giovedì, ottobre 30, 2008

Esserci. In carne ed ossa. Sorridenti.


Giovedì 30 ottobre. Alle 10 e mezza mi sono preso due ore di permesso e sono andato in Piazza Castello: non potevo stare in ufficio mentre la Torino degli studenti, dei docenti e dei genitori portava se stessa in giro per la città, a popolare la realtà di quei corpi, di quei sorrisi e di quelle idee che in televisione non si vedono mai.

Ho coinvolto altri tre colleghi, e via.
Arrivati nei pressi del Teatro Regio, nel vasto atrio, siamo stati avvolti dalle note dell'Aida suonate dagli Orchestrali del teatro, in concerto di solidarietà con gli studenti e per ricordare che la Finanziaria prevede il 30% di tagli per gli spettacoli dal vivo - un altro colpo mortale al teatro e alla cultura.

A cingere d'assedio gli orchestrali ed il coro, una quantità impressionante di PERSONE: passanti, docenti, genitori con i bambini (gli studenti non erano ancora arrivati).

La musica ha creato, come spesso avviene, un legame palpabile, quasi doloroso tra chi esegue e chi ascolta: ma forse questo non spiega i molti occhi lucidi, la commozione. Forse non era solo la musica, ma il senso di ritrovare, d'improvviso, un paese reale diverso da quello che ci fa soffrire.

Fuori, intanto, inizia a fluire l'immensa fiumana degli studenti torinesi: prima i liceali, poi gli universitari.
Mentre il fiume esonda verso via Po - senza autorizzazione, ma con la forza calma e assoluta di un popolo in marcia - , andiamo a vedere l'inizio del corteo verso via Pietro Micca: e l'inizio non finisce mai, ci vorrà più di un'ora prima che si esaurisca la marea di giovani sorridenti e consapevoli.

Dai ragazzi emana una serenità allegra che è contagiosa, porta a sorridere e ad applaudire come bambini: qui si ritrova la forza ancora intatta di un paese altrove stanco ed impaurito, qui risplende il sole tra le nubi angoscianti della notte della ragione, qui risplendono di nuovo le stelle, luminose e vive.

I visi tetri in doppiopetto che abbaiano dalle tv sembrano lontani anni luce: questi ragazzi portano con sè qualcosa che non si può comprare, ed allora al potere non resta che offenderli, negarli, fingere di non vederli, o mascherarli da cattivi.

Voi, lassù, che avete paura, ed allora dite che non hanno capito, che sono strumentalizzati: fate bene, sì, fate bene ad aver paura.
Potete picchiarli, questi ragazzi: respingerli nelle case, cancellarli dalle piazze e dalle aule magne; ma ormai pensano, capiscono, comprendono, non si fanno ingannare, svelano il vostro bieco progetto.

Se non li ascoltate, non li avrete comunque con voi.

Ci sarà sempre un luogo, anche solo un luogo dell'anima, dove non vincerete mai, dove il vostro soldo e le vostre merci non hanno alcun valore, dove un sorriso vi smaschererà.

Dove una risata vi seppellirà.

2 commenti:

Artemisia ha detto...

Grande, Lupo! Si' ho sentito questa dell'Aida come accompagnamento al corteo.
Anch'io ho preso permesso e sono andata alla manifestazione di Firenze. Eravamo pochi perche' tanti fiorentini erano andati a Roma. Sono arrivata e mi sono vista circondata da ragazzi delle superiori e c'era un furgone con musica rock suonata a palla. "Aiuto!, ho pensato, Mi sento vecchia. Dove sono i sindacati?" Poi per fortuna ho trovato altri due colleghi e altri conoscenti, mamme e babbi. Abbiamo sfilato sotto l'acqua e qualcuno aveva gia' previsto tutto e aveva i cartelli con scritto: "Governo ladro" :-)
Hai ragione: questi ragazzi non li possono fermare.

Anonimo ha detto...

Bravo Lupo, bella testimonianza.
ci avrei scommesso che c'eri pure tu!! :-)
purtroppo io ho dovuto accontentarmi di "ascoltare" in lontananza l'eco delle voci che penetravano dalle finestre dell'ufficio...
noi sciopero il 7!!
buona lotta e buona giornata
Stefi