giovedì, ottobre 09, 2008

Crisi finanziaria mondiale:per una volta faccio anch'io considerazioni da bar

Detesto quelli che parlano senza sapere di cosa stanno parlando, e quindi rileggendo questo post mi detesterò.
Ma visto che sulla crisi finanziaria globale, in questi giorni, ne ho già sentite di tutti i colori, anch'io - dal basso dei 200 euro che ho sul conto corrente, oggi 9 ottobre, e dei miei 3000 euro di indebitamento - vorrei gettare sul tappeto la mia razione di stupidaggini.

Tanto per iniziare, non posso che manifestare la mia più totale disistima per il sistema bancario: sto da sempre con Bertolt Brecht, che disse "è assai più criminale fondare una banca che rapinarla".
Occorre poi dire che la versione italiana di ogni sistema (dal bancario al capitalistico) aggiunge sempre quel tocco di originalità creativa, spudorata e perversa che lo rende unico al mondo.

Siamo forse l'unico paese del mondo occidentale che ha dovuto cacciare per indegnità (e con quanta fatica!) il Governatore della propria Banca centrale, che anzichè controllare il sistema lo inquinava, consentendo il massacro dei piccoli risparmiatori e l'arricchimento inesauribile dei furbetti del quartierino, i Ricucci ed i Fiorani.
Ricordo anche con estrema vergogna, dalle mie parti, l'infantile entusiasmo di D'Alema, Fassino e Bersani ("Abbiamo una banca!"...deficienti!) per le imprese di alcuni squallidi pescecani considerati di appartenenza "sinistra", ma in realtà perfettamente allineati al gioco dell'arricchimento personale ad ogni costo.

Consiglio caldamente, a questo proposito, la lettura dell'illuminante saggio "Capitalismo di rapina", che andrebbe fatto leggere obbligatoriamente ad ogni cliente intenzionato ad aprire un conto corrente od un fondo titoli, al posto delle clausole:-)

Si capisce senza alcuna possibilità di errore, ripercorrendo le vicende Telecom e Parmalat, e seguendo le gesta di Fazio, Gnutti, Fiorani, Ricucci, Coppola, Consorte, quando quel mondo sia strutturalmente marcio, avido, malato, sprezzante di ogni regola e di ogni limite.

A farmelo diventare ancora più antipatico, 'sto mondo, è stato l'atteggiamento eversivo tenuto di fronte alle misure del Ministro Bersani, nel 2006, sulla rinegoziazione e trasferimento dei mutui.
Vuoi difendere la gente normale, eh? E noi ce ne fottiamo. Ignoriamo la legge. Ostentiamo indifferenza. Tiè.

Detto questo, veniamo alle considerazioni da bar: ma prima, per far capire meglio come la penso su quanto sta accadendo, mi faccio aiutare da questo piccolo raccontino metaforico riportato da mirumir qualche giorno fa:

La festa è finita, gli amici non se ne vanno

"Signore,
immagini una festa sfrenata, una festa molto lunga. Ogni volta che finiscono gli alcolici arriva la banca centrale, così la festa può continuare e la gente diventa sempre più dipendente dai festeggiamenti e dall'alcol. A un certo punto la folla ubriaca distrugge la sala e la festa finisce.

Arrivano Hank e Ben e chiedono chi è stato a fare più danni. John, dice la gente, ha rotto quattro finestre e fatto a pezzi il tavolo. Bene, dice Hank, diamo a John 300 dollari; chi altri ha fatto più danni? Tim, grida la folla, ha spruzzato vernice dappertutto e ha bruciato il divano. Eccellente, dice Hank, Tim prenderà 250 dollari. Chi è il prossimo?

Nel giro di pochi giorni ci sarà un'altra festa, e vorranno esserci tutti. Non solo potranno divertirsi alla grande (mentre gli altri, ovviamente i più scemi, continueranno ad alzarsi presto la mattina per andare al lavoro) e bere gratis, ma intascheranno anche dei bei soldi a festa finita. Che ne dice del piano Paulson?"

Krzysztof Rybinski,
ex vice governatore della Banca Nazionale della Polonia.

Ecco: un simpatico gruppo di manager straricchi e strafottenti crea un casino della madonna, peraltro annunciato da mesi, e alla fine non solo non pagano il disastro che hanno combinato, ma gli diamo pure dei soldi (nostri, e una caterva) perchè possano di nuovo convincerci che sono affidabili.

