Credo che quel che è accaduto venerdì notte (l'emanazione da parte del governo e la firma da parte del Presidente della Repubblica del cosiddetto decreto salvaliste) renda definitivamente questa democrazia qualcosa di molto diverso da quella disegnata dalla Costituzione.
La trasformazione è avvenuta e continua ad avvenire sotto i nostri occhi, e la rapidità degli eventi ci sconcerta e ci lascia (drammaticamente) annichiliti.
Dopo il pasticcio delle liste accaduto la scorsa settimana, ognuno di noi si è rassicurato dicendo "ma dai, mica avranno il coraggio di...".
Temevamo, si, paventavamo, ma non potevamo immaginare che avessero il coraggio di farlo davvero.
Eppure, quando solo dieci giorni fa esplose lo scandalo Bertolaso, e il "sistema" parve vacillare sotto l'effetto di un eccesso di fango che avrebbe potuto mettere a repentaglio il risultato elettorale, mi dissi che da lì alle elezioni sarebbe accaduto qualcosa di brutto e di cruento: uno scandalo montato ad arte contro l'opposizione, o peggio ancora una strage.
Un evento abbastanza clamoroso, insomma, da spostare di nuovo l'attenzione dagli scandali: una nuova, potente arma di distrazione di massa.
Non so se questo casino sulle liste sia stato costruito ad arte: penso di no, ma sono letteralmente ammirato dal modo in cui costoro sono riusciti, in pochi giorni, a passare rapidamente dal ruolo di incapaci, deficienti, maneggioni, a quello di vittime, ed ora - alla faccia degli ingenui come me che pensavano dovessero chiedere scusa - a quello di difensori della democrazia e del fare a fronte di avversari "sleali" e che "insultano".
E ha funzionato: gli scandali della Protezione Civile, la figura di Bertolaso sono già scomparsi in secondo, terzo piano, nonostante le indagini rivelino ogni giorno di più la vastità dell'infezione.
E' facile, direte voi, quando si possiedono quasi tutti i mezzi di comunicazione che contano, e soprattutto che sono la principale ed unica fonte di informazione per il 70% di un popolino rintronato.
Lo dimostra il fatto che, dopo il decreto, anzichè tacere sobriamente per festeggiare il fatto di averla scampata bella, hanno iniziato un nuovo attacco violento e spietato contro l'opposizione.
Gli altri poteri costituzionali - Parlamento e Magistratura - sono attaccati anch'essi senza pietà con l'intento di svuotarli o distruggerli; anche l'arbitro - il Presidente della Repubblica - è messo sotto scacco, come dimostra la lettera pubblicata sul sito del Quirinale: a leggerla con attenzione fa venire i brividi, si può leggere come "non potevo fare altrimenti, perchè questi sono davvero pericolosi".
Peraltro l'aggettivo corretto del decreto emesso la scorsa notte non è "interpretativo", ma "intimidatorio": provate ad interpretare la legge in modo diverso da come la intende il Governo, e vedrete cosa vi capita.
Ormai credo non ci sia più bisogno di ulteriori dimostrazioni: questi, il potere, non lo lasceranno mai più per via "democratica".
Potete immaginare cosa accadrà nel caso in cui perdano le elezioni: ovvero, che non riescano a conquistare la maggioranza delle Regioni. Oggi, la conferenza Stato-Regioni rimane l'unico baluardo contro le imposizioni "centraliste", visto che la maggioranza delle regioni è di centrosinistra.
La "riforma" della scuola, il delirio edificatorio dei piani casa, le scelte energetiche, oggi vengono almeno in parte arginate - negli effetti e nelle intenzioni - dalla autonomia delle regioni "non allineate" al potere centrale: cosa che per questi è intollerabile.
Andare a votare e conservare la maggioranza delle regioni con una guida di centrosinistra, in questo momento, conservando per tempi migliori i mal di stomaco e digerendo anche alleanze poco simpatiche, è cosa indispensabile.
