venerdì, gennaio 13, 2006

Paura.

Vivo momenti di autentica paura, sempre più frequenti ed intensi.
Paura di morire, ogni volta che divento consapevole della caducità della vita, di quanto sia semplice scomparire in fretta a causa di poche cellule impazzite ed iperattive, o di un attimo di disattenzione.
Paura di perdere il lavoro, perchè sono entrato in quell'età pericolosa in cui si è troppo vecchi per avere nuove opportunità e si è ancora troppo giovani per sperare di rifugiarsi in un dignitoso status di pensionato.
Paura di non essere in grado di gestire la vecchiaia, la malattia ed il naturale percorso verso la morte della generazione precedente alla mia.
Paura di non tollerare più la violenza dilagante, la guerra quotidiana con i miei simili, sempre più aggressivi e spietati, e le piccole angherie ed arroganze quotidiane: e di adeguarmi ad essa, e di usarla anch'io.
Paura di non trovare più un posto quieto per invecchiare alla giusta velocità, tirando le prime somme della vita: perchè in questo mondo non ci si può più fermare, non è permesso.
Paura di diventare un rottame o un decerebrato, se cedo alle lusinghe di un mondo che mi vuole consumatore e basta, e a cui non interessano gli individui nè per talenti nè per aspirazioni.
Paura. Paura che nascondo esibendo anch'io sorrisi esagerati, schiamazzi inopportuni, luci accecanti, invece di ascoltare il silenzio, invece di far qualcosa per questo disperato bisogno di dare e ricevere amicizia ed amore che mi raggela il cuore.

Nessun commento: