Mattinata al liceo scientifico che frequenta mia figlia: questa sera si svolgerà presso il liceo uno spettacolo per ricordare i trent'anni dell'assassinio di Peppino Impastato a Cinisi, ed in cambio dello spazio per lo spettacolo, come Consiglio di Istituto, abbiamo pensato di chiedere come "compenso" lo svolgimento di una assemblea sulla legalità con la partecipazione di Don Ciotti.
Don Ciotti non era disponibile, ma c'è Davide Mattiello, che è un suo stretto collaboratore nonchè responsabile di Libera NordOvest.
Ho già sentito Davide in una assemblea a Torino in cui si presentava un film relativo alla vicenda di Bruno Piazzese: un'autentica forza della natura, seducente e spietato al tempo stesso.
Anche qui non delude: parte con un durissimo altolà a chi pensa che questo tempo di assemblea possa essere dedicato al cazzeggio ed al disinteresse.
Mattiello non consente distrazioni ("Siamo qui per lavorare, mi spiace.Non possiamo iniziare a parlare di mafie se non ci guardiamo negli occhi, perchè questa è la prima libertà che si perde dove esse comandano"), ma è un intrattenitore nato: seduce, fulmina, avvince.
"Solo che è in grado di immaginare, di sognare una realtà diversa la può cambiare: gli altri sono già morti che camminano".
I ragazzi reagiscono bene, e pongono questioni intelligenti, profonde.
Un'ora densa di ragionamento, di concentrata attenzione, di condivisione di una realtà che non si vede, ma è prossima a noi, invisibile ma reale.
Alla fine, approfondimenti sul radicamento della ndrangheta sul nostro territorio, dove tre famiglie dominano il territorio e riciclano i proventi che giungono dall'economia sporca.
Amare considerazioni, che Saviano ha analizzato a fondo in "Gomorra": ogni ragazzino di 13 anni che fa il palo a Scampia prende 500 euro la settimana, in più gli danno scooter e telefonino e lo vestono firmato da capo a piedi, solo per inviare un sms se qualcuno di estraneo entra nel territorio controllato.
Le mafie sono seducenti e convincenti: ti riempiono di soldi e ti fanno diventare qualcuno.
Quel qualcuno che non eri, quando ti hanno sbattuto fuori da scuola, quando ti guardavano disprezzandoti, dicendo che saresti diventato un rifiuto della società: ti danno il rispetto che eri destinato a non avere mai, e ti fanno guadagnare a 12,13 anni più di quanto guadagna tuo padre.
Bisogna essere davvero un eroe, per resistere a sirene simili in un luogo dove non c'è futuro e non c'è più Stato.
Sulla sola piazza di Scampia, le mafie incassano 100.000 euro al giorno dallo spaccio.
I soldi stanno un po' in standby, fanno alcuni giri per il mondo via rete (Hong Kong, paesi dell'Est), e poi tornano in Italia attraverso finanziarie per avviare attività legali e pulite, in modo più generoso di quello che fanno le banche: impossibile per i magistrati provare i legami tra l'attività legale e l'origine dei soldi.
Le mafie non sono solo i pizzini di Provenzano, non sono arcaiche come spesso siamo portati a pensare: usano la tecnologia più avanzata, conoscono i processi reali, sono completamente dentro la realtà, la conoscono, la dominano: e contaminano la nostra, senza che noi ce ne accorgiamo.
Le mafie qui non sparano, ma aprono pizzerie e sale giochi "pulite". Quando beviamo una birra, spesso oltre al nostro intestino laviamo anche i soldi del pizzo e della droga.
Le mafie forniscono servizi, dai finanziamenti agli imprenditori ai piccoli sballi del sabato sera (impossibili senza i laboratori di sintesi): rispondono a domande che sono in noi, che la alimentiamo spesso senza rendercene conto, se non sappiamo qual è il grado di controllo del territorio.
Perchè la differenza è che le organizzazioni criminali tradizionali cercano esclusivamente l'arricchimento,ma le mafie sono una idea di governo alternativo del territorio: vogliono il potere ed il controllo di quel che è pubblico. E, a giudicare da quel che abbiamo intorno, ci stanno riuscendo pienamente. Stanno vincendo.
Don Ciotti non era disponibile, ma c'è Davide Mattiello, che è un suo stretto collaboratore nonchè responsabile di Libera NordOvest.
