martedì, giugno 10, 2008

Parole prima di rimanere senza

Silvio Berlusconi (Presidente del Consiglio):
"L'attività del governo non può che compiacere il Papa e la sua Chiesa. Siamo dalla parte della Chiesa. Crediamo nei valori della tradizione cristiana, nel valore irrinunciabile della vita, nel ruolo della famiglia e nella difesa dei diritti umani".
“Fra Italia e Santa Sede c'è forte comunanza di vedute, le priorità sono la sacralità della persona e la famiglia".
"Nel prossimo Consiglio dei ministri introdurremo il divieto assoluto per le intercettazioni telefoniche tranne che per la criminalità organizzata, la mafia, la camorra e il terrorismo. Cinque anni per chi le fa e anche una forte penalizzazione economica per gli editori che le pubblicano"

Claudio Scajola (Ministro delle Attività Produttive):
"Dobbiamo collaborare con Francia e Inghilterra per l' avanzamento del progetto sui reattori di quarta generazione e intanto partecipare alle centrali nucleari in paesi vicini al nostro e preparaci a costruire le nostre. La produzione del nucleare è destinata a sostituire petrolio e gas quando andranno a esaurirsi"

Maurizio Sacconi (Ministro del Lavoro):
"Vogliamo deregolare tutto ciò che attiene alla flessibilità dell'orario di lavoro, come il contratto di part-time che è stato irrigidito". "Serve una poderosa operazione di deregolazione, qualcosa di più di una semplificazione dei procedimenti, che spesso si risolve in un nulla di fatto". "Metteremo mano al Testo unico sulla sicurezza perchè sanzioni sproporzionate distolgono l'attenzione delle imprese dallo sforzo di aumentare la sicurezza, spingendole ad adempiere a comportamenti formalistici per evitare le sanzioni".

Francesca Guidi (Presidente dei Giovani Industriali):
“Il nuovo contratto dovrebbe essere sempre meno collettivo e sempre piu' 'taylor made', fatto su misura, tagliato attorno al singolo individuo.''
''La contrattazione collettiva distrugge opportunita', impedendo un libero accordo. Questo sistema di normazione corporativa ostacola la stipula di contratti; e poiche' ogni contratto (come ogni scambio) e' per definizione produttivo di benessere per quanti lo sottoscrivono liberamente, questa congerie di norme si rende responsabile dell'impoverimento complessivo della società''.

Renato Brunetta (Ministro della Funzione Pubblica):
''Il nuovo modello di contrattazione deve essere di tipo adattivo, quindi, adattarsi in maniera efficiente al cambiamento tecnologico, scegliendo di volta in volta, facendo shopping, la centralizzazione o la decentralizzazione. Quello che e' sbagliato comprarsi e' la via di mezzo''. ''Il modello efficiente e' quello variabile, quello che si adatta in modo esogeno alle tecnologie. L'impatto delle tecnologie e' piu' o meno efficiente se il sistema di relazioni industriali e' piu' capace di adattarsi ai cambiamenti tecnologici in fretta e in maniera intelligente''.

Vari:
Con un emendamento al decreto sicurezza i relatori del provvedimento in Senato hanno inserito fra le categorie «pericolose per la morale» le prostitute. In questo modo possono essere allontanate con foglio di via.
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Quel che esce da questa “offensiva culturale”, a guardarlo bene, è qualcosa di vecchio, di consunto, un assemblaggio di idee che si pensavano già condannate dal tempo e dallo sviluppo “culturale” che il paese ha vissuto negli ultimi decenni.
Sotto la vernice fresca del decisionismo, ecco collocate sugli scaffali le “offerte speciali” che sembrano nuove solo ad un popolo rimbambito dalla TV, ma sono merce scaduta da tempo, ammuffita, putrefatta.

Le solite grandi opere. Ponti, centrali, ferrovie. La Compagnia Aerea Nazionale. Mentre il 94% dei pendolari è insoddisfatto del servizio offerto e le Ferrovie dicono che senza soldi taglieranno proprio le linee meno redditizie, i famosi “rami secchi”, il Governo butta via valanghe di soldi (attesi golosamente dalla mafie, già pronte al banchetto) in opere insensate, ma che possano farlo ricordare per sempre (una cosa assai simile alla Statua d’oro del defunto Presidente Nyiazov in Turkmenistan, né più né meno). Una costosa riedizione di panem et circenses.

Il solito ipocrita moralismo cattolico: che finge di sentire l’offesa non nella mortificazione dell’essere umano, ma nel fatto che essa sia visibile agli occhi sensibili del popolo. Via le prostitute dalle strade, e gli zingari, e i poveri: non importa dove e come si arrangino, basta che non si vedano. Più soldi alle scuole cattoliche, maggiori ostacoli all’aborto legale e pubblico: poi ognuno si comporti come gli pare, specie se è ricco e potente, specie se è protagonista e complice di un sistema che i poveri li crea, li genera incessantemente. Ma non importa, basta baciare le mani inanellate per rifarsi una verginità.

La vecchia, solita, balzana idea che il mercato e l’iniziativa privata, lasciati liberi, liberino “energie” miracolose che migliorino il mondo. Non si leggono i giornali internazionali, non si ascoltano le istituzioni internazionali, e dunque non giunge, in questo piccolo paese dimenticato l’eco, – dal mondo – dei danni della speculazione sui cereali, sul petrolio: eccolo lì, il capitalismo liberato, che fa morire la gente di fame, esattamente come fa da quando è nato. Eccolo lì, il capitalismo vincente, che ha portato da 800 a 900 i milioni di persone che “vivono” con meno di un dollaro al giorno. Ma non importa, son quisquiglie: ed ecco dunque i “giovani industriali” che sognano il ritorno all’Ottocento, alla barbarie dello sfruttamento senza regole, alla libertà di impresa intesa come dominio e sopraffazione, all’epoca precedente lo sviluppo del movimento operaio.

Tutto quello che viene proposto come nuovo è dunque vecchio, putrido, già vissuto, già superato, già provato, già clamorosamente fallito.

Ma ha l’immenso vantaggio di non chiedere, alle masse rimbambite, annichilite dalla TV e avvelenate dalla schiavitù delle merci, lo sforzo di pensare e di assumersi responsabilità. Raccontare la verità è difficile, ed assai impopolare in un mondo costruito sul consenso. Meglio dunque continuare a dire che tutto va bene, che si può vivere così per sempre, che avremo sempre quel che abbiamo e assai di più, che lo sviluppo perpetuo è un mito che bisogna continuare a venerare senza cedimenti. Che la ricchezza ed il potere sono ancora alla portata di tutti, purchè si faccia ben attenzione a “tener fuori” gli estranei, i “non aventi diritto”.

