giovedì, febbraio 16, 2012

Dell'implacabile giustizialismo della carta carbone e di altre storie

Da Wikipedia:

"La carta carbone oggi

Oggi, la carta carbone è caduta quasi in totale disuso. È stata largamente soppiantata da dispositivi elettronici come le fotocopiatrici, che permettono la copia di documenti in maniera più veloce e agevole. Inoltre, l'utilizzo di personal computer e delle stampanti negli uffici ha fatto decadere ulteriormente l'utilizzo della carta carbone.
Le moderne tecnologie hanno eliminato anche l'impiego di carta carbone manuale da tutti gli studi professionali. La utilizzano ancora taluni artigiani e chi si diverte con il bricolage."

Ieri sera, vedendo il TG7 a casa d'altri, ho seguito il servizio sul terribile blitz della Guardia di Finanza tra i commercianti di Napoli.
E poi, ad un certo punto, l'ho visto. Mi sono stropicciato gli occhi, perchè non ero certo di quel che vedevo, ma l'ho visto.
Un finanziere, in piedi vicino ad un bancone, sollevava un foglio di un blocchetto formato A4 e infilava un foglio di carta carbone tra quel foglio ed il successivo.
Ho avuto una vertigine. Non vedevo più un foglio di carta carbone da almeno 15 anni.

Dunque, una delle armi segrete messe a disposizione della Guardia di Finanza nel 2012 per l'implacabile lotta all'evasione fiscale è questa. La carta carbone. 
Immagino che, negli uffici della GdF, ci siano armi ancora più terribili: pavento vi siano addirittura delle Olivetti Lettera 22, con le quali trascrivere inesorabilmente i verbali.
E forse (si sussurra) addirittura degli schedari Buffetti, in cui archiviare (scrivendo sul dorso, con l'etichetta adesiva bianca,  la prima lettera del cognome del reo) la seconda e la terza copia (quella che la carta carbone rende di fatto illeggibile) del verbale.
E scrivanie di fòrmica azzurra. E sedie con le gambe sottili e metalliche. Il tutto innaffiato di speciale polvere antichizzata, comprata a sacchi da 50 chilogrammi, fatta giungere apposta dalla  Germania.

Pensate che sgomento, per la criminalità organizzata, apprendere queste cose.
Quegli sciocchi sono in grado di incassare quotidianamente i soldi derivati dal traffico di droga a Scampia, farli circolare virtualmente per mezzo mondo, attraverso le banche di otto-nove paesi in cinque continenti, e farli giungere il giorno dopo, totalmente ripuliti, alla finanziaria legale che in Piemonte presterà i soldi (ad un tasso assolutamente ragionevole, ed inferiore a quello delle banche) al piccolo imprenditore che vuole aprire un ristorante (certo, magari avrà un socio calabrese oscuro ed ingombrante, ma pazienza).

Non sanno, gli sventurati, i criminali e gli evasori, della carta carbone e del resto, di queste armi segrete dello Stato, che segneranno la loro fine. Inesorabilmente.  

*
No, la lotta agli evasori non mi eccita. Smoke gets in your eyes, direbbero i Platters.
E' un discorso di priorità.
E, in testa alle priorità che sento, c'è la disuguaglianza. Finchè esisteranno manager, banchieri, speculatori, governanti che dispongono di redditi centinaia, migliaia, decine di migliaia superiori a quelli degli ultimi, non chiedetemi di vibrare di sana indignazione per chi evade le tasse: non ne ho il tempo nè la voglia.
Un bonus di 50 milioni di euro a Marchionne mi fa incazzare molto di più. L'idea che il mercato assegni agli uomini valori così assurdamente distinti fra loro evidenzia quanto far politica per "ispirare la fiducia dei mercati" sia più o meno come giudicare la propria vita basandosi sul giudizio di Aksentij Ivanovič Popriščin (vedi "Le memorie  di un pazzo" di Nikolaj Gogol).
E nessun governo d'Europa intende entrare nel merito. Va tutto bene così, i nuovi nemici sono i tassisti e gli evasori. Si, vabbè.
E nessun partito d'Europa dice: "deve essere stabilito un reddito di cittadinanza, basato sul principio che qualunque essere umano ha il diritto ad una vita dignitosa per il solo fatto di essere al mondo. Poi, se uno vuole competere per avere dieci ville e sette suv, lo faccia pure: ma nessuno deve essere costretto a competere solo per esistere."
Sarebbe ingiusto, dite?
Beh, anche il mondo di oggi è ingiusto. Chissenefrega, dunque. Ci sarebbe un po' più di serenità in giro, no? Ed esseri umani sereni  magari pensano agli altri, alla collettività. Pensano, inventano, creano, Molto di più di coloro che stanno con la pistola puntata alla testa, e rischiano di perdere tutto perchè sono vecchi, deboli, improduttivi, o semplicemente non abbastanza bastardi per competere ed annientare il prossimo.


