. Questo, secondo me, e' lo scopo dell'aggravante. Magari non e' sufficiente, ma almeno e' un passettino in piu'. Perche' no?
Sul negazionismo e il femminicidio posso convenire che il lavoro più importante vada fatto con la cultura e non con la repressione.
Sulla costituzione invece non sono d'accordo: proprio perchè mi ritrovo nei suoi valori la difendo e soprattutto sono contraria alla modifica dell'articolo 138 che apre la possibilità di cambiarla più facilmente da una qualsiasi maggioranza "artificiale" (vedi porcellum) senza che gli Italiani possano impedirlo.
Sul pessimismo invece sono proprio d'accordo. Comincio a pensare che davvero la nostra bella carta costituzionale fu fatta da una minoranza illuminata trovatasi nel posto giusto al momento giusto e che noi Italiani di oggi in fondo non ce la meritiamo.
Gia'... Naturalmente sono d'accordo con te, il femminicidio deve essere combattuto con la cultura.
Naturalmente questo vale anche per il negazionismo e anche per qualunque altra manifestazione di violenza, chesso', l'omicidio in genere, ma anche crimini meno estremi... chesso', l'estorsione, per esempio.
Partendo da un "quanto sarebbe bella una societa' senza crimine" bisognerebbe educare la popolazione a non commetterne. Si svuoterebbero anche le carceri, in questo modo.
Tirando un po' le somme, mi sembra che siamo tutti d'accordo almeno su un fatto: bisognerebbe investire molto di più in cultura ed informazione. Ed intervenire a monte, sui valori, piuttosto che a valle, sperando nel possibile valore "pedagogico" della pena.
Insomma, di strada ne dobbiamo fare ancora parecchia, ed il mezzo di trasporto dovrebbe chiamarsi politica...
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