Per dimostrare che l'attuale Consiglio dei Ministri non ha bisogno di andare a riunirsi a Napoli, in casa di Emilio Fede, ma starebbe benissimo in un qualsiasi bar di periferia, è finalmente stata effettuata la raffinata analisi della situazione che la classe dirigente eletta dal popolo ritiene necessaria per progettare il futuro del paese.
E, dopo uno sforzo di approfondimento che dimostra il reale cambiamento di approccio operato dal centrodestra, ecco i risultati:i problemi del paese sono i "fannulloni" ed i "rom".
Era così semplice! E tutti i sociologhi da strapazzo (comunisti, è evidente!) che da anni ce la facevano a fette con la complessità...che sciocchezze!
E presto anche nella scuola semplificheremo, eh, perchè anche quello è un nodo che nessuno è mai riuscito a sciogliere, semplicemente perchè sbagliava l'approccio: invece è tutto così semplice!
Il ministro Gelmini (che sì, è parente di quel Gelmini...ma è solo una circostanza sfortunata, eh), nominato notoriamente per i suoi riconosciuti meriti sul campo e le sue approfondite competenze (perchè tali sono considerati l'aver "guidato" Forza Italia in Lombardia), ha le idee molto chiare al proposito.
A febbraio, quando era ancora una giovane deputata, eletta a furor di popolo (ahhh, ma che mi dite? con l'attuale legge elettorale è impossibile? dite che l'hanno eletta perchè era ben posizionata in lista? maddai, sempre i soliti malpensanti...), si è preoccupata di presentare una proposta di legge (che trovate qui) che affronta il problema del MERITO, considerato chiave di volta del rinnovamento e dell'innovamento del paese.
Ora, è assai buffo che a parlare di merito sia:
a. una persona eletta in Parlamento nel 2006 su liste bloccate e senza possibilità di preferenze da parte degli elettori (quindi assurta a quel ruolo non in virtù del merito, ma grazie a scelte di casta);
b. una persona che ha ottenuto un incarico governativo non in virtù della sua competenza specifica nel settore di competenza, ma soltanto - diciamolo - per essere stata responsabile di Forza Italia in Lombardia (quindi, anche in questo caso, assurta a quel ruolo non in virtù del merito, ma di nuovo grazie a scelte di casta).
Poi, se accettiamo il fatto che non sia necessaria alcuna coerenza tra i comportamenti delle persone e le cose che dicono (se uno crede in quello che ha scritto, secondo me, dovrebbe rifiutare la nomina a ministro, non trovate?), che è uno dei grandi problemi di questo paese, allora vabbè, entriamo pure nel "merito" del "merito".
L'articolo 1 di questa proposta è illuminante:
"1. Ai fini della presente legge, si intende per merito il conseguimento di risultati individuali o collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti nei rispettivi ambiti di attività, tenuto conto dei compiti assegnati e delle capacità possedute."
Definire il merito come "conseguimento di risultati individuali o collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti nei rispettivi ambiti di attività", è a mio avviso una sciocchezza vuota, un mucchio di parole messe in sequenza affinchè suonino bene e producano un effetto "seducente". Cosa vuol dire "superiori"? cosa vuol dire "mediamente conseguiti"? è una misura quantitativa, qualitativa? è un riferimento a standard predefiniti? A me sembra una frase che non dice nulla, non chiarisce nulla, demanda a misteriosi organismi terzi una interpretazione che è - è per sua natura- assolutamente impalpabile, quasi soggettiva, non misurabile.
E che assume un senso solo in contesti ed ambiti di dimensioni contenute, con un forte riconoscimento reciproco degli interlocutori; quegli ambiti in cui non c'è bisogno di nessuna legge, perchè il merito esiste già ed è riconosciuto tra chi agisce nel contesto.
Perchè il merito è qualcosa come il genio, si può agevolare la sua espressione ma non si può misurare.
Ecco invece che, dagli scranni di una forza politica sedicente iperliberista, esce l'idea di definire il merito per legge, che mi sembra una cosa da Unione Sovietica, a dirla tutta, ovvero un concetto iperstatalista assolutamente opposto a quella volontà "liberatoria" che viene proclamata nella presentazione della legge.
Aria fritta, dunque, che è assolutamente in sintonia con le analisi che hanno condotto a individuare fannulloni e rom come problemi prioritari.
Ma questo vuole il popolo che li ha votati: mangiando pane e scemenze tutti i giorni, si accontenta di scemenze vecchie riverniciate a nuovo.
Io vorrei invece, da coloro che ho votato, un atteggiamento davvero responsabile.
Tanto abbiamo perso le elezioni: e allora possiamo essere alteri, diversi, disarmonici, dissonanti.
Questo stringere di mani, questo riconoscersi, questa preoccupante identità di vedute tra chi dovrebbe rappresentare ipotesi di società sufficientemente diverse, mi irrita, mi allontana, mi fa incazzare.
E, dopo uno sforzo di approfondimento che dimostra il reale cambiamento di approccio operato dal centrodestra, ecco i risultati:i problemi del paese sono i "fannulloni" ed i "rom".
Era così semplice! E tutti i sociologhi da strapazzo (comunisti, è evidente!) che da anni ce la facevano a fette con la complessità...che sciocchezze!
E presto anche nella scuola semplificheremo, eh, perchè anche quello è un nodo che nessuno è mai riuscito a sciogliere, semplicemente perchè sbagliava l'approccio: invece è tutto così semplice!