Il popolo, assetato di bugie rassicuranti e assai poco propenso a rinunciare ad aspettative alimentate per decenni, ovviamente gradisce assai, e il livello di fiducia nel Presidente del Consiglio e nei suoi ministri aumenta sensibilmente. (Resta un po' indietro la Gelmini, ma presto potrà iniziare a disfare in senso populista la scuola pubblica - che ognuno scelga la scuola confessionale che preferisce! Libertà per le famiglie, o morte! - , ed anche lei avrà il suo momento di gloria).

L’idillio – tra un popolo rimbambito ed un governo che lo asseconda nella sua regressione ad un infantilismo civile che sembra irreversibile – sembra poter durare a lungo, con reciproca ed intensa soddisfazione.
Inutile pensare che, in questo contesto, le voci che instillano dubbi e propongono ragionevolezza possano ricevere ascolto: non è tempo di cassandre, non è tempo di dubbi, ma solo di gioiose e semplicissime certezze.

Inutile sprecare fiato, parole, byte per contrastare una corrente così impetuosa.
Intorno a me, oggi, le persone normali parlano con passione di una partita di calcio; e io mi stupisco che si possa provare così tanta passione per cose così stupide, e così tanta indifferenza per il nostro presente e per il nostro futuro.
Meglio dunque ritrarsi, conservare le forze, le parole. Coltivare, in piccole isole al riparo dalla esuberante corrente che tutto travolge - pensieri, ragioni, realtà -, i semi che ancora restano di una razza in via di estinzione.
Salvarsi, prima di tutto.
Al resto ci penseremo poi.

“Non mi piace il mercato globale
che è il paradiso di ogni multinazionale
e un domani state pur tranquilli
ci saranno sempre più poveri e più ricchi
ma tutti più imbecilli.
E immagino un futuro
senza alcun rimedio
una specie di massa
senza più un individuo
e vedo il nostro stato
che è pavido e impotente
è sempre più allo sfascio
e non gliene frega niente
e vedo anche una Chiesa
che incalza più che mai
io vorrei che sprofondasse
con tutti i Papi e i Giubilei.

Ma questa è un'astrazione
è un'idea di chi appartiene
a una razza
in estinzione."

(Gaber/Luporini: “La razza in estinzione”, 1981).

38 commenti:

dario ha detto...

Caro Lupo.
Sai che ti voglio bene, e sai anche che dico sempre quel che penso.
A volte sono polemico, e questo so che e' negativo per un dialogo costruttivo, e quindi per 'sta volta cerchero' con tutto il cuore di non esserlo. Specifico questo perche' quel che sto per dire potrebbe sembrare davvero una forzatura, ma ti assicuro che e' quello che sento dentro.

Ho letto solo le prime citazioni del tuo post, e poi ho piantato li', prometto che piu' tardi saltero' la pausa caffe' (un caffe' in meno non puo' farmi che bene) e utilizzero' quel tempo per leggere il resto.
Ma credo che non cambi davvero niente, perche' la mia e' una considerazione generale, e non basata su ogni singolo provvedimento di merda adottato da questo governo.
La domanda che mi pongo e' la seguente. Se in quella terribile disfatta le cose fossero andate diversamente, se il PD avesse vinto le elezioni, e se ora avessimo Veltroni presidente del consiglio, davvero pensi che sarebbe stato diverso?

Ora, io penso che Berlusconi sia un criminale, un mafioso, uno che pone gli interessi suoi al di sopra di quelli della gente, il che e' gia' immorale per un imprenditore, figuriamoci per un presidente del consiglio! Ma se prendiamo la condotta del governo.... mmmmh... vediamo, ad esempio le prime cose che citi: sottomissione al papa, intercettazioni telefoniche, nucleare.... Davvero pensi che la politica dell'immaginario governo Veltroni sarebbe stata diversa su questi temi?

E' una domanda retorica, ovviamente, perche' la mia risposta e' "no", ma ti giuro, sono apertissimo ad ascoltare chi sostiene l'opposto. Insomma, come pensi che si sarebbe rivolto Veltroni al papa? Dicendogli no, caro Papa, noi vogliamo le coppie di fatto? Come pensi che avrebbe afftontato il problema delle intercettazioni? Come credi che avrebbe risolto quello dell'energia/caro-petrolio? Spingendo finanziamenti alle energie pulite come l'eolico e il solare?

luposelvatico ha detto...

Ovviamente, la mia speranza era che la rispssta alla tua domanda potesse essere si. Che per un fenomeno eguale e contrario a quello che sta accadendo adesso, un governo diverso potesse risvegliare le cose migliori che ci sono nelle persone, e fosse obbligato a tenerne conto.
Non ci sarà mai la controprova, purtroppo, ma io penso che sarebbe stato diverso. Non certo un governo capace di sovvertire le regole di un mondo ingiusto e sbagliato, ma almeno di tentare di attutirne gli effetti più perversi. Ma forse questo doveva accadere, no? Forse l'andare fino in fondo sulla strada dell'incoscienza, senza filtri buonisti, permetterà di arrivare prima al redde rationem.Chissà.

Anonimo ha detto...

Con i se e con i ma non si ottiene nulla. Abbiamo un governo. a me non piace. E' demagocico e populista. Non nego che sento molti che sono soddsfatti perch� ha tolto l'ICI, perch� hanno detto che licenzieranno i fannulloni, perch� saranno pi� severi con gli immigrati. Il clima popolare � innegabilmente con il governo attuale. Non ME, io sono e continuer� ad essere contro una persona che antepone i propri interessi a quelli della gente. Ce la prenderemo in quel posto in un AMEN e senza nemmeno essercene accorti. Tanto mi sembra che tutto proceda sempre come al solito, il governo fa una cosa, Berlusca ne dice un'altra...poi si smentisce...sembra che lui non abbia mai le colpe, che lui viva su un altro pianeta.

dario ha detto...

Lupo, a parte il fatto delle intercettazioni telefoniche, di cui non ricordo cosa sia stato detto in campagna elettorale da entrambe le parti, per quanto riguarda il nucleare e la chiesa (i pacs) mi sembra proprio di ricordare che l'atteggiamento di Veltroni non lasciasse dubbio alcuno su quali fossero le sue intenzioni nel caso in cui sarebbe diventato presidente del consiglio. Certo avrebbe preso quei provvedimenti DI SICURO con una carica di simpatia e umanita' molto migliore di quella sfoggiata da Berlusconi, ma...
Insomma, mi pare che Veltroni fosse favorevole al nucleare, e mi pare anche che avesse abbassato le corna lui e Prodi di fronte al dictat dell'imperatore sedicesimo. Ricordo male?

luposelvatico ha detto...