Ma non stupiamoci se, nel caso questo avvenisse, assisteremo ad un nuovo attacco contro tutto e tutti: inizieranno a contestare i risultati, ventileranno l'ipotesi di brogli ed irregolarità, renderanno "normali" interventi ad hoc del Ministro dell'Interno, decreteranno altre cose assai bizzarre da un punto di vista costituzionale...qualcuno di noi può pensare che, se perdono le elezioni, questo non avverrà? Devono ancora dimostrarci qualcosa, da questo punto di vista?
Ed allora, alla fine di questo ragionamento, forse vi sembrerà meno peregrina la domanda posta a titolo del post.
Quando arriverà il redde rationem (questione di mesi?), da che parte staranno le forze armate?
UPDATE: vedo con estrema preoccupazione il fatto che la mia analisi sia di fatto condivisa dal Presidente Ciampi, ma soprattutto ormai esplicitata con sfrontata franchezza dai nostri nemici.
La situazione è gravida di conseguenze assai pericolose.
UPDATE 2 (AVER LA FACCIA COME IL CULO!):
La trasformazione è avvenuta e continua ad avvenire sotto i nostri occhi, e la rapidità degli eventi ci sconcerta e ci lascia (drammaticamente) annichiliti.
Dopo il pasticcio delle liste accaduto la scorsa settimana, ognuno di noi si è rassicurato dicendo "ma dai, mica avranno il coraggio di...".
Temevamo, si, paventavamo, ma non potevamo immaginare che avessero il coraggio di farlo davvero.
Eppure, quando solo dieci giorni fa esplose lo scandalo Bertolaso, e il "sistema" parve vacillare sotto l'effetto di un eccesso di fango che avrebbe potuto mettere a repentaglio il risultato elettorale, mi dissi che da lì alle elezioni sarebbe accaduto qualcosa di brutto e di cruento: uno scandalo montato ad arte contro l'opposizione, o peggio ancora una strage.
Un evento abbastanza clamoroso, insomma, da spostare di nuovo l'attenzione dagli scandali: una nuova, potente arma di distrazione di massa.
Non so se questo casino sulle liste sia stato costruito ad arte: penso di no, ma sono letteralmente ammirato dal modo in cui costoro sono riusciti, in pochi giorni, a passare rapidamente dal ruolo di incapaci, deficienti, maneggioni, a quello di vittime, ed ora - alla faccia degli ingenui come me che pensavano dovessero chiedere scusa - a quello di difensori della democrazia e del fare a fronte di avversari "sleali" e che "insultano".
E ha funzionato: gli scandali della Protezione Civile, la figura di Bertolaso sono già scomparsi in secondo, terzo piano, nonostante le indagini rivelino ogni giorno di più la vastità dell'infezione.
E' facile, direte voi, quando si possiedono quasi tutti i mezzi di comunicazione che contano, e soprattutto che sono la principale ed unica fonte di informazione per il 70% di un popolino rintronato.
Però ormai è evidente che c'è un'altra cosa che dobbiamo capire: quella che adottano loro è, di fatto, una strategia militare. Sono in guerra contro di noi (intendo, il resto del paese).
E la nostra convinzione di poter combattere lealmente richiedendo il "rispetto delle regole" è ormai assai peregrina: in guerra, le regole sono invocate solo da chi è sconfitto.
E la nostra convinzione di poter combattere lealmente richiedendo il "rispetto delle regole" è ormai assai peregrina: in guerra, le regole sono invocate solo da chi è sconfitto.
Lo dimostra il fatto che, dopo il decreto, anzichè tacere sobriamente per festeggiare il fatto di averla scampata bella, hanno iniziato un nuovo attacco violento e spietato contro l'opposizione.
Gli altri poteri costituzionali - Parlamento e Magistratura - sono attaccati anch'essi senza pietà con l'intento di svuotarli o distruggerli; anche l'arbitro - il Presidente della Repubblica - è messo sotto scacco, come dimostra la lettera pubblicata sul sito del Quirinale: a leggerla con attenzione fa venire i brividi, si può leggere come "non potevo fare altrimenti, perchè questi sono davvero pericolosi".
Peraltro l'aggettivo corretto del decreto emesso la scorsa notte non è "interpretativo", ma "intimidatorio": provate ad interpretare la legge in modo diverso da come la intende il Governo, e vedrete cosa vi capita.