Ho già sentito Davide in una assemblea a Torino in cui si presentava un film relativo alla vicenda di Bruno Piazzese: un'autentica forza della natura, seducente e spietato al tempo stesso.
Anche qui non delude: parte con un durissimo altolà a chi pensa che questo tempo di assemblea possa essere dedicato al cazzeggio ed al disinteresse.
Mattiello non consente distrazioni ("Siamo qui per lavorare, mi spiace.Non possiamo iniziare a parlare di mafie se non ci guardiamo negli occhi, perchè questa è la prima libertà che si perde dove esse comandano"), ma è un intrattenitore nato: seduce, fulmina, avvince.
"Solo che è in grado di immaginare, di sognare una realtà diversa la può cambiare: gli altri sono già morti che camminano".
I ragazzi reagiscono bene, e pongono questioni intelligenti, profonde.
Un'ora densa di ragionamento, di concentrata attenzione, di condivisione di una realtà che non si vede, ma è prossima a noi, invisibile ma reale.
Alla fine, approfondimenti sul radicamento della ndrangheta sul nostro territorio, dove tre famiglie dominano il territorio e riciclano i proventi che giungono dall'economia sporca.
Amare considerazioni, che Saviano ha analizzato a fondo in "Gomorra": ogni ragazzino di 13 anni che fa il palo a Scampia prende 500 euro la settimana, in più gli danno scooter e telefonino e lo vestono firmato da capo a piedi, solo per inviare un sms se qualcuno di estraneo entra nel territorio controllato.
Le mafie sono seducenti e convincenti: ti riempiono di soldi e ti fanno diventare qualcuno.
Quel qualcuno che non eri, quando ti hanno sbattuto fuori da scuola, quando ti guardavano disprezzandoti, dicendo che saresti diventato un rifiuto della società: ti danno il rispetto che eri destinato a non avere mai, e ti fanno guadagnare a 12,13 anni più di quanto guadagna tuo padre.
Bisogna essere davvero un eroe, per resistere a sirene simili in un luogo dove non c'è futuro e non c'è più Stato.
Sulla sola piazza di Scampia, le mafie incassano 100.000 euro al giorno dallo spaccio.
I soldi stanno un po' in standby, fanno alcuni giri per il mondo via rete (Hong Kong, paesi dell'Est), e poi tornano in Italia attraverso finanziarie per avviare attività legali e pulite, in modo più generoso di quello che fanno le banche: impossibile per i magistrati provare i legami tra l'attività legale e l'origine dei soldi.
Le mafie non sono solo i pizzini di Provenzano, non sono arcaiche come spesso siamo portati a pensare: usano la tecnologia più avanzata, conoscono i processi reali, sono completamente dentro la realtà, la conoscono, la dominano: e contaminano la nostra, senza che noi ce ne accorgiamo.
Le mafie qui non sparano, ma aprono pizzerie e sale giochi "pulite". Quando beviamo una birra, spesso oltre al nostro intestino laviamo anche i soldi del pizzo e della droga.
Le mafie forniscono servizi, dai finanziamenti agli imprenditori ai piccoli sballi del sabato sera (impossibili senza i laboratori di sintesi): rispondono a domande che sono in noi, che la alimentiamo spesso senza rendercene conto, se non sappiamo qual è il grado di controllo del territorio.
Perchè la differenza è che le organizzazioni criminali tradizionali cercano esclusivamente l'arricchimento,ma le mafie sono una idea di governo alternativo del territorio: vogliono il potere ed il controllo di quel che è pubblico. E, a giudicare da quel che abbiamo intorno, ci stanno riuscendo pienamente. Stanno vincendo.
4 commenti:
sì, vincono. Ma nessuna vittoria è definitiva.
Un'assemblea come quella che racconti è una briciola, piccola ma preziosa. Se saremo tenaci sapremo essere temibili raccoglitori di briciole.
complimenti alla scuola e alla buona didattica. ang
Bella ed interessante questa esperienza che racconti. Dovrebbero fare qualcosa di analogo in tutte le scuole. Facci sapere anche qualche parere dei ragazzi. Per esempio, di tua figlia.
"Libera" effettua molte assemblee di questo tipo, nelle scuole del Piemonte. Stasera avrò occasione di parlare un po' con la luce dei miei occhi e riporterò le sue impressioni (le prime sono state: "non sapevo queste cose, non sapevo che le mafie fossero anche qui e nascoste").
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