Forse no, Dario, ma in fondo cosa cambia? Il senso del post è che in questo paese c'è una forte (e probabilmente) duratura corrispondenza di sensi tra governanti e governati. L'esercizio del "cosa sarebbe accaduto se avesse vinto il PD" è sterile, e mi avvince ormai poco: il tentativo di proporre qualcosa di diverso è fallito, sul "quanto fosse realmente diverso" abbiamo idee diverse date dalle diverse aspettative (tu vuoi un governo che affermi posizioni di sinistra, io mi sarei accontentato di un governo che affermasse posizioni "civili" e di buon senso).

dario ha detto...

Ah, ora l'ho capito... insomma, questo post non vuole mostrare quanto siano brutte le cose che fa Berlusconi. Si tratta invece di un lamento estremo su come le cose stanno andando in questo Paese, senza l'illusione di un futuro migliore ne' l'amarezza di aver perso l'occasione di un presente alternativo.
Uhm... in parte condivido anche questo sentimento, sai?

Pero' continuo a non capire:
dici "cavoli, Berlusconi mette l'Italia come uno zerbino ai piedi del papa".
Dici "cavoli, Berlusconi si mette a fare centrali nucleari"

Poi pero' dici che non esiste alcuna alternativa a queste posizioni, tanto che non sarebbe esistita alternativa nemmeno se avesse vinto il PD. Non capisco la logica, sinceramente.

Si tratta semplicemente di un lamento fine a se stesso? Tipo una crisi di pianto, impossibile da riportare su un blog?

luposelvatico ha detto...

Si, probabilmente:-)))
O l'ultimo post possibile prima di chiudere il blog...

dario ha detto...

Lupo... vederti sparire dalla blogosfera mi dispiacera' davvero tanto... mi mancherai, e spero che ritorni sulla decisione.
Questo dal punto di vista umano...

Pero' mi fa male anche vederti rinunciare alla Politica, quella con la P maiuscola, cioe' quella che cerca di cambiare il mondo, per adeguarti a quella che si limita a prendere atto di quanto il mondo sia una merda mostrando la faccia funambolicamente in bilico tra "posizioni 'civili' e buon senso"

Anonimo ha detto...

Perchè sparire dalla Blogsfera ? Ti ho incontrato da poco, scrivi cose interessanti, ti documenti, non sei mai banale. Fose perchè c'è un tempo per tutto e perchè non c'è tempo per tutto ??
Forse si. Mi dispiacerebbe se non dovessi più intervenire. Puoi prenderti delle pause, scrivere quando hai qualche ispirazione o qualche sfogo. Io ti leggerò.

Voglio postare questo, te lo ricordi ?

...non se ne sente il bisogno, eh?
Esistono blog su tutto e sul contrario di tutto, tenuti da persone che sanno scrivere benissimo e su argomenti che conoscono benissimo.
Perchè leggersi pure questo?
Beh, è una domanda a cui anch'io cercherò di dare una risposta, prima o poi.
Per il momento, benvenuti.

Angela ha detto...

grazie lupo per questo post...
mi sono documentata su Collevecchio, dovremmo decidere un weekend nel 2009...ma ci troveremo ancora nella blogosfera?...comprendo il bisogno di silenzio...qualunque scelta farai, andrà bene, ho imparato leggendoti ad avere stima della persona che c'è dietro...
angela

luposelvatico ha detto...

@max: me lo ricordo si...il primo post non si scorda mai:-)
Si, probabilmente è come dici tu: c'è un tempo per tutto, e non c'è tempo per tutto.
Forse questo è il tempo di leggere, più di scrivere. Di pensare, più che di comunicare. Il tempo di parlare spero tornerà presto.

@angela: io continuo a leggervi, e sono sempre raggiungibile mediante mail. Poi, ovviamente, sarà il caso che ci scambiamo qualche riferimento più tradizionale (indirizzi, numeri di telefono...): comunico pubblicamente che a me piace scrivere e ricevere lettere, è un modo di comunicare che amo usare soprattutto in fasi come queste (più riflessive, meno pubbliche).

Artemisia ha detto...

No, dai, Lupo, non fare scherzi! Dalle mie parti dicono: non fare i' bischero! Capisco lo scoglionamento, la sfiducia e anche la mancanza di idee (te lo dico perche' la provo anch'io). Io mi sento patetica (vedi ultimo post) e tu ti scoraggi. Eh no, eh!
Non puoi sparire nel bosco, caro Lupo! Concediti pure un periodo sabbatico, ma non sparire.
Nel caso, il tuo indirizzo mail e' quello citato nel tuo profilo?
Fammi sapere cosi' ti scrivo.

Ti volevo anche chiedere se conosci e se hai provato quel mercato di Torino che si chiama Eataly di cui ha parlato Report nella puntata sull'alimentazione.

A presto, mi raccomando. Un fare i'bischero!

luposelvatico ha detto...

@artemisia: Beh, come persona non sparisco di certo! A parte l'indirizzo di posta elettronica, ho poi un indirizzo fisico, svariati numeri di telefono...la blogosfera è solo una delle dimensioni in cui vivo (bella questa!:-)), o meglio in cui "debordo" quando tutte le altre mi stanno strette. In questo periodo invece sono in regressione, in difesa. Spero che passi in fretta.

Eataly è un luogo meraviglioso che han messo su al Lingotto, un "mercato" di cose buone e di eccellenza che è possibile anche mangiare in loco.
Io non me lo posso permettere comunque, ma mi sta bene che esista.:-)

Artemisia ha detto...

E allora deborda, dai!

Quello che mi dici su Eataly mi fa pensare ad un posto simile di cui ha parlato un altro amico blogger che sta a Londra:
Whole Food.
Anche lui ne sottolinea il costo eccessivo. Ho paura che l'etico-equosolidale-sostenibile sia allora davvero una cosa da radical chic. La massa e' condannata quindi all'hard discount, ahime'.

luposelvatico ha detto...

@arte: assolutamente vero! da quando son separato, pur disponendo di uno stipendio medio alto, tra assegno per i figli-affitto-rata dei mobili quel che mi resta mi confina ai limiti del la precarietà, e quando vado a far la spesa compro solo le cose essenziali per nutrirmi purchè siano in offerta, e la resistenza sulla qualità la faccio solo su alcuni piccoli piaceri...Quando la priorità è non andare in rosso tutti i santi mesi, Eataly, Carlo Petrini e i suoi presidi sono davvero un altro mondo:-)))

dario ha detto...

"Svariati" numeri di telefono?!?!?!?

