martedì, maggio 15, 2007

Gridare per non sentirsi

Un numero impressionante di persone ha popolato una piazza di Roma per chiedere che vengano negati ad altri i diritti che ad esse non interessano.

Paura, ottusità, disprezzo per tutto quello che non rientra nei comportamenti codificati – erano le cifre di questo triste meeting. La parola d’ordine era “difesa della famiglia”: ma non ho sentito nessuno chiedere più asili nido, una maternità più lunga, una difesa del ruolo della donna nel lavoro affinché non venga punita se osa fare figli. Non ho sentito invocare una maggior responsabilità dei padri, affinché la piantino di inseguire carriere, denaro e potere e si dedichino con maggior cura ed attenzione ad un progetto così importante come la famiglia. Incitati da signori divorziati e separati, che si garantiscono con altre vie i diritti che negano a chi non è ricco e potente, i partecipanti al raduno hanno chiesto solo di continuare ad essere una comunità ipocrita e bigotta, tanto severa nella fustigazione pubblica di chi “deraglia” quanto dannatamente indifferente, amorale e distratta di fronte al dolore, alla sofferenza, al bisogno di volersi bene che ancora – malgrado tutto – si fa strada tra molti cittadini del mondo.

Un altro nutrito gruppo di cittadini ha opposto una strenua resistenza al progetto di creare una discarica per rifiuti urbani nel proprio comune, ai confini di una riserva naturale in Campania.

Il sito individuato è, con altri tre, la sola disperata risposta che le istituzioni possono dare ad una emergenza rifiuti che in Campania, da anni, sta assumendo proporzioni catastrofiche. I cittadini che si sdraiano per terra e vengono spostati e menati dalla polizia sono convinti di non dover essere loro a pagare per risolvere il problema. Ma non sanno indicare chi, dove, quando si debba finalmente pagarlo, questo prezzo. La soluzione non li riguarda.

Stessa cosa accade a Saluggia, dove sono concentrate in modo assai precario e pericoloso le scorie nucleari provenienti dalle centrali italiane chiuse dopo il referendum del 1986. La gente del posto non vuole che vengano messe in sicurezza perché teme che questo voglia dire tenersele per sempre: ed è ovviamente impossibile pensare alla soluzione più saggia e sicura – il sito unico nazionale – perché ogni tentativo di discutere su un luogo che abbia le caratteristiche adatte solleva reazioni feroci.

Ancora, in questo paese risulta ormai impossibile costruire infrastrutture di qualsiasi tipo – ferrovie, strade, rigassificatori – perché il percorso seguito per le grandi opere è sempre ambiguo – in termini di costi o di progetto – o si paventa la catastrofe ambientale ad ogni piè sospinto – mentre non ho mai sentito nessuno chiedere la chiusura della tangenziale di Milano o di Bologna, che sono per molte ore al giorno luoghi di inferno in cui è incredibile pensare che la gente possa resistere ferma ad avvelenarsi per ore senza neppure interrogarsi sul senso di una vita simile.

La reciproca sfiducia tra chi governa e chi è governato, a giudicare da questi eventi, è giunta nel nostro paese a livelli insostenibili. Grazie anche ad una volgarissima e suicida campagna denigratoria nei confronti della politica e delle istituzioni, condotta dal Centrodestra nei suoi anni di governo, ed a atti demenziali come l’indulto concesso come primo atto politico rilevante dal governo di Centrosinistra, il rapporto tra i cittadini e chi amministra sembra irrecuperabile.

Paura, irresponsabilità, incapacità di assumere punti di vista più ampi, unite ad aspettative di progresso infinito, di miglioramenti continui per tutti senza mai pagare nessun prezzo, in un inganno perenne perpetuato anche da chi governa, costituiscono un mix perfetto per accelerare il declino di questo paese, probabilmente ormai irreversibile.

Update: i cittadini di Palermo hanno appena riconfermato la loro fiducia al sindaco Cammarata. Circa due settimane fa aveva assunto in comune più di 100 autisti di autobus: tutti rigorosamente senza patente.


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