*

Yawn. Riassumiamo questa.
Una azienda pubblica dà 700.000 euro per tre sere ad un tizio, che è noto - oltre che per essere un vecchio cantante - per sparare inenarrabili cazzate. Il tizio chiede che non gli siano posti nè vincoli nè condizioni nello sparare cazzate. L'azienda pubblica dice che va bene.
Il tizio va in tivù, e, come ci si aspetta, spara cazzate: è stato pagato profumatamente per farlo!
A questo punto l'azienda pubblica si indigna. Non si aspettava che, davvero, uno pagato tantissimo per fare una cosa la facesse sul serio: all'interno della azienda pubblica, queste cose non si fanno.
Allora ha preso un dirigente, che dev'essere un altro pagato tantissimo per non fare le cose per cui è pagato, e l'ha mandato a vigilare su quel tizio, per evitare che faccia quello per cui è stato pagato.

Una tipica storia italiana. 
Yawn.

venerdì, febbraio 03, 2012

Servo di scena

Verrebbe voglia di strozzarlo, Norman.
Norman è il factotum, l'assistente, il servo di scena del vecchio leone che non ruggisce più.
Lo accudisce, lo veste, lo copre, gli fornisce da bere, lo fa riposare...
I fasti dell'ex grande attore Sir Ronald sono ormai lontani nel tempo, ed è ormai al tramonto quando batte - con gran fatica - i palcoscenici di provincia con la sua compagnia di terz'ordine, proponendo in una tourneè i maggiori classici shakespeariani in una settimana.
Ma è stanco, malato, distratto e distrutto, oltre che - inevitabilmente - presuntuoso ed egocentrico.
Fuori infuria la guerra, i nazisti bombardano l'Inghilterra. Le sirene e gli echi delle bombe si insinuano nel teatro, nelle quinte.
Chi gli vuol bene dice che sarebbe ora di chiudere, di smettere di recitare, di mandare il pubblico a casa.
Ma Norman (eccessivo, frastornante, insopportabile, anedottico) spinge Sir ad andare sul palco a tutti i costi, anche se è talmente rimbambito da truccarsi da Otello mentre dovrebbe recitare Re Lear.
La recita inizia disastrosamente, ma il vecchio leone riesce a riprendersi per condurre a termine l'opera.
Il finale è la catastrofe, il redde rationem, la presa d'atto che l'irrimediabile è accaduto e non ci sarà più futuro nè riconoscenza, e l'amore donato è stato semplicemente gettato, perduto, dissolto.
Il drammatico monologo finale di Norman, ubriaco fradicio e disperato, è bellissimo, emozionante, straziante.
Franco Branciaroli (Sir Ronald) è una divinità deragliata e sghangherata, esausta e senza umiltà.
Tommaso Cardarelli (Norman) rappresenta magistralmente la insopportabile petulanza che hanno l'amore ed il senso del dovere quando, abbracciati, perdono il senso del limite.


Al teatro carignano di TORINO
fino al 05/02/2012
di Ronald Harwood
traduzione Masolino D’Amico
con Franco Branciaroli
e Tommaso Cardarelli
e con (in ordine alfabetico) Lisa Galantini, Melania Giglio,
Daniele Griggio, Giorgio Lanza, Valentina Violo
regia Franco Branciaroli
scene e costumi Margherita Palli
luci Gigi Saccomandi
CTB Teatro Stabile di Brescia / Teatro de gli Incamminati




giovedì, febbraio 02, 2012

L'intermediario

(Tipico esempio di intermediario: si veda la curiosa somiglianza della faccia con il lato B.)


La vicenda del palazzo di Via Stamperia, a Roma, comprato al mattino a 28 milioni di euro e venduto al pomeriggio a 44 milioni mi sembra paradigmatica, rispetto ai valori dominanti di questo mondo (cose del genere avvengono peraltro tutti i giorni, e non solo nel campo immobiliare: anzi, soprattutto in quei benedetti "mercati" di cui dobbiamo disperatamente "conquistare la fiducia" cedendo ogni giorno un pezzetto di diritti e di dignità, nonchè una fettina di culo.).
L'intermediario ha trattato la vendita del palazzo quando non ne aveva ancora la proprietà, e poi - sembra senza violare alcuna legge - ha fatto in modo di:
  • "acquistare" al mattino il palazzo senza versare un soldo;
  • "vendere" l'immobile al pomeriggio, facendo in modo che i versamenti futuri dell'acquirente (il fondo pensioni degli psicologi) verso di lui fossero sincronizzati in modo da giungere il giorno prima di quelli che deve versare per il pagamento dell'immobile al proprietario precedente (un fondo immobiliare controllato da Intesa San Paolo).
In tal modo, l'intermediario ha realizzato una "plusvalenza" di 18 milioni di euro in poche ore.
Sia chi ha venduto l'immobile all'intermediario che chi lo ha acquistato ha dichiarato "congruo" il rispettivo valore (ricordiamo, 28 e 44 milioni di euro).