Io invece penso che l'equosolidale sostenibile sia invece la soluzione.
C'e' il GAS dalle mie parti, ad esempio che ha prodotti sostenibili (tutti, e non solo quelli della sezione equosolidale dell'Esselunga), biologici (tutti, e non solo quelli della sezione agricoltura biologica dell'Esselunga), a prezzi paragonabili a quelli dell'Esselunga (ma non quelli delle sezioni speciali, intendo tutti gli altri!).
Non ha sprechi di sorta, perche' vende TUTTO quello che offre.

L'unica pecca e' che e' piuttosto difficile da gestire la spesa li'. Bisogna prenotare con due settimane d'anticipo (il che significa che se hai voglia di fragole e panna oggi devi averlo deciso quindici giorni fa), E' aperto solo una sera alla settimana e al sabato (sia per le prenotazioni sia per gli acquisti), e' situato in una zona dove sprechi piu' tempo a trovare parcheggio che a fare la spesa, e, cosa che mi fa piu' incazzare, sembra che lo spreco di imballaggi sia paragonabile a quello dell'Esselunga.
Questo secondo le notizie informali che ho avuto direttamente dall'organizzatore via mail. Domani e' il giorno designato all'esperimento: andro' a trovarli (dopo aver perso interi quarti d'ora a smadonnare girando a zonzo nella vana ricerca di un parcheggio in doppiafila per il mio SUV).

Ma il problema, come cercavo di dire ad Artemisia sul suo blog, e' che la soluzione non puo' essere questa.
Sarebbe questa se il GAS si proponesse come un sistema economico alternativo a livello globale, disposto a combattere contro il capitalismo consumista.
Cioe', se tutti noi decidessimo spontaneamente di adattarci a quel modello economico.
Mi spiego.

Parlavo di questo argomento con un amico, persona con cui e' divertente parlare.
"I GAS", gli dicevo, "consentono di tagliare i costi dei 'passaggi intermedi', cioe' quelli relativi alla commercializzazione, gli imballaggi, i trasporti, i tempi di latenza, gli sprechi di invenduto, consentendo quindi di offrire ad un prezzo competitivo prodotti biologici, equosolidali... etici"
Il mio amico ha agrottato la fronte, ha focalizzato lo sguardo sul riflesso della luce del bar nel suo boccale di birra, ed ha tenuto questa espressione per qualche minuto, mentre io osservavo il suo pensiero materializzarsi fisicamente sopra la sua testa, poi ha alzato lentamente lo sguardo penetrante puntandomelo negli occhi e mi ha detto, con ogni semplicita': "Gia', ma che ne facciamo di quei poveri cristi che vivono su quei 'passaggi intermedi', li licenziamo?".

Il punto e' che il GAS funziona solo se il modello sociale economico e' diverso.
In sostanza i 'passaggi intermedi' possono essere saltati solo se tutti decidiamo di essere un po' poveri (l'idea di licenziare solo quelli che vivono su quei passaggi intermedi e non accollarci la nostra parte pare un po' improponibile). Ma decidere di essere un po' piu' poveri, significa implicitamente decidere di alzare il prezzo dei prodotti venduti nei GAS.

E questo a me sta pure bene. Cioe', mi vesto con vestiti logori, vado in vacanza molto di meno, vado in giro in bici e la macchina la uso solo per andare in vacanza (cavoli, e questa e' un po' dura: da casa mia e' tutta una discesa per dieci chilometri... cioe' e' tutta una salita per tornarci!), Uso di meno il pc, la tv, e vado a letto al tramonto per usare poca corrente.
Ma a quanti altri questo puo' andar bene?

La realta' e' che io sto litigando, al lavoro, ormai da mesi, per un aumento di stipendio, e vengo ipocritamente qui a dirvi che sono disposto ad essere piu' povero. Certo, sono disposto ad essere piu' povero se cio' aiutasse ad un mondo migliore, ma il mio duro lavoro serve solo per arricchire l'azienda, aumentando il margine dei ricchi e diminuendo quello dei poveri (me compreso, che povero non sono, ma se continua cosi' lo saro' presto!). Ma finche' va cosi'... finche' il capo mi riduce il potere d'acquisto del mio salario e finche' io ci litigo perche' la ritengo cosa iniqua, il mondo continuera' a girare sui binari solidi del capitalismo consumista, io continuero' a fare la spesa all'Esselunga, e se invece andro' a fare la spesa al GAS sara' solo un vezzo radical chic, cioe' perfettamente integrato nel sistema, come il neo sul mento di una bella donna.

Ah! Sai la cosa che mi piace di piu' del tuo blog, Lupo? Che nessuno mi dice niente se pecco di prolissita'! :-)))))

ciao
dario

Artemisia ha detto...

E te invece te lo dico subito io, Dario!!! Non pensare di sfuggire alla rompiballe!
E tanto per rincarare la dose ti diro' che uno che va a fare la spesa ad un GAS con il SUV mi sembra una contraddizione in termini :-)
Scherzi, a parte. Concordo su varie cose:
1) la spesa dei GAS e' scomoda. Infatti io sono tentata da tempo ma non ho mai aderito perche' non me lo posso permettere in termini di tempo, non di soldi, per fortuna.
2) i GAS non cambieranno il mondo. Sono solo un'ennesima nicchia come tante altre. Chiamalo pure vezzo, se vuoi.
Per il resto: com'e' che c'hai 'sta fissa di riportare tutto ai massimi sistemi? Anche l'obiezione classica dei licenziamenti di chi vive sul non etico, ma prima di arrivare ai licenziamenti sai quanta strada c'e' da fare!
Per quanto riguarda il tuo aumento di stipendio: non e' che tu debba "voler esser povero", anzi, se guadagni di piu' ti puoi permettere di fare la spesa da Eataly, per esempio. Semplice, no?
Un bacione a tutti e due!

luposelvatico ha detto...

@dario: beh, si, "svariati": il cellulare aziendale, quello personale, il fisso di casa ed il fisso del lavoro.