Federico Rampini, su Repubblica, avvisa:
Negli Stati Uniti, se si sommano i salvataggi pubblici già effettuati, le iniezioni di liquidità da parte della Fed, e il nuovo fondo del Tesoro per rilevare i titoli - spazzatura delle banche, si arriva già oggi ben oltre i 1.500 miliardi di dollari: è più della metà dell'intero bilancio pubblico americano (incluse la difesa e l'istruzione) ad essere già andato in fumo, in un falò che sarà ricordato con sgomento per diverse generazioni.

Ed i nostri simpatici eroi nazionali? Secondo voi potevano essere da meno?
Si, quegli stessi che mandano a ramengo la scuola pubblica tagliando più o meno 7,8 miliardi di euro in quattro anni (vedi art.64 della ormai famigerata legge 133/2008), potevano restare insensibili al grido di dolore degli amici, dei Profumo e dei Geronzi, che rischiano di far marcire il velluto dei sedili delle loro Mercedes versando lacrime amare, per la paura di non riuscire un'altra volta a sfuggire alle conseguenze delle loro gesta senza poter fare in tempo a riversare i costi del disastro sui piccoli risparmiatori (e ci hanno provato anche stavolta, eh, se ci hanno provato)?

Ennò, mica si poteva.
E' vero che esiste un fondo di garanzia sui depositi, eccolo qua: garantisce un livello minimo di 20.000 euro (liquidati immediatamente) in caso di fallimento della banca, ma copre comunque i depositi fino a 103.000 euro e rotti.

Ma 'sto fondo, è vero, ha un piccolo problema. E' costituito con i soldi delle banche, accidenti.
Che poi non sono neanche davvero loro, ma ci si sono affezionate, sai com'è, e romperebbe un po' intaccare il gruzzoletto.

E allora il Governo interviene, gentilissimo. E - verbalmente, perchè nemmeno una riga è uscita dal Consiglio dei Ministri di ieri - dicono ai banchieri: "ma no, tranquilli: perchè usare i soldi vostri, quando c'è qua lo Stato? A che serve lo Stato, se non a socializzare le perdite degli amici?"
E - tac! - mette sul tavolo 20 miliardi di euro. Tuoi, miei, nostri. Tolti alla scuola ed ai comuni, ad esempio, ma poi da qualche parte salterà fuori anche il resto. La sanità, ad esempio.

I banchieri sorridono felici: hanno scelto il mestiere più bello del mondo.
Puoi fare tutte le porcherie che vuoi, vendere spazzatura ai fessi, e te la caverai sempre. E' un gioco in cui si vince sempre. Se proprio le cose van male, a perdere il posto sono i bancari, mai i banchieri.
A pagare continuano ad essere i fessi.
Il piccolo imprenditore trova le porte chiuse, quando cerca credito da costoro: si arrangi, fallisca. E' quasi più facile ottenere credito dalla mafia e dalla camorra che dalle banche, per avviare un'impresa in questo paese.
Il piccolo risparmiatore si vede convinto a comprare tutta la cacca di cui la banca vuole disfarsi; che non gli venga in mente di farsi prendere dal panico, però, e riavere i suoi soldi.

Ecco, se esistesse ancora una sinistra mondiale e solidale non accecata dall'inevitabilità di questo sistema schifoso, o impegnata a suicidarsi in insignificanti e miserabili beghe interne, invece di offrire solidarietà e aiuto ai pescecani probabilmente direbbe: ecco, compagni e lavoratori, questo è il momento giusto!
Fate bene a non fidarvi più di costoro, ci state finalmente vedendo giusto. Correte alla vostra banca e ritirate tutto quello che avete. Quei soldi sono il frutto del vostro lavoro, e se non ne godete voi tanto meno devono goderne costoro. Teneteveli in tasca, o nel materasso, ma liberatevi dalla complicità con questa gente.

Dissociatevi da un sistema che vi fotte appena può, e affama il resto del mondo. Negategli fiducia, soldi, credibilità. Gettate sabbia negli ingranaggi, non fateli più ripartire.

Ma non è così. Li aiuteremo, ancora una volta, a rovinare il mondo.
A ripartire esattamente da quel che facevano ieri, senza modificare di una virgola il loro comportamento.
E pagheremo noi il conto, sia adesso che alla fine, come sempre.





