giovedì, marzo 11, 2010

Ditegli sempre di sì

Impossibile il definitivo ritorno dalla follia, soprattutto se si viene a contatto con un attore da strapazzo che fa della parola uno strumento di scardinamento continuo della realtà.
Il ragionamento non fila più liscio, l'irritazione per l'illogicità e le concessioni poetiche portano ad un immenso mal di testa, e di nuovo sembra di non poter più stare tranquilli, soprattutto se l'attore strepita e urla come colui che al manicomio non ti lasciava dormire...
Fedelissima al testo eduardiano, salvo l'italianizzazione e alcuni piccoli dettagli, questa rappresentazione di "Ditegli sempre di sì" fa del buon Michele un personaggio che ci piace, perchè tenta disperatamente con la sua logica di matto di riordinare la follia dei sani: e non capisce le ipotesi, le metafore. Ha bisogno di chiarezza, tant'è che verrebbe voglia di mandarlo alle conferenze stampa di Berlusconi per sentirlo esclamare: "avete fatto casino, è o' vè? se le parole per le cose ci sono, usiamole! usiamole!"...
Geppy Gleijeses, dopo "Io, l'erede", si conferma grande interprete eduardiano; ottime spalle gli altri attori della compagnia. Impressionante la somiglianza del figlio Lorenzo, il cui essere perennemente sopra le righe è eccessivo rispetto al personaggio e lo rende troppo caricaturale.

Al Teatro Carignano, fino al 14 marzo 2010

2 commenti:

marina ha detto...

quello a sinistra sembra Blair! si è dato al teatro?
marina

Luposelvatico ha detto...

:-))