Il tema della "povertà" (parliamo di povertà "relativa", non di quella reale): in questi ultimi sette mesi ho fatto scelte che implicavano obbligatoriamente un abbassamento consistente del mio tenore di vita (più che altro perchè una parte assai consistente del mio reddito - oltre la metà - è impegnata ora in spese che prima non avevo).
Mi ci sono adattato senza particolari problemi, anzi, ho riscoperto "ricchezze" di tipo ben diverso e ho scoperto che posso tranquillamente fare a meno di un sacco di cose.
Però è vero, l'impoverimento (volontario) ed il taglio dei miei consumi - addizionato a quello di molti altri che lo stanno facendo per scelta o per necessità - provoca in questo sistema l'impoverimento (involontario) di chi vive nei meandri del sistema e ricava il necessario anche dalle sue assurdità: e rendere più "poveri" gli altri, anche senza volerlo, è una conseguenza che non riesco a controllare.
E' paradossale, ma ogni scelta individuale di cambiamento e di "dissociazione" dal consumismo - rimanendo comunque nel contesto del mercato - oggi rischia di fatto di mettere maggiormente nei guai chi è già più debole.
L'indicazione è sempre quella: da soli non si va da nessuna parte.
E' necessaria dunque una nuova utopia che possa costituire una sufficiente massa critica, una utopia che possa affascinare chi non ne può più dei valori dominanti, chi è stanco di farsi tritare dall'ingranaggio spietato della quotidianità costruita sulle merci e non sull'uomo, chi ha bisogno di un sogno nuovo e solidale, chi non sopporta il mondo così com'è adesso.
Una utopia che riparta da quel che abbiamo dentro - depurato dalle sovrastrutture alienanti che ci hanno trasformato in macchine per il consumo- , che riparta dalle emozioni che si provano stando semplicemente insieme, dall'amore disinteressato, dall'amicizia, dal dono.
Questo, è quel che io vo cercando.:-)

dario ha detto...

:-) Arte, non ho capito quella della Rompiballe... se ti ho dato della rompiballe non solo non lo volevo, ma nemmeno me ne sono accorto. In ogni caso, per non saper ne' leggere ne' scrivere, mi scuso.

Per quanto riguarda il SUV, come avrai intuito, l'ho citato apposta per appoggiare la tua battuta (so che l'hai capito, perche' hai letto il post che ho dedicato a Rocco).

Io non so qual'e' il GAS che tu conosci, ma quello cui mi riferisco io e', come dici tu, scomodo per questo e quello, ma la questione di poterselo permettere e' fuori discussione, visto che i suoi prezzi sono piu' o meno equivalenti, se non inferiori, a quelli della grande distribuzione. Se vuoi ti posto il link e fai un confronto con la Coop che usi tu.
Il fatto che "di nicchia" sono, e secondo me rimarranno, dipende essenzialmente, oltre dai problemi pratici (scomodita' di parcheggio ecc...), che potrebbero essere risolti, dalla filosofia del consumo, che bene o male ce l'abbiamo inculcata tutti. Oh, non ti offendere, se vuoi ti escludo: tutti tranne Arte e Lupo. Io ce l'ho. Io ho il mio sogno a cui non riesco a fare a meno, di avere tanti soldi, per comprare una cascina nelle Marche, qualche attrezzo agricolo, diventare coltivatore, magari vigneron, magari produrre un vino tanto buono da essere apprezzato dall'elite, e quindi costoso, che se lo possono permettere solo gli industriali, quelli che vivono delle disparita' sociali.

No, nella solidarieta' dell'elemosina non ci credo. Certo, do' cinque euro all'anno per una adozione a distanza collettiva, e questo mi sistema per qualche ora la coscienza. Certo dare cinque euro l'anno per una adozione a distanza collettiva non si puo' dire che sia un male. E' meglio che non darli. Ma e' anche quello un palliativo. Se io do' cinque euro e' perche' ho cinque euro da dare, e se quel bambino si becca i miei cinque euro e' perche' se non se li beccasse morirebbe di fame. Quindi, perche' io possa dare i cinque euro c'e' bisogno di uno ricco (io) e di uno morto di fame (lui). Continuero' a dare 'sti cinque euro una volta all'anno perche' la disparita' sociale continuera' ad esserci. Ma sono io davvero disposto a rinunciare a quei cinque euro l'anno per eliminare questa ingiustizia? O, in altre parole, sono disposto ad accettare una riduzione di quella disparita' sociale in cambio di non avere quei cinque euro a disposizione da dare in elemosina?

Secondo me, Artemisia, il problema e' proprio che stiamo parlando di cose diverse, io e te. Colpa mia, visto che l'argomento, almeno sul tuo blog, lo decidi tu. Ma la discussione e' sofferta anche da me (e' sofferta perche' mi pare di non essere in grado di comunicare il mio pensiero, solo per questo ne'!)
E' per questo che riporto tutto ai massimi sistemi.

Il punto e' che si', possiamo dare una mano nel nostro piccolo. Ma la soluzione al sistema, quella basata sulla convivenza tra persone, e' data dall'organizzazione sociale. Insomma, se noi vogliamo risolvere il problema della fame nel mondo, non ci basta dare un centesimo per sfamare uno che sta morendo di fame. Dobbiamo cambiare il modello economico, il che ci fa diventare piu' poveri. Ma non piu' poveri perche' diamo una parte della nostra ricchezza, ma cronicamente piu' poveri. Cioe' che quella ricchezza non ce l'abbiamo proprio.
E' proprio su questo che dubito nella gente. Siamo disposti ad essere piu' poveri in questo senso? Ma tutti, pero', perche' altrimenti quelli che ne trarranno vantaggio non saranno quelli che ne hanno bisogno, ma quelli che non saranno disposti.
Il sistema vince perche' e' piu' forte, non perche' e' piu' giusto. Quindi bisogna dare forza al sistema piu' giusto perche' combatta con quello che e' gia' forte di per se'.

I GAS propongono un modello sociale ed economico alternativo, ed e' per questo che sono interessanti.
Perche' mai uno dovrebbe comprare un prodotto equosolidale piuttosto che uno tradizionale? Anche ammesso che abbiano lo stesso costo e la stessa qualita', perche' dovrei prendere quello equosolidale? Ovviamente perche' quel mio acquisto aiuta a risolvere il problema della schiavizzazione di chi l'ha prodotto, del rispetto dell'ambiente eccetera eccetera. Giusto?
Ma se io scoprissi che pur comprando quel prodotto equosolidale questi obiettivi non li raggiungo, allora che fare?

I GAS non sono li' a vendere una pillola che ci risolva i problemi di coscienza. Sono li' a proporre un modello economico diverso. Quello secondo cui noi diventiamo un po' piu' poveri per consentire agli altri di essere un po' piu' ricchi, il tutto nel rispetto dell'ambiente. E allora, la domanda pratica che ancora mi sto facendo e' questa: ma siamo davvero disposti a diventare un po' piu' poveri?