Il ministro Gelmini (che sì, è parente di quel Gelmini...ma è solo una circostanza sfortunata, eh), nominato notoriamente per i suoi riconosciuti meriti sul campo e le sue approfondite competenze (perchè tali sono considerati l'aver "guidato" Forza Italia in Lombardia), ha le idee molto chiare al proposito.
A febbraio, quando era ancora una giovane deputata, eletta a furor di popolo (ahhh, ma che mi dite? con l'attuale legge elettorale è impossibile? dite che l'hanno eletta perchè era ben posizionata in lista? maddai, sempre i soliti malpensanti...), si è preoccupata di presentare una proposta di legge (che trovate qui) che affronta il problema del MERITO, considerato chiave di volta del rinnovamento e dell'innovamento del paese.
Ora, è assai buffo che a parlare di merito sia:
a. una persona eletta in Parlamento nel 2006 su liste bloccate e senza possibilità di preferenze da parte degli elettori (quindi assurta a quel ruolo non in virtù del merito, ma grazie a scelte di casta);
b. una persona che ha ottenuto un incarico governativo non in virtù della sua competenza specifica nel settore di competenza, ma soltanto - diciamolo - per essere stata responsabile di Forza Italia in Lombardia (quindi, anche in questo caso, assurta a quel ruolo non in virtù del merito, ma di nuovo grazie a scelte di casta).
Poi, se accettiamo il fatto che non sia necessaria alcuna coerenza tra i comportamenti delle persone e le cose che dicono (se uno crede in quello che ha scritto, secondo me, dovrebbe rifiutare la nomina a ministro, non trovate?), che è uno dei grandi problemi di questo paese, allora vabbè, entriamo pure nel "merito" del "merito".
L'articolo 1 di questa proposta è illuminante:
"1. Ai fini della presente legge, si intende per merito il conseguimento di risultati individuali o collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti nei rispettivi ambiti di attività, tenuto conto dei compiti assegnati e delle capacità possedute."
Definire il merito come "conseguimento di risultati individuali o collettivi superiori a quelli mediamente conseguiti nei rispettivi ambiti di attività", è a mio avviso una sciocchezza vuota, un mucchio di parole messe in sequenza affinchè suonino bene e producano un effetto "seducente". Cosa vuol dire "superiori"? cosa vuol dire "mediamente conseguiti"? è una misura quantitativa, qualitativa? è un riferimento a standard predefiniti? A me sembra una frase che non dice nulla, non chiarisce nulla, demanda a misteriosi organismi terzi una interpretazione che è - è per sua natura- assolutamente impalpabile, quasi soggettiva, non misurabile.
E che assume un senso solo in contesti ed ambiti di dimensioni contenute, con un forte riconoscimento reciproco degli interlocutori; quegli ambiti in cui non c'è bisogno di nessuna legge, perchè il merito esiste già ed è riconosciuto tra chi agisce nel contesto.
Perchè il merito è qualcosa come il genio, si può agevolare la sua espressione ma non si può misurare.
Ecco invece che, dagli scranni di una forza politica sedicente iperliberista, esce l'idea di definire il merito per legge, che mi sembra una cosa da Unione Sovietica, a dirla tutta, ovvero un concetto iperstatalista assolutamente opposto a quella volontà "liberatoria" che viene proclamata nella presentazione della legge.
Aria fritta, dunque, che è assolutamente in sintonia con le analisi che hanno condotto a individuare fannulloni e rom come problemi prioritari.
Ma questo vuole il popolo che li ha votati: mangiando pane e scemenze tutti i giorni, si accontenta di scemenze vecchie riverniciate a nuovo.
Io vorrei invece, da coloro che ho votato, un atteggiamento davvero responsabile.
Tanto abbiamo perso le elezioni: e allora possiamo essere alteri, diversi, disarmonici, dissonanti.
Questo stringere di mani, questo riconoscersi, questa preoccupante identità di vedute tra chi dovrebbe rappresentare ipotesi di società sufficientemente diverse, mi irrita, mi allontana, mi fa incazzare.
5 commenti:
Se ti presenti per le prossime elezioni, sia pure per il PD, e se la legge elettorale me lo consentira', ti votero'. Cosi' forse avremo in Parlamento qualcuno che fa opposizione.
Il problema è che gente come noi non ci arriverà mai, in Parlamento: anche se le elezioni fossero "libere", chi mai vorrebbe riconoscersi in liberi pensatori iracondi che non sanno rinunciare al loro senso critico, e che ormai non riescono a non sentire la distanza della maggioranza dei propri "simili"?:-)
temo che la preoccupante identità di vedute non sia cosa di oggi. Come non è cosa di oggi lo zelo nel difendere il binomio sicurezza&legalità (tradotto: "non siamo razzisti, ma...", vedi l'articolo di Carmilla che citi nell'altro post). Penso che dobbiamo farcene una ragione prima possibile e ripartire, con meno punti di riferimento (soprattutto senza partiti, aggregazioni o come li vogliamo chiamare di riferimento) e un sacco di cose da rimettere in discussione, ma ripartire.
ps: La Valletta dell'Istruzione sta già facendo alacremente del suo peggio, ma a me preoccupa ancora di più lo scempio che hanno promesso su programmi e libri di testo: generazioni cresceranno leggendo che in Italia c'è stata la guerra civile e che bravi ragazzi erano "i ragazzi di Salò" (grazie Violante).
incazzatissimamente d'accordo!
angela
Meno male che ho conservato i miei vecchi libri!
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