La vicenda, a guardarla senza neppure dare dei nomi ai protagonisti, fa venire in mente alcune domande a più livelli.
Iniziamo dal più banale.
E' normale che un bene immobiliare (in questo caso) possa aumentare il proprio valore del 57% in poche ore solo in virtù di una intermediazione?
Perchè è improbabile che in poche ore il palazzo sia stato ristrutturato, o che sia giunta una notizia legata a eventi che possano cambiare il valore del bene (tipo vincoli sulla zona o sul palazzo) in modo così consistente.
Se assumiamo che il bene abbia mantenuto in quelle ore eguali condizioni intrinseche ed estrinseche, che cosa può aver prodotto questa variazione di valore?
Ripetiamo: il fondo immobiliare di Intesa San Paolo ritiene di aver venduto lo stabile al valore congruo di 28 milioni di euro, il fondo pensioni degli psicologi ritiene di aver comprato lo stabile al valore congruo di 44 milioni di euro.
Direi che qualcuno (o forse entrambi), tra i dirigenti dei due enti, ha commesso un errore di valutazione abbastanza consistente (18 milioni di euro...non cinquantamila...).
Ci si aspettano inchieste interne, licenziamenti e cause risarcitorie da parte di entrambi gli enti, direi, nei confronti dei propri dirigenti. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.

Ma procediamo.
I due atti di vendita saranno sicuramente stati fatti da due notai (mi auguro differenti: se si trattasse dello stesso notaio, andrebbe internato senza indugi).
Supponiamo (pura ipotesi) che il primo abbia agito correttamente.
Se così fosse, il notaio che ha registrato il secondo atto come faceva a non sapere che lo stesso immobile era stato acquistato al mattino per una cifra inferiore di circa un terzo?
E' un notaio, cazzo, lo pagano profumatamente apposta per sapere queste cose!
Qualcuno potrebbe obiettare: "Beh, che c'entra? Il notaio verifica che il bene sia vendibile e che non esistano ipoteche nascoste; poi, se uno lo vuol comprare al doppio di quello che vale, sono affari suoi".
Beh, allora aboliamoli i notai: facciamo che basta un'autocertificazione firmata del venditore, impugnabile legalmente nel momento in cui si riveli mendace; esattamente come accade in tutti i paesi avanzati in cui le professioni medioevali sono state abolite.

Insomma, uno dei due notai (o entrambi) non sono stati molto professionali. E almeno l'ultimo acquirente dovrebbe denunciarlo (o denunciarli) per questo motivo, se è in buona fede. Se ciò non avvenisse, sarebbe inquietante.

E adesso, poniamoci delle domande di livello diverso.
L'intermediario, diciamo, ha fatto solo l'intermediario, appunto, ma ad insaputa dei due enti.
Se i due enti si fossero messi d'accordo tra di loro, avrebbero concluso la vendita a, diciamo, 37 milioni di euro risparmiando entrambi 9 milioni di euro, con lo stesso esito finale: il passaggio dello stabile  (così com'era) dal primo ente al secondo.
Entriamo dunque nel merito del compenso che l'intermediario si è portato a casa, cercando di comprenderne il significato.
Abbiamo detto che l'intermediario non ha portato alcun valore aggiunto, nell'operazione: lo stabile venduto al pomeriggio era esattamente lo stesso acquistato al mattino.
Pensiamo anche che, se l'ente 1 avesse saputo che l'intermediario avrebbe immediatamente rivenduto lo stabile all'ente 2, non avrebbe accettato l'intermediazione (perchè noi diamo per scontato che i gruppi dirigenti dell'ente 1 e dell'ente 2 siano al massimo ingenui, ma non disonesti).
Quindi, i 18 milioni di euro "guadagnati" dall'intermediario non nascono dalla produzione di qualcosa, dall'arricchimento di valore reale del bene o dalla vendita di un servizio utile: la vendita diretta del bene tra i due enti avrebbe eliminato solo questo guadagno e quello di uno dei due notai, che sono considerabili di fatto attività "parassitarie" rispetto al bene.
Insomma, i 18 milioni di euro sono stati "guadagnati" facendo fesso qualcuno: o i dirigenti dei due enti, o gli iscritti del fondo pensioni.