Il mio aumento di stipendio non ha niente a che vedere con questo metro di poverta'/ricchezza, perche' io sto chiedendo al mio datore di lavoro di fare in modo che la ricchezza prodotta dall'azienda sia un po' piu' equamente distribuita tra chi l'ha prodotta (e questo favorirebbe me e sfavorirebbe lui, ma non intaccherebbe minimamente la sorte del poveraccio che sta morendo di fame in Africa). Pero' bisogna anche considerare che cosa fa l'azienda per la quale lavoro: noi facciamo stampi per lo stampaggio di lamiere che servono per fare le carrozzerie delle automobili. I nostri clienti sono le case automobilistiche, i clienti delle case automobilistiche sono quelli che si comprano la macchina. In buona sostanza i soldi che prendo io li prendo perche' qualcuno si compra la macchina. E se la compra spendendo soldi in eccesso che si e' guadagnato grazie alle disparita' sociali. Se vivessimo in un mondo piu' equo, molta meno gente avrebbe soldi da investire in automobili, il che determinerebbe un impoverimento dell'azienda dove lavoro, ed in definitiva di me.
Ed ho citato la mia azienda a puro scopo di esempio, come la mia c'e' la quasi totalita' delle aziende per cui lavoriamo tutti noi Occidentali.
Ora, mi chiedo, come posso io aiutare il mondo a superare questo problema? Acquistando al GAS? Riciclando la spazzatura? dando cinque euro per l'adozione a distanza?

Ora, a scanso di equivoci, concludendo, vorrei sottolineare che non sto giudicando nessuno in particolare. Solo me stesso, in qualche modo, ed in generale il sistema sociopolitico in cui vivo.

dario ha detto...

Lupo, scusa, ho postato il mio commento prima di leggere il tuo.
Ecco, bravo, abbiamo bisogno di una ideologia (tu chiamala utopia, io sono affezionato a quest'altro termine cosi' obsoleto).
Il problema sai qual'e'? Che una ideologia gia' e' difficile di per se, ma questa ideologia e' ancora piu' difficile di quelle che ci sono state in passato, perche' dev'essere globale, e quindi superare le barriere culturali.
Gia' e' difficile per noi, tu ed io, metterci d'accordo, ma.... che cosa cacchio gli diciamo ai cinesi che sono stati poveri fino all'altro ieri e lo sono ancora e che dicono "be', ora e' arrivato il mio turno. Voglo anch'io fare i soldi, la bella vita, sporcare e schiacciare i miei africani". Cosa gli diciamo? E con che faccia?

luposelvatico ha detto...

E mica ho detto che è facile, Dario...:-))))))

Artemisia ha detto...

Di rompiballe me lo sono dato per me, don't worry!
Si', forse stiamo parlando di cose diverse. Io ci credo poco al cambiamento del sistema economico. Se ci sara' noi non faremo a tempo a vederlo.
Per me e' solo una questione di coscienza personale e stop.
Certo che anch'io sono soggetta alla "filosofia del consumo". Mi salvo perche' sono fondamentalmente tirchia :-))))
Ma il povero Lupo che voleva ritirarsi dalla blogsfera e per tutta risposta viene inondato dai nostri commenti?

luposelvatico ha detto...

Ah, ragazzi, fate pure, non vi preoccupate: lo spazio c'è, usatelo pure:-))))

dario ha detto...

Mah... forse quel che mi manca e' proprio quello che dice Lupo, cioe' una ideologia (o chiamiamola utopia) che proponga una linea di condotta che, se perseguita, ci allontani dall'autodistruzione e ricostruisca un mondo piu' giusto. Insomma, un po' come quella dei no-global o new-global che dir si voglia, se non fosse che quelli l'hanno fatta un po' troppo semplice (e quindi contraddittoria in alcune sue parti).

Ecco... secondo me questi scenari non sono molto remoti... riguarderanno, se non questa generazione, la prossima. E questo non mi lascia molto tranquillo...

viviana ha detto...

oddìo, ma quanta carne al fuoco avete messo in questo post!
Vedi, lupo: non fai in tempo a tornare che ravvivi il clima e scateni la discussione ^__^
...e di ultimo post non voglio neppure sentir parlare!
Sono fuori tempo massimo per qualche commentino? No, vero?
Che un ipotetico governo Veltroni avrebbe lasciato MOLTO a desiderare lo penso anch'io, come Dario. Penso però anche che cosa fatta capo ha e che non ha senso adesso discutere se sarebbe stato uguale/meglio/molto meglio/appena più decente etc etc.
Penso che niente sarebbe più gradito a questo centrodestra (che governa, decide e fa) del vedere le voci critiche impegnate a discutere tra loro su quanto sarebbe stato brutto un governo Veltroni.

Ho letto con interessa la discussione sui GAS e più in generale sull'etico-equo-solidale. Vero che molte di queste cose sono fuori dalla portata di tanti per i costi, come se è per questo le macchine più inquinanti sono quelle dei più spiantati, ché buona grazia se ce la fanno a mantenere una vecchia utilitaria; non ci voglio neppure pensare a quanto inquinava la vecchia stufa che riscaldava il monolocale dove vivevo fino all'anno scorso, ma tanti non se lo possono permettere il riscaldamento in casa (per esempio tanti studenti fuori sede), etc etc.
Ma soprattutto rifletto sull'osservazione di Artemisia: non è un fatto secondario non potersi permettere i GAS per pura mancanza di tempo. Il tempo è oggi un bene quasi altrettanto prezioso del reddito, e quasi altrettanto scarso nelle vite di chi è più in difficoltà: chi ha stipendi bassi si ammazza di straordinari (a volte non solo in senso figurato: vedi Thyssen), chi è precario non può permettersi di dire no ad orari pazzeschi, chi non può permettersi una macchina dilapida il tempo in infiniti e difficoltosi spostamenti etc etc
Anche per il tempo c'è una aristocrazia, un 'ceto abbiente'.

ah, a proposito: bentornato. un abbraccio.

dario ha detto...

Viviana, sono piu' o meno d'accordo con te su molte cose, ma una cosa non riesco proprio a capirla, cioe' perche' non bisogna criticare Veltroni.

Voglio dire, prendiamo il nucleare, per esempio. Mi pare che Veltroni abbia sostanzialmente detto si' al nucleare, in campagna elettorale. Ora, Berlusconi spinge per il si' al nucleare.
Poniamo il caso che io sia contrario al nucleare. Cosa dovrei dire? Che Berlusconi e' uno stronzo? Vabbe', che Berlusconi e' uno stronzo e' vero e sacrosanto, ma che senso ha dirlo riguardo a questo argomento per il quale l'alternativa scelta da chi ha votato PD non c'era?
Secondo me, visto che Veltroni e' per il nucleare, Berlusconi fa il suo gioco, e quindi implicitamente fa il gioco di chi ha votato Veltroni. Dove sbaglio?

viviana ha detto...

@dario
perché non bisogna criticare Veltroni. inutilità?
scusa, scherzo :-))
no, non intedevo questo: quello che volevo dire è che credo che non bisogni soffermarsi su 'cosa avrebbero fatto loro se vincevano', scusa se la taglio un po' con l'accetta. Poi andare giù duro su come (non) fanno opposizione, quella è un'altra storia...

dario ha detto...

