"Continuerai a farti scegliere
o finalmente sceglierai?"
o finalmente sceglierai?"
Chiunque mi conosca (o mi legga da abbastanza tempo) sa bene che, nel mio cuore, Giorgio Gaber occupa uno spazio decisamente più ampio di Fabrizio De Andrè.
Sarà perchè è più amaro, più cupo, più pessimista, e quindi assomiglia di più a quello che -in fondo - sono io; sarà perchè usa la parola in modo più prosaico e meno poetico, ed io con la poesia ho sempre avuto dei problemi.:-)
(Ma poichè li sento egualmente e fortemente liberi e libertari, mi sono vicini entrambi).
Questo non vuol dire che le canzoni di De Andrè non mi emozionino profondamente.
Questa sera, guardando lo speciale di Raitre condotto da Fazio con Dori Ghezzi in occasione del 10° anniversario della morte di De Andrè, ho vissuto qualche ora di autentica commozione, che in qualche modo sono riuscito a condividere in tempo reale con molte delle persone che mi sono più care:-).
E ascoltando le sue parole, e ascoltando chi le interpretava, ho provato un fortissimo senso di appartenenza, e di siderale distanza da coloro che queste parole non riescono a capirle, e tantomeno a viverle.
L'uomo, l'anarchia (intesa come istintiva avversione alla cattiveria di ogni potere, che dell'uomo è nemico), e quel dio di cui avremmo un disperato bisogno, sono quel che De Andrè continua a cantare per tutti noi, anche se ci ha lasciati da troppo tempo.
La vicinanza a chi è distante dal potere, a chi "sbaglia", a chi è solo, a chi è sulla "cattiva strada" (sia ladro, puttana od assassino, o chiunque abbia bisogno di dare e ricevere amore) rende De Andrè, che sempre affermò di non essere in grado di saper guidare nessuno, un amico al cui fianco vorremmo continuare a camminare.
P.S.: per fortuna esiste chi, al contrario di me, sa usare la poesia per dire con efficacia quel che a me risulta faticoso ed imperfetto: Stefi mi segnala la bella poesia che Daniele dedica a Faber; e persino io riesco a coglierne il valore ed a consigliarvene caldamente la lettura.:-)
Sarà perchè è più amaro, più cupo, più pessimista, e quindi assomiglia di più a quello che -in fondo - sono io; sarà perchè usa la parola in modo più prosaico e meno poetico, ed io con la poesia ho sempre avuto dei problemi.:-)
(Ma poichè li sento egualmente e fortemente liberi e libertari, mi sono vicini entrambi).
Questo non vuol dire che le canzoni di De Andrè non mi emozionino profondamente.
Questa sera, guardando lo speciale di Raitre condotto da Fazio con Dori Ghezzi in occasione del 10° anniversario della morte di De Andrè, ho vissuto qualche ora di autentica commozione, che in qualche modo sono riuscito a condividere in tempo reale con molte delle persone che mi sono più care:-).
E ascoltando le sue parole, e ascoltando chi le interpretava, ho provato un fortissimo senso di appartenenza, e di siderale distanza da coloro che queste parole non riescono a capirle, e tantomeno a viverle.
L'uomo, l'anarchia (intesa come istintiva avversione alla cattiveria di ogni potere, che dell'uomo è nemico), e quel dio di cui avremmo un disperato bisogno, sono quel che De Andrè continua a cantare per tutti noi, anche se ci ha lasciati da troppo tempo.
La vicinanza a chi è distante dal potere, a chi "sbaglia", a chi è solo, a chi è sulla "cattiva strada" (sia ladro, puttana od assassino, o chiunque abbia bisogno di dare e ricevere amore) rende De Andrè, che sempre affermò di non essere in grado di saper guidare nessuno, un amico al cui fianco vorremmo continuare a camminare.
P.S.: per fortuna esiste chi, al contrario di me, sa usare la poesia per dire con efficacia quel che a me risulta faticoso ed imperfetto: Stefi mi segnala la bella poesia che Daniele dedica a Faber; e persino io riesco a coglierne il valore ed a consigliarvene caldamente la lettura.:-)
9 commenti:
Caro Lupo,
quella che: " con la poesia ho sempre avuto problemi", temo di non averla capita!
Eri come in trance, a Colleferro, mentre, magistralmente, Daniele recitava le sue poesie.
Ciao
Sileno
Vero, Sileno, e questo dà l'idea della bravura di Daniele...ma non impedisce che, di fronte alla gran parte delle poesie che mi leggo da solo, non riesca a ottenere neppure lontanamente una simile emozione...(nel caso di De Andrè, la forma "canzone" della poesia mi aiuta...)
Ciao Lupo !! Ti vedo e ti rangrazio per il commento lasciato sul blog di Arte.
Lo special su De Andrè l'ho visto anche io a tarda notte ovviamente come tutte quelle cose (poche) che vale la pena vedere per TV. Ci sono persone che ho ammirato e che continuo ad ammirare, a prescindere da come sono sfruttati post mortem, per il solo fatto che dentro mi dicono e mi lasciano qualcosa, anche di scomodo forse, ma lo dicono.
Gaber era uno di questi come De Andrè. E penso che nel loro piccolo abbiano raggiunto un pezzo di immortalità con una comunicazione a dir poco efficace.
Un saluto ed un abbraccio....spero che al tuo paeselo la neve non abbia creato troppi disagi, ma un lupo nella neve è come un Babà nel Rhum. Io nel mio piccolo e coi i bambini sono andato a farmi delle belle passeggiate nei parchi della città innevata e con la neve che cadeva ed è stato bellissimo con uno spettacolo unico. Ho anche apprezzato le due ore di autobus per arrivare al lavoro meroledì 7 mattina...pensa un po !!
Max, al mio paesello PER FORTUNA la neve ha creato quelli che alcuni chiamano "disagi", ma io invece denomino "splendidi richiami della natura a osservare il mondo da un nuovo/antico punto di vista":-)))
Devo ammettere che da un anno a questa parte non mi tocca più spalare la neve, e questo mi consente di coglierne solo gli aspetti più piacevoli, però devo dire che era una cosa che mi piaceva moltissimo!
Penso a lui come ad un amico
Grazie Luposelvatico. Sono onorato.
a proposito, faremo una nottata ascoltando e animandoci su Gaber e De André...le parole vere e libere seminano speranze! non dimenticare la tua collezione al prossimo appuntamento!
E' stata una serata di autentica degna televisione! e di commozione per molti di noi..
marina
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