Poichè in quanto accaduto non c'è (a prima vista) nulla di illegale, resta da chiedersi se sia giusto guadagnare soldi (che siano 18 euro o 18 milioni) facendo fessi gli altri.
E' importante, chiederselo, perchè in assenza di leggi e (ormai) anche della semplice disapprovazione sociale (che anzi in casi come questi viene sostituita da plauso ed ammirazione), far fessi gli altri può divenire un modo di massa per sbarcare il lunario.
Andrebbe di conseguenza depenalizzata anche la circonvenzione di incapace, perchè se concepiamo - darwinianamente - che  chi fa fesso un altro ha il pieno diritto di guadagnare, perchè mai dovremmo mettere in galera chi truffa un anziano, facendogli credere cose che non sono vere e prosciugandogli i risparmi di vita? In cosa si differenzia, costui, dall'intermediario di cui sopra?
E in cosa si differenzia, l'intermediario di cui sopra, da chi vende azioni senza averle ancora acquistate, e da chi sui mercati internazionali "prenota" petrolio, cereali, riso per incassare gli aumenti di prezzo prima di pagare il bene?

Insomma, non esprimo giudizi morali specifici sul nostro intermediario, perchè si comporta esattamente secondo il modello del capitalismo attuale e della finanza, che è il Grande Figlio di Puttana a cui tutti i personaggi di questo genere fanno riferimento: facendo fessi quelli che non possono difendersi. 
Vendendo cose che non si possiedono e che non si sono pagate (ricordate i furbetti del quartierino? anche loro avevano l'abitudine di pagare l'immobile acquistato con i proventi degli affitti futuri, senza sborsare un soldo).

Allora, quando il governo attuale (nei confronti del quale abbandono la cautela per un giudizio doverosamente di classe e conseguentemente spietato) diffonde l'idea che si debbano odiare i tassisti e i notai, gli avvocati, i "vecchi", i garantiti, mentre il modello culturale della sopraffazione, del guadagno a spese di chi non può difendersi rimane invece intonso ed indiscutibile, dico che è il caso di smetterla di prenderci per i fondelli.
Non è vero che costoro sono "equidistanti", e colpiscono gli interessi di tutti. Stanno applicando alla lettere le indicazioni della famosa e funesta lettera della BCE, punto.
Le cose andranno dunque nuovamente bene per le banche, e per gli speculatori (quelli che guadagnano facendo fesso il prossimo), che ancora una volta avranno socializzato le perdite.
Dio, siamo ancora qui con la "fiducia dei mercati". Con lo spread e l'indice della Borsa di Milano.
Ad indicare di nuovo nemici falsi, secondari. A far finta che questo paese sia un'entità omogenea, e non un luogo in cui la diseguaglianza è sovrana, e dove nulla unisce gli ultimi ai primi.
A dire ancora che la ricchezza che è un valore, indipendentemente da come è stata raggiunta.
Ma andate affanculo, va!

Io vorrei che andasse al potere un pazzo. Un pazzo spietato. Che, per prima cosa, prima di essere ucciso dai servizi segreti e dalle mafie, chiudesse le borse - facendo saltare in aria i palazzi, dopo aver fatto uscire tutti. E punisse con dieci anni di galera chi vende le cose che non possiede. E che separasse la moneta usata per pagare il lavoro da quella usata per giocare alla finanza, rendendole indipendenti, non equivalenti, non intercambiabili e legate da un cambio reale che cambi ogni giorno: oggi, ad esempio, guarda un po'!, moneta-lavoro vale 1000 mentre moneta-finanza vale merda.  Ed il mio 1000 resta inalterato, perchè ho lavorato per produrlo, mentre è giusto che tu - intermediario - ti guardi con disgusto le mani sporche di cacca.
E che dicesse, dunque, che chi non produce nulla di fisico o di intellettuale, o non fornisca servizi che accrescono il valore di un bene, ma si limita a manipolare cose esistenti, venga pagato solo con moneta-merda.

Ecco, l'intermediario di cui sopra - che non ha prodotto nulla - oggi avrebbe in mano diciotto milioni di moneta-merda. Legalissima, eh. E guadagnata onestamente.:-)

Ma non accadrà. Perchè la "giustizia" non esiste, e le leggi rispecchiano solo il potere del più forte, e la democrazia ed il volere del popolo sono minchiate con cui ci fanno giocare quando sono sicuramente inoffensive, non certo quando possono mettere in pericolo i veri manovratori del mondo.

E il "popolo" non sarà mai più in  grado di esprimere una coscienza di classe ed una visione alternativa del mondo, con tale forza da prendere il potere in un numero sufficiente di paesi per indicare una via diversa e radicalmente alternativa.

Il capitalismo ha trionfato, e la prova è che non ci sono mai stati così tanti soccorritori al suo capezzale da quando è in crisi.
Ed esige che ci facciamo fessi l'un con l'altro.
E che sorridiamo pure, per non far piangere Monti ed i banchieri.