Viviana.
Ci sono due motivi sensati, su questo blog, per criticare Veltroni, ponendosi entrambe le questioni (cioe' 1. che cosa avrebbe fatto se avesse vinto, e 2. che modo strambo per fare opposizione).
Il primo motivo e' sostanzialmente di orgoglio personale, un po' come un infantile "te l'avevo detto!!!" (ma scavando un po' sotto non e' solo questo, si tratta di dialogo politico tra due ideologie di sinistra contrapposte). Cioe', 'sta discussione tra Lupo e me riguardo al senso della sinistra e al fatto che Veltroni si e' indebitamente appropriato di buona parte dell'elettorato di sinistra ("indebitamente" perche' di fatto il PD non e' uno schieramento di sinistra), va avanti da ben prima delle elezioni. Lupo, convinto sostenitore del nuovo corso di Veltroni (almeno allora), si proponeva come alternativa concreta (anche se poco di sinistra) alla pericolosa avanzata di Berlusconi. Ora, io penso che l'alternativa ha senso solo se dice qualcosa di diverso da cio' di cui e' alternativa. O meglio, l'alternativa ha senso solo se dice qualcosa di diverso da cio' di cui e' alternativa. Ho detto due volte, contrapponendole, la stessa cosa? Appunto!
Il secondo motivo e' che, visto che il PD ha cacciato a calcinculo la sinistra fuori dal Parlamento (okay, e' una sintesi, ma in soldoni e' quel che e' successo), ed essendo che gli interlocutori attivi (attivi nel senso che stanno almeno in parlamento) non possono essere ovviamente i fascisti alla maggioranza, l'unica speranza per rimettere un po' di sinistra in Parlamento che abbiamo e' interloquire con il molle Veltroni. Se dobbiamo aspettare un quinquennio (sempre che Berlusconi non ripristini le leggi marziali) per ricostituire uno schieramento di sinistra, nel frattempo potremmo cercare di convincere i parlamentari non fascisti a dire qualcosa di sinistra. Cioe', se Veltroni si intestardisce a fare il filo a Berlusconi non cambiera' niente, ma se decidesse per caso di rivolgersi al popolo italiano di sinistra forse avremmo la possibilita' di dirgli che, ad esempio, il nucleare noi non lo vogliamo. E cio', visto che c'e' stato un apposito referendum che l'ha deciso, non e' che mi pare cosi' radicalmente di sinistra, quanto piuttosto giusto un po' democratico.

Santo cielo, quello che dice cose piu' di sinistra oggi e' Di Pietro. Non e' questo un paradosso?

Artemisia ha detto...

L'Italia fa a scatafascio e qui siamo ancora a "e' tutta colpa di Veltroni!"?
Pensi davvero che con 4 o 5 bischeri in parlamento etichettati Sinistra Arcobaleno le cose andrebbero diversamente? Pensi davvero che le cose che ti sembrano "piu' di sinistra" che dice Di Pietro quelli della Sinistra Arcobaleno le avrebbero condivise?
Mah! Sara' che stamani ho un gran sonno e vedo tutto nero...

dario ha detto...

Sara' che mi fa male un dente, ma anche io oggi sono un po' sul nervosetto...

Artemi'... ma tu ancora pensi che io avrei voluto quattro o cinque bischeri sinistri acrobaleni in parlamento?

Piuttosto, l'italia va a scatafascio e tu, che mi sembri sempre cosi' concreta (molto piu' di me, sicuramente!), che cosa proponi?

Artemisia ha detto...

E lo so, Dario, il punto debole e' proprio li', sul "che fare?" di leniniana memoria!
Di sicuro non perdere tempo cercando di capire le differenze tra la mozione "Rifondazione comunista in movimento" e quella del "Manifesto per la rifondazione" :-)
Magari, cercare di dormire un po' di piu' la notte :-)
Auguri, per il tuo dente!

dario ha detto...

Non ho capito, Artemisia, se le differenze tra questo e quello me le citi perche' sei tu a crucciartene o perche' pensi che stia crucciandomene io. Oppure pensi che sia qualcun altro a farlo ed il discorso non e' rivolto a me.

Artemisia, io una proposta concreta l'ho fatta. Concreta si', anche se non so bene come realizzarla. Cioe' fare in modo che quelli che ci sono gia' in parlamento, anche se non li ho votati io, si dedichino a dire qualcosa di democratico se non proprio di sinistra, come propone anche Lupo, mi pare.
Ma per fare questo bisogna innanzitutto che noi, popolo della sinistra, in particolare quelli che da sinistra hanno votato per Veltroni, che in effetti Veltroni non sta facendo affatto quello che noi vorremmo che lui facesse, cioe' ferma opposizione alle minchiate di Berlusconi. Ecco, questo secondo me dovremmo fare.

E invece no. Fino a l'altro ieri, mi pare, sia Lupo che tu mi criticavate accampando qualcosa come "ma tu, che non l'hai nemmeno votato, a Veltroni, che cavolo vuoi?"

dario ha detto...

"AMMETTANO che in effetti...", volevo dire.

luposelvatico ha detto...

Ahò, che stamo a ffà, regà, litigamo?:-))))
Questo è il mio blog, vi ricordo, e qui non si pratica il gioco furbino di chi più a sinistra, non me ne frega un accidente.
Forse l'ho detto un milione di volte che ho votato Veltroni perchè era il meglio che c'era sul mercato delle proposte: non sono in grado di fare un partito che mi rappresenti, sono ancora troppo dissociato per tentare di mettere insieme in una proposta presentabile che riesca a mediare in modo coerente quel che sento ed il modo in cui vivo.:-)

Scusate, ma proprio per questo motivo io non mi metto lì a fare processi ai leader della sinistra: se quel che si è espresso era il meglio possibile, tra quello abbiamo scelto. Sappiamo fare di meglio, noi sapientoni? Facciamoci avanti. Anzi, fatevi, io non sono in grado.Non ho nè tempo nè capacità per elaborare proposte globali: posso solo dare una mano a chi lo fa, mettendoci pezzetti della mia esperienza, ma non posso dire che chi lo fa ha sbagliato tutto. Ecco, che il popolo sia rimbambito lo posso dire eccome: si vede da quel che fa. Ma Veltroni, Bertinotti, e tutti gli altri Kittammuerte della Sinistra Pallida o Arcobalengo sono persone, non miti, ed io - da vecchio anarchico quale mi ostino, nell'intimo, a considerarmi - il mito del leader, scusate, non ce l'ho mai avuto.
Quindi, Dariuzzo bello, tutta sta acredine sul Walter un po' mi annoia, alla lunga: quello c'è, oggi, con Di Pietro; tutto il resto è altrove, da riorganizzare e costruire. Mica sei obbligato a scassarti tutti i giorni i cabasisi ascoltando quel che dice Veltroni, fai altro! Io nel PD ci sono, con umiltà, e ci resto perchè credo nei tempi lunghi, nel fatto che le sconfitte ci stanno tutte (io ho quasi sempre perso, nella vita), nel fatto che una decennale esperienza di sindacalista mi ha fatto capire che puoi urlare tutti gli slogan del mondo, ma poi alla fine ti devi sedere ad un tavolo con chi rappresenta interessi divergenti e praticare l'immonda arte del possibile, perchè sti quattro soldi e sti quattro diritti li tiri fuori così, con la fatica ed il sangue (metaforico, ovviamente).
(PS la leggenda vuole che il Bertinotti sindacalista non abbia mai firmato un accordo in vita sua: ecco, se fosse verità non mi stupirebbe granchè; ma un sindacalista che non firma mai accordi a che serve?)