Ormai credo non ci sia più bisogno di ulteriori dimostrazioni: questi, il potere, non lo lasceranno mai più per via "democratica".
Potete immaginare cosa accadrà nel caso in cui perdano le elezioni: ovvero, che non riescano a conquistare la maggioranza delle Regioni. Oggi, la conferenza Stato-Regioni rimane l'unico baluardo contro le imposizioni "centraliste", visto che la maggioranza delle regioni è di centrosinistra.
La "riforma" della scuola, il delirio edificatorio dei piani casa, le scelte energetiche, oggi vengono almeno in parte arginate - negli effetti e nelle intenzioni - dalla autonomia delle regioni "non allineate" al potere centrale: cosa che per questi è intollerabile.
Andare a votare e conservare la maggioranza delle regioni con una guida di centrosinistra, in questo momento, conservando per tempi migliori i mal di stomaco e digerendo anche alleanze poco simpatiche, è cosa indispensabile.
Ma non stupiamoci se, nel caso questo avvenisse, assisteremo ad un nuovo attacco contro tutto e tutti: inizieranno a contestare i risultati, ventileranno l'ipotesi di brogli ed irregolarità, renderanno "normali" interventi ad hoc del Ministro dell'Interno, decreteranno altre cose assai bizzarre da un punto di vista costituzionale...qualcuno di noi può pensare che, se perdono le elezioni, questo non avverrà? Devono ancora dimostrarci qualcosa, da questo punto di vista?
Ed allora, alla fine di questo ragionamento, forse vi sembrerà meno peregrina la domanda posta a titolo del post.
Quando arriverà il redde rationem (questione di mesi?), da che parte staranno le forze armate?
UPDATE: vedo con estrema preoccupazione il fatto che la mia analisi sia di fatto condivisa dal Presidente Ciampi, ma soprattutto ormai esplicitata con sfrontata franchezza dai nostri nemici.
La situazione è gravida di conseguenze assai pericolose.
UPDATE 2 (AVER LA FACCIA COME IL CULO!):
"Smettetela di mettere in scena l'ennesimo massacro delle istituzioni, della democrazia, della Costituzione. Non vi accorgete che in questo modo state davvero martoriando questo povero Paese?". E' quanto scrive in una nota il coordinatore nazionale del Pdl, Sandro Bondi rivolto all'opposizione.
17 commenti:
Caro Lupo,
la tua è un'analisi fredda e lucida, ma anche terrificante. I fatti e gli aspetti che inanelli uno di seguito all'altro sono a dir poco inquietanti e assolutamente condivisibili.
Leggo e rileggo quello che scrivi cercando un punto debole ma purtroppo non sono ancora riuscito a trovarlo. Sarà veramente necessaria una resa dei conti? Dovremmo tornare, come fecero 60 anni fa i nostri genitori, sui monti per una nuova resistenza?
Queste domande le ho spesso fatte solo a titolo provocatorio ma adesso, anche alla luce di quello che scrivi, assumono una concretezza che mi angoscia.
Un abbraccio
Sandro
Concordo, la situazione è sempre più grave.
Sabato vado alla manifestazione ma questo non stempera la mia preoccupazione crescente...
L'inesorabile procedere degli eventi di questi ultimi tempi mi ha fatto capire come mai, un'ottantina d'anni fa, non furono fermate le leggi autoritarie e quelle razziali. Le facevano e basta, come oggi.
Finchè c'è ancora gente che pensa con il proprio cervello va ancora bene. E' certo che vi è una strategia dietro la comunicazione, dietro le notizie manipolate ad arte e dietro la realtà anch'essa manipolata ad arte. Però siamo qui a dircelo e insieme lo diciamo e lo raccontiamo dove viaviamo, sui posti di lavoro. E nessuno può zittire l'informazione libera.