5 commenti:

Anonimo ha detto...

e io che al bar non c'ho mai passato del tempo! vuoi vedere che toccherà ripartire da lì per cominciare a buttare sabbia negli schifosi ingranaggi?
anche sulle contromisure di facciata, il bar offre florilegi d'ogni sorta: ho sentito un serio ma ingenuo ministeriale valutare "l'aria di crisi" dalla vistosa diminuzione delle scorte di carta igienica nel suo ufficio. lo scetticismo con cui gli veniva consigliato di andare a bussare ai bagni dei dirigenti era palesemente imbarazzante, ma quante di queste misuricchie ci verranno spacciate baldanzosamente come scelte di sobrietà dettate dall'infelice congiuntura?
e intanto andiamo a comprare i grembiulini, così necessari ad una scuola di qualità
Paola n.

dario ha detto...

Lupo, mi sa che o non capisco niente io (probabile) oppure la tua e' una super-ottimistica visione della catastrofe.
Qui non e' che ci sono dei grandi banchieri che ci stanno fottendo i soldi. Si', lo stanno facendo, ma non perche' si sono ubriacati alla festa e hanno distrutto il locale, ma perche' e' il sistema voluto da loro, ma anche dai governanti del mondo occidentale, e soprattutto dalle multinazionali, fino ad arrivare ai piccoli imprenditori artigianali, includendo anche gli operai, e alla fine anche me, insignificante impiegato di una azienducola di provincia (non includo te, perche' il tuo stile di vita non lo conosco, ma mi assicuri che tu sei al di fuori del sistema, ed io ti credo!), be' quel sistema sta crollando. Sapevo che era sull'orlo del precipizio, ormai dai tempi delle salamelle e birra alla festa dell'unita', ma speravo solo che lo facesse molto piu' lenamente.

Io non so come interpretare questa crisi, se un piccolo passo verso il baratro oppure una storia che ci stiamo raccontando intanto che stiamo cadendo nel vuoto. Sta di fatto che non si torna indietro.

Il punto e' molto semplice: io sopravvivo perche' l'economia in cui vivo sopravvive. Non sono in grado di cambiare l'economia ne' le leggi che la governano, non sono in grado di sovvertire il sistema, per cui mi adeguo, mi faccio le mie otto ore di onesto (ma poi, che significa "onesto"?) lavoro, piegandomi alle leggi dell'economia, e porto a caso il mio onesto (ma che significa "onesto"?) salario, che utilizzo per oneste (?) spese per mandare avanti la famigliola e l'orticello.
Ma, giusto o sbagliato, di chiunque sia la colpa, se l'economia crolla, e l'economia e' tutt'altro che onesta, da qualunque punto di vista la guardi, allora crolla anche il mio castello, l'orticello brucia e la famigliola si ritrova in mezzo alla strada, a mendicare inutilmente, visto che non c'e' piu' nessuno che possa elargire elemosine.
E questo e' quello che avverra' a me e a tutto il resto del mondo occidentale.
Si potrebbe anche dire che si tratta di giustizia di contrappasso, visto che forse ci sara' una rinascita del terzo mondo. Oppure, comunque, anche se non ci fosse, non si vede perche' noi dovremmo essere privilegiati.
Ma questa sarebbe una magrissima consolazione, quando lo stomaco comincera' a gorgogliare per la fame, ecco.

luposelvatico ha detto...

Dario,io non ci capisco una mazza, di quel che accade.
Vedo solo che da questa crisi i potenti non solo usciranno più potenti, ma per farlo chiedono che a pagare siano sempre gli altri. Non possiamo impedirlo, ma almeno dirlo si.

dario ha detto...

Hai ragione, Lupo. Vista dal tuo e dal mio punto di vista e' cosi'. Chi e' piu' potente di noi, sara' ancora di piu' piu' potente di noi. E non ci resta che la liberta' di dirlo forte.

Pero', vista da un altro punto di vista (piu' difficile, perche' non e' il nostro), sta anche succedendo che chi era piu' potente degli africani (cioe' noi) sta gradatamente allineandosi alla loro poverta', anche se cerca di rimanere in piedi facendola pagare a loro. Ecco, mi sembra doveroso dire anche questo.

luposelvatico ha detto...

Giustissimo, Dario.
Poichè i potenti decidono che, perso il nostro miserabile potere d'acquisto, anche noi siamo carne da macello esattamente come il resto della popolazione mondiale, è giusto che anche la carne da macello acquisisca consapevolezza di quel che è. Sarà tragica, ma forse sarà anche un'opportunità per capire (tanto, che alternative abbiamo?)