L'escalation è impressionante. Da un lato, il primo ministro estone Andrus Ansip sembra voler compiere una serie di atti distensivi verso la Russia ed i cittadini russi in Estonia:l'8 maggio, anniversario della sconfitta della Germania nazista nel secondo conflitto mondiale, si è recato a deporre fiori sulla statua del Soldato di Bronzo a Tallinn, la stessa statua che il governo ha fatto provocatoriamente spostare dando il via alla crisi - ora si trova in un cimitero a due chilometri dal sito originario, in cui si trovava dal 1947.
Dall'altro, come riporta Mirumir, il ministro degli esteri estone chiede alla NATO di equiparare gli attacchi portati dagli hacker in questi giorni a molti siti istituzionali estoni alla stregua di azioni militari, ai sensi dell'articolo 5 del trattato NATO.
Eccolo qui, l'articolo 5:
Articolo 5
Le Parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse, in Europa o nell'America settentrionale, costituirà un attacco verso tutte, e di conseguenza convengono che se tale attacco dovesse verificarsi, ognuna di esse, nell'esercizio del diritto di legittima difesa individuale o collettiva riconosciuto dall'art.51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate, intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l'azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l'impiego della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell'Atlantico settentrionale.
Qualsiasi attacco armato siffatto, e tutte le misure prese in conseguenza di esso, verrà immediatamente segnalato al Consiglio di Sicurezza. Tali misure dovranno essere sospese non appena il Consiglio di Sicurezza avrà adottato le disposizioni necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali.
Dunque, l'Estonia pensa addirittura all'impiego della forza armata contro gli hacker russi. Siamo alla follia.Qui non si nutre nessuna simpatia per Putin, e si ricordano bene le pagine scritte da Anna Politovskaja contro un regime sempre più involuto e antidemocratico.
Ma questo vento antirusso - su cui soffia anche la Polonia reazionaria dei gemelli Kaczynski, con le leggi "maccartiste" che colpiscono chi collaborò con il Partito Comunista e l'assurda idea di cancellare le topomastiche che ricordano il passato sovietico - è revisionista, razzista e pericoloso.
Sta spazzando l'Europa, e bisogna accorgersene, parlarne, segnalarlo, per impedire che la storia venga riscritta di nuovo dall'Impero predominante in questa fase storica.
Nessun commento:
Posta un commento