mercoledì, giugno 18, 2008

Ciao, Mario!

Rigoni Stern se ne è andato, ieri mattina.
E siamo tutti un po' più soli. Non solo perchè il "Sergente" era una delle memorie storiche del paese, e da lui - come da molti altri - conoscemmo la reale dimensione di una delle più assurde tragedie generate dal fascismo - la campagna di Russia.

Ma perchè Rigoni Stern aveva occhi e cuore per vedere, nei suoi boschi, e parole e sensibilità per raccontare, nei suoi libri, tutto quello che piano piano è diventato invisibile agli abitanti di questo paese.

Le albe, la montagna, i boschi. La natura. La fatica, il silenzio, il confronto muto e stupefatto dell'uomo con quello che ha intorno, con quello che non può ne comprare nè conquistare ma può solo ammirare, se la sua anima esiste ancora.

Seguendo le tue parole e le tue storie abbiamo camminato con te, Mario, lassù sull'Altipiano, invidiando la tua capacità di capire davvero le cose che contano, ascoltando in rispettoso silenzio le verità che raccontavi, pacato e autentico.

Ci piace pensare che hai preso lo zaino e gli scarponi, ancora una volta, e picchiettando il bastone sulle rocce stai camminando laddove l'aria non si sporca mai, laddove nessuno può contaminare il mondo con favole e bugie, laddove il paesaggio esige silenzio, rispetto, umanità.

Grazie di tutto.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Che impressione fa, vedere accostate le facce di Berlusconi e di Rigoni Stern. Verrebbe voglia di dare ragione a Lombroso. http://lucianoidefix.typepad.com/

Anonimo ha detto...

Grazie Lupo, mi ha fatto piacere che qualcun altro lo abbia ricordato...
In ufficio nella nostra intranet abbiamo un "QBlog" (un Quasi un Blog) ed oggi pomeriggio, in un brevissimo lasso di tempo libero, visto che nessuno lo aveva ancora fatto ho inserito un post, molto semplice, non così pregnante come il tuo.

Ho ancora vive le emozioni provate nel vedere l'interpretazione di Paolini del "Il Sergente nella neve".
Cogliendone l'essenza credo che tu sia riuscito a rendergli il giusto omaggio.

Stefi