... A prescindere da tutto speriamo ed incrocio le dita che le regionali vadano bene. Per adesso i sondaggi, per quello che contano, dicono che il casino delle liste è stato deleterio per il centro destra. Speriamo bene e non perdiamo di vista la realtà. Purtroppo sarà pure popolato da politici o presunti tali, ma è l'unico paese che abbiamo.
l'ultima dichiarazione del caimano: "è un sopruso violento. Andiamo in piazza."
marina, sempre più preoccupata
povero culo di questa gente: hanno il culo come la faccia
marina
Già, le loro dichiarazioni sono sempre più aggressive."Alzare il livello dello scontro". "Creare dieci giorni di inferno". L'unica cosa che mi dà speranza è che il popolino gretto, vigliacco, tristo che chiamano a raccolta non mi sembra capace di atti di eroismo, nemmeno in negativo. Può essere che, chiamati alla guerra, disertino ignominiosamente come già fanno di fronte alla vita.
Saranno quattro gatti, ma la tv dirà "milioni di italiani scendono in piazza per difendere il diritto di voto"...uno sparuto gruppetto di fascisti impugnerà la bandiera rossa e farà casino e la tv dirà "facinorosi di sinistra tentano di impedire il libero svolgersi della manifestazione di piazza!", e li si sperticheranno con sdegno perchè ancora una volta il male tenta di prendere il sopravvento sul partito dell'Amore e quei pochi che pensavano di togliergli il voto glielo ridaranno più convinti di prima. E' la trama del reality "Italietta", in replica ormai da anni, ma al quale gli italiani sono tristemente affezionati...oserei dire "devoti".
P.S. In previsione di un astensionismo massiccio, si dice si stia già preparando la proposta di abbassare l'età del voto a 16 anni... stiamo in guardia!
Ho paura, Lupo.
Anch'io, Arte.
"...hanno iniziato un nuovo attacco violento e spietato contro l'opposizione... Gli altri poteri costituzionali - Parlamento e Magistratura - sono attaccati anch'essi senza pietà..."
Ho letto più di una volta il tuo post, che mi ha toccato dalla prima volta. Fa bene leggerlo: provoca serietà, attenzione a ciò che accade e ricerca in se stessi. In me, silenzio, anche.
Ho riportato un paio di tuoi passaggi che mi hanno stupito: per le parole "spietato" e "senza pietà". Le considero residui indicativi di una emotività comprensibile, auspicabile anche, ma che tuttavia deve essere tenuta a bada, a misura, o può interferire nella visione della realtà e nel confronto pratico, diventando illusione, apertura di debolezza, ingenuità, incapacità di tendere alla vittoria nella competizione e, dopo, incapacità di mantenimento del governo delle cose.
Sta nella nostra storia recente, nella seconda metà del secolo scorso, la grande menzogna del maggior partito comunista europeo, il nostro, italiano, PCI.
Milioni di voti - energie psichiche e pratiche difficilmente calcolabili - colpevolmente destinati alla sterilità, al nulla, se compito di un partito è quello di tendere democraticamente alla vittoria elettorale e al governo delle cose secondo la propria impostazione ideologica e pratica.
I dirigenti del partito comunista, alcuni dei quali mantenevano stretti contatti con Mosca, sapevano bene che in Italia sarebbe stato impossibile da parte dei comunisti arrivare al governo del paese, e non per mancanza di base e di voti, ma per la spartizione che era avvenuta a Yalta tra le potenze impegnate a combattere il nazifascismo.
Decenni importanti, decisivi, nei quali una massa impressionante di persone sono state ingannate - impegno sociale, speranze, pensiero, e voti, che dovevano essere rivolti verso il possibile, non, come era, verso il nascosto impossibile.
Sapevano anche del fallimento del comunismo dell'URSS, ma anche questo tennero nascosto: nonostante alcune voci discordi, che non riuscirono però a tirarsi fuori del grande inganno complessivo, i dirigenti del PCI coltivarono colpevolmente un'illusione ideologica e un'illusione pratica di competizione politica reale.
Votavamo il vuoto, altro che falce e martello - votavamo il pericolo di repressioni sanguinose, disinnescavamo bombe sui treni e nelle piazze, e non lo sapevamo - loro, sì, lo sapevano. Sapevano bene da che parte stavano le forze armate, e i loro servizi segreti.
