mercoledì, novembre 16, 2005

TAV

Cinquantamila, tanti e pacifici, a dire no alla TAV.
Anche in questo caso, tutto quello che leggo in questi giorni non mi risulta convincente.
Amianto e uranio: per l'Università di Siena sono un pericolo reale, per l'ARPA Piemonte no.
Passaggio delle merci da gomma a rotaia: i NOTAV citano uno studio della Commissione Interministeriale che indica in un misero 1% la quota di merci che scenderanno dai TIR per "salire" sulla nuova linea, mentre i PROTAV "di sinistra" dicono che è assurdo rifiutare una concreta opportunità di trasferire le merci su rotaia.
Comunque, capisco benissimo l'opposizione di chi si vedrà piazzare megacantieri sul territorio per 15 anni senza ricavarne nessun beneficio particolare.
Tutte le volte che esco di casa e scendo dalle colline, vedo lo scempio della linea TAV Torino- Novara. Per far risparmiare dieci minuti a poche decine di migliaia di passeggeri l'anno, si è pesantemente inciso sul territorio in cui vivono centinaia di migliaia di persone. Un muro altissimo ha cancellato la vista dell'orizzonte, dalla pianura. Terrificanti svincoli appaiono d'improvviso in mezzo alla campagna. Un inutile orrore. Disgustoso. E fondamentalmente inutile per quasi tutti.

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