lunedì, dicembre 19, 2005

Pubblicità regresso/1

Non è affatto strano che la comunicazione pubblicitaria rappresenti, nel bene o nel male, la società a cui si rivolge per "vendergli" una merce.
E' quindi logico che, ultimamente, aumentino le pubblicità aggressive, o in cui i testimonial siano giovani o meno giovani psicopatici, arroganti e fuori di testa.
Ne segnalerò qualcuna, di quelle che mi fanno torcere particolarmente le budella.

"Se impieghi più di venti secondi a scegliere un paio di jeans, scordati di dare ordini ad un plotone".
Questa scritta inquietante appare sotto la foto di un gruppo di soldati (dell'Esercito Italiano) su un set di guerra.
I quattro sono ai piedi di un muro sbrecciato e cadente, il suolo è sabbioso: è evidente il riferimento all'Iraq,
Vestiti con mimetiche immacolate e scarponi puliti, sono chinati nell'evidente intenzione di difendersi da un attacco.
Sotto, in piccolo, alcune frasi di invito all'arruolamento come Allievo Maresciallo.

Direi che questa pubblicità (che ho visto anche in tv, ma che solo su stampa si coglie nella sua pienezza) rappresenta un evidente (e pericoloso) salto di qualità nella comunicazione dell'Esercito.
Se vi ricordate, fino a ieri l'Esercito si presentava ancora come un esercito "civile": il set era un'aula o un'azione di protezione civile.
Oggi, evidentemente, la situazione è tale che è possibile, per l'Esercito, rispolverare ed esibire un orgoglio bellicista per troppi anni occultato o nascosto.
La comunicazione si adegua, e non nasconde più la vocazione autentica dell'Esercito: combattere.

E lo slogan è efficacissimo: guerra ed azione. Decisioni rapide. In antitesi al pensiero profondo e pacifico, che ha bisogno di tempo. Anche per fare una cazzata come comprare un paio di jeans.
Un Maresciallo non perde tempo. Non ce l'ha. Potrebbero ammazzare lui ed i suoi, apparendo d'improvviso dietro un muro sbrecciato.
Indispensabile, dunque, decidere in fretta. E, nel caso specifico, sparare per primi.
Altro che protezione civile ed esercito civile. E' di nuovo il tempo di sparare, finalmente, e di ammazzare prima di morire.

Bleah.

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