Vennero altri tempi, tardi, troppo tardi, e senza la chiarezza necessaria ad evitare la ricerca di "pietà": in chi? per cosa? per il grande inganno da cui non ci siamo ancora liberati?
non saprei davvero cosa aggiungere... il popolo in piazza è democrazia, un premier che chiama il popolo in piazza per protestare contro altri poteri dello stato suona molto come attentato alla democrazia... momentaccio...
@rom: non so, io non l'ho vissuta così, la storia del PCI; ovvero esclusivamente come un grande inganno. Anche se io ero su posizioni molto critiche rispetto al partito, perchè pretendevo cose ancora più impossibili:-), apprezzavo il pragmatismo di molti dirigenti - e spero non fosse una peculiarità solo del PCI torinese - , e la loro capacità di modificare la realtà e la vita della gente, qui, oggi e subito.
Non è in fondo una virtù sognare l'impossibile e fare il possibile?
Poi io li credo sinceri, e sebbene sapessero quel che accadeva nel comunismo mondiale io sono certo che credessero nella possibilità di realizzare un comunismo diverso.
Ci ingannarono? E' possibile, ma indubbiamente - e nonostante questo fecero- , e non fu poco.
Sulla pietà: diffido di ogni idea che possa illudersi di farne senza.
"Non è in fondo una virtù sognare l'impossibile e fare il possibile?"
Il possibile proposto era di votare un partito che andasse al governo del paese, nel caso ci fossero i numeri. Non sto dicendo di "sogni" trainanti, che non è affatto detto siano impossibili: semmai, sono difficili.
Ma l'Italia fu, per molto tempo, una colonia militare americana. E doveva restare sotto il controllo dell'America - ad ogni costo, e di costi ce ne furono non appena si profilava un cambiamento sostanziale di governo.
Per quanto riguarda la pietà, non intendevo estensivamente, come atteggiamento umano generale che tuttavia non deve impedire la visione di ciò che è, ma anzi partire da questa e non intralciare i cambiamenti possibili: mi chiedevo perché Parlamento e Magistratura, e l'opposizione, attaccati "senza pietà", come scrivevi, dovrebbero contare sulla pietà di qualcuno.
Perchè sono poteri, che, secondo la Costituzione, dovrebbero ancora appartenerci, seppur in virtù della rappresentanza indiretta. Perchè se non riconosciamo ad essi "pietà", se non li difendiamo in virtù di questo, il potere esecutivo li distruggerà definitivamente, e per noi è sicuramente meglio avere di fronte più poteri che si controllano piuttosto che uno solo. Salvo poi aver ben presente che "non esistono poteri buoni", ma anche se sono cattivi è meglio averne più di uno.
Dici? No, secondo me non avverra', perche' le vinceranno 'ste elezioni, come vincono tutto.
Sabato sono andato in libreria in centro citta' e chi ti incontro? Franceschini, con un po' di guardie del corpo intorno. Faceva visibilmente finta di essere interessato a un libro selezionato a caso da uno scaffale. Bellissimo. Dimostrazione di totale distacco dal popolo. Come succedeva negli anni ottanta. La domanda e': chi ha votato PdL perche' dovrebbe cambiare idea e votare PD? Nell'incapacita' di darmi una risposta mi vien da dire che chi ha votato PdL non cambiera', e quindi il PD perdera' di nuovo. E quindi non c'e' assolutamente bisogni di fare delle leggi ad hoc per dire che il PdL vince anche se perde.
E secondo me la storia delle liste e' proprio montata ad arte. Cavoli, per dare una dimostrazione di forza devono fare la cazzata loro. Non hanno nemmeno piu' stimoli nel combattere un nemico inesistente.
Sul piatto della bilancia pesavano da una parte le regole da rispettare, e dall'altra la volonta' del popolo. Qualunque scelta tra queste due opzioni sarebbe stata sbagliata, perche' se non e' giusto governare a seguito di elezioni in cui non si rispettano le regole, sarebbe stato altrettanto sbagliato governare con i voti della minoranza perche' la maggioranza non poteva esprimersi. Quindi il casino, secondo me creato ad arte, ha avuto ovvi risvolti a favore della destra.
Rimarrebbe solo da chiedersi perche' diavolo 'sta maggioranza continua a votare per la Destra. Io una risposta non me la riesco a dare. Chissa' che dicono nel PD!
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