Giusto per infilarmi in un nuovo ginepraio, dico due cose sul nucleare. Farsi scudo con il referendum di VENTIDUE anni fa mi sembra un po' pochino, anche se penso con orgoglio a tutte le notti perse davanti ai cancelli della centrale di Trino (quella nuova, che poi divenne una turbogas) ed alle botte prese davanti al Consiglio Regionale nel gelo del 4 gennaio 1985 quando decisero la localizzazione (a Trino, appunto) della nuova centrale nucleare da 2000MW (poi vennero Chernobyl e il referendum, e tutto finì da sè).

Ma lo sai bene che nucleare si/nucleare no è un tema da affrontare con cautela e cognizione di causa. Nucleare no lo puoi dire solo se cambi radicalmente il modello di sviluppo, e la pianti di consumare sempre più energia. Se no,significa fare gli struzzi, perchè continuiamo ad avere centrali a gas che consumano fossili ed hanno impatto sul territorio con le polveri sottili.
Ma se siamo perdenti sull'idea che l'unica vera soluzione è consumare meno, molto meno di oggi qualsiasi risorsa non rinnovabile, e questo il popolo bue non lo sente e non lo capisce e non ti seguirà mai su questa strada, allora sul nucleare dovremo ragionare, imporre condizioni, proporre impianti di quarta generazione, ragionare su tempi lunghi - e senza rivoluzioni all'orizzonte.
Pragmaticamente. E' meglio tentare di condizionarla, la realtà, che limitarsi a strepitare fuori di essa, urlando che non la si accetterà mai (tanto quella va avanti lo stesso, fregandosene se ci sei o no..."La realtà è un uccello che non ha memoria, devi immaginare da che parte va", diceva il buon Gaber riferendosi alla nostra incapacità di accettarla e sporcarcisi le mani.
Si può costruire l'utopia, e continuare a vivere, e salvare il salvabile in attesa di tempi migliori: le due cose non sono in contraddizione, io credo. Tanto, in questo momento, non abbiamo idee ed energie nè per l'una cosa nè per l'altra, mi pare:-))))))
Un abbraccio a tutti voi!
@dario: anche se a volte mi fai un po' soffrire e mi stanchi da morire sono contento che ci sei:-)
@angela, artemisia, viviana, stefi:
le vostre parole sono un balsamo per il cuore in questi tempi cupi. Smack.

Artemisia ha detto...

1) mai detto ne' scritto che chi non ha votato Veltroni non possa criticarlo!
2) l'opposizione del PD (basta con queste personalizzazioni!) fa cagare anche a me (anche se, a dir la verita', non e' che me l'aspettassi tanto diversa) tant'e' che ci fossero ora le elezioni voterei sicuramente Italia dei Valori.
3) mi sembra ottima la tua proposta di spunzecchiare costantemente l'attuale opposizione. Io ci sto. Come si fa? Ci sono petizioni da firmare? Forum? Siti? Blog? Bandiere da mettere alla finestra? Qualsiasi cosa. Fammi sapere!

Artemisia ha detto...

Bella 'sta sparata di Lupo.
Un bacio anche a te!

dario ha detto...

Niente affatto. Di risposte non ne ho, ma e' quello che mi aspetterei da chi come me ha idee di sinistra. Non che si rimettano tutti nelle mani di Veltroni, come mi sembra che stiano facendo. Questo volevo dire, e l'ho detto. Punto.

Evidentemente non e' questo blog il posto dove venire a dire queste cose. "Io sono contrario al nucleare, ma visto che e' troppo difficile trovare una alternativa allora, be', parliamone" non e' quello che voglio sentir dire. Preferisco la mia utopia irrealizzabile che accettare passivamente il potere costituito che fa i propri interessi mascherandoli di progresso (o di tirare-a-campare).
Sul nucleare, mi spiace, Lupo, ma non si puo' proprio parlarne. E' piu' sporco del combustibile fossile, sembrerebbe meno efficiente, improponibile in un territorio come quello italiano, piu' pericoloso... e questo sono certo che lo sai meglio di me, essendo piu' addentro di me nella vita politica attiva, da tutti i punti di vista (in senso positivo). Non mi puoi paragonare il nucleare al combustibile fossile, e francamente stai trascurando le fonti rinnovabili, di cui io da anni sento parlare. E poi, nessuno si sta facendo scudo con il referendum di VENTIDUE anni fa. E' che quel piccolo ostacolo dovrebbe almeno far considerare una rivalutazione popolare del problema. Oppure diciamo vabe', altri tempi, la democrazia, in questi ventidue anni e' morta, non piangiamo sul latte versato!

No, io non capisco piu' il tuo punto di vista Lupo. E' troppo diverso dal mio.

Se io fossi uno che si interessa di calcio cambierei discorso, ma nemmeno di quello ci capisco niente!

luposelvatico ha detto...

Non è che non lo capisci, Dario, il mio punto di vista: non lo condividi, il che è diverso e naturale.

E pensa che probabilmente, se tracciassimo una mappa bidimensionale delle "contiguità morali" e delle affinità degli italiani, noi non risulteremmo neppure troppo distanti nello spazio:-).

E' una tragedia? No, è la realtà. Che possiamo farci? Nulla. Continuare a parlarci, nonostante tutto. Perchè confrontare i reciproci punti di vista, incessantemente, ci cambia, ci migliora. Ci avvicina, anche se non sembra. Ci permette di andare da qualche parte insieme, anche se magari guardiamo e vediamo direzioni e paesaggi diversi, perchè abbiamo anime ed occhi diversi.
Dai, su, non ci credo che molli così la discussione:-) mica è da te!

Poi, neppure io provo interesse per il calcio: ho smesso qualche anno dopo che il Toro ha vinto l'ultimo scudetto, quindi qualche era geologica fa.:-)